Gio Evan: «Matteo Salvini? Gli consiglierei un po' di meditazione. Così si addolcisce un po'»

L'artista citato dalla Isoardi: «Il Ministro non mi piace, io ho votato a sinistra. Ma mi prenderei una birra con lui e gli farei qualche domanda... Elisa mi ha ringraziato: "Mi sei vicino in questo periodo"»
Gio Evan il poeta citato da Elisa Isoardi «Cosa chiederei a Salvini»

«Si vede proprio che non mi piace Salvini?». Un pochino, sì.«Non ci posso fare niente. Ogni volta che sento le sue idee, rimango ferito». Lei è di sinistra?«Massì, ho votato a sinistra, per un partitino che non appoggiava Salvini». Elisa Isoardi gli ha dedicato una sua poesia. Lei che testo consiglierebbe al ministro dell'Interno?«Non saprei. Magari può leggersi tutti i miei libri, così si addolcisce un po'». Non ha niente per tirarlo su di morale?«Forse è meglio che si viva la sua tristezza, che si scavi bene dentro. I politici devono coltivare la tenerezza, devono assaporare il silenzio, la generosità. Devono compiere un lavoro intimo, prima di gestire difficoltà atroci». E lui non lo sta facendo?«No, e mi spiace. Non voglio certo attaccarlo. Penso che non stia bene. Gli auguro di trovare persone amiche, angeli che possano condurlo alla bontà e all'altruismo. Che possano farlo smettere di giudicare continuamente, di dividere, per poi aprire i porti del cuore. Ecco, gli suggerirei un po' di meditazione». Meditazione a parte, una birra con lui se la prenderebbe?«Certo, la prenderei anche col diavolo». Che cosa gli chiederebbe?«"Qual è il tuo quarto colore preferito?"». Prego?«Chiediamo e pensiamo sempre al primo colore. E invece mi piacerebbe scavargli dentro, entrare nelle viscere, andare oltre la superficialità. "Sei felice di fare quello che fai?", "Cosa pensi che sia l'evoluzione?"».

Un'artista lo riconosci perché ama fare domande piuttosto che fornire risposte. Ogni mattina, nel suo rifugio in montagna «nella parte adriatica d'Italia» (non vuole far sapere dove), Gio Evan si alza dal letto, guarda l'orto con le sue galline dalla finestra e poi si piazza davanti allo specchio. Si guarda e si pone un quesito: «Sto domando domande?». Si chiede quale domanda porre (e porsi) quella giornata. «Non mi interessano neanche le risposte, che sono statiche, porti chiusi. Le domande sono un porto aperto...».

La prima domanda vera se l'è posta a 18 anni. Nato 30 anni fa «per sbaglio» sulla strada di Molfetta, quando a sua madre si ruppero le acque durante un viaggio in macchina post-pasquale, cresciuto a Gubbio, con i genitori che gli dicevano di diventare dottore, si chiese «la stessa cosa che si stanno chiedendo a migliaia nelle ultime ore: "Chi c..zo è Gio Evan?" A quelli che se lo chiedono rispondo: "Tranquilli, ci sono passato anch'io, poi passa. O perché trovi la risposta o perché smetti di porti la domanda"». Per lei come funzionò?«Io feci un biglietto di sola andata per l'India, che mi pareva il posto migliore per intervistarmi». Cosa fece?«Viaggiai, feci meditazione trascendentale, incontrai maestri spirituali. Cercai di dissolvere il mio ego, per ridurmi a particella vibrazionale. Un giorno, passeggiando per una strada indiana, trovai a terra un libro. Era un Vangelo in italiano». Coincidenza assurda.«Lo lessi come si legge un buon romanzo. E mi innamorai di quest'ometto piccolo piccolo che aiutava i malati e inventava il pane. Che cosa stupenda. Mi convinsi che dovevo andare in Sudamerica, posto cattolicissimo». Dove finì?«Per due anni girai il Continente in bici. In una piazzetta di Tucuman incontrai alcuni Hopi, tribù sciamaniche che praticano una religione antichissima esoterica. Parlammo un po', poi mi dissero: "Forse stai cercando proprio noi, vieni a vivere con noi"». Accettò?«Certo, vissi con loro per un anno. Facevamo meditazione trascendentale, digiunavamo, praticavamo la cerimonia del peyote. Notarono che io, ancora affascinato dalla lettura del Vangelo, citavo spesso l'esempio di Gesù Cristo. E da allora mi diedero un nuovo nome. Non più Giovanni Giancaspro, ma Gio Evan. Come Giovanni Evangelista, il più amato da Gesù». Quando è tornato in Italia?«Nel 2014.Sto in un rifugio con due abitanti: io e me. La montagna è un ottimo luogo per scrivere libri, poesie, canzoni». È il poeta vivente più seguito d'Italia, con oltre 400 mila follower su Instagram. Come ha iniziato?«Con una pagina Facebook. Inventai "le poesie più piccole del mondo": piccoli adesivi contenenti mie poesie che attaccavo in angoli in mezzo alle strade delle città. Facevo le foto e le caricavo sui social, rivelando il posto in cui si trovava l'adesivo. Una sera condivisi l'adesivo con la poesia "Siamo così d'istanti". La mattina dopo aveva 200 condivisioni. Ero diventato virale». Quanto guadagna?«Diciamo che sto bene. Non potrei comprarmi una Porsche, ma posso permettermi cibo biologico». Questa notorietà improvvisa l'aiuterà.«Vede, è piuttosto effimerà. So che la curiosità nei miei confronti scemerà non appena ci sarà una notizia più grande. Ma va benissimo così». Deve «ringraziare» la sua fan Elisa Isoardi. L'ha mai incontrata?«Ancora no. Mi ha scritto in privato, facendomi i complimenti e invitandomi a Roma. Ci sentiamo ogni tanto su Whatsapp. Mi ha ringraziato: "Mi sei d'aiuto in questo periodo"». Se potesse prendere una birra con lei invece, che cosa le direbbe?«Mi occuperei del suo presente. Vorrei sapere come sta e cosa le manca. Le farei un sacco di domande. La meno scontata di tutte: "Sei felice?"».

LEGGI ANCHE

Chi è Gio Evan, lo scrittore e poeta citato da Elisa Iosardi

LEGGI ANCHE

La versione di Elisa Isoardi: «Perché è finita con Matteo Salvini»

LEGGI ANCHE

Elisa Isoardi e Matteo Salvini, i «Ferragnez» della politica

LEGGI ANCHE

Elisa Isoardi e Matteo Salvini, tutti i meme

LEGGI ANCHE

La vendetta di Elisa Isoardi in una foto (con Salvini nudo)