“Giulia è una ragazza semplice, che tiene tantissimo ad ogni cosa che fa. E’ una persona trasparente, non sa nascondere i propri stati d’animo, come me. Noi siamo super amiche e grazie alla vicinanza ci leghiamo ogni giorno di più. Parliamo di tutto e non abbiamo segreti.. E’ una centrale forte, come ogni giovane deve crescere, ma ha davanti le persone giuste per farlo..”(Caterina Bosetti)
Foto: Ernesti Luchino, Luca Renoldi, Carmelo Poidomani, Fabio Cucchetti, Riccardo Giuliani.
Una domanda che ti hanno fatto in molti: cosa provi nell’entrare in campo e sentire il boato del palazzetto?
Il mio babbo mi dice che quando entro in campo io sembra entri la Lo Bianco:-).. E io “Grazie Babbo sei carino eh”.. E’ una grande emozione sapere che entri in campo con tutte quelle persone che tifano per te. Anzi le ringrazio tantissimo, perché non giocando spesso non è facile essere stimata dal pubblico. La prima volta che ho sentito quel boato è stata contro villa, quando Vale si è rotta la scarpa:-). E’ stato inaspettato..
Hai davanti Bauer ed Arrighetti: cosa stai imparando da loro? E tu credi di dare qualcosa a loro?
Mah.. Cosa sto imparando da loro..Più che Chri, vedo Vale, perchè fisicamente siamo molto più simili. Qualcosina le sto fregando, ad aspettare a muro, vedo come attacca lei, visto che l’attacco è un pò il mio punto debole se il muro è il mio punto di forza. Io a loro.. Non lo so. Loro credo siano le migliori centrali d’Europa oltre che d’ Italia, semmai la cosa è a senso unico, da parte loro verso di me.
Se ti chiamassero a giocare all’estero dove andresti? E in Italia dove ti piacerebbe?
All’estero è sicuramente presto, la cosa la vedo in prospettiva futura. Se dovessi andare sceglierei comunque un paese che è forte economicamente, vista la crisi in Italia. Non saprei però, perché la cosa mi spaventa, io devo sentirmi bene, se no non rendo. In Italia, prima che ci fosse Busto, fin da piccola ero pazza di Bergamo e di Villa, da quando è nata. Ma il primo amore è Bergamo..
Da quale allenatore vorresti essere allenata?
Mi ha sempre incuriosito Ze Roberto, mi hanno parlato bene di Chiappini (ho sentito recentemente Indre Sorokaite) e poi Velasco..
Sei amica della Bosettina, cosa vi dite in prossimità del derby?
Io e Cate ci conosciamo da 5-6 anni, da quando io ero in pre-juniores e lei aveva 2 anni meno. Cosa ci diciamo? Ma vinca la migliore.. Quest’anno da parte di tutte e due il derby è sentito molto, per me è come se fosse Pisa- Livorno nel calcio, anche se adesso non c’è più..Sono entrata nel clima. Poi io nel riscaldamento la guardo, mentre lei non mi fila per nulla:-).. Non glielo ho mai detto eh, glielo dico ora..
Sei rimasta a Busto mentre avresti potuto andare a giocare. Sinceramente parlando, quando è contata la sicurezza economica alla luce di quello che succede in Italia?
Io sono una ragazza che mette il massimo nelle cose che fa, nella scuola, nello sport, nella vita. La sicurezza economica è importante si, ma fino ad un certo punto.. Lo scorso anno sarei venuta a giocare gratis, quest’ anno, crescendo, ho capito il valore dei soldi, anche se sono giovane, e Busto sta offrendo una grande sicurezza. Ma nella mia scelta di rimanere qui, l’aspetto economico è stata una cosa in fondo alla scala. Certo, senz’ altro man mano che sono andata avanti ho capito che è stata la scelta giusta, perché al di là della passione che uno ha, la pallavolo sta diventando un lavoro, quindi hanno acquisito importanza, però all’ inizio hanno contato altri aspetti.
