Gli spot in film e serie tv farebbero perdere a Netflix metà degli iscritti

Secondo uno studio svolto sugli abbonati di sette Paesi tra Europa e Stati Uniti, se Netflix decidesse di introdurre la pubblicità nei suoi programmi arriverebbe a perdere mediamente il 57% dei suoi utenti.

Tra le principali caratteristiche che hanno reso Netflix l’attuale colosso dello streaming con i suoi ormai oltre 139 milioni di utenti abbonati in tutto il modo ci sono anche il tempismo e l’assenza di pubblicità. E i due elementi sono legati, dato che la società californiana è stata tra le prime, all’inizio del nuovo millennio, a proporre una formula di abbonamento per lo streaming video, inventando un business alternativo alla tv, retta in gran parte dalla pubblicità.

Settimana scorsa la compagnia ha annunciato l’aumento del prezzo degli abbonamenti per gli utenti americani così da poter continuare a finanziare gli investimenti nelle produzioni originali di serie e film. Ma la piattaforma resta comunque capace di un’offerta concorrenziale anche con i nuovi prezzi.

Diverso potrebbe essere invece l’effetto di un ripensamento riguardo alla presenza della pubblicità. Durante la scorsa estate il servizio ha deciso di testare l’introduzione della pubblicità tra diversi episodi di alcuni programmi, senza però interrompere le puntate.

A partire da quel test, la società di ricerca marketing Audience Project, ha deciso di fare uno studio sulle conseguenze che quella pratica avrebbe se introdotta in modo sistematico. Ne emerge che, se Netflix decidesse di introdurre delle interruzioni pubblicitarie nei suoi programmi e nei suoi film o serie tv, rischierebbe di perdere in media oltre 58% dei suoi abbonati.

Inoltre, stando ai dati raccolti su un campione di sette Paesi tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Danimarca, Germania, Finlandia, Svezia e Norvegia, l’effetto sarebbe soltanto lievemente migliore se l’aggiunta della pubblicità fosse accompagnata da una diminuzione del prezzo di abbonamento.

E l’elevata quantità di defezioni si spiegherebbe con il fatto che ormai gli abbonati alla piattaforma streaming sono abituati ad avere accesso ai contenuti senza dover temere interruzioni di alcun genere, e tornare indietro adesso è molto difficile. Inoltre, l’aggiunta di pubblicità potrebbe essere una cattiva idea anche in termini di competitività, visto altri servizi streaming come Hulu e Cbs All Access ne sono privi.