M5S: “Così finanziamo il reddito di cittadinanza”. Promessa: “Più risorse al Sud”


In attesa di sapere il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a chi vorrà affidare il nuovo Governo, è noto che il Movimento 5 Stelle ha già presentato l’eventuale squadra di governo. Nel ruolo di  ministro del lavoro e del Welfare, compare il nome di Pasquale Tridico, professore di diritto del lavoro all’Università Roma Tre, il quale ha spiegato in cosa consiste e come funziona il reddito di cittadinanza, punto forte della campagna a elettorale grillina.

Il reddito di cittadinanza, secondo quanto scritto sul blog penta stellato, si presenterà come una sorta di auto-finanziamento e spingerà “almeno 1 milione di persone che attualmente non cercano lavoro ma sarebbero disponibili a lavorare alla ricerca del lavoro“.

L’introduzione costerebbe circa 17 miliardi, compresi i 2,1 miliardi destinati ai centri per l’impiego, e “potrebbe quindi finanziarsi interamente grazie ai suoi effetti sul tasso di partecipazione della forza lavoro” perché è destinato, soprattutto, a chi cerca occupazione, sostenuto da un “reddito minimo condizionato alla formazione e al reinserimento lavorativo“.

Questo ci permetterà – conclude – di rivedere al rialzo l’output gap, cioè la distanza tra il Pil potenziale dell’Italia e quello effettivo, perché 1 milione di potenziali lavoratori saranno di nuovo conteggiati nelle statistiche Istat. Se aumenta il Pil potenziale possiamo mantenere lo stesso rapporto deficit/Pil potenziale, cioè il cosiddetto “deficit strutturale”, spendendo circa 19 miliardi di euro in più di oggi“.

Maggiori saranno poi le risorse destinate al Mezzogiorno:

Gli investimenti produttivi dello Stato nei settori a più alto ritorno occupazionale, senza i quali il reddito di cittadinanza sarebbe una misura monca, poiché non potrebbe offrire ai beneficiari il lavoro di qualità che abbiamo in mente. L’idea è di destinare almeno il 34% di questi investimenti nel Sud Italia, che ha urgente bisogno di uscire dal sottosviluppo e dal sotto-investimento a cui lo hanno condannato le politiche economiche degli ultimi decenni e l’assenza di una strategia industriale e di sviluppo. Considerando che la popolazione del Sud Italia è anche superiore al 34% del totale della popolazione, la clausola del 34% non sarebbe un favore al Meridione, ma il giusto compromesso per farlo tornare a crescere. Sul lato degli investimenti privati, che verranno già stimolati da quelli pubblici, va ricordata anche la Banca pubblica di investimento, che erogherà credito a tassi agevolati a micro, piccole e medie imprese.

Per leggere l’intero intervento sul blog del Movimento 5 Stelle, clicca qui.


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