(Tu hai avuto poco spazio, avresti potuto decidere di andare a giocare e cambiare squadra..)
Io avrei potuto scendere anche di categoria, se non avessi trovato posto in A1, ma ho scelto di rimanere per l’ attaccamento che ho per questa maglia. Ho attraversato all’ inizio un periodo difficile, non ero Giulia, non ero la Piso, perché non vedere il campo mi mandava fori di testa, ma piano piano, a dicembre ne sono uscita, da sola, ora sto lavorando bene, mi sento bene con il gruppo e quando riprendi a sorridere e credere in quello che fai va tutto meglio. Per me non era facile entrare in palestra, lavorare tutta la settimana e non poter mettere in pratica quello che fai in allenamento. E’ come se una persona studia sempre ma non fa mai una verifica. Quindi nascono le insicurezze, le paranoie. Poi a dicembre mi sono chiesta cosa volevo diventare.. Io voglio diventare come Vale..E poi mi sono ricordata quello vissuto lo scorso anno, non me la sono sentita di cambiare e spero di rimanere qui il più a lungo possibile. Certo il prossimo anno avrò altre esigenze, quelle di vedere se Giulia dopo due anni in cui il primo anno ha giocato abbastanza, il secondo poco, a livello di esperienza è pronta. Questo lo vorrò provare, vorrò giocare titolare, avere più spazio. Se Busto non mi dovesse offrire questo, non potrei farci nulla, ma credo che la mia disponibilità e tutto quello che faccio in palestra si veda..
Hai scelto di fare la centrale o ti hanno dato questo ruolo e lo hai tenuto?
Allora, sono centrale da sempre. Mi hanno dato questo ruolo e l’ ho tenuto. Da piccola mi avevno detto che potevo cambiare, la banda mi piace come ruolo, insieme al palleggiatore.. Anche se con la manualità che ho.. meglio che muro:-)
Il primo tempo di.. La fast di.. Il muro di..
Il primo tempo di Harmotto, la fast di Fabiana, il muro di Poljak..
Sei giovane, famosa, ma alla tue età e in un mondo sportivo dove l’atleta è “esaltato” ci pensi mai ad essere un esempio per i tuoi coetanei?
Ora tutto quello che faccio sta diventando la normalità, giocare davanti a 5000 persone, allenarmi con le campionesse, magari anche firmare autografi. A volte penso a quando sono arrivata in questa realtà, Giulia è cambiata tanto, mi rivedo in queste ragazzine, quando vedevo Vale, vedevo la Gioli e dicevo “Arriverò mai dove sono loro?”. In questo ambiente parlano di te anche solo se ti sporgi dal balcone..Ci convivi. Personalmente non mi sento nessuno, sono una giocatrice di serie A, ma la mia strada è ancora lunga, la cima è lontana, bisogna pedalare e lavorare molto. Spesso mi è stato detto che trasmetto emozione e metto voglia di giocare, questo è molto bello, se può essere preso come esempio. Io ci metto sempre me stessa, sono me stessa. Giulia è così. Ognuno è bello per come è. Io potrei essere d’esempio, ma una persona può essere anche migliore di me.
