No, Papa Francesco non ha dato l'immunità diplomatica a un prete pedofilo per evitargli la prigione

Si tratta di una bufala, tra l'altro facilmente smentita dall'esito del processo: il prete accusato di pedopornografia è finito dietro le sbarre. Papa Francesco non è affatto intervenuto, e il sito che la rilanciato la falsa notizia è noto per la frequente attività di clickbaiting

(Foto: Franco Origlia/Getty Images)

A volte il racconto delle notizie lascia un certo margine di discrezionalità alla narrazione. In altre occasioni, invece, le vicende vengono storpiate al punto da diventare a tutti gli effetti delle bufale. L'ultimo esempio, almeno in ordine cronologico, è la vicenda di Monsignor Carlo Alberto Capella, il diplomatico della Città del Vaticano appena condannato a 5 anni di reclusione e 5mila euro di multa per la detenzione, la cessione e la trasmissione di materiale pedopornografico.

A raccontare una verità alternativa (o, per meglio dire, una bufala) è questa volta il sitoYourNewsWire, che in un'articolo pubblicato in lingua inglese poche ore fa sostiene che Capella sia stato "salvato" dall'intervento di Papa Francesco in persona, che avrebbe "concesso l'immunità diplomatica per evitargli il carcere".

Anzitutto va detto che il sito in questione non gode di buona reputazione dal punto di vista dell'affidabilità delle notizie pubblicate. Infatti, come riporta il servizio statunitense Hoax Alert, il sito è già stato segnalato come autore di diverse bufale diventate virali, e inoltre sulla piattaforma si esplicita la totale assenza di controlli sulla veridicità delle informazioni riportate. In pratica si tratta di una palese attività di clickbaiting, e siamo quindi in presenza di uno di quei siti che in Italia si descriverebbero come di contenuto satirico o ironico, raccontando falsità in nome di un po' di traffico extra sulle proprie pagine. Stando all'analisi delle pubblicazioni del sito, la specialità della casa sarebbe proprio la diplomazia nazionale e internazionale.

Anche se le premesse sono già sufficienti per sgomberare il campo da dubbi, ripercorriamo i dettagli della vicenda. Monsignor Capella è stato perseguito dalle autorità statunitensi perché sospettato di attività pedopornografica durante un periodo di attività a Washington. Anche se il tribunale nordamericano avrebbe volentieri processato Capella, questi godeva dell'immunità diplomatica per via del suo ruolo istituzionale, dunque ha avuto tutto il diritto di lasciare gli Stati Uniti ed essere processato dalla giustizia del proprio Stato, ossia la Città del Vaticano.

Non è stato quindi necessario alcun intervento del Pontefice per applicare la norma dell'immunità, ma semmai il Papa sarebbe dovuto intervenire per negare l'immunità diplomatica. Cosa che, effettivamente, non è accaduta.

Quello di Papa Francesco è stato dunque un non-intervento, come peraltro è prassi per tutti i Paesi nel momento in cui un proprio diplomatico viene accusato di un crimine. Anche in questo caso, quindi, si è preferito procedere con il rito processuale in patria, impedendo al tribunale di Washington di portare a termine il processo.

A rendere del tutto una bufala la notizia di *YourNewsWire *è proprio la conclusione della vicenda giudiziaria, ossia la già citata condanna di Monsignor Capella stabilita dalla giustizia del Vaticano. Non c'è stato dunque alcun "salvataggio dalla prigione", perché se davvero ci fosse stato il piano di sottrarre Capella alla giustizia statunitense e alla galera, qualcosa sarebbe decisamente andato storto.

L'unica speculazione che rimane valida, semmai, riguarda la probabile pena a cui Capella sarebbe stato condannato dal tribunale statunitense. Ma in tutta la vicenda non c'è stata alcuna forzatura delle dinamiche che regolano la giustizia internazionale.