Su Warner Tv c'è un cult che non abbiamo mai dimenticato, Uccelli di Rovo

Tra le molte proposte del canale in chiaro, disponibile dal 30 ottobre, c'è anche la miniserie televisiva del 1983. Una storia appassionante che vi consigliamo di recuperare subito
Warner Tv propone un cult che non abbiamo mai dimenticato Uccelli di Rovo

C'è chi negli anni Ottanta avrebbe voluto strozzare Padre Ralph e chi mente. Uccelli di Rovo, ora disponibile su Warner TV,  ha segnato profondamente una generazione, anzi più di una. Tratta dall'omonimo romanzo di Colleen McCullough (il titolo originale è The Thorn Birds) e diretta da Daryl Duke, la miniserie è sbarcata nel nostro paese nel novembre del 1983 su Canale 5.

Il punto centrale della trama è la storia d'amore tra Padre Ralph de Bricassart (Richard Chamberlain) e la giovane Meggie Cleary (Rachel Ward). La ricetta perfetta per un disastro, insomma. Un disastro declinato in sei episodi che all'epoca fecero, come si suol dire, il botto, arrivando a punte di oltre 13 milioni di spettatori. Certo, in quegli anni non esistevano le piattaforme di streaming e la scelta era limitata, ma non è il questo il motivo per il quale Uccelli di Rovo è diventato un cult.

Il piacere di farsi del male

Facciamo subito chiarezza sul titolo per scansare subito facili ironie. Citando direttamente un passo del libro: “La leggenda narra di un uccello che canta una sola volta nella vita, più soavemente di ogni altra creatura al mondo. Da quando lascia il nido, cerca e cerca un grande rovo e non riposa finché non lo abbia trovato. Poi, cantando tra i rami crudi, si precipita sulla spina più lunga e affilata. E, mentre muore con la spina nel petto, vince il tormento superando nel canto l’allodola e l’usignuolo. Una melodia suprema il cui scotto è la vita. Ma il mondo intero tace per ascoltare, e Dio, in Paradiso, sorride. Al meglio si perviene soltanto con grande dolore… o così dice la leggenda”

Diciamo che questa leggenda rappresenta sicuramente la tormentata (avevate dubbi?) storia d'amore tra Padre Ralph e Maggie, ma si adatta bene anche al masochismo di noi spettatori, che per sei episodi abbiamo assistito a tragedie, strazi e sciagure di vario genere e natura e invece di spegnere il televisore e andarci a fare una passeggiata eravamo lì a chiederne sempre di più. Ipnotizzati nell'attesa di quell'unico (e ovviamente fugace) momento di gioia.

Ma allora perché (ri) vederlo?

Uccelli di Rovo è una miniserie che oggi, per diversi motivi, forse non potrebbe neanche andare in onda. L'idea che nel 1983 intere famiglie la guardassero fa un po' impressione. Del resto erano anche gli anni di Dinasty e Dallas, che certo non brillavano per contenuti politically correct. E sarebbe anche un peccato fermarsi alla storia proibita tra Padre Ralph e Meggie Cleary, perché c'è molto di più. Uccelli di Rovo è un grande affresco familiare, che segue i Cleary per generazioni. Ed è anche un racconto appassionante della vita in Australia nei primi del Novecento: la vastità dei territori, la natura meravigliosa e brutale al tempo stesso e le difficoltà di adattarsi per chi arriva da lontano (I Cleary sono di origine irlandese, così come Padre Ralph). 

Ma Uccelli di Rovo è anche e soprattutto una storia che ci regala personaggi femminili straordinari. Come Fiona, la madre di Meggie, inflessibile e dura in apparenza, in realtà terrorizzata nel vedere la figlia avvicinarsi allo stesso destino che ha imprigionato lei. Mary Carson, la ricca proprietaria di Drogheda che desidera l'unica cosa che non può avere. Anne Mueller, empatica e discreta, che sostiene Meggie in uno dei momenti più difficili della sua vita. E Justine, che amerete ferocemente, dal primo momento in cui la incontrerete. La amerete e starete male per lei. Ma non anticipiamo troppo.

Insomma, è quello che si chiama un ‘drammone’. E consigliamo a chi non lo ha mai visto di recuperarlo su Warner Tv. Perché sono sei episodi che si bevono come un buon bicchiere di vino. La storia è appassionante, ricca di sfumature, colpi di scena e momenti che vi faranno tirar fuori i fazzoletti. E i personaggi sono credibili nelle loro contraddizioni e interpretati da attori eccezionali, come Jean Simmons (Fiona), Barbara Stanwyck (Mary Carson), Christopher Plummer (l'Arcivescovo Vittorio Contini-Verchese) e Piper Laurie (Anne Mueller). Non ci sono buoni o cattivi, non c'è bianco o nero. C'è invece la cenere di rosa. 

Però la voglia di strozzare Padre Ralph ad un certo punto vi verrà, siamo pronti a scommetterlo.