Dalla Calabria alla Cina: la telenovela più bella dell'estate? Quella del Milan

La squadra è fuori dall'Europa, ma è dentro la più incredibile storia di questi emsi. Tra cinesi misteriosi, uno zio d'America che suona la fisarmonica, tanti soldi in ballo e una squadra che ora trema
Dalla Calabria alla Cina la telenovela più bella dell'estate Quella del Milan

Ci sono un cinese, un italocalabrese, una batteria di giudici, un paio di magnati e il Milan fuori dall’Europa. Non è una barzelletta, ma il romanzo (rosso)nero dell’estate che si snoda tra Milano, Nyon, New York e Hong Kong.

C’è un Diavolo in cerca d’autore, ci sono nani, ballerine, guitti e gente di buona volontà. C’è una società in crisi. Ci sono anche pochi soldi in giro. C’è il Milan fuori dalle Coppe, spinto in là da una sentenza definitiva. L’ha deciso l'Adjudicatory Chamber di Nyon. Il Milan paga la violazione del fair play finanziario per il triennio 2014-17.Ha sforato di 120 milioni. Ci sarà un ricorso al Tas, il Tribunale Arbitrale dello Sport. Speranze di sfangarla? Poche. Tanti, invece, i soldi persi: di diritti tv, di marketing, di incassi.

IL CINESE PIU' MISTERIOSO DEL MONDOAvanti: c’è un imprenditore cinese, si chiama Li Yonghong, è il presidente più misterioso del mondo, porta i capelli a spazzola e quando parla strizza gli occhi a fessura: ha in mano il Milan, ma non sa che farne. O forse lo sa meglio di tutti. E’ lui il grande burattinaio di questa storia. Ha speso questi ultimi frenetici giorni a raccattare da qualche parte (sì, dove?) i 32 milioni che gli servivano per tenere a bada il fondo Elliot, tra l’altro già creditore di 303 milioni. Ha rimpallato l’offerta di Rocco Commisso. Ma forse no. La trattativa proprio in queste ore è ripartita. Fermi tutti: chi è Commisso?

L'ITALO CALABRESE DA 4 MILIARDI DI DOLLARIItalocalabrese, 68 anni, partito da Marina di Gioiosa Ionica, scatola di cartone e sogni nella tasca sdrucita dei pantaloni, padrone di Mediacom Communications e dei New York Cosmos, un patrimonio stimato da Forbes che si aggira sui 4,4 miliardi di dollari e una storia strappalacrime alle spalle: da piccolo lo chiamano «Pitozzu», ovvero «Pietra», perché cadeva senza ferirsi. Un tipo tosto, insomma. Quando ha 13 anni - all’epoca vive nel Bronx - si accorge di un talent show organizzato dal Wakefield Theatre. Lo vince. E per anni suona la fisarmonica nei teatri di New York, fino a quando entra alla Columbia University con una borsa di studio di 75.000 dollari, ottenuta perché - tenetevi forte - sa giocare bene a calcio e viene segnalato dal suo professore di ginnastica. Commisso inizialmente ha fatto l’americano. E’ partito dicendo di voler comprare tutto il Milan, poi si è convinto che forse è meglio muoversi un passo alla volta. Così ha accettato di lasciare a Li il 30% del club e di provvedere a coprire i debiti: parliamo di 150 milioni sull’unghia. Ma forse è solo una mossa strategica. E chi ci capisce più niente?

LE FAMIGLIE AMERICANE...Storia da riscrivere, pagine da buttare nel cestino, sceneggiatura da rivedere, protagonisti da svelare. Ora ad approfittare dello stallo potrebbe essere la famiglia Ricketts, proprietaria dei Chicago Cubs. Anzi no: Stephen Ross, proprietario dei Miami Dolphins, avrebbe già un accordo di acquisto con il fondo Elliott. Ma scusate: il Milan non è di Li? Più sì che nì.

E I SOLDI?Occhio: il 6 luglio è la data ultima per l’escussione del pegno con Elliot. Ma Yonghong Li li ha trovati o no questi 32 milioni? Sono Li. Dove Li? Appunto. Gli azionisti del Milan, sfibrati dalla telenovela, chiedono «chiarezza». Beati loro.

I NUOVI GIOCATORINel mentre il Milan - ovvero l’ad Fassone e il ds Mirabelli - ha acquistato il talento croato Alen Halilovic, 22 anni, un tipetto che in patria era considerato il nuovo Messi. Con che soldi? Mistero. Giochiamo il jolly. Ci sono un cinese, un italocalabrese, una batteria di giudici, un paio di magnati nell’ombra. Non è una barzelletta. Diavolo d’un Milan.