Padre Pio e la leggenda delle stimmate

Sono passati cinquant'anni dalla morte di padre Pio, cento da quando avrebbe ricevuto le stimmate: miracolo o leggenda?

Action figure di Padre Pio in vendita a Medjugorje (foto: Franco Origlia/Getty Images)

Il 23 settembre di 50 anni fa moriva padre Pio da Pietrelcina. Grazie alle riforme di Giovanni Paolo II, una volta cominciato il processo di canonizzazione ha scalato i livelli previsti piuttosto velocemente. Da Servo di Dio (nel 1982)a Venerabile (1990), poi Beato (1999)e infine, nel 2002, Santo: *achievement unlocked. *

Oggi San Pio da Pietrelcina, al secolo Francesco Forgione (1887-1968), è una delle figure religiose in assoluto più popolari in Italia. Basta, a questo proposito, leggere l'importante introduzione del blog Vmc alla proliferazione nello stivale di statue a lui dedicate, non tutte esattamente dei capolavori. E anche il primo ministro Giuseppe Conte in questi giorni ci ha tenuto a far sapere di essere parte del fandom.

Ma che cosa ha reso padre Pio un Santo, prima tra i fedeli e poi anche agli occhi della Chiesa?

Odore di santitàPer la** Chiesa**, dato che non era un martire, la qualifica di Santo ha richiesto il riconoscimento di** due dei miracoli a lui attribuiti**, entrambe guarigioni per intercessione. Che queste non abbiano nulla di miracoloso dal punto di vista scientifico è quasi superfluo dirlo: le guarigioni straordinarie si verificano, e continueranno a verificarsi, indipendentemente dalla causa soprannaturale a cui decidiamo di dare il merito. Se si parlasse di un braccio ricresciuto a un amputato, sarebbe già un altro paio di maniche. Tanti altri sono invece i presunti miracoli, dalla bilocazione alla lettura del pensiero che, anche se non determinanti per la canonizzazione, fanno parte dell**'agiografia** del religioso.

Famoso, per esempio, è il profumo (implicitamente soprannaturale) che si diceva si sprigionasse dalla sua persona, e che sarebbe anche in grado di rivelare la sua presenza in spirito: in entrambi i miracoli *ufficiali, *successivi alla morte di Forgione, dei testimoni raccontano del delizioso profumo.

Odore di violette, soprattutto, ma si citano anche rose e ciclamini. Un bouquet che i mercanti nel tempio hanno poi ben pensato di sfruttare, realizzando appositi profumi.

Le stimmate della discordiaLa realtà, però, è che per la santità di padre Pio è stata fondamentale la leggenda delle sue famose stimmate, apparse pubblicamente nel 1918 (ma sarebbero anche apparse e scomparse anche nel 1910). Sono quelle ferite a iniziare un culto della personalità che, alla fine, la Chiesa ha deciso fosse meglio fare proprio, piuttosto che osteggiare. Già, perché a dispetto della fabbrica dei santi di Wojtyła, è noto che per Giovanni XXIII padre Pio era un idolo di stoppa e, come nel caso di altri presunti miracoli, molte critiche al culto arrivavano proprio da ambienti cattolici.

Sulla natura miracolosa delle stimmate di padre Pio, in realtà non ci sarebbe molto da raccontare. Non è mai stato possibile esaminarle in modo approfondito, anche perché, come riporta lo scettico Joe Nickell, il possessore si comportava come se fossero estremamente dolorose quando qualcuno le doveva esaminare. Come nel caso di altri presunti stigmatizzati, tutto fa pensare che fossero ferite superficiali (con buona pace di chi dichiarava, assurdamente, che fosse possibile vedere la luce attraverso) e autoinflitte, probabilmente con una sostanza caustica. Ed è documentato che il religioso aveva richiesto, in segreto, dell'acido fenico puro.

È significativo inoltre che, agli inizi della sua carriera di mistico, il frate scrivesse ai suoi padri spirituali copiando parola per parola dal diario di Gemma Galgani, fingendo di non conoscere la pubblicazione. Anche Galgani era una mistica, poi santificata, e anche lei affermava di aver ricevuto le stimmate.

A questo aggiungiamo che per gran parte della sua vita di stigmatizzato il frate non ebbe nemmeno bisogno di mostrarle. Indossava infatti guanti o bende sulle mani per nasconderle, quando in realtà erano proprio queste coperture a far dare per scontato, senza prove, che sotto ci fossero le sante ferite. E quando morì nel 1968 le stimmate, magicamente, scomparvero. Nonostante l'apologetica ci racconti che questo sarebbe del tutto normale, o addirittura una controprova della loro autenticità, è significativo che alla fine si sia deciso di esporre la sua salma con i guanti, una messa in scena pensata proprio per non far dubitare i fedeli.

La storia è una severa maestraÈ un errore credere che il dibattito su padre Pio si debba ridurre all'eterna discussione tra devoti e mangiapreti sull'esistenza o meno del soprannaturale. Le presunte stimmate hanno sì messo in moto una leggenda che continua a essere raccontata, ma per capire davvero come è possibile che nel XXI secolo se ne discuta bisogna passare dall'agiografia alla storia. Lo ha fatto nel 2007 lo storico Sergio Luzzatto, professore ordinario a Torino, con Padre Pio. Miracoli e politica nell'Italia del Novecento (2007). Nel libro lo studioso mostra come la storia del Santo è intrecciata con quella dell'Italia. È grazie a questo lavoro che ora conosciamo la strana richiesta di acido fenico e il plagio di Gemma Galgani ma** **non si tratta, in questo caso, di smontare il soprannaturale e smascherare l'impostore. L'obiettivo è invece dare un senso alla cinquantennale carriera del cappuccino di San Giovanni Rotondo.

Per esempio, Luzzatto nota che la comparsa delle stimmate non avviene in un periodo qualunque. Nel 1918 la Grande guerra stava finendo, risvegliandosi dall'incubo le persone di fede speravano in un cambiamento che guarisse le ferite aperte: il ritorno di Gesù o, almeno, l'arrivo di un santo. Ma un santo del XX secolo è diverso da uno del Medioevo, spiega Luzzatto. In passato si poteva mettere in dubbio un miracolo senza scalfire il messaggio evangelico, perché tutti riconoscevano l'esistenza di Dio e dei suoi segnali. Con la modernità invece i miracoli dei santi diventano, da segnali, delle prove dell'esistenza di Dio. La loro critica, anche dall'interno della Chiesa, diventa più problematica, come in effetti è stato nel caso di padre Pio, da sempre faticosamente osteggiato dalla sua stessa organizzazione.

Un altro aspetto che le agiografie passano in sottotono è quello politico. Padre Pio non sarebbe diventato San Pio senza le giuste amicizie, e nel suo caso ha potuto contare sul sostegno, morale e materiale, di molti elementi del partito fascista. In questo modo pagina dopo pagina lo storico racconta come, mentre il frate era nel suo monastero di San Giovanni Rotondo, l'Italia e il mondo intorno a lui si muoveva, e lui ne era uno dei protagonisti. Capire il padre Pio storico, invece di quello folkloristico, significa capire di più la storia d'Italia degli ultimi cent'anni.