Vaccini, stop all'obbligo ed esami prevaccinali, le proposte del M5S Lazio

Stop ad ogni obbligo, necessarie ottimali condizioni psichiche e fisiche della persona che verrà vaccinata e quarantena di 4-6 settimane prima del rientro a scuola: sono alcune delle nuove regole appena proposte

(foto: Voisin/Phanie/Getty Images)

Vaccini sì, vaccini no: dal M5S del Lazio arriva la proposta di una revisione del sistema di vaccinazioni, con nuovi criteri restrittivi rispetto alle procedure vaccinali, che devono essere maggiormente personalizzate in base alle condizioni di salute fisica e mentale: insomma, l'ipotesi va verso lo stop dell'obbligo.

Questa revisione è stata inserita nella proposta di legge n. 52 dello scorso 17 luglio 2018. Fermo restando che la vaccinazione rimane una risorsa fondamentale della medicina, come si legge nel testo, “l'utilità preventiva deve essere valutata caso per caso". Così, viene messo in discussione l'attuale piano vaccinale, obbligatorio e raccomandato dalle istituzioni (dato che a fronte del calcolo rischi/benefici tutti i vaccini sono importanti contro l'insorgenza di malattie potenzialmente mortali, come il morbillo).

Ma di fronte a questo cambiamento di rotta sul piano vaccinale, non tardano ad arrivare reazioni di altri esperti in materia, come quella del virologo Roberto Burioni, che su Twitter parla di “bugie” e di *“politici irresponsabili”. *

Gli esami prevaccinali non esistono e i bambini vaccinati non sono infettivi. Questi sono i fatti, il resto sono bugie, bugie pericolose dette da politici irresponsabili che assecondano la parte peggiore, ignorante ed egoista, del nostro Paese. Vergognatevi! pic.twitter.com/O5AX8dkZIU

— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) 25 luglio 2018

Entrando nel merito, la Regione Lazio costruisce tutte le condizioni necessarie al superamento di una pratica vaccinale coercitiva, si legge nel testo, firmato da 10 consiglieri regionali (le prime firme sono di Davide Barillari e Roberta Lombardi), mentre il "consenso o il dissenso vanno rilasciati in forma scritta". E ancora la legge "tutela e promuove il principio di precauzione anche nella pratica vaccinale, nonché la democratizzazione della medicina, la libertà di scelta terapeutica”.

Insomma la proposta è rendere il cittadino partecipe e libero di decidere: “il soggetto che, intrapreso l'iter predisposto alla vaccinazione, nell'eventualità di dubbi non dissipati durante il percorso informativo e/o dinnanzi a ripensamenti ponderati dopo un'attenta valutazione dei rischi/benefici, è libero di interrompere in qualsiasi momento tale procedura secondo i propri diritti specificati nel consenso informato”.

Alcuni punti riguardano la revisione della vaccinazione e dei centri vaccinali regionali, la quarantena dalla scuola, una maggiore trasparenza sulle reazioni avverse e la formazione del personale vaccinatore. I firmatari si interrogano non tanto sui vaccini ma sul modo con cui vengono praticati. E propongono una revisione con una serie di passi da compiere prima di sottoporre il bambino alla vaccinazione.

Così la pratica vaccinale viene “personalizzata”, come si legge nel testo, adattandola a caratteristiche fisiopatologiche e nutrizionali del soggetto, nonché a condizioni ambientali, familiari e sociali di ogni persona, nell'ambito della valutazione del quadro clinico individuale.

Alla base c'è l'accertamento di una eventuale "predisposizione genetica alle reazioni autoimmuni e allo stato immunitario del paziente" (fermo restando che già ora un soggetto con particolari condizioni di salute, legate al sistema immunitario, non può effettuare i vaccini). Al momento della vaccinazione, come si legge nel testo, l'individuo deve essere in condizioni ottimali, fisiche e psichiche, con un certificato di nulla osta rilasciato nel giorno o nei due giorni precedenti.

Un altro aspetto contenuto nella personalizzazione della pratica vaccinale riguarda la scelta di vaccini “anche in monocomponente, per ridurre al minimo il rischio di reazioni avverse”, mentre nella parte che riguarda il rapporto con le scuole è stata introdotta una quarantena da 4 a 6 settimane prima del rientro a scuola del bambino appena vaccinato “per evitare contagi, secondo il principio di precauzione”.

Il 22 giugno scorso, la ministra della salute Giulia Grillo si è espressa in questo modo riguardo ai vaccini: “Voglio ribadire ancora una volta, e non mi stancherò mai di ripeterlo, che i vaccini sono un fondamentale strumento di prevenzione sanitaria primaria”. “E che in discussione a livello politico sono solo le modalità migliori attraverso le quali proporli alla popolazione”.

E specifica che “tutte le polemiche sono solo strumentali” e che “si tratta di un tema che deve essere discusso anzitutto dal Ministero della Salute”. Mentre Barillari, fra i primi firmatari della proposta di legge, commenta in questo modo il testo della loro proposta di legge del 17 luglio sulla sua pagina Facebook: “Con la nostra proposta di legge, frutto di confronto e sintesi di diverse opinioni, vogliamo sostanzialmente creare un’alleanza terapeutica con i medici e attivare nuovi strumenti innovativi di consueling, di partecipazione di controllo, nella più ampia trasparenza”.