Il festival di Sanremo, un affare per le escort

Ogni anno, in occasione dell'evento canoro, la prostituzione vede aumentare i propri incassi. Tutto denaro in nero, non dichiarato per colpa di una normativa sulla prostituzione che deve essere aggiornata

Sanremo è Sanremo e lo sanno bene le escort. Nella città ligure che ospita il Festival, sono arrivate la ex pornostar, ora escort da mille euro a prestazione, Milly D’Abbraccio e la trans pugliese Alessia Nobile, e se la prima, ufficialmente presenta Music Tv, la community dedicata ai giovani musicisti emergenti, la seconda ha affermato alla Zanzara su Radio 24: “Q**ui, per una settimana c’è il mondo e io ne approfitto cantando in un altro microfono, scusate la battuta” e specifica, per chi fosse interessato: “La mia tariffa è di cento euro a mezz’ora, ma qui me ne danno anche 300 perché c’è molta gente facoltosa, che può spendere”. È veramente così? A Sanremo, in occasione del Festival, succede ciò che è successo a Milano all'epoca dell’Expo, ovvero la città diventa punto di migrazione delle professioniste del sesso?

Nel 2014 il Secolo XIX riportava un “boom di lucciole” che si concentravano, nella stagione turistica,  tra Villa Spinola e Capo Nero e un ulteriore incremento durante il Festival, parzialmente contenuto con numerose retate della polizia. Nel 2015 si parlava di escort provenienti dalla Costa Azzurra in occasione della prova canora e attrezzate dal punto di vista tecnologico: seguendo l'evento su smartphone grazie alla app Rai Tv, sapevano quando muoversi: “Attendere sulla strada i clienti mentre all’Ariston si canta è inutile – raccontava Alina a Riviera24.itmeglio stare al caldo in stazione e aspettare l’ultima canzone in scaletta per poi raggiungere l’Aurelia”.

Sì del Tribunale: Alessia è donna anche per lo Stato, senza intervento https://t.co/ghDX5LHWrz via @

— ALESSIA NOBILE (@ALESSIATX) March 15, 2016

Caterina, insieme a una collega, sempre nel 2015, aveva affittato un piccolo appartamento proprio in occasione del Festival e rivelava: "Tra i miei clienti, alcuni anche facoltosi, non c’è nessun cantante, ma qualche collaboratore di case discografiche e professionisti legati al mondo della musica che cerca di trasgredire anche durante le giornate di lavoro”. Niente di strano, escort o studentesse improvvisate tali per guadagnare qualcosa, scendono in strada, occupano appartamenti e ricevono nei centri massaggio. Fiutano l'affare e agiscono di conseguenza. Il problema rimane l'enorme fiume di denaro nero che sfugge alle casse dello Stato, sprovvisto di una normativa per punire oppure inquadrare in modo preciso dal punto di vista reddituale il fenomeno. Difatti, la legge Merlin che portava all'abolizione delle case chiuse nel 1958, punisce lo sfruttamento della prostituzione, non la prostituzione in quanto lavoro autonomo.

Nell'era della società liquida e del nomadismo professionale, se chi esercita il mestiere più antico del mondo si è aggiornato, è ora che lo faccia anche lo Stato e legittimi e inquadri dal punto di vista fiscale, un mestiere che non ha nulla di cui vergognarsi, ma tutto da dichiarare.