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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZE<br />

FACOLTA’ DI ECONOMIA<br />

CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN<br />

SCIENZE ATTUARIALI<br />

TESI DI LAUREA SPECIALISTICA IN<br />

TECNICA ATTUARIALE DELLE ASSICURAZIONI CONTRO I DANNI<br />

TITOLO DELLA TESI<br />

METODOLOGIE DI PRICING<br />

PER LE RIASSICURAZIONI NON PROPORZIONALI:<br />

Relatore: Chiar.mo Prof.<br />

Fabio Grasso<br />

IL MODELLO DI PARETO<br />

A.A. 2005/2006<br />

Tesi <strong>di</strong> <strong>laurea</strong> <strong>di</strong>:<br />

Davide Canestraro


ai miei Genitori,<br />

al loro Amore,<br />

cui semplicemente<br />

devo tutto<br />

Davide<br />

2


SOMMARIO<br />

PREMESSA 5<br />

INTRODUZIONE 6<br />

1. CENNI STORICI SULLA RIASSICURAZIONE 8<br />

1.1 LA NASCITA DEI RIASSICURATORI PROFESSIONALI 12<br />

2. LA RIASSICURAZIONE: ASPETTI GENERALI 14<br />

2.1 DEFINIZIONE E SCOPI PRINCIPALI 14<br />

2.2 CONFRONTO CON LA COASSICURAZIONE 17<br />

2.3 FORME CONTRATTUALI 19<br />

2.4 TIPOLOGIE DI RIASSICURAZIONE 22<br />

3. RIASSICURAZIONI PROPORZIONALI 25<br />

3.1 QUOTA SHARE 25<br />

3.2 SURPLUS 29<br />

4. RIASSICURAZIONI NON-PROPORZIONALI 35<br />

4.1 RIASSICURAZIONI EXCESS OF LOSS 35<br />

4.1.1 RIASSICURAZIONE PER RISK XL 36<br />

4.1.2 RIASSICURAZIONE PER EVENT XL E CATASTROPHE XL 38<br />

4.1.3 RIASSICURAZIONE AGGREGATE XL 47<br />

4.2 RIASSICURAZIONE STOP-LOSS 48<br />

4.3 CONDIZIONI CONTRATTUALI 51<br />

4.4 RIASSICURAZIONE E.CO.MO.R. 62<br />

5. IL PREMIO 65<br />

5.1 SCOMPOSIZIONE DEL PREMIO 65<br />

5.2 METODI DI CALCOLO DEL PREMIO DI RISCHIO 67<br />

6. IL MODELLO DI PARETO 71<br />

6.1 DEFINIZIONE E COSTRUZIONE DEL MODELLO 71<br />

6.2 STIMA DELLA FREQUENZA DI SINISTROSITÀ DEL PORTAFOGLIO 79<br />

6.3 STIMA DEL VALORE ATTESO DEL SINISTRO 81<br />

6.4 STIMA DEL PREMIO DI RISCHIO 85<br />

6.5 ESTRAPOLAZIONE DEL PREMIO DI RISCHIO PER ULTERIORI LAYERS 86<br />

3


7. CONCLUSIONI 89<br />

APPENDICE 1: PROCEDURA MAPLE 90<br />

APPENDICE 2: ALCUNE CIFRE 100<br />

BIBLIOGRAFIA 104<br />

GLOSSARIO 106<br />

ELENCO DELLE FIGURE 109<br />

4


Premessa<br />

Un “infinito ed infinibile” ringraziamento va ai miei Genitori, a cui de<strong>di</strong>co questo<br />

traguardo, quelli passati e quelli futuri.<br />

Sento inoltre il dovere <strong>di</strong> <strong>di</strong>re grazie a tutte le persone che hanno avuto ed hanno<br />

fiducia in me, ai docenti che mi hanno incoraggiato lungo tutto il percorso fin qui<br />

compiuto ed ai membri del Dipartimento <strong>di</strong> Matematica per le Decisioni<br />

dell’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, in particolare nella persona del Professor<br />

Augusto Bellieri dei Belliera, anche in qualità <strong>di</strong> correlatore della presente <strong>tesi</strong>.<br />

Last but not least un sincero grazie al chiarissimo relatore Professor Fabio Grasso,<br />

che più volte mi ha aiutato ad in<strong>di</strong>rizzare i miei stu<strong>di</strong> e che mi ha guidato in questo<br />

lavoro.<br />

5


Introduzione<br />

Scopo principale <strong>di</strong> questa trattazione è quello <strong>di</strong> presentare uno degli aspetti<br />

usualmente meno noti del settore assicurativo: i rapporti <strong>di</strong> riassicurazione. In<br />

particolare, ci occuperemo <strong>di</strong> descrivere, nell’ambito delle riassicurazioni non<br />

proporzionali per i rami danni, le principali metodologie <strong>di</strong> pricing applicate nella<br />

prassi dei rapporti tra assicuratore e riassicuratore, quin<strong>di</strong> concluderemo presentando<br />

nei dettagli il modello <strong>di</strong> Pareto, obiettivo finale della nostra analisi e metodo in grado<br />

<strong>di</strong> coniugare flessibilità d’impiego e semplicità <strong>di</strong> lettura.<br />

Per realizzare quanto detto, il presente lavoro è stato articolato nel modo seguente:<br />

Nel capitolo 1 è riassunta la storia dei contratti riassicurativi, che vede dapprima il<br />

nascere <strong>di</strong> accor<strong>di</strong> aventi uno scopo pressoché speculativo e successivamente, con<br />

l’evolversi dei rapporti contrattuali in forme più stabili e strutturate, la nascita e lo<br />

sviluppo della figura del riassicuratore professionale.<br />

Il capitolo 2 è de<strong>di</strong>cato alla presentazione degli aspetti generali <strong>di</strong> tutte le forme <strong>di</strong><br />

riassicurazione, che costituiscono il mezzo principale con cui una società <strong>di</strong><br />

assicurazione, che ha come attività precipua l’assunzione dei rischi da soggetti<br />

tipicamente avversi, sod<strong>di</strong>sfa a sua volta la necessità <strong>di</strong> ricevere una copertura per<br />

fronteggiare parte dell’esposizione accumulata, contro il pagamento <strong>di</strong> un premio<br />

<strong>di</strong> riassicurazione. Saranno qui definite a gran<strong>di</strong> linee anche le <strong>di</strong>verse tipologie<br />

contrattuali con cui è possibile attuare questa copertura, tipologie che verranno<br />

singolarmente trattate in dettaglio nei capitoli successivi.<br />

E’ con il capitolo 3 che sono analizzate le due principali forme <strong>di</strong> riassicurazione<br />

<strong>di</strong> tipo proporzionale, il quota share ed il surplus. Oltre alla descrizione iniziale<br />

ed alla successiva schematizzazione matematica è proposto anche un esempio<br />

concreto per entrambe le tipologie presentate.<br />

Con il capitolo 4 introduciamo i protagonisti della nostra analisi, i contratti<br />

riassicurativi <strong>di</strong> tipo non proporzionale, attraverso una scissione in due gran<strong>di</strong><br />

categorie: excess of loss e stop loss. Dopo aver caratterizzato e <strong>di</strong>scusso ciascuna<br />

tipologia, alcune esemplificazioni consentono <strong>di</strong> visualizzare meglio, anche con<br />

6


l’impiego <strong>di</strong> grafici, le <strong>di</strong>fferenze, da un punto <strong>di</strong> vista operativo, tra le modalità<br />

interessate. Il capitolo si conclude con l’esposizione delle principali con<strong>di</strong>zioni<br />

contrattuali, che possono incidere anche in maniera rilevante sulla cessione dei<br />

rischi, e con l’illustrazione <strong>di</strong> una particolare forma <strong>di</strong> copertura, l’E.CO.MO.R.,<br />

che presenta caratteristiche del tutto innovative rispetto alle altre forme.<br />

Il capitolo 5 ci consente <strong>di</strong> entrare nel vivo della trattazione, in quanto è qui che<br />

vengono introdotte, dopo una sintetica scomposizione del premio, le metodologie<br />

<strong>di</strong> pricing che ci permettono <strong>di</strong> calcolare il premio <strong>di</strong> rischio per un trattato <strong>di</strong><br />

riassicurazione non proporzionale.<br />

Nel capitolo 6 mostreremo in dettaglio come sia possibile, tramite un modello<br />

matematico, il modello <strong>di</strong> Pareto nel nostro caso, effettuare il pricing <strong>di</strong> una<br />

copertura excess of loss. La schematizzazione matematica procederà <strong>di</strong> pari passo<br />

con un’esemplificazione guida che ci permetterà <strong>di</strong> assistere all’intero processo <strong>di</strong><br />

stima del premio, a partire da alcuni dati <strong>di</strong> sinistrosità e procedendo per steps<br />

successivi fino alla valutazione della stima del premio <strong>di</strong> rischio. Sarà infine<br />

proposta un’estensione utilizzata nella prassi per effettuare il pricing <strong>di</strong> contratti<br />

per cui è noto il premio relativamente ad un’altra fascia <strong>di</strong> copertura.<br />

Infine, le conclusioni circa il lavoro svolto sono tratte nel capitolo 7.<br />

Nella parte finale della presente trattazione sono state inoltre inserite due appen<strong>di</strong>ci,<br />

la prima dei quali illustra alcune implementazioni, in ambiente Maple, <strong>di</strong> procedure<br />

per il calcolo delle quantità descritte nel capitolo sesto, procedure che consentono,<br />

attraverso la semplice mo<strong>di</strong>fica dei dati <strong>di</strong> inputs, <strong>di</strong> stimare imme<strong>di</strong>atamente il<br />

premio per il rischio secondo il metodo <strong>di</strong> Pareto; la seconda appen<strong>di</strong>ce riguarda<br />

invece la situazione del mercato riassicurativo alla data <strong>di</strong> svolgimento del presente<br />

lavoro, presentata attraverso alcune recenti rilevazioni.<br />

La trattazione si chiude con una sintetica bibliografia, dove è citato il materiale<br />

adottato o comunque <strong>di</strong> utile esame per chiarimenti e approfon<strong>di</strong>menti sulle tematiche<br />

qui trattate, che precede un glossario <strong>di</strong> pratica consultazione, per i principali termini<br />

tecnici impiegati in queste pagine, ed un comodo in<strong>di</strong>ce numerato delle figure.<br />

7


1. Cenni storici sulla riassicurazione<br />

Le origini storiche dei contratti <strong>di</strong> riassicurazione si desumono da fonti frammentarie<br />

che determinano un’incertezza sulle date; ciò che è certo invece è che i commercianti<br />

ed assicuratori che per primi, come vedremo, fecero ricorso alla riassicurazione, non<br />

<strong>di</strong>sponevano delle moderne conoscenze attuariali 1 ma si ispirarono al buon senso,<br />

seppur affidandosi principalmente al loro istinto.<br />

Senza dubbio possiamo affermare che nel XIV secolo la pratica della riassicurazione<br />

era già <strong>di</strong>ffusa nelle repubbliche marinare italiane, in quanto alcuni documenti<br />

dell’epoca, tra cui un’Or<strong>di</strong>nanza <strong>di</strong> Pisa, testimoniano un caso <strong>di</strong> riassicurazione<br />

marittima secondo cui nel 1370 un commerciante, assicuratore d’occasione, dopo<br />

aver assicurato un carico da Genova a Sluys nelle Fiandre, ricorse alla riassicurazione<br />

per il tratto del viaggio che da Ca<strong>di</strong>ce portava a Slyus.<br />

Una stessa origine dunque accomuna assicurazione e riassicurazione: entrambe<br />

nascono come strumenti a cui fare ricorso nel commercio marittimo, sebbene<br />

l’assicurazione marittima preceda <strong>di</strong> molto la riassicurazione, considerando che i suoi<br />

albori si fanno risalire a prima del cristianesimo.<br />

E’ la preoccupazione circa l’esito dell’affare, intervenuta dopo la conclusione del<br />

contratto <strong>di</strong> assicurazione, il movente della riassicurazione nei suoi primor<strong>di</strong>. Questa<br />

conclusione si può trarre osservando un documento pubblicato nel 1671, il “Guidon<br />

de la Mer” 2 , che in<strong>di</strong>vidua il “pentimento e la paura” come motivi legittimi per<br />

contrarre una riassicurazione.<br />

Le in<strong>di</strong>cazioni contenute in detto documento furono successivamente co<strong>di</strong>ficate dal<br />

sovrano francese Luigi XIV, noto anche come il Re Sole, nell’“Or<strong>di</strong>nance de la<br />

Marine” del 1681, che contiene, in nuce, i principi car<strong>di</strong>ne in ambito legislativo della<br />

moderna assicurazione trasporti.<br />

1<br />

Basti pensare che la legge dei gran<strong>di</strong> numeri fu formulata per la prima volta da Jakob Bernoulli<br />

intorno al 1700.<br />

2<br />

Una “Guida del Mare” contenente regole ed usanze relative alla navigazione e all’assicurazione<br />

marittima, presumibilmente redatta da un Comitato <strong>di</strong> mercanti <strong>di</strong> Rouen.<br />

8


Le notizie relative all’evoluzione storica scarseggiano fino alla fine del 1700. Di<br />

questo periodo iniziale sappiamo unicamente che la pratica riassicurativa era relativa<br />

a singoli casi ed era esercitata da commercianti o da banchieri nei confronti <strong>di</strong> altri<br />

commercianti o banchieri che avevano coperto rischi marittimi e che successivamente<br />

ritenevano la loro esposizione troppo gravosa.<br />

Negli anni fra il 1300 ed il 1700 il centro dell’attività assicurativa in generale si<br />

spostò dalle repubbliche marinare italiane a Londra, fenomeno questo legato<br />

soprattutto all’immigrazione <strong>di</strong> negozianti italiani, i “Lombar<strong>di</strong>”.<br />

A Londra la storia dell’attività <strong>di</strong> copertura dei rischi è strettamente legata alle<br />

vicende <strong>di</strong> un istituto, destinato a <strong>di</strong>ventare famoso in tutto il mondo, cui <strong>di</strong>ede<br />

origine un caffettiere, Edward Lloyd, il quale, intorno al 1670 aprì nella città una<br />

bottega che <strong>di</strong>venne da subito punto <strong>di</strong> ritrovo <strong>di</strong> gente <strong>di</strong> mare e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> raccolta e<br />

poi <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> notizie <strong>di</strong> carattere mercantile. Fu intorno a questo centro che si<br />

sviluppò un vero e proprio mercato <strong>di</strong> assicurazione marittima, sebbene, come<br />

accennato all’inizio <strong>di</strong> questa nostra introduzione storica, la riassicurazione ma anche<br />

l’assicurazione dell’epoca, praticate da singoli in<strong>di</strong>vidui del tutto privi delle basi<br />

tecniche e <strong>di</strong> rilevazioni statistiche, costituisse più una sorta <strong>di</strong> scommessa che il<br />

contratto cui siamo abituati a pensare oggi.<br />

9


Figura 1 - L'antica sala delle sottoscrizioni<br />

Questo carattere speculativo che contrad<strong>di</strong>stinse queste forme assicurative comportò<br />

che oltre ai cosiddetti “sottoscrittori” seri e affidabili, molti in<strong>di</strong>vidui con intenzioni<br />

fraudolente dessero vita a pratiche prive <strong>di</strong> effettivo valore.<br />

E’ in questo contesto che va letta e trova giustificazione la famosa legge promulgata<br />

nel 1745 dal Re Giorgio II d’Inghilterra, la quale, volendo porre fine a questa<br />

tendenza, sempre più <strong>di</strong>ffusa, <strong>di</strong>chiarò illegali certe assicurazioni marittime 3 e<br />

inter<strong>di</strong>sse la riassicurazione salvo in caso <strong>di</strong> morte, <strong>di</strong> insolvenza o <strong>di</strong> bancarotta<br />

dell’assicuratore originale.<br />

Questa proibizione circa la riassicurazione marittima restò in vigore in Inghilterra per<br />

oltre un secolo e fu revocata solo nel 1864.<br />

Nel frattempo sorsero in Europa ed in America, a partire dalle prime deca<strong>di</strong> del XVIII<br />

secolo, le prime compagnie <strong>di</strong> assicurazione, che vennero a sostituirsi ai mercanti ed<br />

ai banchieri che fino ad allora, con quello spirito d’avventura cui si accennava prima,<br />

avevano praticato l’assicurazione. Occorre attendere quasi un altro secolo affinché si<br />

3<br />

Si fa riferimento alle polizze in<strong>di</strong>pendenti dalla prova <strong>di</strong> esistenza <strong>di</strong> un interesse assicurabile, le<br />

cosiddette “policy proof of interest”.<br />

10


possa assistere all’implementazione, in via sistematica, della riassicurazione in queste<br />

imprese <strong>di</strong> solida struttura.<br />

Fra il 1820 ed il 1830 compare quello che per lungo tempo sarà il solo metodo <strong>di</strong><br />

riassicurazione in uso, vale a <strong>di</strong>re la forma facoltativa, che vedeva coinvolte sul<br />

continente europeo compagnie <strong>di</strong> assicurazione che, in merito al ramo incen<strong>di</strong>, si<br />

offrivano reciprocamente una parte dei rischi reputati oltre la loro capacità <strong>di</strong><br />

conservazione. Queste convenzioni avevano un preciso fondamento tecnico: le ancor<br />

giovani compagnie non potevano vantare portafogli <strong>di</strong> entità tali da sod<strong>di</strong>sfare a pieno<br />

la legge dei gran<strong>di</strong> numeri, cosicché il loro equilibrio poteva risultare più saldo in<br />

conseguenza al cumulo <strong>di</strong> nuovi affari non correlati con i rischi assunti in proprio.<br />

All’intenso sviluppo economico cominciato alla fine del XVIII secolo e proseguito<br />

con crescente intensità dal XIX secolo, che ha comportato lo sviluppo dell’industria,<br />

del commercio, la trasformazione delle tecnologie e la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> nuovi beni, ha<br />

fatto seguito una crescente domanda <strong>di</strong> assicurazione ed un aumento delle stesse<br />

somme assicurate. Questo processo a sua volta ha determinato una maggiore<br />

necessità, da parte dell’assicuratore, <strong>di</strong> richiedere il concorso del riassicuratore non<br />

più in isolate circostanze eccezionali ma come strumento regolare, parte integrante<br />

del proprio business.<br />

Tali necessità non erano più sod<strong>di</strong>sfatte a pieno dalla forma facoltativa, fino ad allora<br />

predominante, poiché richiedeva, naturalmente, la continua definizione degli atti<br />

amministrativi con il conseguente ritardo nella stipula del contratto.<br />

Nasce quin<strong>di</strong> un nuovo strumento, capace <strong>di</strong> far fronte alle esigenze moderne: il<br />

trattato <strong>di</strong> riassicurazione; con questo congegno l’assicuratore resta coperto per la<br />

parte stabilita nel trattato <strong>di</strong> tutte le assicurazioni, rientranti in determinate<br />

caratteristiche, da lui accettate.<br />

Un esempio storico <strong>di</strong> trattato <strong>di</strong> riassicurazione può essere in<strong>di</strong>viduato nel contratto<br />

datato 1821 concluso tra la “Compagnia Royale” <strong>di</strong> Parigi e la compagnia belga “Les<br />

Propriétaires Réunis”. Mentre la forma facoltativa cedeva sempre maggiori spazi alla<br />

nascente forma del trattato, una nuova preoccupazione turbava le compagnie <strong>di</strong><br />

assicurazione dell’epoca che ricorrevano a questo strumento; i trattati del periodo<br />

11


comportavano, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quelli o<strong>di</strong>erni, tutta una serie <strong>di</strong> obblighi concernenti la<br />

registrazione dei rischi ceduti, che venivano trasferiti, con la necessaria dovizia <strong>di</strong><br />

dettagli, al riassicuratore. Questa pratica ingenerava dubbi circa possibili azioni<br />

concorrenziali che la rivelazione dell’identità della propria clientela poteva provocare.<br />

Inizialmente a questa preoccupazione si fece fronte ricorrendo, in via preferenziale, a<br />

compagnie <strong>di</strong> assicurazione estere, verso le quali la collocazione dei rischi e quin<strong>di</strong><br />

delle relative informazioni appariva meno esposta al rischio <strong>di</strong> un utilizzo a scopo<br />

concorrenziale; inoltre i trattati erano generalmente reciproci, sempre per tutelarsi dal<br />

suddetto rischio.<br />

1.1 La nascita dei riassicuratori professionali<br />

Nonostante l’adozione <strong>di</strong> queste precauzioni, le compagnie cedenti continuarono a<br />

temere manomissioni del proprio portafoglio derivanti dal trasferimento dei cosiddetti<br />

elenchi <strong>di</strong> riassicurazione. E’ da ricercare in questo contesto la spinta evolutiva che<br />

portò, verso la metà dell’Ottocento, alla creazione <strong>di</strong> apposite società <strong>di</strong><br />

riassicurazione, non più legate ad un’unica, specifica compagnia <strong>di</strong> assicurazione,<br />

capaci <strong>di</strong> prestare il proprio servizio senza destare il genere <strong>di</strong> preoccupazioni<br />

derivanti da una possibile concorrenza, in quanto tali società gestivano<br />

esclusivamente affari in<strong>di</strong>retti.<br />

Un ulteriore impulso alla nascita dei riassicuratori professionali fu dato dall’incen<strong>di</strong>o<br />

che colpì la città tedesca <strong>di</strong> Amburgo nel 1842, provocando danni per 18 milioni <strong>di</strong><br />

marchi tedeschi, quando il fondo locale per il rischio d’incen<strong>di</strong> <strong>di</strong>sponeva <strong>di</strong> una<br />

riserva <strong>di</strong> appena 500.000 marchi tedeschi. Questo episo<strong>di</strong>o pose chiaramente in luce<br />

la necessità <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuire tra più entità, capaci <strong>di</strong> coprire con le proprie riserve<br />

eventuali danni, i rischi derivanti dai portafogli da loro assunti.<br />

Nasce così la prima compagnia <strong>di</strong> riassicurazione, la “Cologne Reinsurance<br />