(A 19 anni si corre il rischio di pensare di essere arrivati…)
Ho tanta pura di questo. Io dalla vita sto avendo troppo. Con la Juniores abbiamo vinto tutto, sono stata premiata, lo scorso anno abbiamo vinto tutto di nuovo al primo anno di A1. Ho tanta paura che questo sogno se ne vada. Ho paura di tornare alla normalità (nel senso che per noi questa vita è la normalità, ma non lo è), tornare alla realtà di tutti i giorni. Sarebbe un cambiamento drastico. Quindi vincere tutto ora, così giovane, ci si abitua male. Magari poi perdo una finale e mi segna.. Io mi butto poi a terra, perché do talmente tanto, che se faccio una cavolata mi sembra conti 30 volte più di quello che è. Il babbo me lo dice sempre “Hai avuto troppo Giulia” . Questo mi fa paura. Perché una mia caratteristica è tenere tutto sotto controllo e appena qualcosa mi sfugge mi viene l’ansia. Io non mi sento arrivata, perché ho sempre voluto essere la migliore e appena lascio un attimo c’è qualcuno dietro di me. Sono giovane, ho voglia di dimostrare, soprattutto dopo un anno così dove Giulia non si è vista. Giulia ha il ricordo di quella che era l’ anno scorso, quando entrava, ma ho ancora tanto da far vedere.
Il rapporto con la scuola. Al giorno d’oggi avere una istruzione è importante e spesso agli atleti questo aspetto manca. Che ne pensi?
Ho lasciato l’ università, lo scorso anno perché ammetto avevo poca voglia, quest’anno ci sono tanti impegni. Abbiamo tanto tempo libero, mi piacerebbe reiniziare, poi dipende dove giocherò, che competizioni affronteremo. Non so bene se scienze della comunicazione o scienze motorie, vorrei una cosa semplice. Sono sempre andata bene a scuola, sarebbe un peccato non continuare. La vedo una brutta cosa non finire la scuola, non arrivare al diploma, anche per il lavoro. Non avere un diploma fa si che molte occasioni di lavoro si perdano. E’ importante la scuola, io sono sempre andata al massimo, con la mia mamma che mi metteva lì a tavolino a studiare:-)
Parliamo di Busto: la vostra arma vincente quale è?
Siamo finalmente una squadra, cosa che non eravamo all’ inizio. Ne parlavo anche con Bauer, ora siamo un gruppo nei momenti di difficoltà sappiamo che possiamo contare l’una sull’ altra e lo stiamo vedendo. Al posto di J sta giocando Maren e al posto di Fra spesso ha giocato Gilda, dando un gran contributo. Bisco si fa trovare pronta, Valeria ha sostituito Carli, non è facile quello che ha fatto e sta facendo. Adesso lavoriamo come una grande squadra. La nostra caratteristica partendo dallo scorso anno è che nei momenti che contano ci siamo. Potevamo uscire in Coppa Italia, abbiamo vinto due Golden set. Dall’ inizio dell’anno abbiamo imparato a lavorare insieme. Abbiamo fatto una riunione con il mental coach, che ci ha parlato della cooperazione, di quanto sia diverso il risultato se si coopera: per es. se le nostre cellule non cooperassero, non saremmo niente. Piano piano ci siamo unite, capendo i difetti e i pregi di ognuna, capendo il carattere di ogni persona. Ogni cosa poi viene da sè..
C’è tanto entusiasmo intorno alla squadra, ma c’è anche tanta pressione.. come la vivi?
Ormai ci siamo abituate ad avere pressione. Come la viviamo? Sappiamo quali sono i nostri appuntamenti e in ogni allenamento spingiamo al massimo. Quando poi sai di aver dato il massimo non hai rimorsi, è quando non si dà che li hai. A me aiuta molto sapere di andare ad allenamento per dare il massimo, mi tranquillizza molto. A volte mi metto pressione da sola. E sapere di metterci il massimo, questa cosa mi tranquillizza, ho meno ansia..
Le persone più importanti della tua carriera?
Maurizio Moretti, allenatore in pre-juniores. Lo sento spesso, è una persona davvero importante per la mia carriera. Ha sempre creduto in me. Lui c’è sempre, mi dà parole di conforto, parole utili. Poi ovviamente Marco Mencarelli, mi ha cresciuta, mi ha fatto passare da ragazzina a una che qualcosa di pallavolo ne sapeva. Poi abbiamo vissuto tante emozioni, ha un carattere particolarissimo, ma più ti sta addosso più crede in te. Ha avuto un ruolo importantissimo. Poi c’è Carlo,è stato molto importante soprattutto lo scorso anno. Sono arrivata a Busto bambina, ora non sono chissà cosa, ma in un anno e mezzo un giocatore matura molto anche di testa. Mi ha trasmesso la pazienza, io sono un pò come Vale, non ne ho tanta..
