Proteste in tutto il mondo contro Bolsonaro

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Proteste a Milano davanti al Consolato brasiliano. © Survival International
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Per sostenere i popoli indigeni. Stephen Corry, Direttore generale di Survival International: «I popoli indigeni del Brasile subiscono massacri e genocidi da ormai 500 anni e non si faranno intimidire dal Presidente Bolsonaro, per quanto ripugnanti e obsolete possano essere le sue idee»

A un mese dalla sua entrata in carica, in Brasile e nel mondo sono in corso proteste contro le politiche anti-indigene del nuovo presidente Jair Bolsonaro.
Con i loro cartelli, i manifestanti chiedono «Fermiamo il genocidio degli Indiani brasiliani» e «Bolsonaro: proteggi le terre indigene».
Le proteste sono guidate dall’Associazione dei Popoli indigeni del Brasile Apib nell’ambito della campagna «Sangue indigeno. Non una goccia in più», nota anche come «Gennaio rosso».

Già prima di essere eletto, Bolsonaro era tristemente noto per le sue idee razziste. Appena entrato in carica ha tolto la responsabilità di demarcare le terre indigene al Dipartimento brasiliano agli Affari Indigeni Funai per trasferirla al ministero dell’Agricoltura, notoriamente anti-indigeno. Una decisione che Survival ha definito «praticamente una dichiarazione di guerra contro i popoli indigeni del Brasile».
Bolsonaro ha anche spostato il Funai sotto il nuovo ministero delle Donne, della Famiglia e dei Diritti Umani, guidato da una predicatrice evangelica: una decisione mirata a indebolire notevolmente il Dipartimento.
Istigati dal nuovo Presidente e dalla sua lunga storia di retorica anti-indigena, gli attacchi alle comunità indigene da parte di allevatori e sicari sono aumentati drasticamente.
Il territorio degli Uru Eu Wau Wau, ad esempio, è stato invaso mettendo in pericolo gli Indiani incontattati che lì vivono, mentre centinaia di taglialegna e coloni stanno progettando di occupare la terra degli Awá, una delle tribù più minacciate al mondo.

Tuttavia, i popoli indigeni del Brasile hanno reagito con forza. «Resistiamo da 519 anni. Non ci fermeremo ora. Uniremo le nostre forze e vinceremo», ha detto Rosilene Guajajara.
Ninawa Huni Kuin ha aggiunto: «Lottiamo per proteggere la vita e la terra. Difenderemo la nostra nazione», mentre la Apib ha diffuso il messaggio: «Abbiamo il diritto di esistere. Non ci tireremo indietro. Denunceremo questo governo in tutto il mondo».
«I popoli indigeni del Brasile subiscono massacri e genocidi da ormai 500 anni e non si faranno intimidire dal Presidente Bolsonaro, per quanto ripugnanti e obsolete possano essere le sue idee — ha commentato il Direttore generale di Survival International Stephen Corry —. È davvero incoraggiante vedere quante persone in tutto il mondo si stanno schierando al loro fianco».

Sono in corso proteste in tutto il Brasile e a Berlino, Madrid, Milano, Lisbona, Londra, Los Angeles, Parigi, San Francisco, Washington, Zurigo e altre città.
Le foto delle proteste saranno caricate qui.

 

(Fonte Survival International)