Quanto valgono gli affari tra Italia e Cina

Raggiungono 44 miliardi gli affari delle aziende cinesi partecipate da gruppi italiani. Mentre la Cina investe in grandi aziende del Belpaese

Mentre la polemica sugli accordi tra Italia e Cina riguardo all’ingresso del Belpaese nel progetto della nuova via della Seta non sembra placarsi, nelle ore immediatamente precedenti all'arrivo del presidente cinese Xi Jinping a Roma, il 21 marzo, la Repubblica popolare continua a guardare con interesse allo Stivale per i suoi affari. Dal 2017 l’Italia è la terza meta europea per i capitali provenienti da Pechino.

La piattaforma Ctrip, l’equivalente cinese di Booking, con un fatturato da 4,5 miliardi di dollari nel 2018, ha firmato un accordo annuale con l’agenzia regionale Toscana promozione turistica per facilitare l’ingresso dei turisti cinesi nella regione.

Ma la partnership con investitori cinesi nel nostro Paese non si limita al turismo e riguarda soprattutto aziende e industrie. Dal 2014 compagnie cinesi hanno cominciato ad accumulare partecipazioni all’interno di società come Fca, Enel, il gruppo assicurativo Generali e l’operatore di servizi elettrici Terna. E si sono ritagliate un ruolo di primo piano nella corsa alle nuove reti mobili 5G.

Sempre tra il 2014 e il 2015 la società cinese China national chemical ha acquistato una quota maggioritaria di Pirelli, per il corrispettivo, all'epoca, di 7,3 miliardi di euro. Tra gli altri investimenti vanno ricordati i 400 milioni di euro spesi da Shanghai Electric per entrare nel capitale di Ansaldo Energia, oltre ai 2,81 miliardi di euro investiti dal gigante dell’energia elettrica China state grid per acquisire il 35% della società Cdp Reti, parte di Cassa depositi e prestiti.

Secondo i dati di Promos Italia sull'interscambio commerciale tra l'Italia la Cina, nel 2017 risultavano essere presenti nello Stivale circa 300 gruppi cinesi. E secondo i dati riportati da *Il Sole 24 **Ore, *le aziende italiane con partecipazione cinese erano circa 641, per un fatturato totale di 18 miliardi. Mentre le aziende cinesi con partecipazione italiana sarebbero oggi circa 1700, con 150mila addetti e un giro d’affari di 22 miliardi di euro. I titoli che la Banca popolare cinese possiede all’interno di società come Intesa Sanpaolo, Unicredit, Enel e Telecom hanno sfiorato i 4 miliardi e 395 milioni di euro.

Il giro d’affari complessivo relativo all’interscambio commerciale Roma e Pechino nel 2018 ha raggiunto il valore di 44 miliardi di euro, e in Lombardia si registra il 40% del totale degli scambi.