Salvini punta ai NoVax scontenti del Movimento 5 stelle come nuovo bacino elettorale?

Al ministro dell'Interno servono nuove battaglie in vista delle europee: la lettera alla ministra Grillo sulla scadenza del 10 marzo insiste nel dividere gli italiani in cittadini di Serie A e di Serie B. Anche i più piccoli

<br />

Manifesti contro i vaccini affissi lo scorso gennaio davanti all'asilo nido "Le Pratoline" di Torino (foto: Nicolò Campo/Lapresse)

In un clamoroso ribaltone che solo il trasformismo politico italiano sa concederci, Movimento 5 stelle e Lega si ritrovano su fronti contrapposti rispetto al tema dei vaccini obbligatori per frequentare le scuole dell’infanzia. D’altronde non può e non deve stupire: abbiamo capito da tempo il gioco facile facile di Matteo Salvini. Con gli sbarchi diminuiti al prezzo di migliaia di morti in mare e il forcing sui migranti e sulle Ong ormai esaurito dopo alcuni, spietati mesi di avvelenamento – anche se rimarrà sempre il fondale dell’azione del ministro dell’Interno – occorrono nuovi nemici, nuove campagne, nuovi filoni di propaganda. Tutto in vista delle elezioni europee di maggio che dovrebbero sferrare il colpo mortale agli alleati grillini. Uno è quello delle droghe leggere, l’altro quello dei vaccini.

Su questo secondo punto, il leader del Carroccio sta tentando negli ultimi giorni di incunearsi nella frattura fra il fondatore e garante Beppe Grillo, nei giorni scorsi contestato sull’argomento dopo esserne stato alfiere, e l'universo NoVax, come al solito per metterlo a rendita elettorale. Ha scelto di farlo con una mossa a sorpresa che non ha affatto i caratteri dell’emergenza: una lettera a Giulia Grillo, la ministra della Salute, per chiederle di promuovere appunto un decreto legge sul tema. In particolare, per posticipare la scadenza del 10 marzo, quella definitiva per i genitori che devono consegnare i documenti necessari ad attestare che i propri figli sotto i 6 anni siano stati vaccinati come autocertificato lo scorso settembre.

Peccato che, se le coperture vaccinali nelle aree più critiche sono decisamente migliorate – secondo la Società di Igiene e medicina preventiva su scala nazionale siamo al 94,5% per il trivalente (morbillo, rosolia, parotite) e al 95,4% per l’esavalente – è altrettanto vero che non sono mancate le autocertificazioni fasulle, anche se il fenomeno starebbe scemando, e che è troppo presto per abbassare la guardia. Specialmente nelle scuole primarie e secondarie, dove saranno centinaia i ragazzi non vaccinati che metteranno a rischio se stessi e gli immunodepressi: “Si può arrivare anche a stimare un migliaio in tutta Italia”, ha detto Antonello Giannelli, presidente dell’associazione nazionale presidi, in vista della nuova scadenza. Quel 10 marzo che è appena entrato nel mirino del ministro Salvini.

Già perché sopra i sei anni la continuità scolastica non è messa a rischio, e i genitori devono solo pagare una multa qualora non consegnino il certificato vaccinale completo: da 100 a 500 euro. Più che sopportabile per chi sia disposto a combattere battaglie tanto irragionevoli e ben oltre il buon senso. Lì, dove in realtà si annidano i rischi più profondi, c'è poco da lucrare: chi vuole difendere la propria folle battaglia può farlo pagando, Salvini non serve più di tanto.

Sul target dei genitori dei minori di sei anni, invece, c’è molto più da raccogliere in termini di consenso. Perché in quel caso i piccoli rischiano la sospensione dalla frequenza. “L’intento del procedimento – ha scritto il responsabile del Viminale - è quello di garantire la permanenza dei bambini nel ciclo della scuola dell'infanzia”. Per aggiungere: “Evitiamo traumi ai più piccoli”. Infischiandosene di tutte quelle famiglie che di traumi ne hanno vissuti fin troppi e non possono mandare a scuole i propri figli, per le ragioni più diverse legate alla mancata immunità di gregge.

Più che spostare il termine del 10 marzo, da un rappresentate responsabile delle istituzioni ci si aspetterebbe una posizione diametralmente opposta: aumentare le sanzioni non solo per la violazione di domicilio, come si sta facendo attraverso la legge sulla legittima difesa, ma anche per i genitori che non vaccinano gli studenti delle primarie e delle secondarie di primo e secondo grado. Quanto alle mamme e ai papà dei bambini più piccoli, invece di richiamare gli adulti alle proprie responsabilità il governo persiste nell'ignorare i più fragili, quelli che rischiano la vita a causa delle ideologie più distorte e antiscientifiche, delle bufale e dell’intossicazione da dietrologismi. Anche fra i bambini, oltre che fra gli adulti, si continua dunque a ferire il tessuto sociale proponendo categorie di Serie A e di Serie B. E si incoraggiano i loro genitori a pensarla nello stesso modo.