Russia 2018: cadono le grandi, ma è solo l'inizio

Il pareggio dell'Argentina e del Brasile e la sconfitta tedesca fanno notizia, ma non sempre partire male significa non andare avanti nella coppa del mondo di calcio
Russia 2018 cadono le grandi ma è solo l'inizio

Erano le 11 e 23 del mattino di domenica 17 giugno e a Città del Messico c’è stato un terremoto. Piccolo, dicono i sismografi. E artificiale, aggiunge Institute of Geologic and Atmospheric Investigations. La causa? «Salti in massa» dice lo stesso istituto. Era il momento del gol segnato dal Messico contro la Germania, l’unico gol della partita d’esordio persa dai campioni del mondo tedeschi al mondiale di Russia.

Alla fine della partita un’interna nazione, lo racconta anche il New York Times, è scesa in strada a festeggiare il miracolo calcistico che nessuno si aspettava. Persino il presidente Pena Nieto, in piena campagna elettorale (si vota il primo luglio), ha twittato la gioia della nazione per una vittoria al primo turno che pare fantascienza a chi non è mai oltre i quarti a un mondiale e si trova ad affrontare chi ha quattro coppe del mondo in bacheca.

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Tutto vero invece ed esaltazione alle stelle. Tanto che verrebbe da dire «Messico uber alles», Messico sopra a tutto, al posto di quel «Deutschland uber alles», Germania sopra a tutto, che è nell’inno tedesco e che è stata spesso verità. «Il calcio è un gioco semplice: 22 uomini rincorrono un pallone per 90 minuti, e alla fine la Germania vince» è frase diventata mito e pare pronunciata dall’inglese Gary Lineker dopo la semifinale persa contro i tedeschi dalla sua squadra a Italia Novanta. In questa domenica di giugno a Mosca non vale.

Alla fine ha vinto il Messico, ma i tedeschi non devono disperare, come non devono farlo Argentina e Brasile, fermate sull’1 a 1 rispettivamente da Islanda e Svizzera, non certo due potenze del mondo del calcio. L’esordio mondiale è spesso partita difficile. Lo ha spiegato per tutti nientemeno che Diego Armando Maradona, ricordando certe notti magiche. «Iniziammo un Mondiale perdendo, non pareggiando. Fu al debutto di Italia '90 e, nonostante i gravi infortuni, nonostante tutto, arrivammo fino alla finale di Roma, grazie a Goycoechea e al sacrificio di tutti i ragazzi».

Giocava la prima partita in quel mondiale l’Argentina perché aveva vinto il precedente, Messico 1986, quello del gol più bello di sempre e della mano de Dios, che poi era di Maradona. Era campione del mondo e le è toccata la maledizione dell’esordio, la sconfitta 1 a 0 contro i leoni d’Africa del Camerun.

Nelle ultime 12 edizioni di Coppa del Mondo, la squadra detentrice del titolo ha vinto solo tre volte il match d'esordio. In cinque casi ha pareggiato e in quattro è stata sconfitta. All’Argentina non è successo solo a Messico ’86, ma anche a Spagna ’82 battuta con un solo gol dal Belgio. Alla prima di quel mondiale steccò anche la Germania, sconfitta 2 a 1 dall'Algeria, e l’Italia pareggiò 0 a 0. Chi ha buona memoria sa che azzurri e tedeschi si rividero in finale.

Il Senegal ha sconfitto la Francia campione del mondo nella gara d’esordio di Corea e Giappone del 2002.La Spagna detentrice del titolo ha perso 4 anni fa dall’Olanda per 5 a 1.L’Italia ha fatto 1 a 1 in Sudafrica contro il Paraguay nel 2010 e poi ha lasciato il mondiale dopo il girone eliminatorio.

Perdere o pareggiare all’inizio non pregiudica niente se poi si torna sulla retta via. Lo insegnano proprio Italia e Germania che così fecero nel 1982. L’importante è esserci, che già è un passo in più rispetto a quanto hanno fatto gli azzurri.

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