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Sinodo. Arciv. Kondrusiewicz: la Chiesa sia sempre vicina ai giovani

Proseguono i lavori della XV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, sul tema: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. La nostra intervista a mons. Tadeusz Kondrusiewicz, arcivescovo di Minsk-Mohilev e presidente della Conferenza episcopale di Bielorussia

Barbara Castelli – Città del Vaticano

“Il Sinodo sui giovani si sta effettivamente svolgendo con i giovani” e questo lo rende particolarmente “dinamico, perché i giovani sono sempre in cammino”. Lo ha evidenziato, ai microfoni di Vatican News, mons. Tadeusz Kondrusiewicz, arcivescovo di Minsk-Mohilev e presidente della Conferenza episcopale di Bielorussia, enumerando le tante questioni che la Chiesa deve mettere a fuoco per accompagnare i ragazzi nella vita.

La famiglia culla di evangelizzazione

Il presule ha anzitutto richiamato il ruolo fondamentale che dovrebbe svolgere la famiglia nell’evangelizzare i giovani. “La famiglia – ha detto – deve insegnare a pregare ai giovani, stare con loro, accompagnarli in chiesa”. I ricordi dell’arcivescovo di Minsk-Mohilev sono corsi alla sua infanzia, quando nell’allora Unione Sovietica non c’erano sacerdoti ma le chiese erano sempre aperte e popolate di fedeli in preghiera. “I miei genitori – ha precisato – non avevano ricevuto un’educazione approfondita del catechismo, ma si pregava ogni giorno insieme”. Oggi purtroppo “le cose sono cambiate”: in Bielorussia i bambini apprendono il catechismo nelle chiese, ma “dopo la prima comunione spariscono”, perché i genitori non seguono la vita della Chiesa.

Sinodo, vento di primavera

L’arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz ha poi auspicato che nel documento finale venga evidenziata anche la centralità dell’eucaristia per la vita dei giovani. “La Chiesa – ha insistito – deve essere sempre accanto ai giovani, non può permettersi di lasciarli soli”, soprattutto alla luce delle “influenze del mondo contemporaneo”, tra tentazioni digitali, il mondo della droga e dell’alcol. I vescovi, ha proseguito, “devono fare un esame di coscienza”, ascoltare i giovani per trovare, insieme con loro, la strade più adeguate per aiutarli, anche “cambiando la pastorale giovanile”. Del resto, ha aggiunto il presule, “un medico prima di scrivere una ricetta per un farmaco deve visitare un paziente”, così la Chiesa non può capire i giovani solo “guardando da lontano come vivono”. “Sono certo – ha concluso – che questo Sinodo porterà un vento di primavera nella vita di tutti”.

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21 ottobre 2018, 08:00