Company” 4 , fondata nel 1846 ed ancora oggi forte società sul mercato.<br />

4 La denominazione originale era “Koelnische Rueckversicherungs-Geselleschaft”.<br />

12


Successivamente sorsero altre società <strong>di</strong> riassicurazione, a cominciare dalle tedesche<br />

“Aachen Re”, fondata nel 1853, e “Frankfurt Re” nata nel 1857; fu poi la volta della<br />

Svizzera, nella quale nel 1863, a Zurigo, prese vita la “Swiss Reinsurance Company”,<br />

una delle più importanti compagnie <strong>di</strong> riassicurazione del mondo che, agli inizi del<br />

XXI secolo, si colloca fra le prime tre società <strong>di</strong> riassicurazione professionale per<br />

volume dei premi netti.<br />

Ad oggi, il mercato della cessione dei rischi è conteso tra compagnie <strong>di</strong> assicurazione,<br />

che hanno intensificato la loro capacità riassicurativa, riassicuratori professionali,<br />

conteggiati da Standard and Poor’s in oltre 200 società nel mondo, ed i Lloyds <strong>di</strong><br />

Londra.<br />

Figura 2 - E<strong>di</strong>ficio dei Lloyd's e la torre ovale della Swiss Re a Londra<br />

13


2. La riassicurazione: aspetti generali<br />

2.1 Definizione e scopi principali<br />

Occorre anzitutto fornire una definizione, che andremo ad arricchire nel seguito, <strong>di</strong><br />

cosa si intende per riassicurazione: utilizzeremo questo termine per in<strong>di</strong>care un<br />

rapporto <strong>di</strong> tipo contrattuale il cui oggetto è il trasferimento, verso il pagamento <strong>di</strong> un<br />

premio, <strong>di</strong> parte dei rischi assunti da un assicuratore <strong>di</strong>retto 5 , il soggetto cedente, ad<br />

un secondo soggetto, detto cessionario, che può essere un altro assicuratore che<br />

svolge anche lavoro in<strong>di</strong>retto oppure un riassicuratore professionale.<br />

Tale definizione pone in luce una peculiarità <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> contratto, vale a <strong>di</strong>re<br />

che la riassicurazione non può configurarsi <strong>di</strong> per sé sola, ma sussiste in forza <strong>di</strong> un<br />

altro, precedente contratto, cioè il rapporto intervenuto tra assicurato e assicuratore.<br />

Volendo schematizzare oltremisura, potremmo <strong>di</strong>re che la riassicurazione altro non è<br />

che “l’assicurazione degli assicuratori”.<br />

Lo stesso meccanismo che provoca il ricorso, da parte dei soggetti detentori <strong>di</strong> rischi,<br />

a forme <strong>di</strong> copertura assicurativa, vale a <strong>di</strong>re il bisogno, dettato dalla propria<br />

avversione al rischio, <strong>di</strong> trasferire parte dell’aleatorietà insita negli eventi ad un<br />

soggetto terzo che in cambio del pagamento <strong>di</strong> un premio per il rischio assunto offre<br />

la copertura richiesta, è alla base anche del rapporto riassicurativo.<br />

Ulteriori e precipui motivi che danno vita al bisogno <strong>di</strong> riassicurarsi possono essere<br />

in<strong>di</strong>viduati nella specificità dell’attività assicurativa e nella legislazione che la regola.<br />

In particolare, primo obiettivo che la riassicurazione è chiamata a raggiungere è la<br />

protezione della solvibilità della compagnia cedente, obiettivo noto sotto il nome <strong>di</strong><br />

balance sheet protection. Teoricamente è infatti possibile mostrare come, sotto<br />

5 La copertura dei rischi provenienti <strong>di</strong>rettamente dagli assicurati è usualmente detta lavoro <strong>di</strong>retto, in<br />

contrapposizione con quello in<strong>di</strong>retto che ha per oggetto rischi non derivanti dalle acquisizioni <strong>di</strong>rette<br />

dagli assicurati.<br />

14


opportune ipo<strong>tesi</strong>, un determinato programma <strong>di</strong> riassicurazione sia in grado <strong>di</strong><br />

minimizzare la probabilità <strong>di</strong> rovina a cui è esposto l’assicuratore.<br />

Questo tipo <strong>di</strong> protezione è fornita ad esempio dalle coperture riassicurative contro i<br />

danni catastrofali, che, come vedremo in dettaglio nel seguito, forniscono elevati<br />

limiti <strong>di</strong> copertura contro il rischio <strong>di</strong> un accumulo <strong>di</strong> sinistri da una collettività <strong>di</strong><br />

contratti tutti esposti allo stesso evento.<br />

Un ulteriore beneficio che l’assicuratore può trarre dalla riassicurazione è legato,<br />

come accennavamo in precedenza, alla legislazione operante ad esempio in Europa e<br />

nel Regno Unito. Le leggi ivi vigenti impongono infatti un requisito circa il minimo<br />

margine <strong>di</strong> solvibilità che la compagnia <strong>di</strong> assicurazione deve <strong>di</strong>sporre in proporzione<br />

al volume <strong>di</strong> affari che intende sottoscrivere (all’aumentare del volume degli affari<br />

deve crescere anche l’ammontare delle attività libere da impegni che possono<br />

concorrere a formare il margine <strong>di</strong> solvibilità), ma prevedono anche la possibilità <strong>di</strong><br />

ridurre questo requisito che vincola le <strong>di</strong>sponibilità finanziarie delle compagnie, se<br />

queste ultime ricorrono alla riassicurazione. Questa concessione però è chiaramente<br />

limitata, basti pensare al caso dell’Italia, dove, attraverso il recepimento della<br />

normativa europea 6 attuato con l’emanazione del decreto legislativo del 3 Novembre<br />

2003, n.307, il legislatore ha stabilito che la riassicurazione non può ridurre <strong>di</strong> oltre il<br />

15% l’esigenza <strong>di</strong> margine <strong>di</strong> solvibilità calcolata sulle riserve matematiche relative al<br />

ramo assicurativo del settore vita oggetto della riassicurazione, mentre è invece pari<br />

al 50% il limite per quanto riguarda i capitali sotto rischio; per le assicurazioni<br />

operanti nei rami danni invece, sempre il 50% è il valore massimo consentito sia per<br />

il rapporto “sinistri conservati su sinistri complessivi”, che permette la riduzione del<br />

minimo margine <strong>di</strong> solvibilità qualora questo sia calcolato in funzione dell’onere<br />

me<strong>di</strong>o dei sinistri, sia per il rapporto “sinistri pagati ed a riserva che restano a carico<br />

dell’assicuratore su sinistri lor<strong>di</strong> complessivi”, con cui è ridotto il requisito del<br />

minimo margine <strong>di</strong> solvibilità qualora il corrispondente calcolo sia operato in<br />

funzione dell’ammontare annuo dei premi.<br />

6 Il riferimento è alle <strong>di</strong>rettive 2002/12/CE e 2002/13/CE concernenti il margine <strong>di</strong> solvibilità delle<br />

imprese <strong>di</strong> assicurazione, rispettivamente, sulla vita e nei rami <strong>di</strong>versi dall'assicurazione sulla vita (cioè<br />

i rami danni).<br />

15


Occorre poi considerare che attraverso il ricorso alla riassicurazione una compagnia<br />

riesce ad incrementare la sua capacità <strong>di</strong> assunzione dei rischi, sia in termini <strong>di</strong> un<br />

maggior numero <strong>di</strong> rischi coperti, sia in termini dell’accettazione <strong>di</strong> rischi <strong>di</strong><br />

maggiore entità. Questa incrementata capacità <strong>di</strong> partecipazione in affari<br />

precedentemente fuori portata, fa guadagnare la compagnia anche sotto l’aspetto del<br />

prestigio sui mercati in cui opera, consentendole così <strong>di</strong> spuntare migliori con<strong>di</strong>zioni<br />

al momento della stipula delle con<strong>di</strong>zioni dei futuri contratti.<br />

Sempre in quest’ottica e continuando l’esposizione dei vantaggi che la riassicurazione<br />

porta dal punto <strong>di</strong> vista del soggetto cedente, una compagnia quotata può avere<br />

interesse acciocché il suo risultato d’esercizio appaia <strong>di</strong> anno in anno in linea con il<br />

flusso formato dai risultati degli anni precedenti, in quanto improvvisi, negativi<br />

scostamenti possono provocare forti reazioni sul mercato azionario e dunque sugli<br />

stakeholders della stessa azienda. Una copertura assicurativa avente come scopo<br />

quello <strong>di</strong> stabilizzare tale valore può essere dunque ben vista dagli assicuratori che<br />

preferiscono profitti leggermente inferiori ma costanti nel me<strong>di</strong>o-lungo periodo.<br />

Inoltre, anche le commissioni <strong>di</strong> riassicurazione che spesso sono versate dal<br />

riassicuratore al riassicurato, sia che si tratti <strong>di</strong> ce<strong>di</strong>ng commission che <strong>di</strong> profit<br />

commission come vedremo successivamente, apportando denaro liquido possono<br />

essere <strong>di</strong> grande aiuto per imprese <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni o per società appena sorte.<br />

I vantaggi della riassicurazione non sono però circoscritti unicamente a<br />

considerazioni <strong>di</strong> tipo prettamente economico, in quanto un ulteriore valore aggiunto<br />

è riferibile all’esperienza ed alle competenze tecniche che un’impresa <strong>di</strong><br />

riassicurazione è in grado <strong>di</strong> apportare nelle situazioni dove la compagnia cedente si<br />

troverebbe altrimenti in <strong>di</strong>fficoltà, ad esempio l’esperienza può essere relativa a<br />

regioni geografiche <strong>di</strong> nuova copertura per l’assicuratore, mentre le competenze<br />

tecniche delle gran<strong>di</strong> società riassicuratrici possono essere <strong>di</strong> ausilio nell’investimento<br />

dei capitali, nella scelta dello staff manageriale, etc.<br />

Per concludere quest’analisi introduttiva, pare opportuno chiarire che il processo<br />

riassicurativo non rappresenta necessariamente l’ultima fase del ciclo della cessione<br />

dei rischi, in quanto anche le imprese <strong>di</strong> riassicurazione a loro volta possono, per i<br />

16


motivi sopra esposti, avere interesse a trasferire parte dei rischi assunti. Questa<br />

necessità sfocia nel rapporto <strong>di</strong> retrocessione, anche detto riassicurazione <strong>di</strong> secondo<br />

livello, che vede coinvolti un riassicuratore nel ruolo <strong>di</strong> soggetto retrocedente ed un<br />

altro riassicuratore nel ruolo del soggetto retrocessionario 7 .<br />

Lo schema seguente illustra un esempio <strong>di</strong> possibile ciclo <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione del rischio.<br />

Assicurato<br />

Assicuratore<br />

Figura 3 – Distribuzione dei rischi<br />

2.2 Confronto con la coassicurazione<br />

Riassicuratore<br />

Retrocessionario<br />

Un metodo alternativo alla riassicurazione, attraverso il quale è possibile conseguire<br />

una con<strong>di</strong>visione dell’esposizione al rischio, è la cosiddetta coassicurazione.<br />

Quest’ultima forma contrattuale prevede che l’assicuratore assuma il rischio,<br />

trasferitogli dall’assicurato, in compartecipazione con altri assicuratori, che prendono<br />

il nome <strong>di</strong> coassicuratori. Attraverso questo meccanismo si realizza un trasferimento<br />

del rischio su base orizzontale, nel senso che è attuato all’epoca <strong>di</strong> stipulazione del<br />

contratto, in contrasto con quanto accade nella riassicurazione, dove il trasferimento è<br />

7 Anche il retrocessionario può a sua volta retrocedere parte del rischio assunto, ricorrendo ad un<br />

contratto che prende ancora il nome <strong>di</strong> retrocessione.<br />

17


su base verticale, in quanto si concretizza me<strong>di</strong>ante un successivo trasferimento a<br />

cascata dei rischi assunti al momento della stipula.<br />

Lo schema successivo propone un esempio delle due <strong>di</strong>fferenti tipologie <strong>di</strong> accordo.<br />

Assicurato<br />

Coassicurazione<br />

Assicuratore A<br />

Assicuratore B<br />

Assicuratore C<br />

Riassicurazione<br />

Assicurato<br />

Assicuratore D<br />

Riassicuratore<br />

Figura 4 – Coassicurazione e Riassicurazione a confronto<br />

La <strong>di</strong>fferenza fondamentale tra i due contratti risiede nel tipo <strong>di</strong> rapporto che<br />

l’assicurato ha con il suo od i suoi assicuratori. Infatti, con riferimento allo schema,<br />

nel caso <strong>di</strong> un accordo <strong>di</strong> tipo coassicurativo, esiste un unico contratto che lega<br />

l’assicurato con gli assicuratori A,B e C, e l’assicurato è a conoscenza <strong>di</strong> questo tipo<br />

<strong>di</strong> rapporto, che risulta evidente dal contratto stesso.<br />

Nel caso della riassicurazione invece l’assicurato ha stipulato un contratto che<br />

coinvolge unicamente l’assicuratore, ed è quest’ultimo ad aver dato vita,<br />

in<strong>di</strong>pendentemente dalla volontà del soggetto assicurato che generalmente non ne è a<br />

conoscenza, ad un successivo trasferimento dei rischi che ha coinvolto il<br />

riassicuratore.<br />

18


La <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong>venta evidente nel caso in cui si verifichi un sinistro: nella<br />

coassicurazione l’assicurato potrà chiedere le prestazioni previste a ciascun<br />

assicuratore limitatamente alla rispettiva percentuale <strong>di</strong> copertura, non essendoci una<br />

responsabilità in solido per eventuali insolvenze fra i vari assicuratori; nella<br />

riassicurazione invece l’assicurato chiederà all’assicuratore la corresponsione della<br />

prestazione per intero, sarà quest’ultimo che dovrà rivalersi successivamente sul<br />

riassicuratore, <strong>di</strong> cui dovrà in prima persona sopportare l’eventuale rischio <strong>di</strong> default.<br />

Infine, si segnala che i contratti stipulati dai Lloyd’s <strong>di</strong> Londra si rifanno tipicamente<br />

al rapporto coassicurativo, da cui il motto “each to his (or her) own”.<br />

2.3 Forme contrattuali<br />

L’accordo <strong>di</strong> riassicurazione può essere stipulato secondo una delle quattro seguenti<br />

modalità:<br />

facoltativa<br />

obbligatoria<br />

facoltativa-obbligatoria o “facob” 8<br />

obbligatoria-facoltativa<br />

Nella riassicurazione facoltativa oggetto del trasferimento è il singolo contratto, che<br />

<strong>di</strong> volta in volta viene selezionato per le specifiche caratteristiche dall’assicuratore.<br />

Sono <strong>di</strong>scusse quin<strong>di</strong> per ciascun contratto le con<strong>di</strong>zioni per la riassicurazione,<br />

sebbene il riassicuratore possa decidere <strong>di</strong> non accettare determinati rischi.<br />

La forma facoltativa è stata la prima modalità ad aver caratterizzato i rapporti<br />

riassicurativi; ad oggi però questa forma è utilizzata principalmente come prima linea<br />

della strategia <strong>di</strong> trasferimento ed in modo complementare alla riassicurazione<br />

obbligatoria, che risulta più efficiente per molte tipologie <strong>di</strong> rischi. Un assicuratore<br />

<strong>di</strong>retto ricorre dunque al facoltativo per due motivi:<br />

8 Detta anche oper-cover.<br />

19


• quando intende riassicurare una parte <strong>di</strong> un contratto che eccede i limiti<br />

previsti dalla forma obbligatoria stipulata;<br />

• quando ha accettato una polizza contenente dei rischi che sono esclusi dalla<br />

copertura offerta dalla forma obbligatoria.<br />

La compagnia cedente, al fine <strong>di</strong> evitare <strong>di</strong> dover cercare ogni volta operatori pronti a<br />

ricevere il rischio ed a farlo a con<strong>di</strong>zioni ritenute accettabili, può decidere <strong>di</strong> assumere<br />

un impegno preventivo sulla <strong>di</strong>sciplina della cessione dei rischi concordato con il<br />

riassicuratore. Questa modalità è detta riassicurazione obbligatoria, poiché tutti i<br />

contratti che rientrano nelle specifiche prestabilite nell’impegno <strong>di</strong> cui sopra, devono<br />

essere obbligatoriamente ceduti da parte dell’assicuratore <strong>di</strong>retto al riassicuratore che<br />

ha, a sua volta, l’obbligo <strong>di</strong> accettare la loro copertura.<br />

L’accordo tra le due parti che regola il trasferimento dei rischi prende il nome <strong>di</strong><br />

trattato <strong>di</strong> riassicurazione, in particolare nella forma obbligatoria si parla <strong>di</strong> trattato<br />

automatico, per quanto visto sopra circa gli impegni degli operatori.<br />

Nel trattato <strong>di</strong> riassicurazione trovano definizione i vari aspetti della copertura, tra<br />

cui:<br />

• la data <strong>di</strong> inizio e quella <strong>di</strong> scadenza del contratto;<br />

• i limiti della copertura in termini <strong>di</strong> ritenzione e <strong>di</strong> portata;<br />

• i territori coperti dal trattato;<br />

• ogni esclusione dalla copertura;<br />

• l’importo del premio <strong>di</strong> riassicurazione;<br />

• gli accor<strong>di</strong> per il pagamento del premio;<br />

• le commissioni <strong>di</strong> riassicurazione;<br />

• la clausola <strong>di</strong> arbitrato;<br />

• etc.<br />

Tra gli elementi citati, pare opportuno riprenderne alcuni per chiarire brevemente il<br />

loro significato nel contesto riassicurativo. Con il termine ritenzione si in<strong>di</strong>ca la parte<br />

del rischio che resta a carico del soggetto cedente, mentre la portata delimita<br />

l’impegno del cessionario, che riguarda esclusivamente la parte dei rischi riferita agli<br />

importi non eccedenti tale soglia.<br />

20


Un chiarimento è poi dovuto circa le commissioni <strong>di</strong> riassicurazione, già citate in<br />

precedenza e <strong>di</strong>stinte in:<br />

• ce<strong>di</strong>ng commission;<br />

• profit commission.<br />

Le ce<strong>di</strong>ng commission sono dovute dal cessionario al cedente in considerazione dei<br />

costi <strong>di</strong> acquisizione e delle provvigioni da questo sostenuti. Le profit commission<br />

costituiscono invece un’ulteriore indennità riconosciuta al cedente a seguito <strong>di</strong><br />

risultati particolarmente positivi per il riassicuratore derivanti dal trattato.<br />

Nel seguito faremo riferimento alla somma algebrica delle due, riferendoci<br />

genericamente a commissioni <strong>di</strong> riassicurazione.<br />

Infine, nei trattati è usualmente inclusa una clausola volta a regolare il<br />

comportamento dei soggetti interessati in caso <strong>di</strong> controversie, la cosiddetta clausola<br />

dell’arbitrato. Questa clausola, in linea con il principio <strong>di</strong> “uberrima fides”, cioè <strong>di</strong><br />

massima buona fede tra le parti contraenti, che è a base dell’intero rapporto, prevede<br />

che in caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>sputa questa sia risolta attraverso un collegio arbitrale composto<br />

solitamente da tre membri 9 scelti tra persone competenti in materia <strong>di</strong> assicurazione e<br />

<strong>di</strong> riassicurazione che prendono decisioni vincolanti per le parti 10 , evitando in questo<br />

modo il ricorso ai proce<strong>di</strong>menti giu<strong>di</strong>ziari normalmente previsti dalla legge, anche<br />

perché così facendo le controversie non <strong>di</strong>ventano <strong>di</strong> pubblico dominio e le<br />

informazioni restano celate all’interno delle compagnie coinvolte.<br />

Per quanto concerne invece le strutture negoziali miste, la forma facob riconosce<br />

all’assicuratore la facoltà <strong>di</strong> cedere i rischi che ritiene opportuni mentre il<br />

riassicuratore è obbligato ad accettare tutti i rischi offertigli dal cedente non appena<br />

questi rientrino nelle con<strong>di</strong>zioni previste dal trattato, che anche in questo caso è la<br />

forma contrattuale alla base del rapporto. Come si comprende imme<strong>di</strong>atamente,<br />

questa modalità espone il riassicuratore ad un possibile rischio <strong>di</strong> antiselezione in<br />

considerazione del quale praticherà premi maggiori rispetto ad un trattato automatico.<br />

