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Napoli sfida la camorra: la visita di Mattarella e Fico e l’assenza rumorosa di Salvini

Dopo l’ultima escalation di camorra, Napoli chiede maggiore sicurezza. In occasione della visita del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del presidente della Camera Roberto Fico, i residenti dei quartieri più malfamati del capoluogo sono scesi in piazza per far sentire la loro voce e per tendere la mano ad uno Stato che risulta da molti anni assente in quelle zone degradate.

La visita di sabato 13 aprile del presidente Mattarella a Napoli nel quartiere Sanità è stata considerata da tutta la popolazione come un forte segnale contro i clan camorristici, che negli ultimi tempi stanno tornando a seminare panico e paura tra le strade del napoletano. “A volte mia madre ha finanche paura di andare a fare la spesa. Vorremmo camminare tranquillamente invece qui a volte si spara“, queste le parole di Nello, un bambino di 11 anni residente nella Sanità, che non si è fatto scrupoli nel chiedere al presidente “Ci aiuti a vivere con serenità“. La massima carica dello stato non è rimasta indifferente alle richieste dei bambini, ma anzi si è detto molto emozionato: “sono emozionato nel vedere questa foto che mi rappresenta e vi ringrazio di essere presenti qui oggi“. Accolto da applausi, il presidente si è fermato per qualche foto con i cittadini prima di recarsi a piedi fino al Palazzo dello Spagnuolo, edificio simbolo della rinascita del quartiere, per una visita privata.

Non diversa la visita dal presidente della Camera Roberto Fico al Rione Villa a San Giovanni, davanti alla scuola dove il 9 aprile scorso, un pregiudicato 57enne, Luigi Mignano, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco sotto gli occhi di suo nipote di 4 anni. Un episodio che riaccende la paura tra i genitori, che ormai non si sentono nemmeno più sicuri a mandare i figli a scuola: “Caro presidente, siamo contenti della sua visita, ma qui di fronte a un episodio del genere si vanificano anni di lavoro. Quando una madre ti dice che non farà venire un figlio al precetto pasquale, quanto si sottrae a un’esperienza di comunità perché qui quando cala il sole è pericoloso, lei capisce bene che noi rischiamo di buttare via tanto di quello che abbiamo fatto“, così la preside dell’istituto Vittorino da Feltre, Valeria Pirone. Fico sottolinea la vicinanza delle istituzioni alla città, “Occorrono più presidi di sicurezza, videosorveglianza, più pattuglie e più operatori sociali. Anche la mia visita, le istituzioni che sono vicine : vanno bene ovviamente, ma poi deve accadere qualcosa. Il che non significa affatto militarizzare un territorio. La militarizzazione deve essere l’altra: quella della sensibilizzazione, della cultura“.

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Anche il sindaco Luigi De Magistris ha espresso la sua gratitudine ai presidenti, sostenendo che la città continua a evolversi nonostante tutto e che il governo debba quindi prenderne atto e creare maggiori condizioni di sicurezza, una sicurezza che è compito esclusivo dello Stato.

La vicinanza di due, delle prime tre cariche italiane, è stata un segnale forte per una città come Napoli, dove sembra che il governo sia inconsapevole e indifferente. Una città che aspettava anche una nuova visita del ministro dell’Interno Matteo Salvini che, nonostante i proclami dell’installazione delle telecamere e l’arrivo di nuovi poliziotti, non ha ancora concretizzato quanto annunciato nei precedenti Comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduti in città nei mesi scorsi.

“Combatteremo la camorra pianerottolo per pianerottolo” aveva annunciato Salvini lo scorso autunno, così come quel “verrò a Napoli almeno una volta al mese” non ha avuto riscontri concreti. I residenti di alcune zone della città, dal centro di Forcella e dei Quartieri Spagnoli alle tante periferie (San Giovanni, Ponticelli, Rione Traiano), continuano a convivere con il terrore della criminalità. Quella camorra a cui aveva dichiarato guerra lo stesso Salvini ma che continua a sparare anche fuori una scuola.