5 cose che ci aspettiamo dalla serie tv di Watchmen
Ci risiamo. Una delle graphic novel più amate di tutti i tempi sta per tornare con un nuovo adattamento, a qualche anno di distanza dal film girato da Zack Snyder nel 2009.Parliamo di Watchmen, opera massima dello sceneggiatore britannico Alan Moore e del disegnatore Dave Gibbons, portato questa volta sul piccolo schermo da Damon Lindelof, già sceneggiatore di Lost.
Sino a poco fa il progetto era ancora immerso nel mistero, ma Lindelof ha, in parte, vuotato il sacco in una lunga lettera aperta ai fan pubblicata via Instagram. Dai toni apologetici, il messaggio sembra un vero e proprio tentativo di "mettere le mani avanti", ben sapendo che un progetto del genere non solo non può accontentare tutti, ma rischia di far infuriare che ritiene l'opera originale come un vero e proprio Vangelo (a partire dal creatore Alan Moore, da sempre contrario a qualsiasi variazione o adattamento dei suoi fumetti).
Lindelof lo dice a chiare lettere: non aspettatevi una trasposizione fedele. Anzi, non aspettatevi neanche la stessa storia dell'originale. La serie tv di Watchmen sarà qualcosa di completamente diverso.
Ecco che cosa ci aspettiamo sulla base delle rivelazioni lindeloffiane.
1. Qualche volto familiare, qualche volto nuovo
Lindelof ha dichiarato che la serie non sarà ambientata negli anni '80, ma sarà una sorta di "sequel" alternativo di Watchmen, basato ai giorni nostri, a decenni di distanza dalle vicende della graphic novel. Alcuni dei vecchi personaggi del fumetto saranno già morti; altri saranno cambiati in modo profondo. Potrebbe essere l'occasione perfetta per vedere una nuova generazione di eroi e vigilante, magari in un mondo che è tornato ad accettarne l'operato o forse ancora in contrasto con l'operato delle forze dell'ordine, in quella che sarebbe una nuova versione dei Minutemen - l'equivalente della Justice League nel distopico mondo di Watchmen. In fondo, uno dei perni centrali del fumetto era la distanza fra gli eroi passati, vecchie leve ormai defunte o in pensione, e i pochi ancora disposti a tornare in attività per indagare sulla morte del comico.
2.Un sacco di flashback
Anche i muri sanno che al buon vecchio Lindelof piacciono molto i flashback. Una serie tv di Watchmen ambientata dopo gli eventi del fumetto si presterebbe perfettamente a una struttura simile a quella di Lost. D'altro canto, come far appassionare gli spettatori - o semplicemente, come spiegare a chi non ha letto il fumetto che cosa hanno combinato Alexander Voidt, il Dr. Manhattan, Rorschach e compagnia bella per risollevare il mondo dal baratro della guerra nucleare? Saremmo sorpresi se la narrazione della serie tv fosse anche solo in parte lineare.
3.Un approccio piantato con i piedi per terra
Watchmen è solo sulla carta un fumetto di supereroi. Non ci sono sfoggi di superpoteri, mutanti artigliati o alieni che sfrecciano in cielo (beh, più o meno). L'unico, vero superessere era il Dr. Manhattan, e la sua presenza è stata sufficiente ad alterare il corso della storia. Ci aspettiamo quindi una serie tv piantata con i piedi per terra, che faccia saggio uso dei personaggi e dell'ambientazione (apparentemente, una terra parallela post-distopica) per avvincere gli spettatori, più che sulla prospettiva di combattimenti a colpi di raggi laser ed esplosioni.
4.Un giallo condito da elementi politici
La graphic novel di Alan Moore inizia come il più classico dei "whodunnit?", i gialli in cui un protagonista indaga su un omicidio per cercare di scoprire il colpevole, solo per scoprire trame molto più ampie. Questo approccio simil-giallo potrebbe essere l'inizio ideale per permettere a Lindelof di costruire una trama originale, pur omaggiando le origini del fumetto. Il tutto però andrebbe condito necessariamente con gli elementi politici e le riflessioni sulle tendenze autodistruttive dell'umanità tipici delle opere di Moore, da Watchmen a V per Vendetta.
5.Un bel cesto di uova di Pasqua
I cultori di Watchmen lo sanno bene: ogni pagina del capolavoro di Alan Moore è infarcita di riferimenti nascosti, anticipazioni a ciò che accadrà in futuro, simbologie occulte e strane simmetrie tra presente e passato. Questo fa sì che chiunque rilegga l'opera di Moore più e più volte continuerà, sempre, a trovarci qualcosa di nuovo, a scoprire dei dettagli che dapprima parevano insignificanti. E questa è la sfida principale per Lindelof, che dovrà inserire altrettanti dettagli nascosti nella serie tv. Dal creatore di Lost, inoltre, non ci aspettiamo nulla di meno che una bella quantità di easter egg, con riferimenti interni o esterni alla graphic novel: da una copia del fumetto del ***Vascello Nero ***nella libreria di qualche personaggio a una quantità incredibile di smile insanguinati e orologi che segnano -5 a mezzanotte; dalla combinazione 4-8-15-16-23-42 (nota ai fan di Lost) a, chissà, qualche riferimento scherzoso a Star Trek (del cui recente film *Into the Darkness *Lindelof è stato co-sceneggiatore).