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Le prime denunce contro lo streaming pirata sotto il segno di Piracy Shield

Dazn e Lega Calcio Serie A segnalano tre portali che trasmettono illegalmente partite di calcio. Nei provvedimenti di Agcom attivato il ricorso alla piattaforma nazionale anti-pirateria
Dusan Vlahovic della Juventus durante JuventusEmpoli
Dusan Vlahovic della Juventus durante Juventus-EmpoliNicolò Campo/LightRocket via Getty Images - modificato con Canva

Denunciati i primi siti per streaming illegale di calcio all'Autorità garante delle comunicazioni (Agcom) nell'ambito della nuova procedura di blocco, che prevede il ricorso a Piracy Shield, la piattaforma nazionale anti-pirateria. Sono stream.lc, calcio.re e re-fast.myworldiptv.xyz. Wired ha potuto visionare i provvedimenti cautelari adottati dall'autorità, sulla scia delle segnalazioni presentate da Dazn e Lega calcio Serie A, titolari dei diritti sulle partite trasmesse senza autorizzazione dai tre siti. Le tre ordinanze impongono ai fornitori di servizi internet (internet service provider, Isp) accreditati da Agcom di oscurare i tre siti entro 24 ore. Ma non solo: come previsto dal regolamento sulla protezione del diritto d'autore, modificato lo scorso luglio, il provvedimento fa da cornice per future denunce di altre violazioni. Con la possibilità di caricare un ticket su Piracy Shield, provvisto di prove, e attivare il sistema automatico di oscuramento.

Piracy Shield: si parte:

  1. I 3 siti denunciati
  2. Il sistema di oscuramento
Napoli-Inter
È stata donata dalla Lega serie A all'Autorità delle comunicazione e l'ha sviluppata una startup legata allo studio legale Previti. Al via le prime prove. Ma nessuno ha pensato di acquistare il dominio piracyshield.net, usato nelle credenziali. E ora comprato da altri

I 3 siti denunciati

Riavvolgiamo il nastro. Il primo febbraio Piracy Shield, donata dalla Lega calcio serie A ad Agcom per dotare l'Italia di uno strumento tecnico contro lo streaming illegale delle competizioni sportive, è entrata in funzione, dopo un ultimo test condotto il 31 gennaio. E nel primo pomeriggio sono stati firmati i primi tre ordini cautelari, che fuor di gergo tecnico sono i provvedimenti dell'autorità, basati sulle denunce dei titolari dei diritti, attraverso cui si attiva il processo di segnalazione e oscuramento di un sito.

Il 29 gennaio Dazn ha denunciato i siti calcio.re e stream.lc. Il colosso dello streaming ha i diritti per una serie di partite di Serie A e di Serie B. E su entrambi i portali scrive di aver trovato “una significativa quantità di link che danno accesso alla trasmissione degli incontri del campionato di calcio di Serie A” in forma gratuita. Senza che però siano titolati a farlo. Calcio.re è raggiungibile con un indirizzo di posta elettronica di Mail.ru, il principale servizio russo che possiede il social network VKontakte. A registrare il dominio è stata la società Sarek Oy, con sede a Helsinki, in Finlandia, per conto di un'altra impresa, PrivActually limited, insediata a Nicosia, Cipro, considerato un paradiso fiscale. L'hosting del sito è fornito da una società olandese, Peenq, come ha spiegato al Garante delle comunicazioni il gigante della connettività e del cloud Cloudflare, che funge da reverse proxy. Meccanismo simile anche per stream lc. In questo caso il sito fa capo a una società bulgara, Cloud dns, per mezzo di un gruppo francese di Lille, Netim Sarl, mentre fornitrice di hosting è un'attività dello Sri Lanka, Lankacloud.

Lo stesso giorno deposita la denuncia anche la Lega Serie A, che è co-titolare dei diritti sulle partite di calcio. Nel mirino c'è il sito re-fast.myworldiptv.xyz. Una tv via internet (Iptv) pirata che “distribuisce il segnale video agli utenti che, dietro il pagamento di cifre sensibilmente inferiori rispetto agli abbonamenti legali, vengono abilitati alla visione di numerosi canali a pagamento”. In questo caso il dominio è registrato da Go Daddy, gruppo dell'Arizona che si occupa di servizi internet, mentre l'hosting è fornito da BestDc Limited, con sede nei Paesi Bassi.

La homepage di Calcio.re

Il sistema di oscuramento

Le ordinanze emesse da Agcom danno 24 ore di tempo agli Isp per oscurare i siti sulla base dell'attività pregress di trasmissioni pirata. Ma tengono aperta la porta per il futuro. Perché, si legge, i fornitori di rete sono tenuti ad abbattere anche “tutti i futuri nomi a dominio e sottodominio, o indirizzo Ip, comprese le variazioni del nome o della semplice declinazione o estensione, riconducibili ai medesimi contenuti e tramite i quali avvengono le violazioni”. Una previsione che funge da ombrello per le successive segnalazioni effettuate contro gli stessi responsabili. E contro i trucchi adottati dai siti per sfuggire ai controlli. Il provvedimento dinamico consente ai titolari dei diritti di utilizzare Piracy Shield per fare denuncia, aprendo un ticket, caricando le prove delle violazioni (per esempio, un flusso video) e attivando l'oscuramento in automatico entro 30 minuti.

La lettera che accompagna i provvedimenti impone agli Isp di trasmettere l'indirizzo Ip dei server Dns, ossia i database degli indirizzi internet, per agevolare le ispezioni dell'Agcom sull'avvenuto oscuramento dei siti denunciati. L'Autorità ha comunicato che sul suo sito renderà disponibili le liste degli indirizzi Ip e dei Fqdn (Fully qualified domain name, ossia un nome di dominio non ambiguo che consente di identificare senza dubbio una risorsa online) che sono stati bloccati. I gestori dei siti oscurati hanno cinque giorni di tempo per fare ricorso ad Agcom, che ha predisposto un modello per la pagina di reindirizzamento dei siti bloccati.

Le tre ordinanze approvate dal Garante per le comunicazioni sono le prime a nascere sotto il segno di Piracy Shield. La piattaforma, donata dalla Lega Serie A ad Agcom, è stata sviluppata da Sp Tech, una startup innovativa collegata allo studio legale Previti, è ospitata su cloud targato Microsoft Azure, e si può raggiungere solo con una connessione protetta mediante vpn, a un indirizzo consegnato ai 250 operatori accreditati. Agcom ha ottenuto 250mila euro per “oneri connessi alla piattaforma nel 2023, che dal 2024 diventano 100mila all'anno. In compenso potrà chiedere un contributo ai titolari dei diritti, che siano film, canzoni, format tv, media ed eventi sportivi, e alle società di raccolta del diritto d’autore (come Siae).

Molti piccoli operatori di rete, chiamati a gestire i ticket di oscuramento, sono preoccupati dalla mole delle richieste. “Se non faccio in tempo a leggere tutta la documentazione e fanno un controllo devo aspettarmi multe da migliaia di euro?”, si domanda uno. E un altro osserva: “Come da legge, abbiamo sempre ricevuto decreti di blocco. Ne arrivavano 6 o 7 all’anno, qua siamo a tre solo il primo giorno”.

La homepage di Stream.lc