La povertà lascia un segno anche sul nostro dna?

I risultati di uno studio della Northwestern University mettono in discussione la teoria dell'immutabilità del dna: la povertà modificherebbe l'espressione di oltre 1500 geni

(foto: Christopher Furlong/Getty Images)

Christopher Furlong

Le conseguenze sulla salute di chi vive in condizioni socioeconomiche difficili possono essere molto profonde e arrivare addirittura fino al dna. A suggerirlo è un nuovo studio dei ricercatori della Northwestern University, negli Stati Uniti, secondo i quali la povertà è in grado di lasciare un segno nel dna, modificando l'espressione di oltre 1500 geni, ovvero circa il 10% dell'intero genoma. La ricerca è stata pubblicata sull'American Journal of Physical Anthropology***.***

Già in precedenza, molti studi hanno dimostrato come lo status socioeconomico sia un potente fattore in grado di influenzare la salute e l'insorgenza di numerose malattie. Per esempio, è stato evidenziato che un basso livello di istruzione o reddito è predittivo di un maggior rischio di malattie cardiache, diabete, alcuni tipi di tumori e malattie infettive.

Tuttavia, quest'ultima ricerca è andata oltre, mettendo in discussione la teoria che il genoma sia un elemento fisso e immutabile. Il team di ricercatori, coordinato dall'antropologo Thomas McDade, ha infatti scoperto che la povertà può essere incorporata in vaste aree del genoma. In particolare, precisano i ricercatori, uno stato socioeconomico più basso è associato ai livelli di metilazione del dna, ovvero un processo epigenetico chiave attraverso cui si può modellare l'espressione genica in circa 2500 siti, su oltre 1500 geni. Vale a dire, quindi, che la povertà lascia un segno su circa il 10% dei geni nel genoma.

“Sappiamo da tempo che lo status socioeconomico è un potente determinante della salute, ma i meccanismi sottostanti attraverso i quali il nostro organismo ricorda le esperienze di povertà non sono noti”, ha spiegato McDade. “Oggi, i nostri risultati suggeriscono che la metilazione del dna può svolgere un ruolo importante” continua l'autore della ricerca, dimostrandosi sorpreso di aver trovato così tante associazioni tra status socioeconomico e metilazione del dna, attraverso un numero così grande di geni. “Il nostro modello evidenzia un potenziale meccanismo attraverso il quale la povertà può avere un impatto duraturo su una vasta gamma di sistemi e processi fisiologici”.

Tuttavia saranno necessari ora ulteriori studi per riuscire a identificare tutte le conseguenze che la povertà ha sulla salute. Ma, precisano i ricercatori, molti dei geni scoperti sono coinvolti nelle risposte immunitarie alle infezioni, nello sviluppo dello scheletro e in quello del sistema nervoso. “Queste sono le aree su cui ci concentreremo per determinare se la metilazione del dna è davvero un meccanismo importante attraverso il quale lo status socioeconomico può lasciare un'impronta duratura nell'organismo, con implicazioni per la salute nel corso della vita”, ha concluso McDade.