Matteo Salvini come Elsa Fornero, chi l'avrebbe mai detto. La riforma della ex ministra del Lavoro è da sempre bersaglio delle feroci critiche del leader del Carroccio: tant'è che il vicepremier, nonostante lo spread alle stelle, ha assicurato ancora una volta che le modifiche alle pensioni si faranno. Ma a che prezzo? Stavolta il ministro dell'Interno, visto il disastroso andamento del differenziale tra i nostri Btp e i titoli decennali tedeschi, ha detto però che «gli italiani dovranno darci una mano».
Non ha usato la parola sacrifici (la stessa che la Fornero non riuscì a pronunciare nel 2011 in un'indimenticata e lacrimosa conferenza stampa sulla «finanziaria lacrime e sangue» del governo Monti) ma c'è andato vicino. Il progetto è quello d'invogliare la popolazione a comprare i titoli di Stato tricolori, oggi a un passo dall'essere catalogati come «bond spazzatura», per finanziare la manovra e tenere il divario tra Btp e Bund sotto controllo. In fondo, non fa una piega: la manovra è del popolo è quindi è giusto che sia il popolo a pagare il conto.
Ma come? I legastellati finora avevano detto e ridetto agli italiani che non c'era ragione di preoccuparsi. «Lo spread ce lo mangiamo a colazione», aveva tuonato solo pochi giorni fa il vicepremier della Lega. Per poi scoprire, dopo le ultime impennate, che lo spread non è un cornetto. Il sottosegretario M5S agli Affari Regionali, Stefano Buffagni, solo poche settimane fa era arrivato a dire che l'aumento dello spread andava interpretato come un segnale positivo per l'economia. Luigi Di Maio, dal canto suo, ancora non crede fino in fondo nella sua esistenza: «È solo un complotto». Un complotto di chi? Di Mario Draghi e della Banca centrale europea hanno ipotizzato in passato eminenti economiste grillini come Carla Ruocco e Laura Castelli. Mentre Beppe Grillo nel 2012 liquidava il differenziale addirittura così: «Lo spread è un'allucinazione mentale».
L'indicatore con la sua furia ha riportato i gialloverdi sulla Terra. Persino il ministro per gli Affari europei Paolo Savona, che quest'estate pareva pronto a usare lo spread come un'arma e, se necessario, a portarlo a quota 600 punti pur di forzare la mano all'Unione Europea, ha dovuto fare i conti con la realtà: ha ammesso in queste ore che se verrà oltrepassata la soglia dei 400 punti allora sarà necessario modificare i numeri della manovra. L'idea di rifilare titoli di Stato spazzatura agli italiani però non è nuova: al piano, diabolico, lavora alacremente da mesi Armando Siri, il teorico della «Flat tax» targata via Bellerio, pronto a offrire una serie di sconti fiscali alle famiglie che si faranno carico del debito pubblico italiano. E poco importa se alla fine qualcuno ci rimetterà i propri risparmi. Salvini («Tiriamo dritto») vuole abbattere la Fornero a tutti i costi. Anche a costo di venire ricordato come un'altra Fornero.
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