Razzismo e odio, sbaglia chi li considera fenomeni da stadio

L'Ocse pubblica i dati relativi al 2017: crimini d'odio aumentati, 8 su 10 prendono di mira i cittadini stranieri. La politica securitaria e dei porti chiusi avrà migliorato le cose nel 2018?

Si tratta di un 99% di persone normali e dell’1% di idioti, che sono vergogna della società e dell’umanità”: è il commento di Zvonimir Boban, ex calciatore del Milan e ora vicesegretario generale della Fifa, dopo l’indecente spettacolo xenofobo durante Inter-Napoli, partita caratterizzata da ripetuti ululati contro il giocatore senegalese Kalidou Koulibaly. Ma davvero la proporzione tra razzisti e non razzisti è così a vantaggio dei secondi, nelle curve degli stadi di calcio come nel resto della popolazione italiana? A mio avviso questo genere di ricostruzioni e di distribuzioni rischia di restituire un quadro eccessivamente ottimistico e vagamente assolutorio su quello che sta accadendo in Italia in questi anni.

Kalidou Koulibaly. giocatore del Napoli - foto Getty

L’Osce, organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, censisce ogni anno i crimini d’odio denunciati alle forze dell’Ordine nel nostro Continente e di recente ha reso noti i dati aggiornati al 2017. Nel nostro paese, i crimini denunciati sono cresciuti del 122% in soli cinque anni, passando dai 472 del 2013 ai 1048 del 2017. Quasi l’80% di questi crimini riguardano aggressioni nei confronti di cittadini stranieri. L’Osce rileva con onestà che questi dati potrebbero essere falsati da una falla legislativa (odiosa): non essendoci specifiche fattispecie giuridiche che regolano i reati d’odio contro persone disabili o nei confronti di persone non eterosessuali, è possibile che i reati d’odio siano in realtà molti di più rispetto a quelli regolarmente denunciati, e dunque in percentuale i crimini denunciati contro gli stranieri siano meno rilevanti. In ogni caso l’ordine di grandezza lascia spazio a pochi equivoci: nel 2017 in Italia, ogni giorno, sono stati denunciati almeno due crimini motivati dall’intolleranza nei confronti delle persone straniere.Sarà certamente interessante registrare i dati alla fine del 2018, dopo un anno in cui – al netto di come la si pensi politicamente – è avvenuto un oggettivo sdoganamento nei confronti di frasi e comportamenti apertamente xenofobi, ed è più socialmente accettabile manifestare dei sentimenti di ostilità verso determinate minoranze, e in cui questa gigantesca operazione di catarsi (avvenuta in verità non solo in Italia) ha portato anche sostanziosi dividendi elettorali e di consenso a chi ha favorito questo sdoganamento.Il dato – allarmante di per sé – rappresenta anche una sfida politica significativa a chi si oppone a quei leader politici e di opinione che, così attenti a registrare l’andamento dei crimini *degli *stranieri, non spendono una parola (nascondendosi dietro il paravento della sfida al ‘politicamente corretto’ e al buonismo - anche quando hanno il compito di garantire la sicurezza di tutti, come dovrebbe fare un ministro dell’Interno) per parlare dei crimini contro gli stranieri, come se esistessero due Italie, con due legislazioni diverse. La sfida, inevitabilmente, passa dalla restituzione della dignità di chiunque viva in Italia, o di chiunque ha l’ambizione di lasciare la propria terra per cercare nuove opportunità. Lasciare delle persone al largo del Mediterraneo, per settimane, in pieno inverno, trattandoli di fatto da criminali non risolverà i problemi dell’Italia, e ancor di più meno farà calare i crimini d’odio. Anzi.