9<br />

Ogni soggetto nomina un membro <strong>di</strong> parte ed i due arbitri così designati trovano l’accordo su un terzo<br />

arbitro.<br />

10<br />

Nel trattato è spesso specificato che tali decisioni, prese dal collegio arbitrale secondo equità, non<br />

potranno essere impugnate dalle parti.<br />

21


La modalità obbligatoria-facoltativa si presenta come speculare alla precedente, cioè<br />

le parti giocano a ruoli invertiti: l’assicuratore deve cedere le quote <strong>di</strong> ogni rischio<br />

rientrante nel trattato, mentre il riassicuratore ha facoltà <strong>di</strong> accettarne o meno la<br />

copertura.<br />

Nel seguito, se non <strong>di</strong>versamente in<strong>di</strong>cato, faremo riferimento a riassicurazioni<br />

stipulate nella forma <strong>di</strong> trattati obbligatori.<br />

Precisiamo inoltre che in questo lavoro ci occuperemo delle forme <strong>di</strong> riassicurazione<br />

in uso per i rami danni, quin<strong>di</strong> le coperture analizzate prevedranno prestazioni<br />

esclusivamente <strong>di</strong> tipo risarcitorio, non rientrando nell’oggetto della trattazione le<br />

assicurazioni malattia.<br />

2.4 Tipologie <strong>di</strong> riassicurazione<br />

A prescindere dalle varie forme contrattuali analizzate in precedenza, possiamo<br />

<strong>di</strong>stinguere due gran<strong>di</strong> macroclassi <strong>di</strong> rapporti riassicurativi:<br />

le riassicurazione proporzionali;<br />

le riassicurazione non-proporzionali.<br />

Le forme proporzionali in generale sono utilizzate per ridurre la scala<br />

dell’esposizione al rischio e conseguentemente quella dei risarcimenti dovuti. Infatti,<br />

attraverso qualsiasi categoria <strong>di</strong> riassicurazione proporzionale, l’assicuratore ed il<br />

riassicuratore concordano un rapporto che sarà utilizzato per ripartire sia i premi che<br />

gli eventuali risarcimenti; questo rapporto, come vedremo nel capitolo successivo,<br />

può essere lo stesso per ogni rischio coperto dal contratto oppure può variare da<br />

rischio a rischio. Si sottolinea invece fin da adesso che in ogni caso la quota del<br />

premio da cedere al riassicuratore è <strong>di</strong>rettamente legata al suo impegno a pagare i<br />

futuri risarcimenti, secondo appunto un principio <strong>di</strong> proporzionalità. Il trattato <strong>di</strong><br />

riassicurazione proporzionale è contrad<strong>di</strong>stinto anche da un’ulteriore caratteristica,<br />

vale a <strong>di</strong>re l’assicuratore cede il rischio alle con<strong>di</strong>zioni originali concordate nel<br />

22


contratto stipulato con l’assicurato; per questo motivo il riassicuratore è coinvolto nel<br />

rapporto alle stesse con<strong>di</strong>zioni dell’assicuratore <strong>di</strong>retto 11 .<br />

Abbiamo detto che l’obiettivo principale è quello <strong>di</strong> ridurre in termini percentuali<br />

l’impatto del rischio, segue che la <strong>di</strong>stribuzione statistica dei sinistri una volta attivata<br />

la copertura sarà dello stesso tipo <strong>di</strong> quella al lordo della copertura, ma con i<br />

parametri opportunamente ridotti in proporzione della cessione avvenuta. Per<br />

mostrare ciò, supponiamo che Х sia la variabile aleatoria relativa alla grandezza dei<br />

sinistri lor<strong>di</strong> a carico dell’assicuratore, con funzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione (x)<br />

, funzione<br />

densità (x)<br />

, me<strong>di</strong>a μ e varianza σ<br />

f X<br />

F X<br />

2<br />

. Se l’assicurato cede una proporzione ( 1 − α )<br />

dei rischi, egli trattiene un ammontare descritto dalla variabile aleatoria Υ = α Χ , così<br />

caratterizzata:<br />

• la me<strong>di</strong>a sarà pari a: Ε ( Υ)<br />

= Ε(<br />

α Χ)<br />

= αμ<br />

2<br />

• la varianza sarà data da: V ( Υ) = V ( α Χ)<br />

= ασ<br />

• per quanto riguarda la <strong>di</strong>stribuzione, essendo<br />

Χ = Υ / α = h(<br />

x)<br />

, abbiamo che:<br />

= Χ = g(<br />

x)<br />

( y)<br />

= F ( g(<br />

x)<br />

) = F ( h(<br />

y)<br />

)<br />

Dunque,<br />

e conseguentemente, la densità:<br />

FΥ Υ<br />

Χ<br />

d d d<br />

1<br />

fΥ ( y)<br />

= FΥ<br />

Χ<br />

Χ<br />

dy dy dx α<br />

( y)<br />

= h(<br />

y)<br />

F ( h(<br />

y)<br />

) = f ( h(<br />

y)<br />

)<br />

f<br />

y<br />

Χ⎜<br />

⎛<br />

α ⎟<br />

⎞<br />

fΧ<br />

( x)<br />

fΥ<br />

( y)<br />

= ⎝ ⎠ =<br />

α α<br />

Υ α , cioè<br />

cioè abbiamo mostrato che Y ha le medesime funzioni <strong>di</strong> densità e <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong><br />

X ridotte in proporzione del parametro α.<br />

Le forme non-proporzionali invece producono effetti più complessi e quin<strong>di</strong> meno<br />

imme<strong>di</strong>ati da analizzare da un punto <strong>di</strong> vista statistico, in quanto attraverso queste<br />

tipologie <strong>di</strong> riassicurazione si attua una ripartizione dei rischi non basata su un<br />

rapporto predeterminato per la <strong>di</strong>visione del premio e dei risarcimenti, variando<br />

l’ammontare degli oneri a carico delle due parti in funzione dell’effettivo ammontare<br />

dei sinistri verificatisi.<br />

11 Si usa <strong>di</strong>re che il riassicuratore follow the fortune dell’assicuratore <strong>di</strong>retto.<br />

23


Il trattato in questi casi si limita a definire un limite entro il quale il cedente<br />

continuerà a farsi carico <strong>di</strong> tutti i risarcimenti, limite che prende il nome <strong>di</strong><br />

deductible, <strong>di</strong> excess point oppure <strong>di</strong> priority (priorità); il riassicuratore è invece<br />

obbligato a pagare tutti i sinistri che eccedono detto ammontare, fino al<br />

raggiungimento <strong>di</strong> un eventuale limite <strong>di</strong> copertura che prende il nome <strong>di</strong> portata.<br />

Il risultato <strong>di</strong> una riassicurazione non proporzionale, dal punto <strong>di</strong> vista del<br />

cessionario, è equiparabile a troncare le per<strong>di</strong>te lorde ad un certo valore, il deductible,<br />

che può essere un valore fissato oppure un valore variabile legato a qualche in<strong>di</strong>ce<br />

predefinito 12 .<br />

Anche la portata, qualora sia presente, può essere espressa in termini <strong>di</strong> un valore<br />

fisso piuttosto che <strong>di</strong> un valore variabile.<br />

Entreremo ampiamente in dettaglio circa la riassicurazione non-proporzionale a<br />

partire dal capitolo 4, per il momento ci limitiamo ad osservare che un contratto <strong>di</strong><br />

questo genere obbliga il cessionario a pagare i risarcimenti legati ai sinistri<br />

esclusivamente nei casi in cui questi non solo si realizzano ma superano in<br />

ammontare il valore in<strong>di</strong>cato dal deductible.<br />

12 Un possibile in<strong>di</strong>ce è quello dei prezzi al dettaglio, misura implicita dell’inflazione.<br />

24


3. Riassicurazioni proporzionali<br />

Nella macroclasse delle riassicurazioni proporzionali si posso <strong>di</strong>stinguere due<br />

principali forme riassicurative:<br />

quota share (riassicurazione in quota);<br />

surplus (riassicurazione per eccedente <strong>di</strong> somma).<br />

Normalmente sia la quota share che il surplus sono realizzati me<strong>di</strong>ante la<br />

stipulazione <strong>di</strong> trattati, meno frequentemente sotto forma <strong>di</strong> facoltativo.<br />

3.1 Quota share<br />

La riassicurazione in quota rappresenta la più semplice forma <strong>di</strong> riassicurazione,<br />

anche dal punto <strong>di</strong> vista operativo e gestionale. Sotto un accordo <strong>di</strong> questo tipo, si<br />

assiste alla cessione sistematica <strong>di</strong> una quota prefissata <strong>di</strong> tutti i rischi sottoscritti<br />

dall’assicuratore <strong>di</strong>retto verso il riassicuratore non appena questi ricadano nella<br />

categoria o nei rami oggetto del trattato.<br />

Questa ripartizione è attuata me<strong>di</strong>ante l’applicazione <strong>di</strong> un’unica aliquota <strong>di</strong><br />

conservazione comune a tutti i contratti, detta anche aliquota <strong>di</strong> ritenzione, alla<br />

liability (esposizione monetaria) corrispondente a ciascun contratto.<br />

Nell’assicurazione incen<strong>di</strong>o e più in generale nel caso <strong>di</strong> assicurazioni <strong>di</strong> danni a beni<br />

<strong>di</strong> proprietà, la liability può essere definita in riferimento al totale delle somme<br />

assicurate, sum insured o SI, oppure alla più alta per<strong>di</strong>ta stimata, attraverso<br />

l’estimated maximum loss, EML, o il maximum possible loss, MPL 13 .<br />

Diversamente avviene nelle assicurazioni <strong>di</strong> responsabilità civile, dove il valore della<br />

liability può essere riferito unicamente al massimale <strong>di</strong> garanzia.<br />

13 La Association of British Insurers definisce l’EML come una stima del massimo danno che può<br />

ragionevolmente derivare da un singolo evento in riferimento al solo rischio principale, o target risk,<br />

tenendo in considerazione le misure <strong>di</strong> prevenzione. Queste ultime non sono invece computate per<br />

l’MPL, che risulta dunque un valore maggiore anche perché valuta non solo il rischio principale ma<br />

anche i rischi connessi.<br />

25


E’ sempre attraverso l’aliquota <strong>di</strong> conservazione, fissata per l’intero portafoglio, che<br />

si determina la parte dei premi e dei risarcimenti <strong>di</strong> competenza dell’assicuratore<br />

<strong>di</strong>retto e, <strong>di</strong> conseguenza, quelli ceduti al riassicuratore.<br />

Può inoltre essere previsto un ammontare limite per il trasferimento al riassicuratore,<br />

che si troverebbe altrimenti in una situazione nella quale non gli è più possibile<br />

conoscere la sua massima esposizione per i rischi riassicurati. In questo caso, i rischi<br />

che eccedessero la quota limite, sarebbero ceduti al riassicuratore utilizzando l’usuale<br />

aliquota, ridotta come dal rapporto “limite della quota: rischio originale”. Stessa<br />

riduzione subirebbero il trasferimento dei premi e l’onere dei risarcimenti. Ad ogni<br />

modo, questa possibilità rappresenta solitamente l’eccezione, non la regola.<br />

Per comprendere meglio le metodologie <strong>di</strong> calcolo delle rispettive competenze,<br />

supponiamo che oggetto del trattato sia un portafoglio <strong>di</strong> assicurazioni del tipo<br />

property (danni a beni <strong>di</strong> proprietà), contemporaneamente stipulati, <strong>di</strong> medesima<br />

durata annuale, con valori assicurati W1, W2,…, Wn. Più in generale, per questo ed i<br />

successivi esempi supporremo che gli n contratti siano relativi a rischi tra loro<br />

analoghi, sia in termini <strong>di</strong> caratteristiche del rischio che <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni contrattuali.<br />

Siano poi X1, X2,…, Xn i risarcimenti globali a carico dell’assicuratore in relazione ai<br />

singoli contratti. Con riferimento al j-esimo contratto avremo dunque:<br />

Χ<br />

j<br />

=<br />

N j<br />

∑<br />

i=<br />

0<br />

dove si è in<strong>di</strong>cato con Nj il numero <strong>di</strong> sinistri che colpiscono il contratto e con Yi,j il<br />

risarcimento dovuto in conseguenza dell’i-esimo sinistro, in or<strong>di</strong>ne cronologico,<br />

riferito al j-esimo contratto (Y0,j:=0).<br />

La riassicurazione <strong>di</strong> portafoglio può essere interpretata come una n-pla <strong>di</strong><br />

applicazioni:<br />

j<br />

Υ<br />

X → X<br />

che, per ciascun contratto j=1,…,n, in<strong>di</strong>vidua il risarcimento globale conservato<br />

A<br />

dall’assicuratore, in<strong>di</strong>cato appunto da X . Naturalmente avremo che<br />

j<br />

i,<br />

j<br />

A<br />

j<br />

26


X = X − X<br />

sarà pari al risarcimento globale ceduto al riassicuratore.<br />

R<br />

j<br />

Se il trattato prevede un’aliquota <strong>di</strong> ritenzione α, 0


nell’accordo secondo il quale, ad un determinato tempo, il riassicuratore deve pagare<br />

al cedente un ammontare a titolo <strong>di</strong> acconto circa le proprie prestazioni derivanti dal<br />

contratto, acconto che includerà anche un ammontare riferito ai sinistri accaduti ma<br />

non ancora conosciuti dall’assicuratore, i cosiddetti IBNR (incurred but not<br />

reported). I trattati che prevedono questa misura sono definiti clean-cut treaties.<br />

Esempio<br />

Per concludere questa sezione, riportiamo un esempio <strong>di</strong> riassicurazione<br />

proporzionale. Sia in questo esempio che nei successivi, se non <strong>di</strong>versamente<br />

in<strong>di</strong>cato, gli importi sono da intendersi espressi in unità <strong>di</strong> euro.<br />

Aliquota <strong>di</strong> ritenzione 70%<br />

Quota ceduta 30%<br />

Somma complessivamente assicurata, o SI 20 milioni<br />

Esposizione conservata 14 milioni<br />

Esposizione del riassicuratore 6 milioni<br />

Tasso <strong>di</strong> premio applicato dall’assicuratore <strong>di</strong>retto: 2‰ 40.000<br />

Premio conservato dall’assicuratore 28.000<br />

Premio ceduto al riassicuratore 12.000<br />

Per<strong>di</strong>te complessive 12 milioni<br />

Risarcimenti effettivamente a carico dell’assicuratore 8,4 milioni<br />

Risarcimenti dovuti dal riassicuratore 3,6 milioni<br />

Figura 5 – Esempio <strong>di</strong> quota share<br />

La con<strong>di</strong>visione dei rischi sotto un trattato <strong>di</strong> riassicurazione in quota, del tipo<br />

illustrato in tabella, è compatibile con un grafico <strong>di</strong> questo tipo:<br />

28


Import<br />

2500<br />

2000<br />

1500<br />

1000<br />

500<br />

0<br />

3.2 Surplus<br />

Quota Share<br />

Rischi<br />

Conservato Ceduto<br />

Figura 6 – Rappresentazione grafica del quota-share<br />

Analizziamo adesso la riassicurazione per eccedente <strong>di</strong> somma, che rappresenta una<br />

forma più sofisticata e complessa <strong>di</strong> riassicurazione proporzionale, in primo luogo dal<br />

punto <strong>di</strong> vista della gestione stessa del contratto; a tal proposito si fa imme<strong>di</strong>atamente<br />

notare come, al contrario della quota-share, questa tipologia non preveda un’unica<br />

aliquota <strong>di</strong> ritenzione fissata per ogni contratto del portafoglio. La porzione <strong>di</strong> ciascun<br />

rischio ceduto varierà da contratto a contratto a seconda delle caratteristiche dello<br />

stesso e dell’effettiva sinistrosità osservata.<br />

Nel surplus infatti l’accordo stipulato contrattualmente riguarda la massima<br />

esposizione al rischio, espressa in termini monetari, che l’assicuratore accetta <strong>di</strong><br />

29


mantenere per ciascun contratto sotto la propria responsabilità. Questa quantità<br />

monetaria prende il nome <strong>di</strong> pieno <strong>di</strong> conservazione o <strong>di</strong> retention (ritenzione).<br />

Possono essere definite più ritenzioni per <strong>di</strong>fferenti classi <strong>di</strong> rischi che sono<br />

contemporaneamente coperte dallo stesso trattato.<br />

Il riassicuratore dovrà offrire la copertura dell’ammontare che eccede la ritenzione<br />

stabilita per l’assicuratore, da qui il nome surplus.<br />

Peculiarità <strong>di</strong> questa forma proporzionale è il fatto che i rischi con una associata<br />

liability inferiore alla retention resteranno totalmente a carico dell’assicuratore<br />

<strong>di</strong>retto; si comprende quin<strong>di</strong> come questa forma sia meno gra<strong>di</strong>ta dai riassicuratori,<br />

che non hanno più il vantaggio <strong>di</strong> poter partecipare a tutti i contratti sottoscritti<br />

dall’assicurato.<br />

L’aliquota <strong>di</strong> conservazione è dunque in questa tipologia variabile per ciascun rischio<br />

assicurato, e resta in<strong>di</strong>viduata sulla base del rapporto “porzione della liability oltre la<br />

retention: liability complessiva”.<br />

Descriviamo più in dettaglio questo proce<strong>di</strong>mento, riprendendo la simbologia e le<br />

ipo<strong>tesi</strong> introdotte nel precedente paragrafo, cioè immaginiamo un portafoglio <strong>di</strong><br />

assicurazioni <strong>di</strong> danni a beni <strong>di</strong> proprietà, costituito da n contratti, omogenei nel senso<br />

chiarito in precedenza, con valori assicurati W1, W2,…, Wn.<br />

Se il pieno <strong>di</strong> conservazione è fissato in misura pari a P, per ciascun contratto, per<br />

j=1,…,n, è possibile ricavare l’aliquota <strong>di</strong> conservazione, 0≤α≤1, come segue:<br />

α j<br />

( W ; P)<br />

min<br />

⎛ ⎞<br />

j ⎜<br />

P<br />

= = min ; 1⎟<br />

W ⎜ ⎟<br />

j ⎝W<br />

j ⎠<br />

Avremo quin<strong>di</strong> un valore assicurato conservato dall’assicurato che sarà dato da:<br />

( W ; P)<br />

A<br />

W j = min j<br />

mentre il valore del surplus o eccedente, cioè il valore assicurato ceduto al<br />

riassicuratore è pari a:<br />

R<br />

W j<br />

j<br />

( W − ; 0)<br />

= max P<br />

Infine, è possibile anche in questo caso ricavare le espressioni del risarcimento<br />

globale conservato dall’assicuratore e <strong>di</strong> quello ceduto al riassicuratore, che saranno<br />

rispettivamente pari a:<br />

30


ed a:<br />

Χ<br />

R<br />

= Χ − Χ<br />

A<br />

=<br />

Χ<br />

A<br />

n<br />

∑<br />

j=<br />

1<br />

=<br />

Χ<br />

n<br />

∑<br />

j=<br />

1<br />

j<br />

Χ<br />

A<br />

j<br />

− Χ<br />

A<br />

j<br />

=<br />

n<br />

N<br />

j<br />

∑∑<br />

=<br />

j=<br />

1 i=<br />

0<br />

n<br />

∑<br />

j=<br />

1<br />

Χ<br />

α Υ<br />

R<br />

j<br />

j<br />

=<br />

i,<br />

j<br />

n N j<br />

∑∑(<br />

1− α j )<br />

j=<br />

1 i=<br />

0<br />

Naturalmente nel trattato può essere stabilito anche un limite superiore che cautela il<br />

riassicuratore; tale limite è usualmente definito come un certo multiplo della<br />

ritenzione dell’assicuratore <strong>di</strong>retto ed è perciò in<strong>di</strong>cato in lines (linee), una linea<br />

essendo pari all’ammontare ritenuto.<br />

Riprendendo la schematizzazione proposta, potremmo ipotizzare che il numero<br />

massimo <strong>di</strong> linee che possono essere cedute per quel trattato sia pari a L; segue<br />

imme<strong>di</strong>atamente che il massimo ammontare che può essere ceduto sarà pari a L*P.<br />

Abbiamo quin<strong>di</strong> che la massima esposizione che l’assicuratore <strong>di</strong>retto potrà<br />

sottoscrivere restando nei limiti del trattato 14 sarà pari al pieno <strong>di</strong> conservazione, P,<br />

più l’ammontare trasferito al riassicuratore, L*P, cioè ( 1 + L)P<br />

.<br />

Avendo espresso sia la ritenzione che l’ammontare ceduto come importi, può essere<br />

calcolata l’allocazione proporzionale <strong>di</strong> premi e risarcimenti: ad esempio, supponendo<br />

che si ricorra alla riassicurazione per la sua massima <strong>di</strong>sponibilità, cioè per L*P, sarà<br />

la proporzione<br />

L ∗ P<br />

= L<br />

( 1+<br />

L)<br />

∗ P ( 1+<br />

L)<br />

ad essere utilizzata nella sud<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> premi e risarcimenti.<br />

