Antonio Albanese: «Chef, io vi posso salvare!»

Antonio Albanese presenta il suo primo libro, Lenticchie alla Julienne, la storia dello chef Alain Tonné a caccia della 4 stella, un racconto esilarante (con ricette) sulla follia della cucina contemporanea. Guardate il video
Antonio Albanese «Chef io vi posso salvare»

Antonio Albanese: «Chef, io vi posso salvare!»

La sala alla Feltrinelli di Piazza Duomo a Milano è gremita, all'ultimo arriva anche il sindaco Beppe Sala. Antonio Albanese e Gianni Mura si siedono di fronte al pubblico tra gli applausi. «Era dai tempi del Bar sotto il mare di Benni che non ridevo così», dice subito il giornalista. E continua: «Del resto uno che inventa un personaggio come Cetto Laqualunque e insieme firma la regia del Don Pasquale è uno da tenere d'occhio...». Antonio Albanese riceve gli apprezzamenti - che nella serata saranno tanti - con un misto di modestia e consapevolezza, ed è chiaro che il pubblico lo ama anche per questo.

Lenticchie alla Julienne è il primo libro del comico, ma ci pensava da anni: «L'idea dello chef Alain Tonnè esiste da 14 anni. Da quando ho fatto una vacanza con Carlo Petrini a Figueiras in Spagna. Abbiamo provato molti ristoranti, uno aveva nel menù piatti abbastanza inusuali, tipo un guanto di plastica da cui bisognava aspirare essenza di bosco. La chiamavano "Cucina fluttuante"... Ora, io credo che la comicità e il dramma siano molto vicini, li divide in filo sottilissimo... Io in quell'occasione ho intuito il dramma e in quel momento ho pensato ad Alain».vf-5656989616001

Ma chi è Alain Tonné? È un cuoco, anzi uno «chef», è l'esasperazione dello chef stellato, del cuoco televisivo, a caccia di stranezza, esagerazioni, sofisticazioni. Chef Tonné è un personaggio surreale ma realissimo, star del «Fuorissimo Salone di Sondrio», uno che come estimatore ha il giovane Kantor, figlio dell'industriale della bresaola che «da mesi cerca un rarissimo quadrifoglio rosa che secondo le leggende cresce nelle radure dei boschi valtellinesi frequentate principlamente da scambisti» bivaccando tra le felci e convivendo con un branco di lupi alsaziani. È uno chef con una missione: avere la quarta stella. E le lenticchie alla julienne, che danno il titolo alla sua storia, non sono altro il nobile contorono di una delle sue famose creazione, intervallate al racconto nel libro. Ecco il Gabbiano in crosta con Lenticchie alla Julienne:

Ingredienti per un addio al nubilato*:* Un gabbiano sterile dell'Aventino 680 lenticchie opache di Colle Val Susa di Val d'Elsa di Norcia 2 cucchiai di olio extravergine andaluso 5 manciate di pangrattato di pane nero con pinoli armeni, noci moldave, pistacchi macedoni, arachidi e semi di mango di Mauritius Un niente di niente o quasi niente di zucchero grigio ondulato Una bustina di tabacco aromatizzato al cardo essiccato in una malga trentina Quanto basta di sale dell'Himalaya

Costringete con grazia il gabbiano a fumare il tabacco aromatizzato, ricordandogli che comunque l'età media di un gabbiano metropolitano non può superare i tre anni. Prendete le lenticchie precedentemente selezionate da due vergini altoatesine, e tagliatele alla julienne, prendendovi cura delle vostre dita, anche se dieci sono sempre state obiettivamente inutili. Deponete su un vassoio qualunque di ceramica etrusca il pangrattato e aiutatevi ascoltando musiche tradizionali andine. Aggiungete alle lenticchie, tagliate da mani ormai bendate, due cucchiai di olio andaluso e chiamate i vostri genitori per scusarvi, in generale. Raccogliete da terra il gabbiano in overdose e adagiatelo sul vassoio in posizione indifferente, completo di piume e anellino di riconoscimento. A questo punto, senza vergogna, versate sull'uccello il composto di lenticchie. Questo antico procedimento finale darà al gabbiamo invasore la possibilità di soffocare con dignità. ... (E così via*...)*

Mentre legge la ricetta Antonio Albanese continua a ridere e si scusa con il pubblico: «Non ce la faccio, mi fa ridere...Il punto è che alcune cose sono vere! Ho letto molti libri di cucina prima di scrivere, per vedere fino a dove arriva l'uomo». Per esempio, il «brodo alla griglia» - altra ricetta fondamentale di Tonné - esiste. La segatura di patate? Anche. E poi c'è sempre il sale rosa dell'Himalaya: «Mi è sempre stato sulla balle. E poi, povero Himalaya, cosa ha fatto di male? E come hanno fatto ad averne così tanto? Sono andati lì e hanno fatto saltare una montagna...». vf-5656982290001 Mentre la serata procede è chiaro che Tonné ha già conquistato tutti. Una signora ringrazia pubblicamente, perché degli chef in televisione e di cui si parla ovunque, dice, non ne possiamo più. Il pubblico appalude. Ma gli chef chi li salva? «Ma io agli chef gli voglio bene», dice «In un certo senso il mio libro è un omaggio agli chef, il punto è capire che stiamo un po' tutti esagerando... Le ricette di oggi sono cose particolari, cose che può fare il CERN per esempio...Al ristorante entri e ti parlano come fossero dei nobili, una cena ti costa come una Peugeot, ci sono coltelli che costano 36.000 euro e in vendita esiste una bottiglia di acqua che costa 50 € e al litro, estratta da un ghiacciaio del Giappone che ha 50mila anni. Ma perché la compri? Sei solo? Sei ammalato? Ti possiamo aiutare?».

I pubblico ride senza sosta: gli fanno domande di tutti i tipi (per saperlo, la ricetta preferita di Cetto è «la n'duia spalmata tutta addosso», una ragazza gli regala una boccetta di sale rosa dell'Himalaya, e alla fine della presentazione si forma una coda di metri e metri per farm firmare la copia del libro. Albanese scambia una battuta con tutti mentre firma, fa una foto con tutti perché tutti gliela chiedono. Un signore gli dice: sei una brava persona. Ma lui in fondo lo sa: «Il punto è che magari questo libro può salvare qualcuno, qualcuno che ha preso qualche droga avariata, gli chef mi devono ringraziare, io gli posso salvare la vita...Io sono un educatore!».vf-5656977668001