Questa vignetta su Serena Williams è razzista?

La presa in giro della tennista afroamericana uscita sconfitta dagli Us Open fa infuriare il web. Fino a che punto un disegnatore si può spingere nel ridicolizzare la realtà?

Secondo JK Rowling, l’autrice di Harry Potter sì, e lo ha dichiarato in un tweet: "Ben fatto nel ridurre una delle più grandi atlete viventi a un tropo razzista e sessista e l'altra grande atleta a una scena senza faccia".

Well done on reducing one of the greatest sportswomen alive to racist and sexist tropes and turning a second great sportswoman into a faceless prop. https://t.co/YOxVMuTXEC

— J.K. Rowling (@jk_rowling) September 10, 2018

La vignetta fa riferimento all’ormai arcinoto sbrocco di Serena Williams avvenuto alla finale degli Us Open, l'8 settembre, contro l’arbitro Carlos Ramos per averle fatto un primo warning (un richiamo) per coaching (ovvero perché il suo allenatore l'aveva consigliata durante le fasi di gioco), un secondo accompagnato da un penalty point per aver spaccato la racchetta e successivamente, per averla penalizzata di un game dopo che la Williams, per la rabbia, l'aveva definito "ladro". Nella sua arringa difensiva Serena ha sollevato una questione importante, che ha scosso l’establishment del tennis: si è sentita eccessivamente penalizzata per un comportamento che, sostiene, se fosse stata uomo, le sarebbe stato perdonato. Insomma, ha tacciato l’arbitro di sessismo. L’evento ha diviso il mondo tra chi considera la Williams paladina della gender equality e in chi invece la ritiene una “drama queen” che non risparmia sfuriate e comportamenti eccessivi quando le cose sul campo non girano a suo favore.

Evidentemente il vignettista Mark Knight è schierato con quest’ultima ala e sull'Herald Sun, giornale australiano, ha pubblicato la vignetta di cui sopra. Chi dice che la vignetta è razzista punta il dito contro: le labbra eccessivamente esposte della Williams; l’enfasi sulla sua corporatura sgraziata ai limiti del “gorrilesco”; il fatto che la sua avversaria non sia stata ritratta con le caratteristiche proprie della sua razza (Naomi Osaka è di padre haitiano e madre giapponese) ma come bionda e magra.

Probabilmente è questo l’elemento che ha gettato l’ombra del razzismo sulla vignetta. Perché, diciamocelo, fare la caricatura di una persona, significa enfatizzare le sue caratteristiche fisiche fino a ridicolizzarle, e nessuno può negare che la Williams abbia una stazza notevole. Ma il fatto che la sua avversaria sia stata ritratta per quello che non è, cioè non per una giapponese, ma per una figura che, nella sua essenzialità, richiama approssimativamente una donna bionda caucasica, non può che far emergere la questione razziale nel disegno.

Forse, anzi, sicuramente questo è un ragionamento a cui Knight non ha nemmeno pensato mentre disegnava e il suo, al massimo, può essere bollato come razzismo inconscio o involontario. Certo è che ha spaccato l'opinione pubblica in due e, per rendersene conto, basta dare un'occhiata al suo profilo Twitter.