Il pero corvino

Nuova puntata rubrica naturalistica promossa e curata dal nostro lettore Teresio Colombo con lo scopo di aumentare la conoscenza delle bellezze naturali del Parco del Campo dei Fiori

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Nuova puntata rubrica naturalistica promossa e curata dal nostro lettore Teresio Colombo con lo scopo di aumentare la conoscenza delle bellezze naturali del Parco del Campo dei Fiori

Il pero corvino

Pensando che fosse  arrivato il tempo per la fioritura del pero corvino (Amelanchier ovalis), mi  sono  recato nel parco della villa Cagnola certo di trovarlo fiorito. Il  pero corvino è un arbusto presente in tutto il parco oltre i 600 m, altezza massima poco più dei 2 m, sviluppo a cespuglio, fusto di diametro normalmente sotto i 2 cm dal colore rosso violaceo, con fioritura precoce e, comunque prima delle foglie, il fiore, inizialmente bianco leggermente rosato, diventa candido a fioritura completata, il frutto, pur essendo commestibile e di buon sapore, non è stato utilizzato nell’alimentazione umana per la pochezza della polpa in relazione alla quantità dei semi, la foglia è piccola, bordo continuo e forma ovale. All’inizio della salita ho visto che si stanno aprendo le gemme del frassino comune (Fraxinuss excelsior), questa  pianta, della famiglia delle oleacee, è comune in tutto il parco, può raggiungere i 40 m di altezza, la radice è a fittone, il fusto è di legno chiaro, molto elastico, normalmente senza nodi è stato privilegiato per la costruzione di alberi per barche e navi, slitte e sci, attualmente è poco utilizzato.  Un altro arbusto che vedo è una pianta dioica, si tratta di un ginepro comune (Juniperus communis) pianta fra le più diffuse nel mondo avendo un areale di crescita che va dal livello del mare fino ad oltre i 2500 m, la pianta produce bacche, verdi nel primo anno assumono un colore nerastro nel secondo quando giungono a maturazione, attualmente le bacche sono utilizzate in cucina per dare sapore alle carni; in passato sono state usate come antidoto contro la peste e come antiveleno da morsi di animali. Più su incontro un Orniello detto anche Frassino da manna (Fraxinus ornus) e controllo le gemme, che pur assomigliando a quelle del frassino comune, sono più tondeggianti e meno scure, sono grosse ma la fioritura è lontana di almeno 15 giorni, l’orniello rimane comunque pianta rara nei boschi del parco è questo che rende difficilmente comprensibile il motivo per il quale siano stati tagliati ben 2 esemplari alti oltre 3 m. Salito fino alla statua, ho visto che sia la ginestra pelosa, sia la coronilla sono molto arretrate nel loro sviluppo per cui se ne parlerà in qualche puntata successiva. Finalmente sono arrivato al pero corvino e, con meraviglia, noto che solo un fiore apicale è quasi completamente schiuso per cui, disilluso decido di rientrare, in abbondanza ci sono fiori descritti in altre occasioni, nella discesa, dalla strada principale mi corre l’occhio su un gruppo di fiori bianchi, che riconosco essere delle acetoselle dei boschi (Oxalis acetosella) fiore che da piccolo ricercavo per masticare la piantina che rilasciava un sapore leggermente acidulo. Anche i gruppi di viole sono numerosi, non ho voglia di identificarle anche se quasi tutte sono viola silvestre e le più chiare sono viole canina, nessuna è viola riviniana perché questa è più tardiva e la riconoscerei per lo sperone bianco. Invece sono attratto da gruppi di 5-6 foglie verdi lanceolate abbastanza vicine come a nascondere qualche cosa, si tratta delle foglie del Colchico d’autunno, questa strana pianta mette le foglie ancora nella stagione invernale, fra queste nascondere il frutto che sarà maturo al mese di maggio, quindi far scomparire il tutto per fare apparire il fiore a settembre. Decido di rientrare, l’articolo lo farò con le foto che ho in archivio perché prendo atto che la stagione è di almeno una decina di giorni in ritardo rispetto agli anni recenti. Per questo motivo nei giorni successivi sono andato a controllare quanto affermato nel precedente articolo e ho notato che le salamandre erano nate anche se le dimensioni erano diverse attestando che vi erano almeno una decina di giorni di differenza fra le 2 deposizioni che comunque ho stimato essere di meno della metà di quelle osservate negli anni precedenti; anche le uova di rana ne ho trovate meno del solito. Non ho controllato i rospi ma penso di andarci nel periodo di pubblicazione di questo articolo ma non penso di trovare le catene di uova numerose come me lo sarei aspettato.

Teresio Colombo

Pubblicato il 09 Aprile 2015
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