Tra gli aspetti positivi dal punto <strong>di</strong> vista del soggetto cedente spicca fra tutti la<br />

capacità della riassicurazione per eccedente <strong>di</strong> eliminare i picchi nel proprio<br />

portafoglio, poiché questa forma <strong>di</strong> copertura è in grado <strong>di</strong> attuare una forte<br />

omogeneizzazione dei rischi assunti. Per questo motivo la riassicurazione surplus è<br />

spesso utilizzata ad esempio nel ramo incen<strong>di</strong>, dove c’è una forte necessità <strong>di</strong><br />

14 Può naturalmente eccedervi, sapendo che questo comporta il ricorso al facoltativo o un incremento<br />

della propria esposizione. E’ anche ipotizzabile la stipula <strong>di</strong> un’ulteriore e successiva riassicurazione<br />

surplus, che verrebbe definita riassicurazione <strong>di</strong> secondo eccedente per <strong>di</strong>stinguerla dalla precedente,<br />

cui potremmo riferirci come riassicurazione <strong>di</strong> primo eccedente. Se necessario, è ipotizzabile il ricorso<br />

anche ad ulteriori surplus (<strong>di</strong> terzo eccedente, etc.).<br />

Υ<br />

i,<br />

j<br />

31


standar<strong>di</strong>zzare il profilo dell’esposizione al rischio che può essere altrimenti piuttosto<br />

ampio in relazione ai <strong>di</strong>fferenti tipi <strong>di</strong> affari e rischi che possono rientrare nella<br />

copertura.<br />

Questo aspetto positivo, <strong>di</strong> riduzione della rischiosità del portafoglio, è testimoniato<br />

dal fatto che non solo una riassicurazione per eccedente, a parità <strong>di</strong> costo 15 per<br />

l’assicuratore, permette una riduzione più ampia della probabilità <strong>di</strong> rovina rispetto ad<br />

una quota-share, bensì è possibile <strong>di</strong>mostrare 16 che, sotto opportune ipo<strong>tesi</strong>, il surplus<br />

è la forma riassicurativa con cui è possibile ottenere la minima probabilità <strong>di</strong> rovina<br />

per un prefissato livello <strong>di</strong> sacrificio dell’assicuratore.<br />

Questi benefici l’assicurato li sconta, per così <strong>di</strong>re, ricevendo una minore<br />

commissione <strong>di</strong> riassicurazione da parte del cessionario, in considerazione del fatto<br />

che il surplus agisce sui rischi più gran<strong>di</strong>, generalmente i peggiori, il che comporta un<br />

minor utile atteso per il riassicuratore.<br />

Esempio<br />

Conclu<strong>di</strong>amo anche questo paragrafo con un’esemplificazione che mette in risalto i<br />

concetti espressi in merito a questa garanzia riassicurativa.<br />

Supponiamo sia fissata una ritenzione pari a 200.000 ed il surplus composto da 9<br />

linee, vale a <strong>di</strong>re che ipotizziamo che la liability del riassicuratore sia limitata a<br />

1.800.000; immaginiamo inoltre che il tasso <strong>di</strong> premio applicato dall’assicuratore<br />

all’assicurato corrisponda all’1,50‰ della somma assicurata; mostriamo quello che<br />

accade nei tre seguenti casi:<br />

a. l’esposizione monetaria originale del cedente ammonta a 2 milioni e si<br />

registrano sinistri per 1 milione;<br />

b. l’esposizione monetaria originale del cedente ammonta a 80.000 e si<br />

registrano sinistri per 50.000;<br />

c. l’esposizione monetaria originale del cedente ammonta a 2,5 milioni e si<br />

registrano sinistri per 1,6 milioni;<br />

15 Espresso in termini <strong>di</strong> valore atteso del guadagno <strong>di</strong> portafoglio, cioè <strong>di</strong> caricamento <strong>di</strong> sicurezza.<br />

16 Il riferimento è a BORCH K. H. (1972) "Risk management and Company objectives".<br />

32


Totali Assicuratore Riassicuratore<br />

Liability 2.000.000 200.000 = 10%<br />

1.800.000 = 90%<br />

(9 linee)<br />

Premi 3.000 300 = 10% 2.700 = 90%<br />

Sinistri 1.000.000 100.000 = 10% 900.000 = 90%<br />

Figura 7 – Surplus caso A<br />

Totali Assicuratore Riassicuratore<br />

Liability 80.000 80.000 = 100% 0 = 0%<br />

Premi 120 120 = 100% 0 = 0%<br />

Sinistri 50.000 50.000 = 100% 0 = 0%<br />

Liability 2.500.000<br />

Figura 8 – Surplus caso B<br />

Totali Assicuratore Riassicuratore<br />

200.000 = 8%<br />

+500.000 17 = 20%<br />

28%<br />

1.800.000 = 72%<br />

(9 linee)<br />

Premi 3.750 1.050 = 28% 2.700 = 72%<br />

Sinistri 1.600.000 448.000 = 28% 1.152.000 = 72%<br />

Figura 9 – Surplus caso C<br />

La con<strong>di</strong>visione dei rischi sotto un trattato <strong>di</strong> riassicurazione per eccedente <strong>di</strong> somma,<br />

riutilizzando le ipo<strong>tesi</strong> alla base dell’esempio, è compatibile con un grafico <strong>di</strong> questo<br />

tipo:<br />

17 Questa parte che eccede sia la ritenzione che la copertura offerta dal trattato, può essere trattenuta<br />

dall’assicuratore <strong>di</strong>retto, come nell’esempio proposto, oppure da questo ceduta attraverso un<br />

facoltativo.<br />

33


2500<br />

2000<br />

1500<br />

1000<br />

500<br />

0<br />

Rischi<br />

Surplus<br />

Conservato Ceduto <strong>Fac</strong>oltativo<br />

Figura 10 – Rappresentazione grafica del surplus<br />

34


4. Riassicurazioni non-proporzionali<br />

Proce<strong>di</strong>amo adesso analizzando la più vasta e complessa gamma delle assicurazioni<br />

non proporzionali ed iniziamo effettuando una <strong>di</strong>stinzione tra le due principali forme<br />

riassicurative appartenenti a questa macroclasse:<br />

riassicurazioni excess of loss;<br />

riassicurazioni stop-loss.<br />

Prima <strong>di</strong> descrivere nel dettaglio le varie tipologie, sembra opportuno segnalare che<br />

nella letteratura attuariale non si riscontra unanimità <strong>di</strong> vedute circa la tassonomia <strong>di</strong><br />

queste forme riassicurative e che pertanto la classificazione operata nella seguente<br />

trattazione, sebbene sia ricollegabile in prevalenza ai testi citati nella bibliografia,<br />

mira a perseguire una coerenza autonoma.<br />

4.1 Riassicurazioni excess of loss<br />

A <strong>di</strong>fferenza delle riassicurazioni proporzionali, dove le cessioni sono collegate alle<br />

somme assicurate ed alla quota <strong>di</strong> liability, nelle riassicurazioni excess of loss,<br />

brevemente XL, predomina il concetto <strong>di</strong> loss (per<strong>di</strong>ta), da qui una parte del nome.<br />

Nel trattato, la forma contrattuale che supporremo alla base nella nostra analisi,<br />

l’assicuratore ed il riassicuratore definiscono l’importo monetario entro il quale sarà<br />

esclusivamente il primo a farsi carico dei risarcimenti che interesseranno le classi <strong>di</strong><br />

affari coperte dal contratto, mentre il riassicuratore pagherà l’intera per<strong>di</strong>ta in<br />

eccesso 18 <strong>di</strong> questo ammontare, fino ad un convenuto limite della copertura, detto<br />

anche portata.<br />

L’importo che segna la soglia oltre la quale le per<strong>di</strong>te si trasferiscono a carico del<br />

riassicuratore prende il nome <strong>di</strong> priority (priorità), excess point, retention o<br />

deductible.<br />

18 E’ questa caratterizzazione ad aver coniato il termine <strong>di</strong> excess of loss.<br />

35


In relazione alle modalità con cui sono definite priorità e portata, si possono<br />

<strong>di</strong>stinguere tre forme <strong>di</strong> riassicurazione excess of loss:<br />

• riassicurazione per risk excess of loss;<br />

• riassicurazione per event excess of loss;<br />

• riassicurazione aggregate excess of loss.<br />

4.1.1 Riassicurazione per risk XL<br />

La riassicurazione per risk excess of loss, spesso in<strong>di</strong>cata con la sigla WXL/R 19 , si ha<br />

quando gli importi monetari che caratterizzano il trattato sono definiti a livello <strong>di</strong><br />

ciascun sinistro che colpisce il singolo contratto; in altre parole, la copertura<br />

considera ogni sinistro come un’unità a sé stante.<br />

Ripren<strong>di</strong>amo la schematizzazione proposta per le riassicurazioni proporzionali e<br />

consideriamo un portafoglio composto da n contratti omogenei 20 del tipo<br />

“responsabilità civile”, con massimali <strong>di</strong> garanzia dati da W1, W2,…, Wn. La priorità è<br />

in<strong>di</strong>cata per ciascun contratto nell’importo Lj, con j=1,…,n e supponiamo per il<br />

momento che sia stata stipulata una portata totale, vale a <strong>di</strong>re che l’esposizione<br />

monetaria del riassicuratore nei confronti <strong>di</strong> un sinistro sia limitata esclusivamente in<br />

conseguenza dei massimali stabiliti nei contratti originali.<br />

E’ quin<strong>di</strong> possibile, in riferimento all’i-esimo sinistro che colpisce il contratto jesimo,<br />

operare la seguente <strong>di</strong>stinzione:<br />

Υ<br />

Υ<br />

R<br />

i, j<br />

A<br />

i, j<br />

=<br />

( Υi,<br />

j;<br />

j )<br />

( Υ − L ; 0)<br />

= min L<br />

max i, j j<br />

pari rispettivamente al risarcimento a carico dell’assicuratore e quello trasferito al<br />

riassicuratore.<br />

Di conseguenza, il risarcimento globale relativo al complesso dei contratti in<br />

portafoglio sarà pari a:<br />

19 L’acronimo WXL/R stà per Working excess of loss per risk. Il termine working sottolinea come tale<br />

copertura possa essere attivata da una per<strong>di</strong>ta su un singolo sinistro; si usa <strong>di</strong>re che la copertura è<br />

exposed per risk.<br />

20 Qui e nel seguito con questo termine intenderemo riferirci alla definizione data nel paragrafo 3.1.<br />

36


Χ<br />

A<br />

=<br />

n<br />

N<br />

j<br />

∑∑<br />

j=<br />

1 i=<br />

0<br />

Υ<br />

A<br />

i,<br />

j<br />

=<br />

n<br />

N<br />

j<br />

∑∑<br />

j=<br />

1 i=<br />

0<br />

min<br />

( Υ ; L )<br />

relativamente alla parte conservata dall’assicuratore <strong>di</strong>retto, mentre sarà ceduto<br />

l’ammontare dato da:<br />

Χ<br />

R<br />

=<br />

n<br />

N<br />

j<br />

∑∑<br />

j=<br />

1 i=<br />

0<br />

Υ<br />

R<br />

i,<br />

j<br />

=<br />

n<br />

N<br />

j<br />

∑∑<br />

j=<br />

1 i=<br />

0<br />

max<br />

i, j<br />

( Υ − L ; 0)<br />

Nell’ipo<strong>tesi</strong>, più realistica, che il trattato preveda una portata parziale, cioè un limite<br />

superiore all’esposizione del cessionario 21 , pari a Qj per il contratto j-esimo, il<br />

risarcimento a carico del riassicuratore, relativo all’i-esimo sinistro che colpisce tale<br />

contratto, sarà dato da:<br />

Υ<br />

R<br />

i, j<br />

=<br />

i, j<br />

[ max(<br />

Υ − L ; 0)<br />

, Q ]<br />

min i, j j<br />

Nelle riassicurazioni excess of loss, in generale, è in<strong>di</strong>cato con il termine <strong>di</strong> layer of<br />

cover (fascia <strong>di</strong> copertura) o più semplicemente layer, la regione che và dall’excess<br />

point alla portata. Se in<strong>di</strong>chiamo questi due valori con l ed m rispettivamente,<br />

possiamo riferirci sinteticamente ad una tale copertura come: m XS l;<br />

in<strong>di</strong>cativamente, se ipotizziamo l = 1.000 e m = 200, possiamo così visualizzare il<br />

layer in questione:<br />

1.000 XS 200<br />

Generalmente un programma riassicurativo prevede la copertura <strong>di</strong> più layers, in<br />

quanto, come si può comprendere dalla schematizzazione esposta in precedenza, nella<br />

quale l’assicuratore rimaneva privo <strong>di</strong> copertura per importi che superavano la portata<br />

Qj, il cedente è interessato a procurarsi ulteriori garanzie riassicurative tali che gli<br />

consentano <strong>di</strong> ottenere la “copertura obiettivo” che si era prefisso.<br />

E’ infatti usuale che un singolo riassicuratore imponga nel trattato limiti alla propria<br />

esposizione, in quanto specializzato in un determinato layer anziché che in un altro,<br />

piuttosto che per <strong>di</strong>versi ulteriori motivi. Occorre sottolineare infatti che la stessa<br />

21 Tale importo risulterà inferiore alla <strong>di</strong>fferenza Wj-Lj, perché tale è l’esposizione massima per<br />

l’assicuratore <strong>di</strong>retto in conseguenza del contratto originario stipulato con l’assicurato.<br />

j<br />

j<br />

j<br />

37


copertura riferita però a layers <strong>di</strong>versi presenta caratteristiche <strong>di</strong>fferenti: i layers più<br />

bassi saranno esposti ad un frequenza maggiore <strong>di</strong> sinistri rispetto ai layers più<br />

elevati, dove il numero atteso dei sinistri sarà minore per entrambe le parti coinvolte<br />

nel trattato.<br />

Per queste ragioni, il primo layer è anche detto working layer, mentre ci si riferisce ai<br />

layers molto alti come a high o inused layers, o anche come sleep easies.<br />

Ciò detto, non è escluso a priori il caso che un riassicuratore offra la copertura per più<br />

layers, magari anche non consecutivi fra loro.<br />

Esempio<br />

Per comprendere meglio il meccanismo delle fasce, visualizziamo nella tabella<br />

seguente la ripartizione dell’importo del sinistro Y, nell’ipo<strong>tesi</strong> <strong>di</strong> una copertura<br />

effettuata me<strong>di</strong>ante tre <strong>di</strong>stinti layers, nella quale si è in<strong>di</strong>cato con:<br />

• la variabile X l’onere conservato dall’assicuratore <strong>di</strong>retto;<br />

• con la variabile Z R1 , Z R2 , Z R3 l’onere del riassicuratore del primo, del secondo<br />

e del terzo layer rispettivamente,<br />

• m1 ed l1 gli elementi <strong>di</strong> una prima copertura m1 XS l1;<br />

• m2 ed l2 = l1 + m1 gli estremi della seconda fascia;<br />

• m3 ed l3 = l2 + m2 le caratterizzazioni del terzo ed ultimo layer.<br />

X Z R1<br />

Z R2<br />

Y ≤ l1 Y 0 0 0<br />

l1 < Y ≤ l2 l1 Y - l1 0 0<br />

l2 < Y ≤ l3 l1 m1 Y - l2 0<br />

Z R3<br />

l3 < Y ≤ l3 + m3 l1 m1 m2 Y - l3<br />

Y > l3 + m3 l1 + Y – (l3 + m3) m1 m2 m3<br />

Figura 11 – Tabella Layers<br />

4.1.2 Riassicurazione per event XL e Catastrophe XL<br />

38


Nella riassicurazione per event excess of loss, anche in<strong>di</strong>cata brevemente con<br />

WXL/E 22 , ritroviamo lo stesso meccanismo dei layers descritto per la WXL/R ma,<br />

come per la priorità e la portata, questi concetti sono adesso riferiti non al singolo<br />

sinistro ma al singolo evento, che rappresenta in questa tipologia il concetto unitario<br />

<strong>di</strong> loss.<br />

In questa nuova ottica, la causa fondamentale del sinistro non é più in<strong>di</strong>viduata nelle<br />

caratteristiche dell’assicurato, ma viene riconosciuta nell’acca<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> uno<br />

specifico evento. Si comprende quin<strong>di</strong> come tale tipologia sia auspicabile in<br />

particolar modo qualora si ritenga <strong>di</strong> avere una platea “sufficientemente<br />

in<strong>di</strong>pendente” <strong>di</strong> soggetti assicurati; al contempo questo cambio <strong>di</strong> prospettiva pone<br />

in risalto la necessità <strong>di</strong> definire nel trattato, secondo criteri il più possibile oggettivi,<br />

cosa si intende per evento, in particolari per certi tipi <strong>di</strong> copertura, come vedremo nel<br />

seguito.<br />

Ripren<strong>di</strong>amo la schematizzazione dei capitoli precedenti e supponiamo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong><br />

un portafoglio <strong>di</strong> n contratti omogenei, anche questa volta relativi ad assicurazioni <strong>di</strong><br />

responsabilità civile; in<strong>di</strong>cheremo con Z il risarcimento globale relativo ai sinistri<br />

che, in conseguenza del singolo evento, affliggono uno o più contratti appartenenti al<br />

portafoglio. La priorità fissata in corrispondenza <strong>di</strong> tale evento sarà in<strong>di</strong>cata con L C ,<br />

mentre anche questa volta supporremo inizialmente una portata totale.<br />

Avremo dunque che l’importo rimasto a carico dell’assicurato sarà pari a:<br />

Ζ A<br />

= min Ζ<br />

mentre sarà trasferito al cessionario l’importo:<br />

Ζ R<br />

= max<br />

C ( ; L )<br />

C ( Ζ − L ; 0)<br />

Se introduciamo invece un limite all’esposizione del riassicuratore, ipo<strong>tesi</strong> più<br />

realistica, rappresentato dalla portata, in<strong>di</strong>cata con Q C , avremo che l’intervento <strong>di</strong><br />

quest’ultimo sarà descritto da:<br />

Ζ<br />

R<br />

= min<br />

C C<br />

[ max(<br />

Ζ − L ; 0)<br />

; Q ]<br />

Una fondamentale <strong>di</strong>stinzione che è necessario operare nell’ambito delle<br />

riassicurazioni per event è quella relativa agli eventi <strong>di</strong> natura catastrofale.<br />

22 L’acronimo WXL/E stà per Working excess of loss per event.<br />

39


In particolare si vuole <strong>di</strong>stinguere una riassicurazione che, nell’ambito della struttura<br />

<strong>di</strong> una excess of loss del tipo per event, intende proteggere il capitale dell’assicuratore<br />

dall’esposizione alle catastrofi. Questa speciale tipologia, che in<strong>di</strong>cheremo con<br />

CATXL 23 , prevede la definizione della priorità e della portata in modo che il trattato<br />

sia interessato solo in casi <strong>di</strong> accumulo <strong>di</strong> sinistri associabili ad eventi catastrofici,<br />

anche detti eventi estremi. In questa specifica forma la priorità, per quanto detto,<br />

prende anche il nome <strong>di</strong> pieno catastrofale e tale copertura nella pratica è <strong>di</strong>sponibile<br />

unicamente nella forma del trattato.<br />

E’ a questa forma riassicurativa che intendevamo riferirci in precedenza, quando<br />

abbiamo accennato alla particolare attenzione da prestare alla definizione <strong>di</strong> “evento”<br />

fornita nel trattato; spesso si ricorre ad una definizione <strong>di</strong> evento catastrofico basata<br />

sul numero minimo <strong>di</strong> sinistri che devono coinvolgere i contratti del portafoglio<br />

assicurato, in<strong>di</strong>cando un intervallo temporale entro il quale deve essere raggiunto tale<br />

numero, ad esempio 72 ore. Questo stesso intervallo può essere utilizzato per<br />

<strong>di</strong>stinguere, ai meri fini riassicurativi, tra due catastrofi contigue, come ad esempio un<br />

uragano della durata superiore a tre giorni.<br />

Nella definizione <strong>di</strong> evento rientra anche la <strong>di</strong>stinzione operata nella pratica tra:<br />

• catastrofi naturali;<br />

• catastrofi man-made.<br />

In particolare, rientrano nella prima categoria uragani, terremoti, inondazioni,<br />

tsunami, etc.; appartengono invece alla categoria degli eventi estremi provocati<br />

dall’uomo i <strong>di</strong>sastri aerei, della navigazione o del traffico terrestre, le esplosioni <strong>di</strong><br />

impianti petroliferi, etc..<br />

Questa <strong>di</strong>stinzione è rilevante in quanto le due categorie sono <strong>di</strong>stinte dalla frequenza<br />

e dal grado <strong>di</strong> danno che caratterizzano l’evento tipo, vale a <strong>di</strong>re che le catastrofi<br />

naturali rappresentano eventi rari che provocano sinistri ad un numero spesso elevato<br />

