Russia 2018: Svezia-Corea del Sud, la partita dei rimpianti azzurri
Nel caso aveste preso nota dei numeri delle maglie indossate dai giocatori coreani in allenamento e nelle amichevoli prima del mondiale, non tenetene conto. Con astuta intuizione l’allenatore della Corea del Sud, Shin Tae-yong, ha sempre fatto indossare maglie con numeri diversi ai suoi giocatori. Il motivo? Confondere le spie della Svezia. Sì, pare proprio che da Stoccolma siano andati più volti uomini in incognito a studiare l’avversario coreano in vista dell’esordio mondiale in Russia, oggi alle 14, fra le due nazionali.
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Non fosse vero si penserebbe a una barzelletta che gioca sul fatto che per un occidentale i giocatori asiatici sono tutti simili nei lineamenti e viceversa per un coreano trova gli scandinavi tutti biondi e alti. Invece è la realtà di una partita che in qualsiasi altro mondiale passerebbe inosservata per l’italica tifoseria e che risulta al contrario essere la partita dei rimpianti.
La Svezia è la squadra che ci ha lasciato a casa dal Mondiale. Demerito nostro, diranno i più equilibrati, ma alla fine il risultato è che in Russia ci sono gli svedesi vincitori dello spareggio. Parte avvantaggiati storicamente parlando perché è riuscita infliggere la peggior sconfitta di sempre ai coreani, 12 a 0 nel 1948.
La Corea è invece per noi sempre sinonimo di tragica sconfitta. È stata quella del Nord nel 1966, è stata quella del Sud nel 2002 (e questa se la ricordano tutti). Erano gli ottavi di finale, i coreani vinsero al golden gol con netto favoritismo dell’arbitro Moreno, poi radiato. Un incubo.
Un conto è essere eliminati da una Germania, una Francia, un Brasile o un’Argentina, ma una Corea proprio no. Calcisticamente non c’è peggior termine per definire una sconfitta che dire che è stata proprio una Corea, è come cominciare a scavare quando si è toccato il fondo. Ecco, calcisticamente l’Italia sta così, oltre il fondo e viene difficile anche decidere per chi tifare fra Svezia e Corea del Sud, due delle più recenti umiliazioni del calcio nostrano assente al mondiale.
È presente invece Zlatan Ibrahimovic. La stella svedese non è stata convocata, ma non se ne cura più di tanto. È in Russia e in tv in uno spot per una nota carta di credito. Sbruffone come sempre. Triste e solitario è solo il finale dell’Italia che non c’è. A guardar bene però in questo girone una squadra per cui tifare c’è: è il Messico che ha quasi provocato un terremoto battendo la Germania. Magari sarà una nazionale tricolore a sollevare anche gli animi italici.
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