La pallavolo ti ha dato sicuramente tanto, ma per una giovane toglie anche molto.. cosa ti ha tolto?
Mi sono resa conto di aver perso la mia adolescenza, ma in quel momento Giulia non se ne è nemmeno accorta, perché esisteva solo la pallavolo, non c’era altro, aveva la priorità su tutto. Ho iniziato a vivere dopo il club Italia. Non sentivo altra necessità, di avere amici, uscire, avevo scuola e pallavolo. Esisteva solo la palestra. Io l’ stavo bene. Ho iniziato a vivere a 19 anni e mezzo e infatti ora faccio qualcuna di quelle cavolate che si dovrebbero fare a 15, 16 anni. Ora ho 20 anni e le priorità sono cambiate, rimane la pallavolo, ma ci sono gli amici, le uscite, devo metabolizzare che se gioco male può essere normale, io ne faccio una tragedia, sempre. Se sbaglio un allenamento è una tragedia, torno a casa, sento il babbo, drastica e lui che mi dice “Giulia, renditi contro di cosa stai dicendo”.. Giocare male, per me è un disastro, non vorrei mai giocare male. Sto imparando però a dare il giusto valore alle cose.
Ti chiamano Piso… Chi è Giulia e chi è Piso?
Piso..Mi hanno dato questo nome in under 16, un mio allenatore, che saluto, Luca Poggetti. Giulia la vedo fuori dalla palestra, ragazza normalissima, che fa quello che fanno tutte le ragazze di 20 anni, si diverte, amici, cinema, discoteca, prova a cucinare qualcosa senza dare fuoco alla cucinaJ Poi c’è Piso, quella pazza scatenata, che sfoga tutta l’energia che ha, che se dopo allenamento non è stanca si ferma a fare battuta o palleggia, che deve tornare a casa con le gambe stanche. Soprattutto ora che non gioco, se mi devo sfogare, mi sfogo.
Hai diverse amiche nel volley.. Hai diverse amiche nella tua vita privata. Che differenza trovi? Nel senso, esiste l’amicizia nello sport? La stai provando?
Amiche fuori dalla palestra si. L’amicizia mi è sempre mancata, avevo solo amiche nel volley, ma questa estate sono riuscita a riprendere quelle amicizie perse quando sono andata a Roma. Sono diverse, perché abbiamo obiettivi diversi, studiano, hanno una vita differente dalla mia. Mi dicono sempre che non faccio nulla dalla mattina alla sera (grazie:-)).. Amiche nel volley ne ho tante, ci credo tanto. C’è Cate Bosetti, poi Letizia Camera. Cate più di Leti perché ci vediamo di più, poi c’è Laura Baggi.. Loro mi stanno più vicine. Io ci credo molto. Ancora non ho una amica nel mio stesso ruolo, non so perché:-). Credo tanto nell’amicizia, prendo anche parecchie musate perché mi fido tanto delle persone..Con Cate e Leti spero di condividere ancora tanto, anche in nazionale..
Cosa ti sei portata della tua “toscana” in terra lombarda?
Il mio accento non m lo leva nessuno:-) Noi siamo fatti così.. Poi la solarità, voglia di scherzare, il sorriso. Poi beh. Qualche volta la mia mamma mi porta i sughi, le torte coi bischeri, quando c’è la fiera. E poi mi sono portata le mie cosine da casa, tra cui l’armadio intero:-)
bellissima intervista. Brava Cri!
Bellissima l’intervista:forza Giulia riprenditi presto dall’infortunio e torna in campo più forte di prima…