Disturbo della quiete pubblica, riduzione dell'inquinamento acustico. Dove, a Roma? No, ad Accra, capitale del Ghana, dove alle moschee è stato chiesto di procedere con la chiamata alla preghiera via WhatsApp.
È una delle proposte avanzate dalle autorità locali per intervenire sul clima estremamente caotico causato dal traffico, affollamento, venditori ambulanti e altoparlanti. "Perché l'orario per la preghiera non può essere trasmesso con un messaggio di testo o con WhatsApp? L'imam potrebbe inviare messaggi WhatsApp a tutti" ha detto il Ministro dell'Ambiente Kwabena Frimpong-Boateng. "Penso che contribuirebbe a ridurre il rumore; anche se potrebbe risultare controverso, è qualcosa a cui possiamo pensare", ha spiegato a DW, che lo ha intervistato dopo che la notizia ha fatto il giro dei media locali ed è arrivato a quelli internazionali, Bbc compresa, nei giorni scorsi.
Anche se il governo concorda, i musulmani non sembrano abbracciare di buon grado questa ipotesi. Sempre a DW, un'abitante della capitale, Nora Nsiah, ha commentato: "Non ci trovo nulla di sbagliato nel fatto che i musulmani si svegliano all'alba e usino il megafono per chiamare la gente ad adorare il loro dio, perché abbiamo chiese cristiane che usano anche gli stessi mezzi e predicano anche all'alba".
Un altro residente, Kevin Pratt, ha evidenziato un altro problema in merito all'idea di Frimpong-Boateng: "Non tutti sono sui social media, e non tutti sono così alfabetizzati quanto lui". La chiamata musulmana alla preghiera è così strutturata anche perché, da tradizioni, dovrebbe essere capace di arrivare il più lontano possibile.