Per la prima volta i sondaggi registrano una flessione della Lega

Dopo sei mesi di crescita ininterrotta, primo stop nei sondaggi per il partito di Matteo Salvini. Ma ai partner di governo va anche peggio

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

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Dopo sei mesi di crescita ininterrotta nei sondaggi, arriva la prima frenata della Lega targata Matteo Salvini. La rilevazione è quella condotta da Ipsos per Il Corriere della Sera – sostanzialmente confermata dal sondaggio Cise presentato da Roberto D'Alimonte sul Sole 24 Ore – che fotografa la situazione al 21 dicembre 2018, cinque giorni dopo l'annuncio di un accordo con l'Unione europea per un rapporto deficit/Pil al 2,04%.

I numeriIl Carroccio, che solo un mese fa era accreditato del 36,2% dei consensi, si attesta oggi attorno al 33%, confermandosi comunque il primo partito italiano. Il rallentamento, ipotizza Nando Pagnoncelli sul Corriere, potrebbe essere dovuto al malcontento del ceto imprenditoriale del nord Italia, che storicamente mal digerisce misure come il reddito di cittadinanza e l'incertezza sul tema delle grandi opere, e trascina giù anche il leader Matteo Salvini, il cui apprezzamento cala di 4 punti in un mese e si aggira ora sul 56%.

Niente a che vedere, comunque, con il crollo dell'altro maggior azionista di governo, Luigi Di Maio, in grado di perdere 5 punti in 6 mesi e alla guida di un partito che dalle elezioni politiche a oggi è passato dal 32% al 27%. Un calo in parte fisiologico, dovuto proprio alla natura del Movimento 5 Stelle – nato per fare opposizione e con un elettorato eterogeneo e quindi più facile da scontentare adesso che all'orizzonte iniziano a intravedersi le prime misure concrete – ma anche dovuto all'aggressività dell'altro partner di governo, che ha attratto il 12% degli esuli pentastellati.

A uscire sostanzialmente indenne dall'avventura di governo è stato fin qui il premier Giuseppe Conte, forte del 60% di gradimento, più di Berlusconi e Renzi allo stesso punto dei loro rispettivi mandati. Il presidente del Consiglio, che ha comunque perso cinque punti in tre mesi, è visto come l'uomo del compromesso tra le due fazioni legate dal contratto di governo, il garante della tenuta dell'esecutivo, presentabile anche in sede europea. Bene anche il Partito democratico, che ritorna stabilmente sul 18% delle Politiche (risultato che al tempo fu comunque considerato un disastro, è bene ricordarlo) grazie alla campagna per le primarie entrata nel vivo e al ruolo di maggiore partito di opposizione, ora che l'azione di governo inizia a concretizzarsi. Non riesce ancora a rialzarsi invece Forza Italia, ormai inchiodata all'8%, cannibalizzata dalla Lega di Salvini e, come lo stesso Pd, in cerca di un'identità più definita.