Chi è Maurizio Martina, alla guida del Pd dopo Matteo Renzi

Si chiude l’era Renzi e si apre un nuovo capitolo per il Pd. A sostituire Renzi ci sarà l’attuale ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali

La direzione del Pd di lunedì 12 marzo ha sancito la fine di Matteo Renzi come segretario del Pd. Il passaggio dello scettro, almeno in via momentanea, è andato al vicesegretario Maurizio Martina che assume ad interim la segreteria del partito.

Martina ha un obiettivo chiaro: "L'Assemblea nazionale di aprile anziché avviare il congresso e le primarie dovrebbe dar vita a una Commissione di progetto per una fase costituente e riorganizzativa", ha raccontato continuando a sostenere la necessità della collegialità. Il Pd resterà comunque all'opposizione: "A Lega e Cinque Stelle dico: i cittadini vi hanno votato per governare, ora fatelo. Cari Di Maio e Salvini prendetevi le vostre responsabilità".

Chi è Maurizio MartinaNato nel 1978 a Calcinate (Bergamo), si è prima diplomato in tecnica agraria per poi ottenere la laurea in scienze politiche. La sua attività politica ha avuto inizio nel 1994 con il Movimento degli studenti.

Nel 2004 ha assunto la carica di segretario provinciale dei Democratici di sinistra di Bergamo per poi essere eletto segretario regionale per la Lombardia nel 2006.Nel 2010 è entrato come consigliere nella regione Lombardia e nel 2013, l’allora presidente del Consiglio Enrico Letta lo ha nominato sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, diventandone ministro con Renzi nel 2014 e confermato nel 2016 nella formazione di governo del premier Paolo Gentiloni.

Dal primo luglio 2014, in seno al semestre di Presidenza italiana dell’Ue, è stato presidente di turno del Consiglio europeo di ministri dell’Agricoltura e della pesca.

A giugno del 2015 è stato uno dei promotori di Sinistra è cambiamento, corrente all’interno del Pd che si posiziona più a sinistra della corrente cosiddetta renziana.

In qualità di ministro ha dato vita a Campolibero (legge 116/2014), per il lavoro e la competitività delle aziende agroalimentari e al piano di investimenti da 2 miliardi di euro per potenziarne la produttività e favorirne l’internazionalizzazione. Con il Piano agricoltura 2.0 ha avviato un processo per l’eliminazione della burocrazia e quindi della carta. Sua la prima firma della legge 199/2016 per contrastare il caporalato e il lavoro nero nell’agricoltura.

A novembre 2017 ha pubblicato un libro, Dalla terra all’Italia. Storie dal futuro del Paese, pubblicato da Mondadori, di cui Wired aveva scritto qui.