Perché i genitori di Matteo Renzi sono stati arrestati

Sono accusati di bancarotta fraudolenta ed emissione di fatture false. L'ex presidente del Consiglio ha detto: “Se io non avessi fatto politica, la mia famiglia non sarebbe stata sommersa dal fango"

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Foto Roberto Monaldo / LaPresse10-04-2017 RomaPoliticaTrasmissione tv "Porta a Porta" Nella foto Matteo Renzi, sullo schermo Tiziano RenziPhoto Roberto Monaldo / LaPresse10-04-2017 Rome (Italy)Tv program "Porta a Porta" In the photo Matteo RenziLaPresse / Roberto Monaldo

Matteo Renzi e, dietro, il padre Tiziano. (foto: Roberto Monaldo / LaPresse)[/caption]

Tiziano Renzi e Laura Bovoli, padre e madre dell'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, sono stati messi agli arresti domiciliari con l'accusa di bancarotta fraudolenta e false fatturazioni. La misura cautelare è stata chiesta dal procuratore capo Giuseppe Creazzo e convalidata dal gip di Firenze Angela Fantechi. Entrambi hanno ritenuto che i coniugi potessero reiterare il reato e inquinare le prove, due delle condizioni per le quali vengono emesse misure coercitive prima del processo.

Oltre ai coniugi Renzi, sono state indagate altre tredici persone. Tra queste c'è anche Roberto Bargilli, noto soprattutto per aver guidato il camper con il quale Matteo Renzi ha condotto la sua campagna elettorale in occasione delle primarie del Partito democratico del 2012.

L'accusaSecondo quanto si legge, i genitori dell'ex premier avrebbero fatto fallire "dolosamente" tre cooperative con le quali erano in affari: Delivery, Europe Service e Marmodiv. Il modus operandi sarebbe stato identico per tutte e tre. In un primo momento, veniva costituita la cooperativa per mettere a disposizione della Eventi 6, la società della famiglia Renzi, manodopera senza oneri previdenziali e erariali. Poi si sceglievano alcuni prestanomi ai quali affidare la gestione. Infine, quando la cooperativa iniziava ad andare in crisi, veniva abbandonata. Nel caso di Marmodiv, le difficoltà economiche sarebbero subentrate anche a causa dell'emissione di fatture false per operazioni inesistenti.

Nell'ordinanza di custodia cautelare, il gip scrive che le "condotte volontarie" venivano "realizzate non per fronteggiare una contingente crisi di impresa", bensì erano "finalizzare a massimizzare il proprio profitto". E ancora, "i fatti per cui si procede non sono occasionali e si inseriscono in un unico programma criminoso in corso da molto tempo, realizzato in modo professionale con il coinvolgimento di numerosi soggetti".

Le proveL'accusa si basa sia su quanto è riportato nei documenti sequestrati dalla Guardia di Finanza nelle sedi della società, sia sulle testimonianze dei dipendenti. A questo proposito il testimone Antonello Gabelli ha dichiarato: "Venivano create aziende, prevalentemente sotto forma di cooperative, al solo fine di raggruppare i lavoratori o i mezzi... tendenzialmente Mariano Massone, Gambino Giovanna, Tiziano Renzi e Laura Bovoli creavano società cooperative al fine di svolgere il lavoro operativo, concentrando tutte le criticità su queste e lasciando 'pulite' le menzionate società capofila".

Luigi Carcione, un altro testimone, ha detto: "Ho lavorato in nero per la Delivery Service presso una piattaforma logisitica in Pisa località Ospedaletto... Preciso che l'interlocutrice della casella di psota elettronica della Delivery Service Italia alla quale inviato il rendiconto dei pagamenti era tale Lalla". Secondo i giudici, Lalla starebbe per Laura Bovoli, madre di Matteo Renzi.

A far nascere il sospetto dell'utilizzo dei prestanome è stato invece Carlo Fontanelli. Fontanelli, sentito nel 2016, ha dichiarato che gli fu proposto di assumere la carica di addetto agli automezzi per Delivery. Qualche mese più tardi venne nominato consigliere di amministrazione a sua insaputa (un fatto per cui ha sporto querela). Di prestanome si è parlato anche a seguito dell'intercettazione tra Tiziano Renzi e Daniele Goglio poiché quest'ultimo ammise di aver assunto la guida della Marmodiv "in virtù di un favore personale".

Le reazioni dell'ex premierIl premier Matteo Renzi ha scritto un lungo post su Facebook per commentare la decisione dei giudici di mettere agli arresti domiciliari i suoi genitori. "Arriveranno le sentenze e vedremo se questi due cittadini settantenni, incensurati, sono davvero i pericolosi criminali che meritano – oggi, casualmente proprio oggi – questo provvedimento. Arriveranno le sentenze e misureremo la credibilità delle accuse. Arriveranno le sentenze e vedremo chi è colpevole e chi no". Secondo l'ex presidente del Consiglio, la misura cautelare non sarebbe stata applicata se lui non fosse sceso in politica. "Da figlio sono dispiaciuto per aver costretto la mia famiglia e le persone che mi hanno messo al mondo a vivere questa umiliazione immeritata e ingiustificata. Se io non avessi fatto politica, la mia famiglia non sarebbe stata sommersa dal fango. Se io non avessi cercato di cambiare questo paese i miei oggi sarebbero tranquillamente in pensione".

Renzi dà a intendere di vedere nella misura una sorta di diversivo per sottrarre l'attenzione al salvataggio di Salvini, avvenuto tramite il voto dei 5 stelle sulla piattaforma Rousseau: “La vicenda dei miei genitori ha totalmente oscurato tutto ciò che è accaduto ieri nel mondo della politica. Basta leggere i quotidiani di oggi per rendersene conto. Un capolavoro mediatico", ha scritto l'ex presidente del Consiglio.

L'applicazione della misura cautelare è stata criticata anche dall'avvocato della famiglia Renzi e da Silvio Berlusconi. In un'intervista a Quarta repubblica, il Cavaliere ha detto: "Sono cose che in un paese civile non accadrebbero".

In generale, diversi esponenti di Lega e Movimento 5 stelle – forse ancora scottati da quanto successo ai padri di Di Maio e Di Battista – non hanno approfittato della situazione per attaccare Renzi. Molti, anzi, hanno specificato che "non c'è nulla da festeggiare".