Alcuni nuovi spot pubblicitari di Assistente Google sono andati in onda durante la 91ª edizione degli Oscar, che ha visto come vincitore a sorpresa il drammatico Green Book, e reimmaginano il modo in cui alcuni cult e film recenti avrebbero potuto essere con l’aiuto dell’intelligenza artificiale di BigG.
Pellicole come 2001: Odissea nello spazio, Lady Bird, Psycho e Scream vengono mostrati nelle pubblicità e si concentrano sul modo in cui le scene cruciali di ciascun film sarebbero state se l’Assistente Google avesse fatto risparmiare del tempo ai personaggi. Di seguito è possibile dare un’occhiata a tutti gli spot mostrati per l’occasione.
Turns out there’s a lot less drama when you have the Google Assistant as your costar. #HeyGoogle #Oscars pic.twitter.com/Gj9nUzTIrO
— Google (@Google) February 23, 2019
#HeyGoogle, what happens when you need a motel review like your life depended on it? #Oscars pic.twitter.com/wNT9xt3KWX
— Google (@Google) February 25, 2019
#HeyGoogle, what happens when your spaceship gets an attitude? #Oscars pic.twitter.com/QrsRN2n67a
— Google (@Google) February 23, 2019
#HeyGoogle, what would’ve happened if there was ride-sharing back in 2002? #Oscars pic.twitter.com/FisySpVfHl
— Google (@Google) February 24, 2019
E così l’assistente digitale fornisce dei dettagli sull’inquietante Bates Motel e apre porte di un’astronave, ma non è la prima volta che lo vediamo venire sponsorizzato in una pubblicità dedicata a grandi classici: sotto le festività natalizie, infatti, il colosso della ricerca ha pubblicato uno spot tributo a Mamma, ho perso l’aereo, commedia di successo del 1990.
Intanto Google ha deciso di abolire l’arbitrato forzato in azienda, una soluzione che non piaceva proprio ai dipendenti e che era da tempo stato chiesto di vietarla. In sostanza si tratta di un sistema che consentiva alla società di risolvere ogni disputa internamente, senza andare in tribunale: il problema è che, da contratto, ogni dipendente non aveva il diritto di partecipare a reclami collettivi o a intentare una causa. Inoltre Alphabet, azienda proprietaria di Google, continua a progettare la sua “città intelligente” (dotata di connessione 5G e dei teloni che servono a coprire gli spazi pubblici nelle giornate piovose) grazie alla tecnologia sviluppata internamente, ma potrebbe non essere pronta prima dei prossimi cinque o sei anni.