<strong>di</strong> rischi assicurati, mentre le catastrofi man-made sono eventi relativamente meno<br />

rari, che coinvolgono un numero <strong>di</strong> rischi minore 24 .<br />

Ripren<strong>di</strong>amo anche per questa tipologia l’usuale schematizzazione, ed in<strong>di</strong>chiamo<br />

inoltre con K il numero aleatorio <strong>di</strong> catastrofi che interessano il portafoglio nel<br />

23 Catastrophe excess of loss.<br />

24 L’entità dei risarcimenti invece non è detto sia me<strong>di</strong>amente inferiore.<br />

40


periodo coperto da riassicurazione, mentre utilizzeremo Z h , h=1,…,K, per riferirci al<br />

risarcimento globale derivante dall’h-esima catastrofe in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> acca<strong>di</strong>mento.<br />

Ipotizziamo infine che il trattato <strong>di</strong> riassicurazione preveda unicamente un pieno<br />

catastrofale pari a L C ; avremo dunque che<br />

Χ<br />

A<br />

=<br />

K<br />

∑<br />

h=<br />

0<br />

min<br />

C ( Z ; L )<br />

rappresenta il risarcimento globale al netto della riassicurazione, mentre<br />

Χ<br />

R<br />

=<br />

K<br />

∑<br />

h=<br />

0<br />

max<br />

h<br />

C ( Z − L ; 0)<br />

descrive il risarcimento globale a carico del riassicuratore.<br />

Un ultimo aspetto che preme evidenziare circa la copertura CATXL è il rischio, per il<br />

riassicuratore, <strong>di</strong> una possibile presenza <strong>di</strong> situazione <strong>di</strong> moral hazard. Poichè il<br />

limite superiore della copertura offerta dal cessionario è tipicamente molto alto,<br />

proprio per far fronte ai danni derivanti da eventi estremi, il soggetto assicurato<br />

potrebbe comportarsi in maniera fraudolenta qualora, avendo poco interesse in<br />

termini economici circa il costo della liquidazione dei sinistri, si comportasse in<br />

maniera eccessivamente ed ingiustificatamente generosa con i propri <strong>di</strong>retti assicurati<br />

al solo scopo <strong>di</strong> mantenere con questi ultimi buoni rapporti e quin<strong>di</strong> fidelizzare a<br />

spese del riassicuratore la propria clientela. Questo tipo <strong>di</strong> comportamento lo si può<br />

idealmente correggere instaurando rapporti <strong>di</strong> lungo periodo con lo stesso<br />

riassicuratore, che adeguerà il premio anche in considerazione <strong>di</strong> questo genere <strong>di</strong><br />

atteggiamento.<br />

Prima <strong>di</strong> passare ad esemplificazioni circa le modalità fin qui presentate, appare<br />

doverosa una precisazione: sebbene nelle schematizzazioni proposte sia per il caso<br />

WXL/R che per il caso WXL/E si sia ipotizzato, al fine <strong>di</strong> favorire una più imme<strong>di</strong>ata<br />

comparazione dei <strong>di</strong>versi risultati, una copertura del tipo “responsabilità civile”,<br />

quest’ultima è nella pratica più spesso abbinata alle forme del secondo tipo, in quanto<br />

si può mutuare con facilità la definizione <strong>di</strong> evento assicurato da quella in<strong>di</strong>cata nel<br />

contratto assicurativo <strong>di</strong> base, mentre il tipo per risk è usata soprattutto nella<br />

riassicurazione incen<strong>di</strong>.<br />

h<br />

41


Esempio<br />

Il primo esempio che faremo ha come obiettivo quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere con chiarezza i<br />

<strong>di</strong>versi effetti prodotti da una WXL/R e da una WXL/E.<br />

Supponiamo che sia definita la priorità l= 200 e la portata m= 800; la copertura in<br />

oggetto è dunque una 800 XS 200. Adesso ipotizziamo si tratti <strong>di</strong> una copertura del<br />

tipo per risk e ve<strong>di</strong>amo i risultati economici che tale forma produce per assicurato e<br />

riassicuratore nel caso si verifichino i sinistri riportati in tabella.<br />

Risarcimento Conservato Ceduto<br />

Sinistro 1 350 200 150<br />

Sinistro 2 250 200 50<br />

Sinistro 3 400 200 200<br />

Sinistro 4 200 200 0<br />

Totale 1.200 800 400<br />

Figura 12 – Tabella WXL/R<br />

A parità <strong>di</strong> sinistri, che supponiamo riconducibili tutti allo stesso evento, <strong>di</strong>versa è la<br />

ripartizione tra cedente e cessionario nel caso <strong>di</strong> una WXL/E:<br />

Risarcimento<br />

Sinistro 1 350<br />

Sinistro 2 250<br />

Sinistro 3 400<br />

Sinistro 4 200<br />

Totale Evento 1.200<br />

Priorità 200<br />

Portata 800<br />

Totale Conservato 200+1.200-(200+800) = 400<br />

Totale Ceduto 800<br />

Figura 13 – Tabella WXL/E<br />

Visualizziamo graficamente quanto riportato nelle tabelle precedenti:<br />

42


Risarcimento<br />

Risarcimento<br />

1200<br />

1000<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

0<br />

1400<br />

1200<br />

1000<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

0<br />

150<br />

WXL/R<br />

50<br />

200<br />

200 200 200 200<br />

1 2 3 4<br />

Rischi<br />

Conservato Ceduto<br />

Figura 14 – Grafico WXL/R<br />

WXL/E<br />

200<br />

800<br />

200<br />

1<br />

Eventi<br />

Priorità Portata <strong>Fac</strong>oltativo<br />

Figura 15 – Grafico WXL/E<br />

0<br />

43


Naturalmente questa esemplificazione non deve condurci alla falsa conclusione che<br />

una copertura per event offra comunque una protezione migliore per il riassicurato<br />

rispetto ad una <strong>di</strong> tipo per risk; quest’ultima è infatti in grado <strong>di</strong> fornire maggiori<br />

vantaggi per il cedente nelle situazioni in cui i rischi relativi ad un evento siano tali da<br />

eccedere la portata della riassicurazione per event. Una situazione <strong>di</strong> questo genere si<br />

sarebbe verificata nell’esempio precedente se avessimo supposto la presenza <strong>di</strong> un<br />

quinto sinistro 25 , <strong>di</strong> ammontare pari a 700, che nella WXL/R avrebbe fatto innalzare<br />

il risarcimento a carico dell’assicuratore <strong>di</strong> 200 26 , portandolo a 1.000, mentre la<br />

WXL/E avrebbe attribuito l’intero risarcimento dei 700 a carico dell’assicuratore,<br />

essendo stata già raggiunta la portata per quell’evento, facendo sì che l’ammontare<br />

dovuto dal cedente fosse pari 1.100.<br />

Esempio<br />

L’esempio successivo pone invece in risalto le modalità con cui operano la WXL/R e<br />

la CATXL, in una delle loro possibili combinazioni.<br />

Si supponga che, a seguito <strong>di</strong> altre forme <strong>di</strong> trasferimento dei rischi 27 , la ritenzione <strong>di</strong><br />

un assicuratore sia pari a 8.000 e che questo decida <strong>di</strong> proteggersi acquistando una<br />

riassicurazione WXL/R 6.000 XS 2.000 ed una ulteriore e successiva riassicurazione<br />

contro gli eventi catastrofi, in particolare una CATXL 9.000 XS 4.000.<br />

Nelle tabella seguente sono riportate alcune possibilità circa l’esito <strong>di</strong> tali coperture.<br />

Ipo<strong>tesi</strong> 1<br />

Ipo<strong>tesi</strong> 2<br />

Si verifica un incen<strong>di</strong>o che provoca danni per 1.000;<br />

i risarcimenti:<br />

Assicuratore <strong>di</strong>retto 1.000<br />

Riassicuratore WXL/R 0<br />

Riassicuratore CATXL 0<br />

Si verifica un incen<strong>di</strong>o che provoca danni per 7.000;<br />

i risarcimenti:<br />

Assicuratore <strong>di</strong>retto 2.000<br />

25 Riferibile sempre al medesimo evento da cui sono scaturiti gli altri quattro.<br />

26 Essendo 200 la priorità relativa a ciascun rischio.<br />

27 Il riferimento è alle riassicurazioni proporzionali.<br />

44


Ipo<strong>tesi</strong> 3<br />

Riassicuratore WXL/R 5.000<br />

Riassicuratore CATXL 0<br />

Si verifica un terremoto che colpisce cinque sinistri, S1, S2, S3,<br />

S4 ed S5 provocando rispettivamente i seguenti danni: 1.000,<br />

1.000, 1.000, 2.000 e 4.000<br />

Assicuratore <strong>di</strong>retto 4.000<br />

Riassicuratore WXL/R 2.000<br />

Riassicuratore CATXL 3.000<br />

Figura 16 – Combinazione <strong>di</strong> WXL/R e <strong>di</strong> CATXL<br />

Motiviamo gli importi relativi all’ultima ipo<strong>tesi</strong>: nel caso <strong>di</strong> cinque sinistri, tutti<br />

ricollegabili allo stesso evento catastrofico, si ha un’iniziale priorità a carico<br />

dell’assicuratore <strong>di</strong>retto pari a 2.000 e riferita alla copertura WXL/R;<br />

successivamente è il riassicuratore che ha venduto quest’ultima a restare coinvolto,<br />

sebbene unicamente in relazione al sinistro S5 che ha superato la priorità prevista nel<br />

trattato, dunque sarà a suo carico l’eccesso pari a 2.000; resterebbero però nelle<br />

responsabilità del cedente importi per complessivi 7.000, il che automaticamente fa<br />

innescare il meccanismo della protezione ad<strong>di</strong>zionale <strong>di</strong> tipo CATXL che prevede<br />

una priorità <strong>di</strong> 4.000, che corrisponderà all’importo definitivamente a carico<br />

dell’assicuratore <strong>di</strong>retto 28 , mentre cadranno sotto la responsabilità del riassicuratore<br />

cessionario della copertura catastrofale i restanti 3.000.<br />

Quanto detto è illustrato graficamente <strong>di</strong> seguito, dove, come <strong>di</strong> consueto, si è<br />

in<strong>di</strong>cato, per entrambe le forme assicurative, con il colore rosso i risarcimenti<br />

conservati dall’assicuratore <strong>di</strong>retto, mentre il colore blu in<strong>di</strong>ca la parte dei<br />

risarcimenti <strong>di</strong> competenza dei riassicuratori.<br />

28 In quanto i danni non eccedono la portata del trattato CATXL.<br />

45


13000<br />

12000<br />

11000<br />

10000<br />

9000<br />

8000<br />

7000<br />

6000<br />

5000<br />

4000<br />

3000<br />

2000<br />

1000<br />

8000<br />

7000<br />

6000<br />

5000<br />

4000<br />

3000<br />

2000<br />

1000<br />

0<br />

0<br />

WXL/R<br />

S1 S2 S3 S4 S5<br />

Sinistri<br />

CATXL<br />

S5<br />

S4<br />

S3<br />

S2<br />

S1<br />

1<br />

Catastrofi<br />

Figura 17 – Grafici relativi alla combinazione <strong>di</strong> WXL/R e <strong>di</strong> CATXL<br />

46


4.1.3 Riassicurazione aggregate XL<br />

Attraverso la forma riassicurativa dell’aggregate excess of loss l’impresa assicurativa<br />

cedente si tutela contro il rischio <strong>di</strong> per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> esercizio che si possono verificare in un<br />

dato ramo o nella gestione <strong>di</strong> un certo gruppo <strong>di</strong> rischi omogenei, fissando come<br />

priorità un valore monetario che rimarrà a suo carico in riferimento al risarcimento<br />

globale scaturito dall’intero portafoglio descritto nel trattato. Tale valore è in<strong>di</strong>cato<br />

come priorità globale e nella schematizzazione che segue è rappresentato da L G ;<br />

inizialmente ipotizziamo al solito che non sia prevista una portata.<br />

Il risarcimento globale conservato dal riassicurato è dunque imme<strong>di</strong>atamente<br />

calcolabile, essendo dato da:<br />

Χ<br />

A<br />

= min Χ<br />

G ( ; L )<br />

mentre il riassicuratore si farà carico dell’importo:<br />

Χ<br />

R<br />

= max<br />

G ( Χ − L ; 0)<br />

Se adesso assumiamo l’ipo<strong>tesi</strong> più realistica <strong>di</strong> una portata limitata dal valore<br />

monetario Q G , avremo che l’importo ceduto al riassicuratore sarà pari a:<br />

Χ<br />

R<br />

= min[max<br />

G G<br />

( Χ − L ; 0)<br />

; Q ]<br />

ed il risarcimento globale a carico dell’assicurato <strong>di</strong>venterà conseguentemente:<br />

Χ<br />

A<br />

= min<br />

G<br />

G<br />

( Χ;<br />

L ) + max(<br />

Χ − Q ; 0)<br />

Molteplici sono gli evidenti vantaggi che una copertura <strong>di</strong> questo tipo è in grado <strong>di</strong><br />

offrire al soggetto riassicurato, primo tra tutti la possibilità per il cedente <strong>di</strong> limitare i<br />

danni derivanti da un’errata previsione a livello dell’intero portafoglio, dunque in<br />

riferimento al cosiddetto rischio <strong>di</strong> tariffazione 29 .<br />

Esempio<br />

A conclusione del paragrafo inseriamo un breve esempio <strong>di</strong> riassicurazione aggregate<br />

XL, con cui visualizzare i possibili esiti <strong>di</strong> una tale copertura. Per far ciò, l’unico<br />

importo che è necessario ipotizzare, oltre ai valori <strong>di</strong> L G e Q G , è quello relativo al<br />

29<br />

E’ un rischio connesso all’attività dell’attuario, alla capacità <strong>di</strong> immettere sul mercato un prodotto<br />

equilibrato ma concorrenziale.<br />

47


isarcimento globale dell’intero portafoglio oggetto della copertura, che è riportato,<br />

come la successiva spartizione tra cedente e cessionario, nella tabella che segue.<br />

Priorità globale 60.000<br />

Portata 90.000<br />

Risarcimento globale generato dal portafoglio 70.000<br />

Risarcimento globale a carico dell’assicuratore 60.000<br />

Risarcimento globale dovuto dal riassicuratore 10.000<br />

4.2 Riassicurazione stop-loss<br />

Figura 18 – Esempio <strong>di</strong> aggregate XL<br />

Il trattato stop-loss è progettato per quegli assicuratori <strong>di</strong>retti che sono alla ricerca<br />

della forma <strong>di</strong> copertura più ampia possibile; questa tipologia riassicurativa risponde<br />

a detto criterio <strong>di</strong> ricerca in quanto il riassicuratore cessionario risulta obbligato a<br />

farsi carico <strong>di</strong> tutto l’onere dei sinistri totali che eccede il limite stabilito per la quota<br />

del riassicurato.<br />

Si può sicuramente notare come la definizione fin qui fornita sia adattabile anche alla<br />

forma aggregate excess of loss; ciò che contrad<strong>di</strong>stingue la nuova modalità<br />

riassicurativa dalle altre forme non proporzionali in genere e dalla modalità aggregate<br />

in particolare, risiede infatti nel modo in cui sono definite portata e priorità, presenti<br />

anche in questi trattati, non più in<strong>di</strong>cate in importi monetari, bensì stabilite in termini<br />

percentuali.<br />

Il contratto riassicurativo verte infatti sulla definizione <strong>di</strong> un rapporto percentuale<br />

sinistri a premi <strong>di</strong> competenza del portafoglio, il cosiddetto loss ratio 30 :<br />

sinistri netti <strong>di</strong> competenza<br />

loss ratio =<br />

premi netti <strong>di</strong> competenza<br />

30 Nel calcolo del rapporto si utilizzano gli importi dei sinistri e dei premi al netto <strong>di</strong> precedenti,<br />

eventuali riassicurazioni, nella pratica quasi sempre presenti.<br />

48


Questo rapporto, che in<strong>di</strong>cheremo nel seguito con q, corrisponde al massimo<br />

risarcimento, in percentuale dei premi, che l’assicuratore è intenzionato ad effettuare<br />

in conseguenza dei sinistri che interesseranno il portafoglio lungo il corso del trattato.<br />

Ripren<strong>di</strong>amo infine l’usuale schematizzazione e supponiamo <strong>di</strong> essere in presenza <strong>di</strong><br />

una riassicurazione stop-loss avente per oggetto un portafoglio <strong>di</strong> assicurazioni <strong>di</strong><br />

responsabilità civile composto da n contratti omogenei.<br />

Ipotizziamo quin<strong>di</strong> che sia prevista una priorità globale 31 fissata nella misura <strong>di</strong> q Sl ,<br />

ed inizialmente supponiamo che la portata sia totale.<br />

La percentuale dell’ammontare complessivo dei premi 32 conservata dal riassicurato<br />

nelle suddette con<strong>di</strong>zioni, sarà pari a:<br />

A<br />

q = min ;<br />

SL ( q q )<br />

mentre quella ceduta al riassicuratore sarà data da:<br />

R<br />

q = max −<br />

SL ( q q ; 0)<br />

oppure, nel caso sia inserita nel trattato una portata pari a q*, avremo:<br />

q<br />

R<br />

= min[max<br />

SL *<br />

( q − q ; 0)<br />

; q ]<br />

Poiché l’obiettivo <strong>di</strong> tale copertura, ed in generale <strong>di</strong> tutte le riassicurazioni, non è e<br />

non può essere quello <strong>di</strong> esonerare l’assicuratore <strong>di</strong>retto da tutto il rischio tipico<br />

dell’iniziativa impren<strong>di</strong>toriale, il riassicuratore richiede ragionevolmente al cedente<br />

che questo incorra in una per<strong>di</strong>ta tecnica 33 prima che la copertura stop-loss intervenga<br />

a protezione del capitale sociale 34 .<br />

Sempre in questo contesto, è utile notare come la stop-loss presenti, come l’aggregate<br />

XL, un importante rischio <strong>di</strong> moral hazard per il riassicuratore che, in questa forma<br />

omnicomprensiva <strong>di</strong> riassicurazione, si trova a fronteggiare rischi come:<br />

• il rischio <strong>di</strong> riservazione, o reserving risk: è legato alla possibile insufficienza<br />

delle riserve tecniche accantonate;<br />

• il rischio <strong>di</strong> fallimento dei riassicuratori che offrono coperture anteriori alla<br />

propria;<br />

• rischio dell’inadeguatezza delle basi tecniche;<br />

31 Come nel caso della forma aggregate XL, la priorità si <strong>di</strong>ce anche priorità globale.<br />

32 Riferiti ai contratti coperti dal trattato e <strong>di</strong> competenza del corrispondente periodo temporale.<br />

33 Vale a <strong>di</strong>re che i premi incassati risultano insufficienti per coprire i risarcimenti ed i costi.<br />

34 Oppure del fondo <strong>di</strong> garanzia nel caso <strong>di</strong> imprese <strong>di</strong> assicurazioni operanti in forma <strong>di</strong> mutue.<br />

49


Per i motivi suddetti l’assicurazione stop-loss è una tipologia molto interessante per il<br />

riassicurato e contemporaneamente la meno gra<strong>di</strong>ta dal riassicuratore.<br />

Questa forma <strong>di</strong> copertura risulta quin<strong>di</strong> rara nella pratica, dove trova comunque<br />

spazio se associata ad ulteriori ed antecedenti coperture riassicurative, nonché nei casi<br />

in cui l’impresa cedente e la cessionaria siano società appartenenti ad un medesimo<br />

gruppo, ad esempio un’impresa controllata ed un’impresa madre, dove quest’ultima<br />

decide <strong>di</strong> offrire questo tipo <strong>di</strong> supporto alla società <strong>di</strong> nuova costituzione o<br />

all’impresa che si trova in temporanee <strong>di</strong>fficoltà.<br />

Esempio<br />

Per concludere questa sezione presentiamo un esempio <strong>di</strong> riassicurazione stop-loss,<br />

nel quale visualizziamo gli esiti <strong>di</strong> una copertura supposta operante per tre anni<br />

consecutivi.<br />

Le ipo<strong>tesi</strong>:<br />

• ammontare dei premi <strong>di</strong>retti 35 <strong>di</strong> competenza: 50.000;<br />

• costi sostenuti dall’assicuratore <strong>di</strong>retto: 15.000 = 30%;<br />

• con<strong>di</strong>zioni del trattato stop-loss: q=100% e q Sl =50%<br />

Si segnala come il trattato in questione, che prevede una copertura pari al 50%<br />

dell’ammontare dei premi <strong>di</strong>retti <strong>di</strong> competenza, una volta che i risarcimenti abbiano<br />

superato il 100% <strong>di</strong> tale valore, imponga che la portata risulti pari ai premi conseguiti.<br />

Questo comporta automaticamente che l’assicuratore <strong>di</strong>retto accetti <strong>di</strong> incorre in una<br />

per<strong>di</strong>ta d’esercizio pari al 30% <strong>di</strong> detti premi e corrispondente all’ammontare dei costi<br />

