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L'appello di Libera: fermare l'emorragia di umanità L'appello di Libera: fermare l'emorragia di umanità 

Libera: una maglietta rossa per fermare l'emorragia di umanità

Domani l’iniziativa di Libera: indossare una maglietta rossa per far comprendere il dramma che vivono tanti migranti

Antonella Palermo e Salvatore Tropea – Città del Vaticano

Una maglietta rossa, come il rosso del sangue che sporca le magliette di tanti bambini morti in mare durante le traversate nel Mediterraneo. Rosso come il colore che invita a fermarsi e per questo a riflettere e farsi un esame di coscienza. È questo il simbolo scelto dall’Associazione Libera e da don Ciotti per l’iniziativa lanciata per domani, 7 luglio, con l’invito a indossare un indumento di colore rosso “per fermare l’emorragia di umanità”.

Don Ciotti: il rosso interroga le nostre coscienze

“La proposta della maglietta rossa – afferma don Luigi Ciotti ai microfoni di Vatican News – è un piccolo gesto, ma i segni sono importanti perché in questo modo si vuole far capire il dramma” che vivono tante persone e tanti bambini, costretti alle traversate di fortuna in mare verso l’Europa (Ascolta l’intervista a don Ciotti sull’iniziativa della maglietta rossa). “Di rosso – racconta il fondatore di Libera – era vestito il piccolo Aylan, la cui foto nel settembre 2015 suscitò la commozione e l’indignazione di mezzo mondo. Di rosso erano vestiti i tre bambini annegati qualche giorno fa davanti alle coste libiche. Di rosso arrivano tanti bambini, vestiti così dalle madri nella speranza che, in caso di naufragio, quel colore richiami l’attenzione dei soccorritori”. 

Ingiustizia alla base dei pregiudizi

La mancanza di umanità che denuncia Libera - spiega lo stesso don Ciotti - va analizzata in modo più ampio, andando a ricercare i motivi “delle paure, dei pregiudizi e del razzismo”. Secondo il sacerdote le ingiustizie sociali, la perdita e il degrado del lavoro e un’economia ingiusta alla radice, sono tutti fattori che stanno a monte di paure e mancanza di solidarietà. L’iniziativa di indossare una maglietta di questo colore vuole quindi “scuotere e interrogare le coscienze, soprattutto perché mentre i bambini muoiono in mare c’è un’Europa che gioca allo scarica-barile, con il problema dei migranti”. Nessuno - prosegue don Ciotti - abbandona la propria terra o la propria casa se non è costretto da povertà, guerre e disastri naturali. Su questo aspetto – sottolinea il sacerdote – noi occidentali dobbiamo farci un esame di coscienza perché sicuramente non siamo esenti da colpe per i vari conflitti in corso in molte parti del mondo e l’impoverimento di alcuni paesi, soprattutto africani.

Conoscere per smettere di odiare

Il fondatore di Libera mette poi in risalto l’importanza della conoscenza e dell’avvicinamento all’altro “per diventare così più responsabili e quindi capire che con l’incontro si può smettere di odiare. Conoscere l’altro – spiega – significa capire che è meno diverso da quanto pensiamo”. In tal senso la celebrazione della Santa Messa per i migranti, presieduta questa mattina da Papa Francesco nella Basilica di San Pietro, “è un segnale e un invito a riflettere e a chiedere a Dio che ci possa scuotere e svegliare. La Chiesa – conclude don Ciotti – non può e non deve rimanere ai margini della lotta per la giustizia”.

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06 luglio 2018, 12:41