Università, se il governo mette una ex Iena a caccia di concorsi truccati

Dino Giarrusso presiederà l'osservatorio in merito. "Chi meglio di una Iena?" dice il sottosegretario. Oltre la persona, impressiona che certo pseudogiornalismo costituisca una garanzia per un simile ruolo

Il problema non è sulla persona, figuriamoci. Come sempre, ruota intorno al metodo. Che viaggia fra un reality show di serie B e una boutade continua, fra un antipasto di surrealismo e una mortificazione costante dei meriti e delle competenze. L’ultima notizia a Cinque Stelle arriva da Lorenzo Fioramonti, economista lungamente in lizza per la poltrona occupata da Giovanni Tria e che alla fine è stato nominato sottosegretario all’Istruzione. In un post su Facebook (e come ti sbagli?) ha annunciato che l’ex Iena Dino Giarrusso, candidato alla Camera con il M5S ma non eletto, già nominato responsabile comunicazione del movimento alla Regione Lazio, presiederà un “osservatorio sui concorsi nell'università e negli enti di ricerca”.

Fra l’altro, Giarrusso dovrebbe anche “svolgere il ruolo di manager della comunicazione e mantenere i rapporti istituzionali tra il mio ufficio, il parlamento e gli altri ministeri”, si legge nel post. Quindi è probabile che lascerà l’incarico appena affidatogli da Roberta Lombardi alla Pisana. Chissà, affari suoi: magari è bravissimo e riesce, col suo staff, a dividersi fra il ministero dell’Istruzione e la Regione. Buon lavoro.

Il problema, lo dicevamo, è il metodo. Dietro la nomina c’è una frase, emblematica del modo di fare dei Cinque Stelle: “Chi meglio di una ex-Iena per farlo!” tuona Fioramonti o chi gli ha scritto il post. Per fare cosa? Un ruolo senza dubbio importante: controllare la bontà e la correttezza dei concorsi pubblici universitari. “In attesa che si riesca ad attivare presso il Miur un vero e proprio ufficio di Ombudsman (Difensore Civico) che svolga questa attività in modo regolare ed istituzionale (un obiettivo che ci proponiamo di realizzare a breve) - scrive il sottosegretario - Dino ed il suo team saranno il punto di riferimento privilegiato per tutti coloro che volessero aiutarci a difendere e diffondere una cultura di trasparenza e meritocrazia nel mondo accademico”.

Quindi, in pratica, il ruolo non è formalizzato in termini istituzionali né ufficiali, sembra più un responsabile della comunicazione con licenza di andare a ficcanasare (magari a ragione). Non si capisce dunque in che vesti Giarrusso potrà difendere e diffondere, con la sola virtù che gli viene dall’essere stato una Iena, cioè l’inviato di un chiacchierato programma di infotainment, la trasparenza e la meritocrazia. Al contrario, pare che quei valori escano nuovamente mortificati da una simile nomina, che di istituzionale d’altronde non ha nulla anche se nella foto si vede una bella scrivania ministeriale.

Ne escono mortificati, i valori di trasparenza e meritocrazia, perché quel background di antiscientificità che le Iene si portano alle spalle non può non stridere con un simile ruolo. Quello che, in definitiva, si occupa di valutare la bontà delle procedure nel reclutare nuovi ricercatori, scienziati e professori. Inutile passare in rassegna le bufale trasformate in tecniche scientifiche, dalla campagna per Stamina (di questo Wired si è occupato a lungo e con grande profondità, inseguendo Vannoni anche in Georgia) agli scivolosi servizi sui vaccini fino ad altre chicche come il “veleno di scoprione” cubano (sulle cui capacità antitumorali non esistevano, nel 2010, studi internazionali a sostegno), alla dieta vegana, sempre come ottima sostituta della chemioterapia, all'esperimento Sox al Gran Sasso e così via.

Al di là di Giarrusso, del cui presenzialismo politico ci interessa pochino, l’idea che quel genere di humus pseudogiornalistico costituisca una garanzia per assegnare un simile ruolo fa davvero impressione. Il governo della competenza e del merito che sceglie in base alle “capacità investigative” di un ex inviato delle Iene e null'altro, perché null'altro di scientifico c'è nel curriculum del giornalista.* *Magari Giarrusso sarà bravissimo a fare il segugio dei baroni – forse può domandare a qualcuno di quelli piazzati nell’esecutivo o in Parlamento, per cominciare a prendere le misure – ma che ci venga presentato perché “chi meglio di una ex-Iena per farlo!anche no, grazie, ma non ci stiamo. Si tratta del massimo livello possibile di sfiducia nei confronti delle istituzioni e delle fonti ufficiali del sapere, dell’esaltazione del fai-da-te alla Di Maio, della spettacolarizzazione di pratiche importanti come quelle che sovrintendono alla correttezza del reclutamento accademico. La gente ferita dal truffatore Vannoni sta ancora gridando vendetta.