Palermo, due capi della mafia nigeriana si pentono: 13 arresti

Palermo, due capi della mafia nigeriana si pentono: 13 arresti. 

Finalmente si apre una breccia nel sistema creato in Sicilia, ma non solo, dalla mafia nigeriana. Il termine è generico e al suo interno nasconde diversi gruppo anche in lotta tra loro assimilabili alle nostre camorra, mafia e ndrangheta. Finalmente due pentiti hanno raccontato tutto agli inquirenti che hanno così scoperto che anche in Sicilia c’era la confraternita degli “Eiye”. Il procuratore capo Francesco Lo Voi e l’aggiunto Salvatore De Luca hanno dato mandato alla squadra mobile di effettuare 13 arresti, quasi tutti effettuati fra i vicoli del popolare mercato di Ballarò. Per la precisione sette sono stati arrestati a Palermo, due a Catania, altri due a Castelvolturno, uno a Treviso, uno a Vicenza. Per tutti loro l’accusa è di associazione mafiosa. I principali affari di questa mafia siciliana  sono il traffico di droga e la tratta delle donne, costrette alla prostituzione. Proprio una di queste ragazze ridotte in schiavitù si è ribellata, è fuggita e ha raccontato tutto alla polizia.

Nelle indagini si è scoperto che gli Eiye sono ben strutturati e presenti in diverse città, da Catania a Torino, passando poi per Cagliari e Padova. Gli inquirenti hanno anche scoperto con telecamere nascoste i riti di iniziazione ai quali vengono sottoposti coloro che vogliono entrare in questa associazione criminale. In una di queste scene riprese dalla polizia si vede l’aspirante adepto che viene fatto spogliare, buttato a terra e picchiato selvaggiamente con calci e pugni. Poi viene costretto  a bere un il suo sangue e le sue lacrime mischiate insieme. “Avvicinano del peperoncino sulla testa e la faccia. Intanto, feriscono il corpo con un rasoio. Il peperoncino fa lacrimare l’occhio, loro raccolgono la lacrima che viene mescolata con il sangue delle ferite. Lacrime e sangue vengono mescolate con alcol, riso e tapioca, viene chiesto di giurare fedeltà e totale silenzio sulle pratiche dell’organizzazione” è questo il racconto di uno dei funzionari di polizia che hanno visionato quelle scene.

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