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Vien de Nus

Cloni disponibili: Sel. IAR

Timbro Vivai Giovannini Romano

Il vitigno a bacca nera Vien de Nus deve il suo nome alla località situata nei pressi di Aosta, da cui proviene e dove ancor oggi viene coltivato. Il suo nome significa appunto “pianta di Nus“. E’, insieme al Petit rouge, il vitigno autoctono a bacca rossa più coltivato e diffuso del comprensorio vitivinicolo della Valle d’Aosta e come questo appartiene alla famiglia di vitigni autoctoni detti “Orious“, evoluti attraverso continue riproduzioni naturali nel loro areale di coltivazione. Conosciuto anche come Gros Vien o Gros Rodzo, il Vien de Nus è diffuso su di un areale di coltivazione che si estende da Donnaz a Avise, su ambedue i versanti orografici della Dora Baltea, fino ad altitudini di circa 750 metri, ai massimi consentiti per la produttività della vite. Costituisce la base di alcuni vini rossi della Valle d’Aosta DOC.

Dal punto di vista ampelografico, il vitigno Vien de Nus ha foglia grande, pentagonale,pentalobata. Il suo grappolo è medio-grande, conico-piramidale, alato, mediamente compatto, con acini grandi, sferici, dalla buccia molto pruinosa di colore nero blu. Dalla vinificazione in purezza delle uve di Vien de Nus si ottiene un vino dal colore rosso violaceo carico, tendente al granato con la maturazione. Al naso esprime vinosità persistente, mentre al palato si rivela di corpo leggero eppure morbido. E’ vino da non affinare oltre i due anni dalla vendemmia, ma di buona armonia, piacevolmente asciutto. Servito a tutto pasto, ottimo con le carni, ben si abbina con la motsetta, un salume locale simile alla bresaola, Fontina e pane nero.



Fenologia
Condizioni d'osservazione: il clone studiato è in comune di Châtillon, frazione Chameran.

Ubicazione

Longitudine: 4°50'27" O (Monte Mario).

Latitudine: 45°44'56" N.

Altitudine: m 550 s.l.m.

Esposizione: Sud; inclinazione: in collina con pendenza 10% circa.

Portinnesto: Berlandieri x Riparia 420A.

Età: 12 anni circa.

Sistema d'allevamento: a filari bassi.

Forma di potatura: tipo Guyot, con 2 capi a frutto.

Terreno: ciottoloso, sciolto.

Fenomeni vegetativi

Germogliamento: abbastanza precoce.

Fioritura: 1a decade di Giugno.

Invaiatura: abbastanza precoce (prima quindicina Agosto).

Maturazione dell'uva: II epoca precoce.

Caduta delle foglie: metà Novembre, circa.

Caratteristiche e Attitudini colturali
Vigoria: è vitigno molto vigoroso, che si presta sia all'allevamento a filare basso che a pergolato piuttosto alto (m 1,60-1,80). Quest'ultimo è usato nel fondo valle, in terreni profondi e freschi, in consociazione con altre colture (per lo più col prato stabile, di cui occupa i bordi). Il filare basso è invece usato nei terreni in pendio. In quest'ultimo caso, s'adotta un sistema tipo Guyot, con un capo a frutto orizzontale, e sovente uno incurvato. Vuole comunque potatura lunga (8-10 e più gemme), appunto per la sua notevole vigoria vegetativa. Nel pergolato invece s'usa la cosidetta potatura "en treille": sovente biforcando il tronco in due branche, ognuna portante un capo a frutto. I pergolati hanno il tetto con una pendenza inversa a quella del suolo (pergole aperte). Richiedono notevoli spese di palatura.

Produzione: abbastanza regolare, e normalmente superiore alla media (ciò che lo fa preferire ad altri vitigni).

Posizione del primo germoglio fruttifero: per lo più 3° nodo.

Numero medio delle infiorescenze per germoglio: da 2 a 3.

Resistenza alle malattie e altre avversità: notevole resistenza al freddo e alle avversità climatiche in genere; teme però piuttosto l'umidità autunnale, tanto che nelle annate umide (molto rare però nella Valle d'Aosta), si lamentano talora improvvisi e gravi marciumi per Botrytis cinerea. Poco soggetto alla colatura; però più frequentemente all'acincllatura (verde). Piuttosto attaccato dalle tignole, e, come malattie crittogamiche, dall'oidio.

Comportamento rispetto all'innesto: in generale si adatta bene ai comuni portinnesti; è preferita la Kober 5BB, ma si comporta bene anche col 420A e col 3309; in qualche caso viene ancora moltiplicato franco di piede.

Utilizzazione
E' vitigno tipicamente da vino. Non si vinifica però mai da solo, bensì mescolato a svariati altri vitigni (per i motivi già ricordati a proposito del "Petit rouge"). In queste mescolanze, il "Vien de Nus" entra in generale per non meno del 50% (e talora anche più). Ma è necessario che in esse entrino in sensibili proporzioni le uve di altri vitigni, perché, in caso contrario, s'otterrebbero dei vini molto mediocri. Nella massa, esso porta soprattutto colore e tannicità, secondariamente acidità.

ROSSE VINO

Tabella Caratteristiche portainnesti
Vien de Nus
Innesti in scatola rossa

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