«Romolo + Giuly»: la serie sulla «guerra» fra Roma Nord e Roma Sud spiegata ai non romani

Arriva su Fox la commedia che racconta la rivalità fra la «fighetta» Roma Nord e la «coatta» Roma Sud. Ne avete mai sentito parlare? Ecco di cosa si tratta. Ma non prendetela troppo sul serio
«Romolo  Giuly» la serie sulla «guerra» fra Roma Nord e Roma Sud spiegata ai non romani

Ponte Milvio contro Colosseo, mocassini contro infradito, sushi contro amatriciana. C'è un'eterna divisione nella capitale d'Italia: quella fra i «fighetti» di Roma Nord e i «coatti» di Roma Sud. Gioca su questo conflitto atavico Romolo + Giuly - La guerra mondiale italiana, la nuova commedia in onda dal 17 settembre su Fox alle 21:15.

Lo spunto per raccontarla è la rivalità fra Montacchi e Copulati, che fanno il verso alle due famiglie shakespeariane i cui eredi si innamorano. Ma qua non siamo in una tragedia, anzi, si ride molto. I protagonisti si chiamano Romolo (Alessandro D'Ambrosi, che è anche autore) e Giuly (Beatrice Arnera, piemontese che per l'occasione ha dovuto imparare il romano): due pesci fuori d'acqua che non si rispecchiano nelle etichette dei loro mondi.

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Ma che cosa vuol dire essere di Roma Nord e di Roma Sud? Le battute nonsense della serie giocano proprio su questa differenza che, a chi non è della capitale, potrebbe suonare completamente nuova. Ma ci pensano le gag a spiegarla.

Come quando l'amico di Romolo, infiltrato a una festa dei Copulati, viene scoperto e sottoposto a un interrogatorio per verificare se è veramente di Roma Nord: «Film preferito? Tre metri sopra il cielo. Bar preferito? Treebar». Fin qui, tutto bene. Ma alla domanda «chi fa i panini più buoni di Roma?», l'interrogato non ce la fa a tradire le sue origini. Sa che per superare il test dovrebbe dire «il Zozzone di Corso Francia», ma è più forte di lui rispondere «Ali Baba».

Ciascuna delle due «fazioni» ha le sue istituzioni intoccabili, il suo stile, perfino la sua musica. A Roma Nord si veste Ralph Lauren, si ascoltano i Thegiornalisti e si beve Moscow Mule, le ragazze sono magre e rifatte (la madre di Giuly, Olimpia, a cui dà il volto Michela Andreozzi, le ricorda sempre di non corrugare la fronte perché «le emozioni fanno male alla pelle»). Roma Sud è la patria delle tute e di H&M, di Marta sui Tubi e del Negroni, dei fianchi larghi e della parlata romanesca.

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La storia si allarga anche al resto d'Italia, con Milano e Napoli alleate contro Roma. Dalla pianura Padana arriva Giorgio Mastrota, che interpreta una versione diabolica di sé stesso, sempre un re delle televendite, ma segretamente a capo di una setta che progetta di costruire una Roma milanese (il suo partner è Tciù, un pupazzo cocainomane molto spassoso).

A Napoli, invece, comanda il boss Don Alfonso «Borbonico» (Fortunato Cerlino, calato alla perfezione del ruolo), che sogna di resuscitare il Regno delle Due Sicilie e vuole usare i romani come schiavi per costruire il ponte sullo stretto di Messina.

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Ci sono anche le gradite incursioni di alcune «guest star», fra cui Le Coliche, Giorgio Panariello, Umberto Smaila e Paolo Bonolis.

La comedy nasce dall'omonima web-serie che ha vinto nel 2016 il Roma Web Fest e raggiunto 1,6 milioni di visualizzazioni nel giro di tre settimane. Gli autori si sono ispirati ai Monthy Python e a Chi ha incastrato Roger Rabbit, ai Griffin e ai Simpson per la «scorrettezza come sguardo paradossale per commentare la realtà», spiega Michele Bertini Malgarini, 30 anni.

Perché, è importante dirlo, la serie è una satira e non va presa sul serio, come invece hanno fatto alcuni utenti online che non hanno gradito le clip di presentazione dei protagonisti, volutamente esagerati e politicamente scorretti.

Senza lo spirito giusto, non si potrebbe ridere della scena in cui Mastrota e Tciù si ubriacano bevendo acqua del Po e si cimentano nella «caccia al negga», una tradizione della pianura padana, dove si inseguono due «terroni» liberati da una gabbia. Preparatevi al peggio.