Aerei e aeroporti, il piano della Cina per surclassare gli Stati Uniti

Entro il 2035 Pechino vuole costruire 216 scali per aumentare il traffico aereo. E anche le compagnie stanno incrementando modelli e rotte

Air China (Getty Images)

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Da qui al 2035 la Cina costruirà altri 216 aeroporti, portando il totale degli scali presenti nel paese alla ragguardevole cifra di 450. Per fare un paragone, il paese con il maggior numero di aeroporti in cui le compagnie aeree pianificano voli periodici (e cioè non charter o voli di aerei privati) sono gli Stati Uniti, con 784 strutture. Anche il Canada, per la sua particolare geografia, ha un buon numero di aeroporti: 320 . Invece, restando sempre in Nordamerica, il Messico ne ha solo 66 in Messico. In Italia sono 42.

Il balzo in avanti della Cina - che fino a 20 anni fa aveva un settore del trasporto aereo considerato lillipuziano rispetto a quelli occidentali - è dovuto in parte alla rapidissima crescita dell'economia e alla distribuzione della ricchezza, che fa crescere sia i bisogni di spostamento per lavoro che quelli per vacanza o per avvicinamento alle famiglie. Il paese sta assistendo anche a una migrazione epocale della popolazione verso i grandi centri urbani e Pechino da tempo pianifica la costruzione di nuove città soprattutto a occidente, per alleggerire il peso dell'inurbamento sulle grandi città della costa.

La crescita del settore del trasporto aereo è centrale. Oggi si contano 1,4 miliardi di cinesi, rispetto ai 325 milioni di americani e 550 milioni di europei. La crescita dell'economia della Cina negli ultimi venti anni ha reso sostanzialmente parte delle classi medie, come capacità di spesa, circa il 70% della popolazione. Quindi, poco più di un miliardo di cinesi può permettersi di volare: più degli abitanti americani ed europei.

Traffico passeggeri in Cina

La crescita del settore del trasporto aereo civile è dunque necessaria e fortemente voluto da Pechino. La Civil aviation administration of China (Caac), cioè il regolatore del trasporto aereo cinese, ha stimato che il totale degli scali nel 2035 servirà appena a coprire solo una parte della domanda di spostamenti, se i tassi rimarranno costanti. Il numero di passeggeri è cresciuto del 13% nel 2018 rispetto all'anno precedente. Gli aeroporti cinesi l'anno scorso hanno assorbito circa 552 milioni di passeggeri, che nel 2020 diventeranno 720 milioni. La crescita è superiore a quella del mercato internazionale del trasporto aereo, che è comunque in costante aumento da settant'anni (cioè dalla fine della guerra), anche se con percentuali minori.

Corsa con WashingtonPechino tra l'altro si aspetta di diventare una superpotenza del volo di linea e superare gli Stati Uniti, mentre un effetto pianificato degli investimenti nelle nuove infrastrutture aeroportuali dovrebbe essere, secondo Pechino, quello di accelerare l'economia la cui crescita ha rallentato negli ultimi mesi a seguito della crisi internazionale. È la stessa strategia seguita anche per altri investimenti infrastrutturali, come sistemi di ponti, autostrade e intere città.

La Cina, secondo un rapporto pubblicato da Sita, azienda specializzata in informatica per gli aeroporti, ha anche aumentato nettamente la spesa di dotazioni software e hardware. “Secondo le nostre ricerche – si legge nel rapporto – il 100% delle compagnie aeree e circa il 95% degli aeroporti hanno già messo in piedi un piano di trasformazione digitale e lo stanno attuando o pianificano di farlo a breve”.

Aeroporti cinesi per traffico di passeggeri su base annuale, 2017

Il ruolo delle compagnieOltre agli aeroporti giocano un ruolo molto importante le compagnie aeree cinesi. Ad oggi hanno trasportato, contando anche il traffico internazionale, un totale di circa 600 milioni di passeggeri. Cinque anni fa erano 440 milioni di persone, secondo quanto rilevato dalla società di consulenza Sabra Market Intelligence. Le grandi compagnie cinesi sono China Southern Airlines (597 velivoli e 208 destinazioni), China Eastern Airlines (523 velivoli e 217 destinazioni) e Air China (408 velivoli e 201 destinazioni). Seguite da Hainan Airlines (229 velivoli e 110 destinazionli) e da Xiamen Airlines (171 velivoli e 70 destinazioni), con vocazione più regionale, anche se su una scala decisamente maggiore a quella a cui siamo abituati in Europa.

Le prime cinque compagnie aeree cinesi

Nell'ambizione delle tre grandi compagnie cinesi c'è quello di superare le rispettive tre grandi americane (Delta Air Lines, American Airlines e United Airlines). L'amministratore delegato di China Southern, Tan Wangeng, ritiene che entro il 2035 la sua compagnia avrà duemila velivoli, con una crescita senza precedenti del 287% in meno di venti anni. Le seconde due (Chinea Eastern e Air China) hanno in ordine presso Boeing e Airbus altri 400 velivoli.

Nel complesso, Forbes riferisce che Pechino stima che entro i prossimi vent'anni la Cina comprerà 7690 nuovi aerei di linea, per un totale di 1.200 miliardi di dollari. Insieme alla richiesta del mercato, giocano un ruolo significativo anche i sussidi statali, che hanno aiutato le compagnie soprattutto a sviluppare la rete di voli di lungo raggio, i più profittevoli per una compagnia aerea. In particolare, la Caac ha seguito a lungo una politica di autorizzazione basata sulla filosofia “one route, one airline”, che favoriva di volta in volta la singola compagnia aerea cinese intitolata a un particolare collegamento internazionale. Adesso invece nuovi slot vengono assegnati per ciascuna rotta anche alle altre compagnie cinesi, aprendo a una concorrenza interna che fa parte di una fase più matura del mercato del trasporto aereo civile.

Nel 2018 Skytrax ha votato Singapore Airlines la migliore compagnia aerea al mondo, mettendo alla posizione numero 8 Hainan Airlines e al numero 14 China Southern Airways, (la prima compagnia aerea americana ad entrare nella lista è stata Delta Air Lines, alla posizione numero 37). Anche se formalmente cinese, ma appartenente al gruppo finanziario britannico Swire, Cathay Pacific, la compagnia di bandiera di Hong Kong, è alla posizione numero 6.

Ultimo segmento: la produzione di aerei. Dopo essersi appoggiati nel dopoguerra prima alle tecnologie sovietiche e poi a quelle occidentali, soprattutto l'europea Airbus ma anche l'americana Boeing (il duopolio di fatto nella produzione di aerei per il breve, medio e lungo raggio), la Cina ha portato avanti una serie di joint venture con Airbus per la produzione di A320 in Cina e poi per la produzione di aerei linea autoctoni, grazie al conglomerato di stato Comac.

In particolare, sono quattro gli aerei già in produzione o in fase di finalizzazione: i velivoli a fusoliera stretta Arj21 (75-105 posti), C919 (150-190 posti) e gli aerei a fusoliera larga (bimotori) C929 (250-290 posti) e C939 (390-400 posti). Il C929 è previsto per il 2026 e il C939 è stato appena proposto, mentre la produzione commerciale del C919 è prevista per il 2021.