Il Pd lancia in rete uno spot elettorale, azzeccato tranne nel finale

A pochi giorni dalle elezioni, in una campagna diversa dalle altre per toni e modalità di comunicazione, il Partito democratico è l'unico che ha provato a realizzare un classico spot elettorale che è piaciuto, con qualche riserva

Questa campagna elettorale da un punto di vista squisitamente comunicativo è davvero bizzarra. Non ci saranno i classici confronti diretti tv tra due leader delle formazioni avversarie (alcune addirittura non hanno ancora annunciato chi sarà il candidato premier in caso di vittoria), gli spazi urbani, generalmente adibiti all'affissione di manifesti di propaganda elettorale, sono per lo più vuoti e i comizi in piazza sono sempre più rari. Tutto avviene in tv, sui vari talk, più che altro attraverso commenti agli avvenimenti di cronaca, e ovviamente sui social, Twitter in primis e poi Facebook, rispettivamente con dichiarazioni tranchant e lunghe riflessioni da parte del politico di turno, magari con l'ausilio di un messaggio video.

Insomma, pochissime affissioni e nessun canonico spot elettorale ufficiale di partito da diffondere in tv o sulle varie piattaforme social. Da ieri però il Pd, a 11 giorni dalle elezioni, ha diffuso il proprio spot ufficiale, ideato dall'agenzia barese Proforma, che da molti anni si occupa delle campagne di comunicazione del partito di centrosinistra. Lo spot (Pensaci durata 1':30”) ritrae una classica famiglia (padre, madre e due figli, presumibilmente maggiorenni) in auto che parla delle prossime elezioni. “Comunque io il Pd non lo voto!” è l'esordio e il mantra del padre di famiglia, mentre il resto della famiglia gli ricorda le varie riforme fatte dal Pd negli ultimi anni dalla legge sulle unioni civili al provvedimento sugli 80 euro, dal biotestamento al bonus cultura, insomma tutto quel che ha fatto il Pd da quando lo guidano i renziani. Con la sorpresa finale.

Ed è proprio il finale che ha diviso i pareri. Se da una parte la comparsata di Matteo Renzi rappresenta il tocco pop dello spot (e il “Sicuro, sicuro?” rischia di diventare un meme), dall'altro la presenza del leader, che sta attraversando un sensibile calo di fiducia e di popolarità, fa ricordare all'elettore quale sia il motivo del proprio allontanamento dal Pd. Nonostante le critiche, che non mancano mai in questi casi, questo spot lo possiamo definire una delle comunicazioni più sincere degli ultimi tempi, dopo anni di giaguari e slogan furbetti nonché poco empatici.

Uno spot a suo modo coraggioso che parte dai dubbi dell'elettore medio, con un target ben preciso (l'elettore di centro sinistra in crisi d'identità), un chiaro riferimento a ciò che è stato fatto e al programma futuro, una narrazione che si rifà a certo cinema italiano, ma soprattutto un deciso cambio del tono di voce di Renzi & soci, senza la richiesta di amore incondizionato o quel tono di supponenza che ha sempre avuto la sinistra, bensì un invito a riflettere, senza parlare alla pancia.

Sarebbe bello che anche le altre formazioni politiche provassero a costruire una narrazione con questo formato, che non vada per forza “contro qualcosa” e che raccontasse promesse e programmi per i propri elettori e per l'Italia del futuro, visto che non ci sono molti altre occasioni per parlare chiaramente e semplicemente agli elettori.