Elezioni, cosa succede adesso?

Per formare il governo serviranno coalizioni. L’attuale esecutivo resterà in carica fino a quando i nodi non saranno sciolti. Primo appuntamento: 23 marzo

In attesa dei risultati finali che si avranno solo martedì 7 marzo, dalle urne escono proiezioni che non lasciano sperare in una maggioranza semplice da concordare. Per formare un governo servirebbero quindi delle larghe intese che oggi sembrano poco plausibili.

Toccherà al presidente della Repubblica Sergio Mattarella instaurare il dialogo tra forze politiche, missione impervia che richiederà tempo e abilità.

Giovedì 8 e venerdì 9 marzo i neo-deputati e i neo-senatori potranno avviare la trafila burocratica per registrarsi in parlamento, iter necessario per arrivare alla prima tappa fondamentale, fissata per venerdì 23 marzo, quando Camera e Senato dovranno nominare i rispettivi presidenti, condizione che può essere soddisfatta solo se esiste una maggioranza.

La prassi prevede, per il Senato, che alla quinta votazione si procederà scegliendo tra i due senatori che, nelle precedenti tornate, hanno ottenuto il maggior numero di voti. Alla Camera la situazione è più delicata, perché si va a oltranza. Ed è proprio in questo scenario che i partiti potrebbero tessere trame d’intesa, utili in seconda battuta per formare il governo.

Matteo Salvini (Foto: PIERO CRUCIATTI/AFP/Getty Images)

Fino a quel momento l’esecutivo attuale resterà in carica, il premier sarà quindi Paolo Gentiloni con la consueta formazione di ministri. Una volta eletti i presidenti dei rami del parlamento e, quando i gruppi parlamentari avranno preso forma, il premier Gentiloni si recherà al Quirinale per rassegnare le proprie dimissioni.

Dopo di lui saliranno al Colle i presidenti di Camera e Senato, i rappresentanti dei gruppi parlamentari e l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Tutto ciò dovrebbe accadere al massimo durante i primi giorni di aprile, la prossima Pasqua sarà quindi un periodo di lavoro e consultazioni. Se nel frattempo fosse raggiunta un’intesa per superare la soglia del 40%, il presidente Mattarella incaricherebbe ufficialmente il nuovo governo; altrimenti si aprirebbe la fase esplorativa che potrebbe non essere breve e potrebbe non dare i risultati sperati.

Prima di diventare effettivo il nuovo presidente del Consiglio dovrà incassare il voto di fiducia di entrambe le camere. Come detto, al momento nessuna coalizione raggiunge, da sola, il 40%. Il Movimento 5 Stelle, forte del suo quasi 32%, è il primo partito. Ma per poter governare dovrà trovare intesa con qualcuno. Con chi è presto per dirlo.

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Fabio Cimaglia/LaPresse

Alessandro Di Battista (Foto Fabio Cimaglia / LaPresse)

D'altro canto, la coalizione del centrodestra sembrerebbe arrivare poco sopra il 37%. Anche in questo caso, se verrà dato mandato esplorativo a Matteo Salvini, la cui Lega è il partito di destra ad aver preso più voti, servirà comunque un lavoro di diplomazia per trovare la manciata di voti necessari a raggiungere il 40%.

Se le forze politiche non troveranno un accordo, c'è anche l’ipotesi del governo di scopo, ovvero un esecutivo di breve durata in cui vengono rappresentate tutte le forze politiche e che, in questo caso, dovrà occuparsi di modificare la legge elettorale e altre questioni urgenti. Resta in auge la possibilità di formare un governo tecnico, scelta adottata solo due volte in precedenza, nel 2008 con il governo Dini e nel 2011 con il governo Monti.