«Le luci abbaglianti nella mia vita lo sono talmente tanto da bruciare tutto il nero, anche se ce n'è stato davvero molto». Bianca Balti, quarant'anni all'anagrafe e venti in passerella.
Quando si sente chiedere “che lavoro fai?” a volte vorrebbe poter rispondere tutt'altro che “la modella”. Colpa dei pregiudizi, che l'hanno spesso portata a sentirsi meno. In qualche modo però sono state le passerelle a salvarle la vita, o meglio a portarla ad avere fame di vita. Sono trascorsi esattamente vent'anni da quando è iniziata la sua carriera. Oggi Bianca Balti - che è nata il 19 Marzo 1984 - ne compie quaranta e, oltre a essere ancora una delle supermodelle italiane più desiderate, è una donna consapevole delle anime che ha abitato e delle esistenze che ha vissuto. «Nella mia vita son stata tutti i tipi di belve» ha detto a Francesca Fagnani rispondendo al suo irrinunciabile «Che belva si sente?». Ha la parola cat tatuata su un braccio, perché nell'indipendenza dei gatti si riconosce. Ha sempre sognato il suo destino in grande, anche nei momenti in cui vedeva la sua strada offuscata.
Quando si pensa a Bianca Balti la si immagina negli aeroporti e alle fermate degli autobus, tra le pagine delle riviste di moda, nei manifesti per le strade o nelle affissioni pubblicitarie sui palazzi in ristrutturazione, nel blu del mare di Portofino della campagna del profumo Light Blue o circondata dai limoni che hanno il sapore della Sicilia di Dolce & Gabbana. Ha gli occhi di un azzurro algido e una dolcezza disarmante, i lineamenti spigolosi e un sorriso accogliente, l'aria da Beatrice (la Beatrice di Dante) e l'attitudine da Brigitte (ché della Bardot non ha solo le iniziali). È forse la più nota tra le modelle italiane ma crede che sia il saper essere empatica il suo più grande talento.
Una bambina troppo estroversa, un'adolescente “sfigata” che giocava ancora con le bambole - così si è definita nel podcast One More Time di Luca Casadei - e poi una “bad girl” che amava il pericolo. Bianca Balti è stata tante cose, prima di diventare la persona che è. È nata a Lodi, ma oggi vive in California - e in effetti tra i suoi ricordi più vividi ci sono i giri in motorino tra i campi della pianura padana, quando la nebbia cancellava il cartello di benvenuto all'ingresso della città. Lodi è gemellata con la Lodi che si trova in California, e forse è stato proprio trovandosi davanti quella scritta infinite volte che ha iniziato a sognare di vivere a Los Angeles. La provincia l'ha sempre fatta sentire in uno spazio troppo stretto per i suoi sogni, grandi più di quanto lo fosse lei.
I “che bella bambina” quando era in giro con la mamma la facevano sentire importante, ma ha creduto a lungo che fosse solo la sua bellezza a renderla importante. Ha imparato da grande che un “come stai?” insegna anche ai bambini a riconoscere il proprio valore. Era una studentessa inappuntabile, ma a quattordici anni ha scoperto cosa volesse dire sentirsi una “cattiva ragazza”. Un ragazzo l'aveva fatta bere troppo e poi l'aveva molestata. In quel momento è arrivato il buio nella sua vita, anche se lei la pensava come la vita migliore che potesse avere.
Dopo il Liceo si iscrisse al Politecnico di Milano, ma iniziò un periodo piuttosto complesso. Nell'estate del 2004, mentre lavorava saltuariamente come hostess nei supermercati per promuovere la vendita di creme, le suggerirono di incontrare un agente per iniziare la carriera da modella insieme alla mamma Bice. La madre, che da adolescente aveva sempre rifiutato perché voleva che finisse gli studi, la spinse a tentare. Dopo dieci giorni di casting, ottenne un lookbook per Valentino, la sua prima cover e poi la sfilata in esclusiva per Dolce & Gabbana con la primavera estate 2005. Quella stessa stagione posò anche nella campagna della collezione, scattata da Steven Meisel e, per lei che da ragazza aveva i poster di Gisele Bündchen in camera, sembrava irreale.
La sua carriera decollò subito ma a lei sembrava tutto naturale, non si è mai vergognata davanti all'obiettivo. Soffriva della sua magrezza ma nelle modelle si riconosceva. Subito dopo Dolce & Gabbana ha sfilato per Miu Miu e Moschino, ma poi ha calcato le passerelle e posato nelle campagne dei marchi più importanti, da Valentino a Giorgio Armani Privé, Dior, Alexander McQueen, Blumarine, lo show di Victoria's Secret, Emanuel Ungaro, Lanvin, Kenzo, Missoni, Ralph Lauren, Givenchy, Etro, Bottega Veneta, Balenciaga, Chanel, Versace, Gucci, John Galliano e Prada tra gli altri. Nel frattempo si era trasferita a New York per avere un successo internazionale e un anno e mezzo dall'inizio della sua carriera ha avuto la sua prima bambina, Matilde, dal fotografo Christian Lucidi ma dopo tre mesi era di nuovo in passerella.
Dopo essere tornata a Milano, in seguito alla separazione, scelse di trasferirsi a Marbella dove è nata Mia dal secondo marito Matthew McRae, prima di spostarsi in California. Bianca Balti ha costruito una dimensione in cui si muove con consapevolezza e responsabilità, ed è arrivata ad abitare la propria felicità e una vita che ama, anche nei momenti più bui. «Le luci abbaglianti nella mia vita lo sono talmente tanto da bruciare tutto il nero, anche se ce n'è stato davvero molto» ha detto. E bastano queste parole per capire.
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