Scorze di patate: due fratelli deportati in Germania

All'Auser un incontro nel Giorno della Memoria ha ricordato le sofferenze dei soldati italiani prigionieri della Germania nazista. Negli spazi di via del Popolo è ancora allestita una mostra sull'argomento

In occasione della Giornata della Memoria, venerdì 8 febbraio, nell’aula riunioni dell’Auser Insieme di Gallarate Pietra De Blasi, dopo essere stata presentata dalla presidente dell’Auser, ha parlato del suo libro “Scorze di patate”, ed. Carrubba, testimonianza di due fratelli, padre e zio dell’autrice, deportati nei lager tedeschi durante la seconda guerra mondiale perché si rifiutarono di collaborare con i fascisti della Repubblica Sociale e con i nazisti.

L’iniziativa è stata promossa dall’Associazione Culturale Stella Alpina di Pombia in collaborazione con Auser Insieme di Gallarate. L’autrice ha parlato di un capitolo della nostra storia per troppo tempo dimenticato, che riguarda migliaia di soldati italiani condannati ai lavori forzati (il tema è stato a lungo accantonato per evitare tensioni tra Italia e Germania, alleate in piena Guerra Fredda). Diversi sono stati gli interventi che hanno messo in evidenza la forza devastante del male. Sono state ricordate le parole di H. Arendt in la “Banalità del male” che descrivono A. Eichmann, considerato uno dei maggiori responsabili operatori dello sterminio degli ebrei nella Germania nazista; una persona normale come tanti tedeschi che vivevano il nazismo, e compiva i delitti senza che egli stesso avvertisse di stare compiendo la più grande atrocità contro l’uomo. Chi non ascolta propria coscienza è capace di fare qualsiasi malvagità.

“Ancora oggi la Resistenza senza le armi, l’altra Resistenza, degli internati militari italiani non è ancora diventata patrimonio condiviso“, viene ricordato dai promotori. Eppure fu un capitolo importante: circa un milione di italiani fu catturato dai tedeschi nei giorni successivi all’armistizio dell’8 settembre 1943, in un quadro in cui i comandi delle forze armate (soprattutto dell’Esercito, mentre Marina e Carabinieri tennero l’ordine) si erano liquefatti. A migliaia, dall’Italia e dai Balcani occupati, furono deportati in Germania: circa 100mila accettarono di rientrare in Italia arruolandosi per i fascisti, gli altri invece – circa seicentomila – rimasero come schiavi, piuttosto che collaborare con gli occupanti.

“Scorze di patate, memoria familiare, vuole essere un appello alla bontà, all’edificazione di una nuova generazione, che possa, nel ricordo buio del passato, bandire ogni sorta di lager di ieri come di oggi”. Inoltre, è stata allestita la mostra “Tra più fuochi”, frutto del lavoro condotto dalla stessa De Blasi che si è recata più volte in Germania muovendosi lungo i passi del padre Giuseppe e dello zio
Andrea prigionieri negli Stalag. La Mostra itinerante, curata dall’Associazione Culturale Stella Alpina, è composta da una serie di pannelli, scritti in italiano e in tedesco, che illustrano i vari capitoli, di questa triste quanto sconosciuta odissea della “Resistenza silenziosa” dei soldati italiani non collaborazionisti catturati dopo l’8 settembre del 1943 e deportati nei lager. La mostra è stata esposta in diversi paesi del novarese, del Piemonte, della Lombardia e della Sicilia e sarà visitabile fino a giorno 19 febbraio nella sede dell’Auser di Gallarate, via del Popolo, 3.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Febbraio 2019
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