Senegal di nuovo ai Mondiali, 16 anni dopo

Il 2-0 in casa del Sudafrica vale l'accesso a Russia 2018: Aliou Cissè ripete l'impresa di Bruno Metsu.

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Di Alberto Zamboni

Un’attesa lunga 16 anni, ma alla fine i tifosi possono riassaporare il gusto di una partecipazione alla competizione più importante di questo sport. Il Senegal batte 2-0 il Sudafrica a Polokwane e conquista la qualificazione al Mondiale di Russia. La partita è il remake di ciò che avvenne il 12 novembre 2016: in quell’occasione i padroni di casa si imposero 2-1, ma la FIFA decise per la ripetizione perché si scoprì che l’arbitro, il ghanese George Lamptey, era d’accordo con esponenti di un giro di scommesse clandestine per far sì che la gara terminasse con almeno tre reti – tra l’altro assegnò un calcio di rigore al Sudafrica palesemente inesistente.

Dunque si ricomincia da capo – con Lamptey radiato – e stavolta è tutta un’altra storia. Bastano 12 minuti agli ospiti per portarsi avanti grazie all’asse Manè-Sakho: l’ala del Liverpool si inventa un assist splendido per l’attaccante del West Ham che batte con il destro il portiere Khune. Il Sudafrica ci prova immediatamente, ma prima il portiere senegalese N’DIaye si esibisce in una paratissima, poi è la traversa a respingere la conclusione di Manyama, così il Senegal ne approfitta per raddoppiare grazie a Mkhize, che devia nella propria porta dopo la risposta di Khune su Manè. Nella ripresa i Bafana Bafana spingono ma producono solo qualche brivido agli uomini di Aliou Cissè che al triplice fischio possono festeggiare con un turno d’anticipo.

Era dal 2002 che il Senegal non partecipava ad un Mondiale. In quel caso il compianto Bruno Metsu guidò gli africani alla prima qualificazione assoluta alla rassegna iridata in cui si presero il titolo di grande sorpresa del torneo. Fin da subito: nella gara inaugurale, contro la Francia Campione del Mondo in carica, Papa Diop decise il match in favore dei senegalesi. Nella fase a gironi arrivò un secondo posto finale, davanti ai transalpini, che valse l’accesso agli ottavi, dove un golden goal di Camara eliminò la Svezia; il cammino si interruppe ai quarti, contro l’altra grande sorpresa, la Turchia, ma tanto bastò per catapultare quella squadra ed il suo ct nella storia.