Perché il Pd si sta scontrando con la Banca d’Italia

I deputati Pd hanno chiesto al governo di non riconfermare Ignazio Visco alla guida di Banca d'Italia, convinti che serva una figura più adatta. Le critiche giungono da più parti

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(Foto: Banca d'Italia)[/caption]

Con una mozione approvata ieri alla Camera il Pd ha chiesto che non venga rinnovato ad Ignazio Visco il mandato di governatore della Banca d’Italia, in scadenza alla fine del mese.

Le cause del malcontento sono da ricercare nelle attività di vigilanza che per il Pd, negli ultimi anni almeno, si sono dimostrate fragili e perfettibili proprio nel periodo in cui la crisi del settore bancario si è manifestata in modo più violento, mettendo in forse il futuro di istituti di credito quali Banca Popolare di Vicenza, Carige e Monte dei Paschi.

Ignazio Visco ha assunto la direzione di Banca d’Italia nel 2011 che, negli anni a seguire, è stata spesso additata di non essere intervenuta con fermezza e puntualità. Il Pd chiede quindi che la guida sia affidata a una figura più adatta che possa rinnovare la fiducia e portare i cambiamenti necessari.

Dietro a questa ribellione, secondo alcuni media, ci sarebbe l’ex premier Matteo Renzi il quale, nel libro Avanti, non ha risparmiato critiche al governatorato che ha caldeggiato la fusione di istituti di credito sofferenti che si è poi rilevata essere disastrosa, come nel caso di Banca Etruria spinta a unirsi alla Popolare di Vicenza, già in pessime acque.

La proposta del Pd ha suscitato critiche da tutti gli ambienti, non solo politici. Alle voci del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dal leader di Articolo 1 Pierluigi Bersani, entrambi convinti che sia necessario agire con calma per salvaguardare l’interesse di tutto il Paese.

L’articolo 19 comma 8 della legge 262 del 28 dicembre 2005 assegna al presidente del Consiglio dei ministri il compito di proporre al presidente della Repubblica il nome del governatore della Banca d’Italia. Da quel momento in poi la politica non dovrebbe più interferire con la banca centrale italiana la quale, in realtà, è già chiamata ad assoggettarsi alle politiche adottate dalla Banca centrale europea (Bce). Durante l'estate del 2015, l’allora premier Matteo Renzi ha conferito alla Banca d'Italia dei poteri straordinari come quello di sostituire i consigli di amministrazione delle banche. Il Pd risulta quindi insoddisfatto di come Ignazio Visco ha fatto uso di queste possibilità eccezionali che, peraltro, i vertici che si sono susseguiti in via Nazionale richiedevano con insistenza già da diversi anni.