STRESA – 01.12.2019 – Tutti contrari tranne uno,

il sindaco. È un coro (quasi) unanime di no quello che ieri pomeriggio, trasversalmente tra maggioranza e opposizione, il primo cittadino Giuseppe Bottini ha dovuto incassare sull’accordo di transazione chiuso mesi fa con la Regione e mai ratificato da Stresa. Un accordo per cui Torino sarebbe uscita dalla Fondazione La Palazzola indennizzando di 1,3 milioni (a fronte dei 3 che mancano dai 5 che nel 2004 s’è impegnata a versare) la città per la mancata ristrutturazione del palazzo, messa nero su bianco con un accordo di programma oggetto di contenzioso al Tar. Un accordo che Bottini ha fortemente voluto portare in Consiglio, nonostante le ripetute richieste di alcuni assessori e consiglieri di soprassedere -reiterate anche ieri pomeriggio, prima dell’assemblea municipale, in via informale e per evitare divisioni- per rivalutare la pratica, alla luce del mutato quadro politico in Regione (l’intesa è stata chiusa sotto la giunta Chiamparino) con l’obiettivo nemmeno troppo nascosto di lasciare la decisione alla prossima giunta, perché a Stresa si vota a maggio. Il sindaco ha tirato dritto ma, nel dibattito, le numerose obiezioni sull’importo dell’accordo, sul futuro della Fondazione e della villa, hanno creato un compatto fronte del no che va dal capogruppo di maggioranza Alberto Galli ai due di minoranza Marcella Severino e Alfredo Macrì Del Giudice. Deciso a non recedere, il sindaco s’è trovato isolato al voto. Mentre tutti si sono detti contrari, lui ha scelto di astenersi.

La decisione del Consiglio comunale mette una pietra sull’accordo per come era stato concepito ma lascia aperta la vicenda della Palazzola. Toccherà al Tar dire se la Regione dovrà indennizzare il Comune.