Odifreddi: "Volevo fare il Papa, poi ho scoperto la matematica"

Il matematico e scrittore Piergiorgio Odifreddi ha curato una collana di audiolibri in cui mette a confronto le grandi menti del passato

Piergiorgio Odifreddi (foto: Zoe Vincenti - Ernesto Ruscio)

Scienziato, intellettuale, matematico e scrittore. Ha frequentato il seminario ma si dichiara ateo. Ha studiato negli Stati Uniti e in Unione Sovietica, in un periodo in cui non era così facile (ed è stato, suo malgrado, anche al centro di un caso diplomatico). Piergiorgio Odifreddi, celebre matematico e divulgatore, ha fatto della curiosità intellettuale, della conoscenza e, perché no?, della vis polemica la sua cifra stilistica. Guardando alla sua attività divulgativa, con oltre venti titoli pubblicati, appare evidente la sua continua ricerca delle connessioni tra la matematica e le altre materie. E l’ultima sua fatica, una serie di sedici audiolibri dal titolo Grandi menti a confronto prodotti da Audible e narrati dallo stesso Odifreddi, ne è una conferma.

La domanda sorge spontanea: perché tutto questo interesse per la divulgazione? “È facile da spiegare: la matematica non interessa a nessuno", afferma Odifreddi. E continua: “La musica ha il vantaggio che la si può ascoltare nelle orecchie anche se non ne capiamo assolutamente nulla, che è la cosa che la maggior parte di noi fa quando andiamo a sentire concerti o musicisti. Purtroppo la matematica non ha queste orecchie, se non mentali, bisogna guardarla con l’occhio della mente come diceva Shakespeare".

"E allora il modo più semplice è far vedere come la matematica intervenga praticamente in tutti i campi non soltanto della vita quotidiana, perché ormai, essendo così tecnologica, si basa evidentemente sulla scienza e anche sulla matematica, ma anche e soprattutto nei campi della cultura, quindi letteratura, pittura, musica, religione”, spiega Odifreddi.

Infatti, i temi che lei tratta negli audiolibri sono molteplici e coprono quasi tutte le discipline, confermando il suo interesse per unire tipi di cultura diversi. Quale tra questi temi le è risultato più difficile da esplorare?"Voglio fare una premessa importante. Questi audiolibri, in realtà, sono il risultato di un lungo percorso, iniziato quando ero un ragazzo. Tra tutte le discipline, forse, il rapporto meno evidente è quello tra la matematica e la letteratura. In effetti, la mia è stata una riflessione per accumulo. Ho iniziato collezionando citazioni sparse dai libri che leggevo e piano piano ho capito che non erano frammentate, alla base c’era qualcosa di profondo, sebbene più nascosto rispetto, ad esempio, al rapporto con l’arte e la musica. Ma, a ben vedere, molti grandi autori della letteratura mondiale hanno una formazione scientifica. John Maxwell Coetzee, premio Nobel per la letteratura nel 2003, è un matematico di formazione. Solženicyn, altro premio Nobel, studiò matematica prima di essere internato nei gulag".

La questione centrale, quindi, è sempre quella della forte connessione tra scienza e arti, anche se spesso, dentro e fuori dal mondo accademico, questo rapporto rimane sconosciuto ai più."Le cosiddette scienze dure, la matematica e la fisica in primis, e le scienze umane sembrano molto separate, anche se in realtà non lo sono. In generale tra la scienza e le altre culture c’è un rapporto inscindibile".

Ci può fare qualche esempio?"Pitagora si ne era perfettamente reso conto di questo rapporto, e tutto il suo pensiero ne è impregnato. Non parlo solo di filosofia, della musica o delle arti figurative, ma anche – e questo, come dicevo, appare meno scontato – della letteratura. I grandi maestri russi, Dostoevskij e Tolstoj tra tutti, nei loro romanzi inseriscono intere pagine dedicate alla matematica. Ne I Fratelli Karamazov c’è un’intera pagina dedicata alle geometrie non euclidee. Il rapporto, dunque, c’è. Quello che si è perso, semmai, è l’abitudine a frequentare materie diverse dalla propria specializzazione".

Quando, secondo lei, è successo?"Direi che il momento di svolta è stato il romanticismo, che ha separato nettamente la scienza dall’arte. Prima, tutti i grandi scienziati, in realtà, facevano ben altro nella vita. Leibniz era uno storico e un diplomatico. Fermat, uno dei grandi padri della matematica, era un avvocato. Nel Rinascimento poi non si poteva essere scienziati senza essere anche filosofi o artisti o letterati. Usando le parole di papa Francesco, c’è bisogno di ricostruire i ponti, in questo caso tra mondo delle scienze umane e quello delle scienze dure".

A proposito di Papa Francesco, il suo rapporto dialettico con la religione è cosa nota. Nel suo primo libro divulgativo, Il Vangelo secondo la scienza, è scritta la celebre frase “la matematica è la vera religione”."Mio padre comprò la tv negli anni ’50. Allora la programmazione consisteva in un paio d’ore in cui c’erano alternativamente Mike Bongiorno o il papa. Non mi interessava tanto diventare Mike Bongiorno – fare il papa era molto più attraente (ride). Così per quattro anni, dalla quinta elementare alla terza media, ho fatto le scuole in seminario, in un periodo, quello del Concilio vaticano, di profondo cambiamento nella chiesa. Con le superiori, e l’età della ragione, ho perso l’interesse nel diventare papa per dedicarmi alla scienza".

Nonostante sia molto critico verso la religione, continua – anche negli audiolibri – ad interessarsi all’argomento, perché?"Vede, in realtà c’è un filo logico. Nel mio percorso accademico mi sono interessato di una parte della matematica specifica, ovvero la logica. Per una strana combinazione, la logica è stata in età classica appannaggio della filosofia, e dal medioevo e per i successivi tre o quattro secoli una disciplina teologica. Da quando la logica è stata studiata anche con metodo scientifico si è cercato sempre un rapporto col passato teologico di questa disciplina".

Dunque un interesse puramente intellettuale."No, c’è anche una ragione strumentale: tutti parlano di religione, pochi di matematica. E allora perché non sfruttare la religione per parlare di matematica?"