<strong>di</strong>retti 36 sostenuti, prima che intervenga la stop-loss.<br />

Anno Totale risarcimenti Conservato Ceduto<br />

Anno 1 55.000 50.000 5.000<br />

Anno 2 45.000 45.000 0<br />

35<br />

Si è in<strong>di</strong>cato con la <strong>di</strong>citura “premi <strong>di</strong>retti” quelli incassati dall’assicuratore <strong>di</strong>retto da parte degli<br />

assicurati.<br />

36<br />

Ancora una volta caratterizziamo con questo aggettivo gli importi, in questo caso oneri, derivanti<br />

dalla stipula dei contratti tra assicurato e assicuratore.<br />

50


Anno 3 90.000 50.000 + 15.000 25.000<br />

Figura 19 – Esempio <strong>di</strong> stop-loss<br />

Un ultimo commento relativo al terzo anno: l’assicuratore <strong>di</strong>retto vede imputare a suo<br />

carico non solo la priorità, bensì anche la parte eccedente la portata del riassicuratore,<br />

da qui l’attribuzione degli ulteriori 15.000.<br />

4.3 Con<strong>di</strong>zioni contrattuali<br />

In questo paragrafo effettueremo una descrizione <strong>di</strong> alcune delle clausole e delle<br />

con<strong>di</strong>zioni che possono interessare i contratti oggetto della nostra analisi. In<br />

particolare, ci interesseremo <strong>di</strong>:<br />

clausola <strong>di</strong> reciprocità;<br />

basis of coverage (basi della copertura);<br />

coinsurance clause (clausola <strong>di</strong> coassicurazione);<br />

stability clause (clausola <strong>di</strong> stabilità);<br />

reinstatement clause (clausola dei reintegri) e limiti alla copertura;<br />

Iniziamo illustrando il significato comunemente attribuito alla clausola <strong>di</strong> reciprocità,<br />

o all’affare <strong>di</strong> reciprocità come viene spesso definito. Detto affare consiste in una<br />

particolare operazione riassicurativa me<strong>di</strong>ante la quale due assicuratori si impegnano<br />

reciprocamente a trasferirsi le quote <strong>di</strong> rischio superiori al loro rispettivo pieno <strong>di</strong><br />

conservazione. Occorre ricordare che questa pratica si è sviluppata agli inizi del XX<br />

secolo con lo scopo <strong>di</strong> fronteggiare una certa scarsità <strong>di</strong> offerta sul mercato<br />

riassicurativo; per questo motivo ci si riferisce inizialmente ad una reciprocità <strong>di</strong><br />

servizio. Successivamente però l’impiego <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> operazione muta <strong>di</strong><br />

fisionomia, in particolare si ricerca con questo sistema una riduzione dell’alea che<br />

corre il riassicuratore cessionario, mentre notevoli sono i vantaggi ottenuti dal punto<br />

<strong>di</strong> vista dell’equilibrio industriale.<br />

La reciprocità consente infatti:<br />

51


• <strong>di</strong> acquisire una maggiore stabilità nel portafoglio <strong>di</strong> entrambe le imprese in<br />

considerazione della legge dei gran<strong>di</strong> numeri e dell’aumento dei rischi<br />

assicurati;<br />

• in riferimento a nuovi mercati per il settore assicurativo, l’interscambio <strong>di</strong><br />

rischi con riassicuratori <strong>di</strong> mercati più evoluti sotto l’aspetto tecnico-attuariale<br />

consente <strong>di</strong> perseguire un equilibrio geografico altrimenti non raggiungibile<br />

nella ristretta <strong>di</strong>mensione degli affari nazionali;<br />

• <strong>di</strong> riequilibrare il flusso negativo <strong>di</strong> importi impiegati per la riassicurazione<br />

passiva, il che produce effetti positivi anche sulla bilancia dei pagamenti.<br />

La reciprocità presenta però anche alcuni aspetti non positivi, in particolare se<br />

utilizzata in misura eccessiva: occorre tener presente, infatti, che il nuovo portafoglio<br />

idealmente realizzato per ciascuna impresa in seguito a questo interscambio presenta<br />

sì un miglior requisito <strong>di</strong> massa, ma può risultarne inficiato il carattere<br />

dell’in<strong>di</strong>pendenza e quello dell’omogeneità qualitativa. In quest’ottica è<br />

sconsigliabile un <strong>di</strong>sincantato approccio a questa operazione, magari con l’unico<br />

scopo <strong>di</strong> conseguire un “vistoso” aumento della produzione lorda in bilancio per<br />

“abbagliare” gli azionisti e gli stakeholders in generale.<br />

Per quanto concerne invece le basi con cui si intende far operare la copertura<br />

riassicurativa, attraverso qualunque forma questa sia realizzata, si è soliti <strong>di</strong>stinguere<br />

tra coperture operanti:<br />

• claims made basis (in base alle richieste <strong>di</strong> risarcimento);<br />

• losses occurring basis (in base all’acca<strong>di</strong>mento dei sinistri);<br />

• policies incepted during basis, o PID basis (in base alle polizze stipulate<br />

durante)<br />

Una riassicurazione che adotta la claims made basis copre i sinistri <strong>di</strong> cui il cedente<br />

viene a conoscenza durante il periodo del trattato e che comunica imme<strong>di</strong>atamente al<br />

riassicuratore. Molto spesso i trattati che prevedono questo funzionamento<br />

contengono anche un’in<strong>di</strong>cazione temporale atta a limitare la retroattività tipica <strong>di</strong><br />

questa modalità, cioè sarà stabilita una data che esclude dalla copertura i sinistri<br />

verificatisi prima <strong>di</strong> tale data.<br />

Nell’ipo<strong>tesi</strong> invece che la riassicurazione stipulata in<strong>di</strong>vidui la losses occurring, o<br />

LOC, come base operativa, il cessionario sarà chiamato a pagare la sua parte <strong>di</strong> tutti i<br />

52


sinistri la cui data <strong>di</strong> acca<strong>di</strong>mento ricade nel periodo <strong>di</strong> calendario coperto dal trattato;<br />

si osserva quin<strong>di</strong> un’estensione temporale della copertura rispetto alla clausola<br />

precedente.<br />

Diversamente succede nel caso <strong>di</strong> una base del tipo PID, la quale fa sì che il<br />

riassicuratore offra protezione contro tutti i sinistri legati ai contratti stipulati durante<br />

il periodo <strong>di</strong> vali<strong>di</strong>tà del trattato. Si comprende come un contratto <strong>di</strong> riassicurazione<br />

contenente questa clausola comporti un’espansione, sul piano temporale, del periodo<br />

<strong>di</strong> esposizione del cessionario, che può essere anche esteso <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi anni in più<br />

rispetto a contratti operanti con una delle altre clausole 37 .<br />

Occorre sottolineare l’importanza che deve essere data alla verifica della scelta della<br />

clausola più opportuna, specie nei momenti in cui si dovesse optare per un<br />

cambiamento <strong>di</strong> quella precedentemente adottata perché potrebbe altrimenti<br />

verificarsi un’assenza od un eccesso <strong>di</strong> copertura. La prima delle situazioni descritte<br />

si realizzerebbe passando da una copertura con clausola LOC ad una che adotta la<br />

PID: resterebbero privi <strong>di</strong> riassicurazione i sinistri occorsi durante il periodo <strong>di</strong><br />

valenza del nuovo trattato ma scaturiti da contratti stipulati sotto il trattato previgente.<br />

L’altra situazione, altrettanto non desiderabile in quanto antieconomica, si avrebbe<br />

passando da un trattato con clausola PID ad uno operante tramite la con<strong>di</strong>zione LOC:<br />

sarebbero sovrapposte le coperture relative ai sinistri originati dai contratti, quelli non<br />

ancora scaduti, stipulati nel periodo <strong>di</strong> valenza del precedente trattato.<br />

Altra peculiarità che è possibile trovare in alcuni trattati, specie quelli dove gli<br />

importi in gioco sono particolarmente elevati, è la clausola <strong>di</strong> coassicurazione. Questa<br />

postilla obbliga il soggetto cedente a trattenere una quota del sinistro che verrebbe<br />

altrimenti ceduta in quanto eccedente la retention stabilita nel trattato excess of loss.<br />

L’utilità <strong>di</strong> un accordo <strong>di</strong> questo tipo, che viene naturalmente tenuto presente in sede<br />

<strong>di</strong> pricing dal riassicuratore, è duplice: un vantaggio è evidente dal punto <strong>di</strong> vista del<br />

cessionario, che vede ridursi il rischio <strong>di</strong> moral hazard in quanto il soggetto cedente<br />

viene ad avere un interesse finanziario nel mantenere un attento controllo sui<br />

risarcimenti garantiti agli assicurati; l’altro aspetto positivo riguarda invece il mercato<br />

riassicurativo inteso in senso generale, mercato che soffre tipicamente <strong>di</strong> una spirale<br />

37 La durata dell’esposizione in questa modalità <strong>di</strong>pende dalla durata prevista dal contratto originario<br />

stipulato dal riassicurato con i gli assicurati <strong>di</strong>retti.<br />

53


<strong>di</strong> collegamenti tra le società <strong>di</strong> riassicurazione che amplifica, trasferendo l’onere da<br />

un riassicuratore ad un altro, i costi dei risarcimenti 38 , mercato per il quale questa<br />

clausola rappresenta un modo per far uscire parte dei sinistri <strong>di</strong> maggiori <strong>di</strong>mensioni<br />

da detto ciclo, noto anche come claim spiral.<br />

Occupiamoci adesso <strong>di</strong> una clausola che tutela il riassicuratore dall’onere <strong>di</strong><br />

fronteggiare da solo il mutare dei fattori economici, legando anche il riassicurato alla<br />

<strong>di</strong>namica degli affari del lungo periodo: la clausola <strong>di</strong> stabilità. I rapporti economici<br />

mutano a seguito della crescente inflazione, che fa aumentare il costo dei risarcimenti<br />

nel tempo. Senza questo tipo clausola, oggi in uso in molti tipi <strong>di</strong> contratti, l’intero<br />

ammontare aggiuntivo, derivante dall’inflazione, sarebbe a carico del riassicuratore,<br />

mentre attraverso questo accordo, l’inflazione è <strong>di</strong>stribuita proporzionalmente sulla<br />

base <strong>di</strong> quanto stabilito nel trattato, dove è in<strong>di</strong>cato anche un valore <strong>di</strong> riferimento con<br />

cui in<strong>di</strong>cizzare gli importi 39 , ad esempio l’in<strong>di</strong>ce dei salari o quello dei prezzi al<br />

consumo. Ora, attraverso un esempio, ve<strong>di</strong>amo come si realizza questa<br />

compartecipazione.<br />

Esempio<br />

Supponiamo sia stato stipulato un trattato relativo ad una copertura excess of loss, in<br />

particolare una 900.000 XS 300.000, nel quale si è inserita una clausola <strong>di</strong> stabilità,<br />

che prevede che l’assicuratore <strong>di</strong>retto debba fornire al cessionario, oltre agli importi<br />

pagati per i vari sinistri, anche le date in cui sono stati effettuati tali pagamenti.<br />

L’ammontare <strong>di</strong> ogni singolo risarcimento sarà adeguato me<strong>di</strong>ante la formula:<br />

valore base dell'in<strong>di</strong>ce<br />

importo effettivamente<br />

pagato ×<br />

=<br />

importo adeguato del pagamento<br />

in<strong>di</strong>ce al momento del pagamento<br />

Sempre nel trattato è però specificato che tale adeguamento si applica solo agli<br />

importi per cui l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> riferimento abbia subito una deviazione superiore al 10%<br />

rispetto al valore <strong>di</strong> base, cioè al valore che lo stesso in<strong>di</strong>ce aveva nel momento della<br />

stipula del trattato, che supporremo essere pari a 115 e riferito al 1 Gennaio 2001.<br />

Ipotizziamo una situazione <strong>di</strong> sinistrosità come riportata nella tabella seguente:<br />

38 Si pensi alle somme ingenti necessarie per far fronte ad eventi catastrofici.<br />

39 Per questo la clausola <strong>di</strong> stabilità è anche in<strong>di</strong>cata con il nome <strong>di</strong> indexation clause.<br />

54


Sinistro Importo<br />

effettivamente<br />

pagato<br />

Data <strong>di</strong><br />

pagamento<br />

Valore in<strong>di</strong>ce<br />

alla data <strong>di</strong><br />

pagamento<br />

Fattore <strong>di</strong><br />

adeguamento<br />

Sinistro A 60.000 01/09/2001 123,0 nessuno 40<br />

Sinistro B 75.000 19/04/2002 127,4<br />

Sinistro C 590.000 12/02/2004 153,7<br />

Step 1<br />

Step 2<br />

75 . 000×<br />

115<br />

127,<br />

4<br />

590 . 000×<br />

115<br />

153,<br />

7<br />

Importo<br />

adeguato del<br />

pagamento<br />

60.000<br />

67.700,16<br />

441.444,37<br />

725.000 569.144,53<br />

Figura 20 – Adeguamento dei valori ad un in<strong>di</strong>ce<br />

Analizziamo adesso la ripartizione dei risarcimenti, che può avvenire tramite due<br />

equivalenti procedure:<br />

• la prima modalità, partendo dalla ridefinizione <strong>di</strong> priorità e portata in termini<br />

percentuali del nuovo totale degli importi adeguati, procede poi alla<br />

spartizione dell’ammontare effettivamente pagato tramite questa percentuale;<br />

• la seconda modalità prevede invece l’utilizzo del rapporto<br />

totale degli importi effettivamente<br />

pagati<br />

totale degli importi adeguati<br />

che, moltiplicato per la priorità e per la portata, fornisce i nuovi importi,<br />

adeguati, <strong>di</strong> tali valori.<br />

Terminando il nostro esempio avremo dunque:<br />

Metodo <strong>di</strong> calcolo n. 1<br />

Totale degli importi adeguati 569.144,53 = 100,0000%<br />

Priorità 300.000 = 52,7107%<br />

Sinistri che hanno colpito il layer 269.144,53 = 47,2893%<br />

Totale dei risarcimenti effettivi 725.000<br />

Nuova priorità 52,7107% <strong>di</strong> 725.000 = 382.152,58<br />

Risarcimento a carico del<br />

riassicuratore<br />

47,2893% <strong>di</strong> 725.000 = 342.847,42<br />

40 Si noti che lo scostamento dal valore base dell’in<strong>di</strong>ce è inferiore al 10%.<br />

55


totale degli importi effettivamente<br />

pagati<br />

totale degli importi adeguati<br />

Metodo <strong>di</strong> calcolo n. 2<br />

=<br />

725.<br />

000<br />

569.<br />

144,<br />

53<br />

= 1,27384163<br />

Nuova priorità 1,27384163 × 300.000 = 382.152,49<br />

Risarcimento a carico del riassicuratore 1,27384163 × 269.144,53 = 342.847,50<br />

Figura 21 – Ripartizione dei risarcimenti sotto la clausola <strong>di</strong> stabilità<br />

Si sottolinea che le <strong>di</strong>fferenze riscontrate tra i risultati dei due meto<strong>di</strong> proposti sono<br />

da imputare unicamente ad imprecisioni <strong>di</strong> calcolo dovute agli arrotondamenti; l’uso<br />

<strong>di</strong> un maggior numero <strong>di</strong> decimali aumenterebbe la precisione e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>minuirebbe<br />

la <strong>di</strong>stanza tra i risultati.<br />

Un modo <strong>di</strong>fferente per tener conto dell’inflazione, limitandone, come attraverso la<br />

clausola <strong>di</strong> stabilità, gli effetti negativi per il riassicuratore, sarà presentato nel<br />

paragrafo 4.4.<br />

Una clausola che è in grado <strong>di</strong> far variare in maniera considerevole la misura del<br />

trasferimento degli oneri e dunque l’ammontare dei premi spettanti al riassicuratore è<br />

la clausola dei reintegri, utilizzata nei trattati excess of loss.<br />

Attraverso questo accordo, nel contratto è limitato l’ammontare totale che il<br />

riassicurato potrà recuperare da quella copertura, me<strong>di</strong>ante l’in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> un<br />

numero <strong>di</strong> reintegri. In altre parole, la somma assicurata su ogni rischio coperto dal<br />

trattato si riduce automaticamente nel corso del contratto del danno liquidato dal<br />

cessionario, ed il riassicurato può ricostituire tale somma pagando un premio<br />

integrativo, detto reinstatement premium (premio <strong>di</strong> reintegro), nei limiti delle<br />

ricostituzioni consentite dalla clausola.<br />

Riprendendo la schematizzazione adottata precedentemente e facendo riferimento<br />

questa volta alla somma dei vari risarcimenti, ovvero in<strong>di</strong>cando con N il numero<br />

aleatorio dei sinistri, con Yi R l’onere del risarcimento per l’i-esimo sinistro a carico<br />

del riassicuratore, avremo che l’importo totale a carico del riassicuratore sarà pari a:<br />

Χ<br />

R<br />

=<br />

N<br />

∑<br />

i=<br />

0<br />

Υ<br />

R<br />

i<br />

56


Prima <strong>di</strong> mostrare cosa accade all’esborso aleatorio del cessionario in presenza <strong>di</strong> una<br />

clausola <strong>di</strong> reintegro, occorre fare un passo in<strong>di</strong>etro e introdurre altre definizioni che<br />

spesso compaiono nei trattati in questione.<br />

Abbiamo detto, semplificando, che l’ammontare totale a carico del riassicuratore<br />

sotto quel contratto è dato da X R ed è funzione unicamente della priorità l e della<br />

portata m specificate nel trattato 41 ; nella realtà assicurativa ci sono ulteriori<br />

assunzioni che concorrono a tale determinazione, quali ad esempio l’aggregate<br />

deductible e l’aggregate limit (limite aggregato).<br />

La prima quantità, che in<strong>di</strong>cheremo con L, è utilizzata qualora il cessionario intenda<br />

stipulare una copertura excess of loss per una certa classe <strong>di</strong> rischi ma sia <strong>di</strong>sposto ad<br />

accettare un certo livello <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta riferito a quel layer <strong>di</strong> copertura entro il quale non<br />

far intervenire la riassicurazione; l’aggregate deductible esprime dunque il valore<br />

soglia della per<strong>di</strong>ta che il cedente è preparato ad accettare, pur rientrando altrimenti<br />

nel layer in<strong>di</strong>cato nel contratto, in cambio <strong>di</strong> una riduzione del premio <strong>di</strong><br />

riassicurazione.<br />

L’aggregate limit, invece, possiamo <strong>di</strong>re essere il concetto complementare a quello<br />

appena esposto, in quanto consiste nel valore soglia, in<strong>di</strong>cato con M, riferito<br />

all’ammontare complessivo dei risarcimenti a carico del riassicuratore oltre il quale<br />

ulteriori cessioni ritornano ad essere imputate al riassicurato.<br />

Sia l’aggregate deductible, L, che l’aggregate limit, M, sono spesso definiti nel<br />

trattato come multipli rispettivamente delle quantità m ed l che potremmo definire i<br />

concetti corrispondenti in termini però <strong>di</strong> singoli risarcimenti.<br />

Definite queste nozioni, torniamo alla clausola sui reintegri; a tal proposito è utile<br />

osservare che l’esborso aleatorio del riassicuratore per una copertura m XS l che<br />

prevede un aggregate deductible pari a L e che consente k reintegri, sarà dato da:<br />

Χ<br />

R<br />

R<br />

( L,<br />

M ) = min(<br />

max(<br />

Χ − L,<br />

0)<br />

, ( k + 1)<br />

m)<br />

dove M, l’aggregate limit, è definito pari a (k+1)*m, in quanto il riassicuratore avrà<br />

un’esposizione massima complessiva pari a quella massima prevista per un singolo<br />

sinistro, m, a cui si aggiungono i k reintegri concessi dal trattato, pari a k*m.<br />

Nella maggioranza dei casi, il premio inizialmente richiesto per un trattato <strong>di</strong> questo<br />

tipo è commisurato ad una copertura globale pari ad m, e solo successivamente<br />

saranno computati i premi <strong>di</strong> reintegro; in particolare, non appena venga superata la<br />

41 Le due variabili influenzano infatti i valori Yi R .<br />

57


soglia L, ed il risarcimento del riassicuratore vada a intaccare parte del primo dei k+1<br />

livelli <strong>di</strong> copertura contemplati nel trattato, è necessario calcolare il premio <strong>di</strong><br />

reintegro.<br />

I reintegri possono essere limitati od illimitati, gratuiti o a pagamento; un contratto<br />

può, ad esempio, prevedere due reintegri gratuiti 42 e due a pagamento.<br />

Vi sono principalmente due modalità con cui è possibile calcolare il premio <strong>di</strong><br />

reintegro:<br />

• pro rata amount;<br />

• pro rata temporis.<br />

L’applicazione del primo dei due meto<strong>di</strong> proposti consente <strong>di</strong> calcolare un premio<br />

proporzionale alla copertura erosa, mentre con il secondo metodo il premio calcolato<br />

è proporzionale alla durata residua della copertura riassicurativa.<br />

Nel dettaglio, la formula per un calcolo del tipo pro rata amount sarà:<br />

ammontare dei risarcimenti<br />

pagati dal riassicuratore<br />

× P<br />

× c%<br />

portata del trattato<br />

dove con c% si è in<strong>di</strong>cata l’aliquota concordata nel trattato, ad esempio il 100% o il<br />

