33MM • Julia Krahn

Un ritratto caleidoscopio della femminilità
33MM • Julia Krahn
33MM
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Il tema dell’autoscatto accompagna la mia ricerca artistica da molti anni. Con SchönerHeit ho cominciato ad accompagnare altri a questa esperienza. Ora con 33MM ho coinvolto delle donne a me molto care ed ognuna in un certo senso importante nella mia vita. Dalla madre all’assistente, si sfumano le relazioni che si incontrano in questa ricerca.

Insieme abbiamo cercato di realizzare il loro auto-ritratto, immagini che possano rappresentare loro, la loro forza, i loro dolori, la loro persona, la loro sacralità. **Il risultato é una grande immagine della femminilità, una raccolta di protettrici, immagini che invitano e rispecchiarci. **

Come titolo ho scelto 33MM-Maria Maddalena perché la Santa a me più cara, la più contemporanea, più sfumata, più discussa ed amata. Lei per me é anche Madonna. E’ Maria e Maddalena. **Cosi come per me tutte le donne! **

Sotto il suo mantello convivono religioni, il suo ventre è gravido di sacralità pagana: madre-terra, forza della vita, energia, amore. Maria-Maddalena è la verità che ci riguarda: ognuno porta in sé una sacralità individuale. Se soltanto lo vogliamo, se soltanto ci guardiamo.

Ecco allora il ritratto, il ritratto della sacralità della persona, il ritratto della sacralità che per me ha il nome di Maria-Maddalena. Ecco allora i ritratti delle donne per me importanti, numerosi e abbondanti per togliere l’importanza e l’assolutezza di ogni singola interpretazione e lasciare allo stesso tempo spazio all’individualità di ogni donna. Ognuna ritratta attraverso i suoi occhi insieme ai miei: l’immagine di sé in cui si ritrova, non la foto di una modella anonima in posa generica ma lei, proprio lei nell’unicità e particolarità della propria sacralità individuale.

Maria, Maddalena, Madonna, Mutter, Mother, Mère, Maryam, Terra, Mare, Luce, Universo. Nel mio lavoro sfumano l’una nell’altra, travalicano l’interpretazione religiosa, nominano declinazioni del medesimo raccontato diversamente, incorporano l’eccesso della figura femminile, il suo essere molteplice e impossibile da circoscrivere in una definizione unitaria e definitiva.

Ma cosa vuol dire oggi Madonna? Maria? Maddalena? Quanto ci rendiamo conto di cosa ci raccontano queste icone, della loro forza? Le risposte sono tante quante le individualità, che insieme raccontano una verità universale. Allora ci si ritrova in quel ritratto e poi in quell’altro e all’altro ancora vogliamo metterci accanto. Con o senza simboli del classicismo, con o senza riferimento ad immagini esistenti. La mia è una creazione personale-sacrale per raccontare la sacralità di ognuno.

Voglio invitare a rivolgere lo sguardo verso di noi. Per trovare in noi e poi negli altri quello che cerchiamo: noi stessi.

Julia Krahn

L'autrice

Julia Krahn è nata nel 1978 a Jülich ed è cresciuta a Aachen, in Germania.

Ha lasciato il dipartimento medico dell' Albert Ludwig University Freiburg (Germania) nel 2000 e si è trasferita a Milano, dove attualmente vive e lavora. Ha realizzato numerose esposizioni in gallerie e musei in tutta Europa e all'estero.

Il lavoro di Julia Krahn si interroga sulla permeabilità dello sguardo tra identità dell’artista e dello spettatore. Gli oggetti quotidiani, i simboli, le tracce del passato sono così ridefiniti attraverso l’immagine fotografica in opere che si caratterizzano in questo senso per una fluidità ambigua: più che il racconto dello scorrere del tempo o la costruzione di una storia, all’artista interessa cristallizzare, cioè trasformare da stato liquido a solido, i frammenti di un reale privato e segreto.

La ricerca artistica della Krahn passa attraverso la riflessione sui valori perduti o sbilanciati della società, della famiglia, della religione, fino a portare l’obiettivo su immagini che riconducono alle icone Cristiane, lavorando in alcuni casi con l’autoscatto, creando immagini che sottolineano il contrasto con i simboli tradizionali e lavorando sui conflitti attraverso la messa in scena di coppie di opposti.

Nell’opera della Krahn altrettanta forza che all’immagine viene data al formato dei lavori che si sviluppano su scale e supporti differenti creando un gioco che di volta in volta porta l’osservatore a una nuova percezione dell’immagine. I suoi giganti wallpaper sovrastano lo spettatore con tutta la potenza di un’immagine senza supporti, vetri o cornici, immagini che dominano fisicamente, immagini che prendono acquisiti pittorici e che, come grandi affreschi, tolgono ogni distanza tra il fruitore e l’ambiente. In uno stesso contesto lo sguardo viene poi chiamato e portato su piccoli pezzi unici: sia la volta dei cammei in cornici di metallo che stabiliscono un dialogo one to one, intimo, col fruitore, richiamandolo alla preziosità dell’oggetto e della sua percezione; o sia la volta di memories, foto/oggetti montati su uno spesso strato di plexiglas che fa da lente a immagini che riportano alla dimensione del ricordo. In questo percorso, passando anche attraverso formati più classici l’artista inserisce fotografie realizzate su supporti più tradizionali quali vere e proprie cornici che contengono l’immagine.

www.juliakrahn.com