Lavoro in Cina, ecco i profili più richiesti

Meccanica, ecommerce, ingegneria, lusso, retail e design i settori in cui si offrono più lavori in Cina per italiani, neo laureati o già con esperienza

Si conferma la richiesta di economisti e ingegneri, mentre cresce la ricerca di profili scientifici che siano in grado di interagire con colleghi e clienti cinesi. È quanto emerge dall’edizione 2019 dell’Italy China Career Day, l’unico evento in Italia che mette in contatto aziende alla ricerca di personale specializzato sulla Cina e candidati con competenze cinesi. Organizzato dalla Fondazione Italia Cina e Associna, in collaborazione con Assolombarda e Camera di commercio italo cinese.

L’ottava edizione si è tenuta l'8 marzo nella tradizionale cornice di Assolombarda, a Milano, dove aziende e candidati - cinesi e italiani con competenze specifiche sulla Cina, la sua lingua, la sua cultura e il suo mercato - hanno potuto incontrarsi per colloqui conoscitivi. Sono 401 i curricula arrivati per partecipare agli incontri in programma nel pomeriggio, subito dopo le sessioni mattutine e pomeridiane di formazione per candidati e aziende (contro i 285 del 2017): 336 quelli selezionati dalle società che hanno acquistato un desk.

Diversi i settori di provenienza dei candidati: scienze linguistiche e relazioni internazionali (181), scienze linguistiche con specializzazione economica (77), economia (51), ingegneria (33), art fashion and design (20), social media management e digital marketing (11), giurisprudenza (11), turismo (8), direzione teatrale e cinema (3), giornalismo (2), informatica (2), grafica (1)e scienze ambientali (1).

Sedici le aziende che hanno partecipato alla giornata: oltre allo sponsor Nms Group, Autogrill, Brembo, Bulgari, Cannon Group, Fc Internazionale Milano, Fluid-o-Tech, Lagardère Travel Retail, Loro Piana, OtbB Group, Oulide Group, Pietro Fiorentini, Salmoiraghi Automatic Handling, Tensa Industrial Design e Chic Group/Xi’an International Fashion Town tra gli altri. Metalmeccanico e meccanica industriale, ricerca e produzione scientifica, lusso, retail, real estate, tessile, ristorazione, design industriale e cosmesi i settori coinvolti.

L’Italy China Career Day è da sette anni il riferimento per tutte le aziende alla ricerca di personale madrelingua cinese e di candidati con specifiche competenze declinate alla lingua, alla cultura e al business environment cinese. Un’esigenza sempre più sentita viste le strette relazioni commerciali ed economiche tra la Cina e il nostro Paese, dove sono ormai più di 600 le imprese partecipate da gruppi cinesi, realtà che danno lavoro a oltre 32 mila persone con un giro d’affari complessivo che si aggira intorno ai 18 miliardi di euro. L’importanza di disporre di personale qualificato con una formazione interculturale è sempre più forte anche per gli oltre 2.100 investitori italiani che hanno messo un piede in aziende cinesi o di Hong Kong (dati centro studi per l’impresa Fondazione Italia Cina).

Lo sviluppo della presenza italiana in Cina deve puntare sugli investimenti per rinforzarsi sul lungo periodo e questo richiede personale formato per operare in due Paesi e in due economie così diverse tra loro – ha dichiarato il direttore generale della Fondazione Italia Cina, Vincenzo Petrone –. Capita di frequente che un’azienda sia costretta a rinviare o limitare le proprie attività proprio per mancanza di un team preparato a questa sfida”.

Nel contesto di oggi la presenza di qualcuno che possa coniugare le due culture, o semplicemente dialogare tra i due mondi, è diventata estremamente importante – ha affermato Mu Xiang Rong, Presidente Associna –. E qui il ruolo delle seconde generazioni italo cinesi, dei ragazzi cinesi che sono venuti in Italia a studiare attraverso i progetti Marco Polo e Turandot, o ancora dei ragazzi italiani che hanno scelto lo studio della lingua e cultura cinese come loro mission, è diventato cruciale”.