50%, e con P il premio del trattato <strong>di</strong> riassicurazione.<br />

Con l’adozione <strong>di</strong> un criterio pro rata temporis avremo invece:<br />

ammontaredei<br />

risarcimenti<br />

pagati dal riassicuratore<br />

× P × numero<strong>di</strong><br />

giorni alla scadenza<br />

portata del trattato×<br />

365<br />

in cui il premio del trattato <strong>di</strong> riassicurazione è stato nuovamente in<strong>di</strong>cato con P.<br />

Prima <strong>di</strong> illustrare con un esempio quanto detto fin qui, si rileva che generalmente i<br />

premi <strong>di</strong> reintegro non sono esplicitamente pagati dall’assicuratore, ma sono detratti<br />

dai risarcimenti a questo dovuti dal riassicuratore; inoltre, si segnala che, come<br />

nell’assicurazione <strong>di</strong> primo livello, anche nella riassicurazione il soggetto cedente il<br />

rischio è tenuto a versare il premio anticipatamente, sebbene sia usuale che il<br />

riassicuratore accetti un deposit premium (premio in acconto) che spesso coincide con<br />

il premio minimo che il cedente dovrà pagare, comunque vadano gli eventi, per quella<br />

copertura. Il deposit premium ammonta genericamente all’80-90% del premio stimato<br />

per la copertura e durante il periodo <strong>di</strong> valenza del trattato, quin<strong>di</strong> anche negli<br />

eventuali momenti in cui è necessario calcolare i premi <strong>di</strong> reintegro, si tende a<br />

sostituire nelle formule suddette il premio del trattato con questo premio “certo”.<br />

42<br />

In questa ipo<strong>tesi</strong> il riassicuratore ha già conteggiato la possibilità <strong>di</strong> reintegrazione della procedura<br />

nel computo del premio del trattato.<br />

58


Esempio<br />

Poniamoci nella seguente situazione: un trattato del tipo CATXL è stato stipulato con<br />

pieno catastrofale, cioè la priorità, pari a 600.000, la portata pari a 2.400.000 ed è<br />

stabilita una clausola che consente un reintegro con aliquota del 50% 43 . Supponiamo<br />

infine che il deposit premium ammonti a 500.000.<br />

Lo schema seguente illustra una possibile lettura del trattato, dove sono evidenziate la<br />

copertura ed il reintegro concordati.<br />

3.600.000<br />

3.000.000<br />

2.400.000<br />

1.800.000<br />

1.200.000<br />

600.000<br />

0<br />

Trattato con reinstatment<br />

Figura 22 – Clausola dei reintegri, step 1<br />

Ipotizziamo dunque che si realizzi una prima catastrofe, ad esempio un terremoto, che<br />

provochi danni complessivi per 1.200.000, <strong>di</strong> cui il riassicuratore dovrà versare<br />

600.000. La copertura offerta dal trattato si riduce quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> 600.000, consumati per<br />

questo primo evento estremo, passando da 2.400.000 a 1.800.000 ed è poi<br />

imme<strong>di</strong>atamente reintegrata a 2.400.000. Il calcolo del premio <strong>di</strong> reintegro avviene<br />

utilizzando il deposit premium come segue:<br />

600.<br />

000<br />

Copertura<br />

×<br />

2.<br />

400.<br />

000<br />

500.<br />

000<br />

× 50%<br />

=<br />

43 Dunque si adotta un metodo <strong>di</strong> calcolo del tipo pro rata amount.<br />

Reintegro<br />

62.<br />

500<br />

59


Il riassicuratore dovrà quin<strong>di</strong> versare al riassicurato:<br />

600 . 000 − 62.<br />

500 =<br />

537.<br />

500<br />

Illustriamo il cambiamento intervenuto con il seguente grafico:<br />

3.600.000<br />

3.000.000<br />

2.400.000<br />

1.800.000<br />

1.200.000<br />

600.000<br />

0<br />

Sinistro 1 Copertura Reintegro<br />

Figura 23 – Clausola dei reintegri, step 2<br />

Si verifica un secondo evento: un maremoto che provoca danni per 2.100.000; <strong>di</strong><br />

questi il riassicuratore ha a carico 1.500.000. La copertura è perciò ridotta a 900.000<br />

ed imme<strong>di</strong>atamente reintegrata. Il premio <strong>di</strong> reintegro ammonta a:<br />

1.<br />

500.<br />

000<br />

×<br />

2.<br />

400.<br />

000<br />

500.<br />

000<br />

× 50%<br />

= 156.<br />

250<br />

Si assisterà dunque ad un versamento del riassicuratore pari a:<br />

1 . 500.<br />

000 − 156.<br />

250 = 1.343.750<br />

Infine, supponiamo che un terzo evento catastrofico, un grande incen<strong>di</strong>o ad esempio,<br />

causi danni per 1.600.000; in questo caso, il riassicuratore avrà a suo carico un<br />

risarcimento pari a 1.000.000, per cui la copertura inizialmente si ridurrà a 1.400.000<br />

per essere poi reintegrata. Adesso però una ricostituzione completa non è più<br />

possibile, in quanto la dotazione <strong>di</strong> reintegri si esaurisce dopo aver apportato in forza<br />

60


alla copertura gli ultimi 300.000 <strong>di</strong>sponibili, copertura che passa dunque a 1.700.000,<br />

valore questo non più incrementabile per tutta la residua durata del trattato.<br />

Il costo <strong>di</strong> quest’ultimo reintegro sarà dunque:<br />

300.<br />

000 × 500.<br />

000<br />

× 50%<br />

= 31.<br />

250<br />

2.<br />

400.<br />

000<br />

ed il riassicuratore dovrà versare all’assicuratore:<br />

1 . 000.<br />

000 − 31.<br />

250 = 968.750<br />

Si riportano <strong>di</strong> seguito le illustrazioni grafiche delle mo<strong>di</strong>fiche intervenute<br />

successivamente al verificarsi del secondo e del terzo evento, rispettivamente:<br />

3.600.000<br />

3.000.000<br />

2.400.000<br />

1.800.000<br />

1.200.000<br />

600.000<br />

0<br />

Sinistro 2 Copertura Reintegro<br />

Figura 24 – Clausola dei reintegri, step 3<br />

61


3.600.000<br />

3.000.000<br />

2.400.000<br />

1.800.000<br />

1.200.000<br />

600.000<br />

4.4 Riassicurazione E.CO.MO.R.<br />

0<br />

Sinistro 3 Copertura Reintegro<br />

Figura 25 – Clausola dei reintegri, step 4<br />

Abbiamo già analizzato come il fenomeno dell’inflazione possa provocare<br />

l’incremento degli oneri per risarcimenti dovuti dal riassicuratore e abbiamo<br />

presentato la clausola <strong>di</strong> stabilità come un possibile accordo per la ripartizione degli<br />

incrementi tra cedente e cessionario. In questo paragrafo analizzeremo invece una<br />

particolare copertura riassicurativa, ancora del tipo non proporzionale, che consente<br />

<strong>di</strong> limitare le conseguenze negative suddette e non solo: infatti, il modello che<br />

presentiamo in questa sezione viene incontro anche all’esigenza del riassicurato <strong>di</strong><br />

tutelarsi, in particolare, contro i più grossi esborsi monetari.<br />

La copertura riassicurativa in questione è stata introdotta dall’attuario francese A.<br />

Thépaut nel 1950 con il nome <strong>di</strong> “Excedent du Cout Moyen Relatif”, o brevemente<br />

E.CO.MO.R.. Per la sua schematizzazione, occorre far riferimento alla statistica dei<br />

sinistri or<strong>di</strong>nata in modo non crescente in base all’ammontare del relativo<br />

risarcimento.<br />

62


In<strong>di</strong>cheremo ancora una volta con N la variabile aleatoria rappresentate il numero dei<br />

sinistri e con Y quella relativa ai risarcimenti, ma adesso saranno da intendersi riferite<br />

all’intero portafoglio e non più al singolo contratto 44 .<br />

Il trattato identifica la priorità con il risarcimento relativo all’m-esimo sinistro della<br />

statistica or<strong>di</strong>nata suddetta, trasferendo a carico del riassicuratore i risarcimenti<br />

eccedenti tale priorità, risarcimenti che, per costruzione del modello, saranno<br />

associati agli m-1 più gran<strong>di</strong> sinistri.<br />

Se consideriamo un portafoglio <strong>di</strong> contratti omogenei <strong>di</strong> durata annuale, possiamo<br />

in<strong>di</strong>care con:<br />

Υ ≥ Υ ≥ … ≥ Υ ≥ … ≥ Υ<br />

1:<br />

N 2:<br />

N<br />

j:<br />

N<br />

N:<br />

N<br />

i risarcimenti stocastici or<strong>di</strong>nati degli N sinistri che supponiamo interessino il<br />

portafoglio oggetto della copertura.<br />

Avremo quin<strong>di</strong> che il riassicurato manterrà a suo carico il risarcimento globale<br />

N<br />

A<br />

Χ = ∑ Y j:<br />

N + mΥm:<br />

N<br />

j=<br />

m+<br />

1<br />

mentre il riassicuratore vedrà trasferirsi il risarcimento globale pari a:<br />

vale a <strong>di</strong>re<br />

Χ<br />

R<br />

m<br />

R<br />

Χ = ∑ Y j:<br />

N − mΥm:<br />

N<br />

j=<br />

1<br />

=<br />

N<br />

∑<br />

j=<br />

1<br />

max<br />

( Υ − Υ ; 0)<br />

L’ultima espressione vuole evidenziare come la riassicurazione E.CO.MO.R. possa<br />

essere letta come una copertura excess of loss in cui il ruolo della priorità è svolto dal<br />

risarcimento originato dall’m-esimo più grande sinistro; la priorità è dunque una<br />

variabile aleatoria, non un importo certo, al momento della stipula del trattato, dove<br />

l’accordo è ricercato solo relativamente al valore <strong>di</strong> m.<br />

Questa tipologia <strong>di</strong> copertura ha incontrato delle <strong>di</strong>fficoltà ad entrare nell’uso comune<br />

delle imprese <strong>di</strong> riassicurazione, principalmente a causa della complessità tecnica che<br />

la caratterizza. Vogliamo qui accennare all’impostazione semplificatrice che lo stesso<br />

44<br />

Si fa quin<strong>di</strong> riferimento all’impostazione collettiva, non più a quella in<strong>di</strong>viduale, della teoria del<br />

rischio.<br />

j:<br />

N<br />

m:<br />

N<br />

63


Thépaut propose per il pricing <strong>di</strong> una E.CO.MO.R che supporremo essere riferita ad<br />

un portafoglio <strong>di</strong> assicurazioni omogenee, del tipo property, <strong>di</strong> durata annuale.<br />

A posteriori avremo a <strong>di</strong>sposizione gli importi dei risarcimenti dei k sinistri che<br />

avranno interessato il portafoglio; possiamo dunque costruire la statistica or<strong>di</strong>nata in<br />

senso non crescente:<br />

y 1:<br />

k ≥ y2:<br />

k ≥ … ≥ y j:<br />

k ≥ … ≥ yk:<br />

k<br />

Alla stipula del trattato è stato fissato m tale che il risarcimento ym:k rappresenta<br />

adesso la priorità. Se assumiamo che il risarcimento abbia <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> probabilità<br />

Y modellabile secondo una <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> Pareto semplice <strong>di</strong> parametro α, vale a<br />

<strong>di</strong>re con funzione <strong>di</strong> ripartizione<br />

Υ<br />

( y)<br />

F = 1 − y<br />

−α<br />

dove y≥1, abbiamo che il premio per il rischio 45 , P, risulta:<br />

P = Ε<br />

=<br />

( m −1)<br />

R ( Χ ) = ( m −1)<br />

Ε[<br />

Υ | Υ > y ]<br />

+ ∞<br />

y<br />

∫<br />

m:<br />

k<br />

y<br />

1−<br />

F<br />

−α<br />

Υ<br />

dy<br />

( y )<br />

m:<br />

k<br />

=<br />

( m −1)<br />

m:<br />

k<br />

=<br />

ym:<br />

k<br />

α −1<br />

Si segnala infine che P è espresso anche in funzione dell’importo ym:k, il quale sarà<br />

noto solo al termine della copertura.<br />

45 Per la scomposizione del premio del trattato si veda il paragrafo 5.1.<br />

64


5. Il Premio<br />

In questo capitolo daremo una definizione <strong>di</strong> ciò che inten<strong>di</strong>amo per premio <strong>di</strong><br />

riassicurazione e descriveremo quelle che sono le metodologie <strong>di</strong> pricing <strong>di</strong> tale<br />

premio. Quando si parla <strong>di</strong> modelli per la valutazione del premio per la<br />

riassicurazione dei rami danni, generalmente ci si riferisce alle forme <strong>di</strong> tipo non<br />

proporzionale ed alle excess of loss in particolare, in quanto per le forme<br />

proporzionali i premi <strong>di</strong> riassicurazione, come detto nel capitolo terzo, sono<br />

imme<strong>di</strong>atamente ricavabili applicando l’aliquota <strong>di</strong> cessione ai premi delle<br />

assicurazioni <strong>di</strong>rette, considerando inoltre quelle che avevamo definito commissioni<br />

<strong>di</strong> riassicurazione.<br />

Contrariamente a quanto accade per le forme proporzionali, il premio per una<br />

riassicurazione non proporzionale non è ricavabile <strong>di</strong>rettamente dal premio della<br />

copertura originale sottostante il trattato; è necessario ricorrere a specifici modelli <strong>di</strong><br />

calcolo.<br />

Per poter arrivare a calcolare il premio per un contratto <strong>di</strong> riassicurazione, iniziamo<br />

con il chiarire cosa si intende con tale denominazione.<br />

5.1 Scomposizione del premio<br />

Il premio pagato per una copertura riassicurativa è composto da vari elementi, come<br />

illustrato nella figura seguente:<br />

65


Spese<br />

Fluctuation loa<strong>di</strong>ng<br />

Contingency loa<strong>di</strong>ng<br />

Premio <strong>di</strong> rischio<br />

Figura 26 – Le componenti del premio <strong>di</strong> riassicurazione<br />

Delle quattro componenti in<strong>di</strong>viduate, la più importante è sicuramente rappresentata<br />

dal premio <strong>di</strong> rischio, che consiste nel premio necessario a coprire il costo me<strong>di</strong>o dei<br />

sinistri nel lungo periodo secondo le con<strong>di</strong>zioni stabilite nel trattato. In altre parole, il<br />

premio per il rischio altro non è che il valore atteso degli oneri per sinistri a carico del<br />

riassicuratore. Del modo <strong>di</strong> calcolare questa fondamentale componente ci occuperemo<br />

a breve.<br />

Passando in rassegna le altre parti che compongono il premio <strong>di</strong> riassicurazione,<br />

troviamo:<br />

• il contingency loa<strong>di</strong>ng: stante il fatto che il premio <strong>di</strong> rischio è un valore<br />

stimato e non un importo certo, e in considerazione che spesso nella pratica i<br />

riassicuratori per poter competere in termini <strong>di</strong> concorrenza tendono a<br />

sottostimare tale valore per attrarre, con prezzi inferiori, i possibili riassicurati,<br />

attraverso questa forma <strong>di</strong> caricamento, il riassicuratore bilancia i possibili<br />

effetti <strong>di</strong> un’inaccurata stima; è usualmente fissato in misura pari al 10% del<br />

premio <strong>di</strong> rischio stabilito per quel portafoglio;<br />

• il fluctuation loa<strong>di</strong>ng: un ulteriore, <strong>di</strong>stinto caricamento, relativo al costo del<br />

capitale 46 necessario al mantenimento <strong>di</strong> un’attività riassicurativa e<br />

comprendente un margine <strong>di</strong> profitto 47 ;<br />

46 E’ talvolta in<strong>di</strong>cato anche come capital loa<strong>di</strong>ng.<br />

47 Per questo è noto anche come margin loa<strong>di</strong>ng.<br />

66


• le spese: quest’ultima componente include le spese <strong>di</strong> amministrazione interna<br />

all’impresa <strong>di</strong> riassicurazione ma anche i costi a questa esterni, come quelli<br />

sostenuti per l’attività dei brokers o il pagamento delle tasse.<br />

Nel computo del premio occorre infine considerare alcuni fattori <strong>di</strong> natura non<br />

tecnica, quali i rapporti esistenti tra l’assicuratore ed il riassicuratore 48 , quelli tra le<br />

imprese e gli interme<strong>di</strong>ari coinvolti nel trattato nonché le con<strong>di</strong>zioni del mercato<br />

riassicurativo nel suo complesso.<br />

5.2 Meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> calcolo del premio <strong>di</strong> rischio<br />

Il calcolo più interessante da un punto <strong>di</strong> vista attuariale resta comunque quello<br />

relativo al premio <strong>di</strong> rischio, che da adesso chiameremo semplicemente premio. Per la<br />

valutazione <strong>di</strong> quest’ultimo in riferimento a riassicurazioni non proporzionali ed in<br />

particolare per le excess of loss, due sono le principali modalità, che si concretizzano<br />

nel ricorso al:<br />

metodo dell’experience rating;<br />

metodo dell’exposure rating.<br />

Il primo metodo si caratterizza per l’impiego <strong>di</strong> dati statistici riferiti all’esperienza <strong>di</strong><br />

sinistrosità registrata per contratti precedenti, contratti che coinvolgevano rischi <strong>di</strong><br />

natura analoga a quelli che si è interessati a prezzare. Questo metodo può essere<br />

utilizzato in modo retrospettivo, qualora si intenda adeguare i premi applicati alle<br />

coperture in scadenza alla sinistrosità registrata, oppure in modo prospettivo, se<br />

l’impiego è rivolto all’ottenimento <strong>di</strong> una stima iniziale <strong>di</strong> un nuovo rischio<br />

riassicurato.<br />

Rientra nello schema dell’experience rating il cosiddetto metodo del burning cost<br />

(costo vivo), cioè del rapporto percentuale sinistri a premi annui <strong>di</strong> competenza del<br />

riassicuratore. Questo metodo prevede il calcolo <strong>di</strong> un’opportuna me<strong>di</strong>a dei valori dei<br />

burning costs registrati dal riassicuratore negli ultimi anni, solitamente cinque, su un<br />

48 Si pensi a particolari legami societari, come il controllo esercitato da una hol<strong>di</strong>ng.<br />

67


portafoglio <strong>di</strong> rischi riassicurati, attraverso una precedente in<strong>di</strong>cizzazione dei dati<br />

storici in modo da renderli confrontabili tra loro.<br />

In particolare, in<strong>di</strong>cando con Sj R , j=1,…,5, i sinistri del riassicuratore in<strong>di</strong>cizzati,<br />

relativi all’anno j-esimo 49 e con Pj R i corrispondenti premi <strong>di</strong> competenza a loro volta<br />

in<strong>di</strong>cizzati, il tasso <strong>di</strong> premio, τ, resta così in<strong>di</strong>viduato:<br />

τ<br />

5<br />

∑<br />

j=<br />

1<br />

= 5<br />

∑<br />

j=<br />

1<br />

Il metodo dell’exposure rating invece, mira a determinare il costo della<br />

riassicurazione ripartendo tra assicuratore e riassicuratore i premi dell’assicurazione<br />

<strong>di</strong>retta, al netto dei vari caricamenti per spese e dei costi <strong>di</strong> eventuali precedenti<br />

riassicurazioni, in funzione dell’effettiva esposizione <strong>di</strong> entrambe le parti. Possiamo<br />

quin<strong>di</strong> affermare che questa metodologia ripercorre la linea tracciata dal metodo <strong>di</strong><br />

calcolo del premio per le forme proporzionali, che prevedeva appunto la ripartizione<br />

del premio in considerazione della quota <strong>di</strong> esposizione dei soggetti coinvolti.<br />

Con l’exposure rating l’aliquota <strong>di</strong> premio riconosciuta al riassicuratore terrà conto<br />

della <strong>di</strong>fferenza esistente tra la <strong>di</strong>stribuzione degli importi <strong>di</strong> un sinistro e la<br />

<strong>di</strong>stribuzione dei massimali <strong>di</strong> garanzia, nel caso <strong>di</strong> assicurazioni <strong>di</strong> responsabilità<br />

civile, o quella dei valori assicurati, nel caso <strong>di</strong> assicurazioni <strong>di</strong> danni a beni <strong>di</strong><br />

proprietà. Per quanto detto, un assicuratore che ha contratto una riassicurazione che<br />

prevede una priorità pari al 50% del massimale, esemplificando il caso <strong>di</strong><br />

assicurazioni <strong>di</strong> responsabilità civile, dovrà cedere un’aliquota <strong>di</strong> premio al<br />

riassicuratore certamente inferiore al 50%.<br />

Nella prassi esistono principalmente due modalità con le quali è possibile effettuare<br />

questa ripartizione dei premi, vale a <strong>di</strong>re utilizzando le:<br />

• first loss scales;<br />

• exposure curves.<br />

49 Cioè all’anno <strong>di</strong> calendario che precede <strong>di</strong> j anni quello in corso.<br />

S<br />

P<br />

R<br />

j<br />

R<br />

j<br />

68


Sono note come first loss scales specifiche tavole, costruite grazie ai dati raccolti<br />

congiuntamente da assicuratori e riassicuratori, aventi lo scopo <strong>di</strong> stabilire l’aliquota<br />

