Charlotte Flair: «Il wrestling? Mai provarlo a casa»

La campionessa WWE, figlia d'arte, è il simbolo dell'evoluzione del movimento femminile sui ring americani: «Ma quale sport da uomini, la mia professione mi ha migliorato la vita»
Charlotte Flair «Il wrestling Mai provarlo a casa»

Charlotte Flair, campionessa della WWE, è il simbolo di un movimento, quello del wrestling in rosa, che negli ultimi anni ha subìto un’accelerata improvvisa grazie alla trasformazione delle Divas - sostanzialmente accompagnatrici sul ring - in Women, cioè vere e proprie atlete al pari dei colleghi uomini: «È stata una crescita inarrestabile», ci rivela, «Le donne di ieri e di oggi hanno lavorato insieme per arrivare ad un traguardo che, fino a poco tempo fa, sembrava impossibile».

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Charlotte parla della Royal Rumble, una spettacolare rissa tutti contro tutti che a gennaio, per la prima volta, andrà in scena in una versione tutta al femminile: «Merito di un gruppo di atlete affiatate che hanno saputo diventare delle superstar, non rimanere delle semplici comprimarie all’interno dello show». Protagoniste a tutti gli effetti quindi. «Quando sono sul ring spesso vedo famiglie intere nel pubblico e mi rendo conto che sono lì per vedere noi donne», aggiunge la sportiva statunitense classe 1986. «Gli appassionati del wrestling non vengono agli spettacoli solo per assistere agli incontri tra uomini. E questa è la cosa che conta di più».

Alla faccia di chi dipinge il wrestling come uno sport prettamente maschile: «Il mio lavoro non mi ha mai creato problemi. Anzi, la crescita professionale mi ha migliorato la vita. È come un bellissimo viaggio, la prossima tappa sarà WrestleMania (uno degli eventi più importanti organizzati della WWE)». Figlia del leggendario Ric Flair, la giovane Charlotte torna con la mente agli inizi della sua carriera che però - ci tiene a precisare - non è cominciata tra le mura domestiche. «Non a caso il payoff della federazione è “Don’t try this at home” (non provatelo a casa). Certi esercizi sono pericolosi, io però non ho mai vissuto situazioni rischiose».

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D’altronde la fisicità di Charlotte riveste un ruolo importantissimo nella sua carriera. «Conosco il mio corpo e i suoi limiti, so fino a che punto posso spingermi. Il mio aspetto estetico, unito all’atletismo, sono fondamentali in quanto si tratta di uno show: ho investito tanto su me stessa, perché ho capito che era l'unico modo affinché gli altri investissero su di me». Chissà che un giorno la World Wrestling Entertainment decida di puntare anche su un’atleta italiana: «Sono arrivate wrestler dal Giappone e dall’India (poche settimane fa c’è stato il primo match femminile in Medio Oriente). Ci sono possibilità ovunque di entrare nella WWE, anche in Italia».

Non resta che aspettare. E intanto ammirare Charlotte.

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