Don Favarin, il sacerdote contro il presepe gestisce un business milionario

Don Favarin e il business milionarioDon Favarin, sacerdote al centro delle polemiche per aver dato degli ipocriti agli italiani che fanno il presepe di questi tempi, gestirebbe un business milionario.

Settimana scorsa il sacerdote padovano Don Favarin ha scatenato una bufera social e mediatica quando, per protestare contro l’approvazione del decreto sicurezza, ha provocato gli italiani dicendo loro che per coerenza con l’attuale politica di governo non dovrebbero allestire il presepe natalizio, simbolo di pace e amore verso il prossimo, nonché di accoglienza. Le reazioni al post del sacerdote sono state dure da parte di chi ritiene che il decreto sicurezza sia una giusta mossa per proteggere l’italia e gli stranieri dalla morsa della criminalità, ma anche da chi ritiene che il sacerdote sia interessato all’accoglienza solo per meri fattori economici. Da dove nasce questa convinzione? Cerchiamo di capire il perché di tali accuse ai danni di don Favarin.

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Don Favarin: i centri accoglienza, i campi agricoli e la produzione di confetture

Da diversi anni ormai il sacerdote padovano si occupa di offrire accoglienza ai migranti che giungono dalle parti di Padova. Per farlo al meglio ha istituito una cooperativa dal nome ‘Percorso Vita Onlus‘ che ad oggi gestisce nove centri accoglienza e dodici case aperte in cui ospita circa 280 migranti. La sua iniziativa, però, non si è fermata alla semplice accoglienza, ma ha puntato anche all’integrazione di questi ragazzi, offrendo loro la possibilità di lavorare in campi agricoli e di partecipare alla creazione di una linea di confetture venduta in Italia e nel mondo.

In rete diverse testate hanno pubblicato i presunti fatturati (non li condividiamo poiché non vi sono riscontri sulle cifre, ma si tratterebbe di guadagni milionari) derivanti dal lavoro svolto dai migranti nell’azienda di don Favarin, risultati che possono essere letti in due modi differenti: il primo è quello fedele alle tesi degli accusatori che sostengono che il sacerdote sfrutti il lavoro dei migranti per arricchirsi (tesi che non è suffragata da fatti, visto che nessuno ha pubblicato prove di come venga reinvestito il denaro), il secondo è quello di notare come il modello di accoglienza approntato dal sacerdote miri all’inclusione e vi riesca anche con discreti risultati finanziari, a voi la scelta.

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