<strong>di</strong> premio <strong>di</strong> pertinenza dei soggetti coinvolti per ciascun valore della fissata priorità,<br />

che sarà espressa in percentuale del valore assicurato, nel caso <strong>di</strong> rischi property, o<br />

del massimale assicurato, nel caso si tratti <strong>di</strong> assicurazioni <strong>di</strong> responsabilità civile.<br />

Qualora inoltre la garanzia preveda un limite alla portata del riassicuratore, l’aliquota<br />

del premio spettante al riassicuratore sarà ottenuta come <strong>di</strong>fferenza tra la quota<br />

corrispondente alla somma della portata e della priorità e quella che le tavole<br />

associano alla sola priorità. Un’ultima osservazione in merito alle first loss scales:<br />

queste tavole variano non solo in funzione della categoria dei rischi assicurati ma<br />

anche, essendo basate su dati statistici raccolti dagli interessati, da riassicuratore a<br />

riassicuratore.<br />

L’altra modalità, attraverso la quale è possibile sud<strong>di</strong>videre tra le parti coinvolte il<br />

premio secondo un criterio basato sull’effettiva esposizione, trova fondamento su una<br />

particolare tipologia <strong>di</strong> <strong>di</strong>agrammi, le cosiddette exposure curves. Queste curve, che<br />

giacciono nel primo quadrante del piano car<strong>tesi</strong>ano, forniscono l’aliquota <strong>di</strong> premio<br />

che l’assicuratore deve trattenere in funzione dei valori riportati sull’asse delle ascisse<br />

e cioè in funzione del valore percentuale assunto dal rapporto tra la priorità ed il<br />

massimale <strong>di</strong> garanzia o il valore assicurato 50 .<br />

Si segnala inoltre che le exposure curves sono sempre collocate, per loro costruzione,<br />

sopra la bisettrice principale o al massimo possono sovrapporsi ad essa. In<br />

quest’ultima ipo<strong>tesi</strong> saremmo in presenza <strong>di</strong> una situazione riassicurativa che<br />

prevede, eccezionalmente, la ripartizione proporzionale dei premi in base al rischio<br />

assunto. All’opposto possiamo <strong>di</strong>re che all’aumento della concavità verso il basso <strong>di</strong><br />

dette curve, corrisponde una crescente incidenza <strong>di</strong> sinistri <strong>di</strong> importo non totale, cioè<br />

inferiore al massimale <strong>di</strong> garanzia o al valore assicurato 51 .<br />

Un metodo alternativo alle due principali tipologie presentate, experience ed exposure<br />

rating, è quello adottato nella prassi per il pricing delle CATXL, che si basa su due<br />

valori: il payback period ed il rate on line. Quest’ultimo è ottenuto rapportando alla<br />

50<br />

La <strong>di</strong>stinzione è ancora una volta relativa al caso <strong>di</strong> assicurazioni property e assicurazioni <strong>di</strong><br />

responsabilità civile.<br />

51<br />

Ve<strong>di</strong> nota precedente.<br />

69


portata globale del trattato, che supponiamo <strong>di</strong> durata annuale, i premi annui. Il<br />

reciproco <strong>di</strong> questo rapporto in<strong>di</strong>ca il numero <strong>di</strong> anni necessari a recuperare,<br />

attraverso l’introito <strong>di</strong> premi costanti, il cosiddetto sinistro globale 52 e prende appunto<br />

il nome <strong>di</strong> payback period (periodo <strong>di</strong> recupero).<br />

Infine, un modello che può essere utilizzato in congiunzione sia con l’experience sia<br />

con l’exposure rating: il modello <strong>di</strong> Pareto; a questo interessante modello è de<strong>di</strong>cato<br />

il capitolo successivo.<br />

52 Un sinistro che provoca al riassicuratore un esborso eguale alla portata globale del trattato.<br />

70


6. Il modello <strong>di</strong> Pareto<br />

6.1 Definizione e costruzione del modello<br />

Nel paragrafo 5.2, descrivendo i <strong>di</strong>versi meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> calcolo utilizzati per il rating delle<br />

coperture riassicurative, abbiamo chiarito che sono principalmente due gli approcci<br />

<strong>di</strong>sponibili, il cui impiego è con<strong>di</strong>zionato dalla tipologia <strong>di</strong> informazioni a<br />

<strong>di</strong>sposizione: dati riferiti ad eventi passati (experience rating) oppure caratteristiche e<br />

composizione del portafoglio corrente (exposure rating).<br />

Il modello in esame, come anticipato nel paragrafo precedente, può essere utilizzato<br />

in congiunzione con entrambi i suddetti meto<strong>di</strong>, nel senso che se i dati a <strong>di</strong>sposizione<br />

fanno riferimento esclusivamente ai sinistri accaduti in passato nel portafoglio<br />

oggetto dell’attuale trattato, rientra tra i meto<strong>di</strong> dell’experience rating, mentre se nel<br />

calcolo vengono tenute in considerazione anche le caratteristiche del portafoglio allo<br />

scopo <strong>di</strong> adattare maggiormente i dati storici, allora l’impiego del modello è letto<br />

secondo un metodo <strong>di</strong> exposure rating.<br />

Il modello che abbiamo sin qui descritto è noto come modello <strong>di</strong> Pareto ed è spesso<br />

utilizzato per stimare il premio <strong>di</strong> rischio per trattati excess of loss che presentano<br />

un’alta priorità, <strong>di</strong> conseguenza l’esperienza <strong>di</strong> sinistrosità è scarsa e potrebbe perciò<br />

risultare fuorviante.<br />

La necessità <strong>di</strong> un modello matematico per la stima del premio <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong> un trattato<br />

excess of loss nasce in quanto le coperture <strong>di</strong> questo tipo sono raramente<br />

contrad<strong>di</strong>stinte da un burning cost particolarmente stabile, che permetterebbe <strong>di</strong><br />

procedere al pricing sulla base unicamente dei sinistri accaduti, certi <strong>di</strong> una loro<br />

“costanza” nel tempo. Un modello matematico consente invece un’astrazione più o<br />

meno semplificatrice della realtà, effettuata adattando i dati a <strong>di</strong>sposizione attraverso i<br />

parametri caratteristici del modello stesso.<br />

Uno dei modelli più utilizzati per il rating delle riassicurazioni XL, grazie alla sua<br />

semplicità d’impiego ed alla sua efficacia, è appunto il modello <strong>di</strong> Pareto, che consta<br />

<strong>di</strong> un unico parametro che chiameremo α.<br />

71


Nel seguito, alterneremo nozioni teoriche ad implementazioni pratiche per meglio<br />

chiarire la procedura <strong>di</strong> pricing secondo il modello oggetto della nostra analisi.<br />

In quest’ottica, presentiamo nella tabella seguente dati storici relativi all’esperienza <strong>di</strong><br />

sinistrosità registrata in tre anni successivi per un contratto <strong>di</strong> riassicurazione stipulato<br />

da una compagnia <strong>di</strong> assicurazione italiana 53 ; la tabella riporta anche i valori che si<br />

registreranno al termine del quarto anno <strong>di</strong> copertura. Si segnala inoltre che gli<br />

importi sono in<strong>di</strong>cati in migliaia <strong>di</strong> lire italiane e sono in<strong>di</strong>cizzati per essere impiegati<br />

con riferimento al quarto anno; in particolare, questo comporta che, essendo<br />

interessati a sinistri <strong>di</strong> entità superiore a 50.000, dovremo ricalcolare questa soglia,<br />

che possiamo caratterizzare fin da adesso come observation point (punto <strong>di</strong><br />

osservazione) o OP, per gli anni precedenti, nel modo che segue:<br />

50.000 : 119.0 = soglia adeguata riferita all’anno xy : valore in<strong>di</strong>ce anno xy<br />

in quanto il valore dell’in<strong>di</strong>ce al quarto anno è pari a 119.0.<br />

Sinistri dell’anno 1<br />

eccedenti la soglia <strong>di</strong><br />

46.471<br />

In<strong>di</strong>ce<br />

110,6<br />

In<strong>di</strong>ce<br />

119,0<br />

Sinistri dell’anno 2<br />

eccedenti la soglia <strong>di</strong><br />

47.563<br />

In<strong>di</strong>ce<br />

113,2<br />

In<strong>di</strong>ce<br />

117,4<br />

Sinistri dell’anno 3<br />

eccedenti la soglia <strong>di</strong><br />

49.328<br />

In<strong>di</strong>ce<br />

119,0<br />

In<strong>di</strong>ce<br />

119,0<br />

Sinistri dell’anno 4<br />

eccedenti la soglia <strong>di</strong><br />

50.000<br />

In<strong>di</strong>ce 119,0<br />

60.800,0 65.417,7 91.000,0 60.690,0 61.517,1 95.662,5 84.000,0<br />

55.640,0 59.865,8 165.500,0 60.380,0 61.202,9 173.979,7 148.050,0<br />

98.800,0 106.303,8 101.460,0 60.690,0 61.517,1 106.658,5 84.090,0<br />

54.250,0 58.370,3 76.500,0 87.000,0 88.185,7 80.419,6 66.500,0<br />

167.700,0 180.436,7 53.000,0 63.000,0 63.858,6 55.715,5 66.400,0<br />

80.000,0 86.075,9 - 132.200,0 134.001,7 - 177.550,0<br />

112.520,0 121.065,8 - - - - 71.000,0<br />

126.000,0 135.569,6 - - - - 85.000,0<br />

- - - - - - 61.000,0<br />

- - - - - - 63.100,0<br />

53<br />

I dati riportati nella figura 27 sono ripresi dalla pubblicazione della Swiss Re, ad opera <strong>di</strong> Schmitter<br />

H. e Butikofer P., citata in bibliografia.<br />

72


- - - - - - 58.000,0<br />

Figura 27 – Dati storici <strong>di</strong> sinistrosità<br />

Con riferimento alla sinistrosità registrata nei primi tre anni, possiamo rappresentare<br />

la <strong>di</strong>stribuzione dei sinistri in<strong>di</strong>cizzati adottando, ad esempio, le cinque classi<br />

riportate nella tabella seguente, a cui abbiamo associato il corrispondente grafico:<br />

9<br />

8<br />

7<br />

6<br />

5<br />

4<br />

3<br />

2<br />

1<br />

0<br />

50.000-79.999<br />

8 sinistri<br />

80.000-109.999 6 sinistri<br />

110.000-139.999 3 sinistri<br />

140.000-169.999 0 sinistri<br />

170.000-199.999 2 sinistri<br />

50.000 80.000 110.000 140.000 170.000 200.000<br />

Figura 28 – Una rappresentazione della sinistrosità storica<br />

Ciò che si è rappresentato <strong>di</strong>pende però fortemente dalla scelta arbitraria operata nella<br />

sud<strong>di</strong>visione in classi; per evitare questa soggettività della rappresentazione,<br />

presentiamo un metodo che non risente <strong>di</strong> scelte opinabili: si or<strong>di</strong>nano i sinistri<br />

registrati nei tre anni dal più piccolo al più grande e si <strong>di</strong>spongono in quest’or<strong>di</strong>ne a<br />

73


giacere sull’asse delle ascisse. Il risultato avrà una forma caratteristica, detta a<br />

gra<strong>di</strong>ni, mostrata nella figura 29.<br />

Numero dei sinistri<br />

19<br />

17<br />

15<br />

13<br />

11<br />

9<br />

7<br />

5<br />

3<br />

1<br />

- 100.000 200.000<br />

Importo dei sinistri<br />

Figura 29 – Grafico a gra<strong>di</strong>ni<br />

Il grafico suesposto permette <strong>di</strong> visualizzare quanti sinistri non hanno ecceduto un<br />

fissato livello; nell’esempio abbiamo tracciato la linea verticale al valore 100.000 e<br />

dall’asse delle or<strong>di</strong>nate ricaviamo che sono stati 12 su 19 i sinistri che hanno<br />

comportato un esborso minore <strong>di</strong> tale importo. Una rappresentazione dal significato<br />

analogo si ha in<strong>di</strong>cando sull’asse delle y il numero dei sinistri in termini percentuali,<br />

come nel grafico che segue:<br />

74


Figura 30 – Funzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione empirica<br />

Un grafico <strong>di</strong> questo tipo prende il nome <strong>di</strong> funzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione empirica:<br />

all’aumentare del numero delle osservazioni, <strong>di</strong>minuirà “l’altezza dei gra<strong>di</strong>ni” e se<br />

ipotizziamo <strong>di</strong> raggiungere una <strong>di</strong>mensione campionaria tendente all’infinito,<br />

otterremo una curva liscia. E’ qui che entra in gioco il modello matematico, il quale ci<br />

permette <strong>di</strong> costruire ugualmente una curva necessitando però unicamente dei dati a<br />

<strong>di</strong>sposizione ed approssimando il più possibile, attraverso la gestione dei propri<br />

parametri, la curva a tali dati; i modelli <strong>di</strong> questo tipo prendono il nome <strong>di</strong> funzioni <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>stribuzione, ed il modello <strong>di</strong> Pareto è uno <strong>di</strong> questi.<br />

Per ottenere una curva che sia in grado <strong>di</strong> sostituire i gra<strong>di</strong>ni, occorre conoscere il<br />

punto <strong>di</strong> partenza e la ripidezza degli stessi. Nel nostro esempio abbiamo considerato<br />

sinistri <strong>di</strong> entità non inferiore a 50.000. Per quanto riguarda la ripidezza, questa deve<br />

essere modellata attraverso l’impiego del parametro α.<br />

Prima <strong>di</strong> riferire circa la procedura per ottenere il valore “migliore” per questo<br />

parametro, è opportuno chiarire cosa inten<strong>di</strong>amo con <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> Pareto.<br />

75


Sinistri, che eccedono la soglia OP, hanno <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> Pareto <strong>di</strong> parametro α, se<br />

la probabilità che un sinistro X sia compreso nell’intervallo infini<strong>tesi</strong>male x≤X≤x+dx<br />

è pari a:<br />

α ⋅OP<br />

α<br />

⋅ x<br />

−α<br />

−1<br />

il che equivale a richiedere che la funzione <strong>di</strong> densità dei sinistri sia data da:<br />

dx<br />

α<br />

f ( x)<br />

= α ⋅ OP ⋅ x<br />

−α<br />

−1<br />

Con funzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> Pareto in<strong>di</strong>cheremo quin<strong>di</strong> la funzione così definita:<br />

F<br />

( x)<br />

P(<br />

Χ ≤ x)<br />

= = ∫<br />

x<br />

α<br />

α −α<br />

−1<br />

⎡OP⎤<br />

α ⋅ OP ⋅ y dy = 1−<br />

⎢ ⎥<br />

⎣ x<br />

OP<br />

⎦<br />

dove OP, che per quanto detto in precedenza è il punto <strong>di</strong> osservazione, deve risultare<br />

00.<br />

Il grafico seguente illustra la funzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> Pareto per tre valori del<br />

parametro α, in particolare la curva gialla corrisponde ad α pari a 0,2, la blu ad α pari<br />

a 1 ed infine la curva rossa è tracciata con α=1,77.<br />

Figura 31 – Funzioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> Pareto per <strong>di</strong>fferenti α<br />

Ve<strong>di</strong>amo adesso come è possibile stimare il parametro <strong>di</strong> Pareto, α. Assumendo <strong>di</strong><br />

avere a <strong>di</strong>sposizione n sinistri, x1,…,xn, che eccedono OP, il parametro α che meglio<br />

approssima la funzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione empirica definita dalla statistica a<br />

<strong>di</strong>sposizione, è ricavabile attraverso la stima <strong>di</strong> massima verosimiglianza come segue:<br />

76


ˆα =<br />

n<br />

∑<br />

i=<br />

1<br />

ln<br />

n<br />

=<br />

( xi<br />

) − nln(<br />

OP)<br />

∑<br />

n<br />

i=<br />

1<br />

n<br />

⎛ xi<br />

ln⎜<br />

⎝ OP<br />

Nel nostro caso, la stima <strong>di</strong> α fornisce un valore del parametro pari a 1,77, la cui<br />

<strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> Pareto corrispondente è stata raffigurata in rosso nel precedente<br />

grafico. Nell’esempio, per quanto detto, avremo dunque che la probabilità che la<br />

per<strong>di</strong>ta derivante da un sinistro sia inferiore o uguale ad un importo x sarà pari a:<br />

P<br />

( Χ ≤ x)<br />

⎡50<br />

= 1−<br />

⎢<br />

⎣ x<br />

. 000<br />

In realtà dobbiamo fare attenzione al fatto che, avendo assunto OP pari a 50.000,<br />

niente è noto in riferimento ad i sinistri <strong>di</strong> importo inferiore, per cui la probabilità<br />

rappresentata è più propriamente la probabilità che un sinistro, la cui per<strong>di</strong>ta<br />

sappiamo eccedere il valore <strong>di</strong> 50.000, provochi danni non inferiori all’importo x.<br />

Alcune osservazioni:<br />

• l’observation point o OP definisce il più piccolo sinistro preso in<br />

considerazione dell’analisi del modello e, nel pricing <strong>di</strong> trattati excess of loss,<br />

coincide spesso con la priorità o altrimenti con il più piccolo sinistro<br />

registrato;<br />

• è stato osservato che il parametro <strong>di</strong> Pareto, α, statisticamente assume valori<br />

<strong>di</strong>fferenti a seconda delle classi <strong>di</strong> rischio trattate, in particolare per descrivere<br />

<strong>di</strong>stribuzioni del rischio incen<strong>di</strong> varia spesso tra 1,5 e 2,5, mentre per la<br />

modellizzazione <strong>di</strong> sinistri catastrofici il suo valore è circa 1 (o anche minore,<br />

quin<strong>di</strong> tra 0 e 1).<br />

Il passo successivo nella costruzione <strong>di</strong> un modello capace <strong>di</strong> rappresentare la<br />

struttura <strong>di</strong> un trattato XL consiste nel riprodurre l’effetto che si genera con<br />

l’introduzione <strong>di</strong> una portata sulla funzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione; per far questo, si ricorre<br />

all’utilizzo della cosiddetta funzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione troncata, ottenuta assegnando<br />

probabilità pari ad 1 all’eventualità che il sinistro sia inferiore all’ammontare<br />

massimo stabilito. In particolare, per il modello <strong>di</strong> Pareto la funzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione<br />

troncata sarà data da:<br />

⎤<br />

⎥<br />

⎦<br />

1.<br />

77<br />

⎞<br />

⎟<br />

⎠<br />

77


F<br />

( x)<br />

α ⎧ ⎡OP⎤<br />

⎪1<br />

−<br />

⎢ ⎥<br />

se OP ≤ x < EP<br />

⎪ ⎣ x ⎦<br />

= ⎨<br />

⎪ 1 se x ≥ EP<br />

⎪<br />

⎩<br />

in cui si è in<strong>di</strong>cato con EP, acronimo <strong>di</strong> exit point, il valore raggiunto sommando alla<br />

priorità, che in<strong>di</strong>cheremo con DE, la portata del trattato, che chiameremo CO, cioè il<br />

valore oltre il quale il trattato non offre copertura.<br />

Il grafico seguente mostra la funzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione empirica, troncata al valore <strong>di</strong><br />

EP=120.000, a cui si è sovrapposta la curva <strong>di</strong> Pareto che modella tale <strong>di</strong>stribuzione e<br />

che corrisponde alla funzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione troncata.<br />

Figura 32 – Funzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> Pareto troncata<br />

Obiettivo della nostra analisi è il calcolo del premio <strong>di</strong> rischio, che è dato da:<br />

Premio <strong>di</strong> rischio =<br />

frequenza<br />

attesa<br />

x<br />

sinistri<br />

at<strong>tesi</strong><br />

dove, per un trattato <strong>di</strong> riassicurazione excess of loss, per sinistri at<strong>tesi</strong> si intende il<br />

valore atteso <strong>di</strong> un sinistro trasferito al riassicuratore; il premio <strong>di</strong> rischio, secondo un<br />

principio <strong>di</strong> equità, corrisponde quin<strong>di</strong> al valore atteso del complesso dei sinistri<br />

ceduti in forza del trattato.<br />

78


Procederemo quin<strong>di</strong> in tre step successivi, il primo volto a stimare la frequenza <strong>di</strong><br />

sinistrosità prevista per il portafoglio, il secondo avente lo scopo <strong>di</strong> ottenere la stima<br />

dell’importo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> un sinistro; infine si ricaverà il premio <strong>di</strong> rischio moltiplicando<br />

i valori ottenuti.<br />

L’obiettivo finale sarà quello <strong>di</strong> calcolare il premio <strong>di</strong> una riassicurazione excess of<br />

loss con priorità, DE, pari a 100.000 e portata, o CO, anch’essa pari a 100.000, per il<br />

quarto anno <strong>di</strong> copertura del portafoglio la cui sinistrosità è stata rappresentata nella<br />

figura 27.<br />

6.2 Stima della frequenza <strong>di</strong> sinistrosità del portafoglio<br />

Per frequenza inten<strong>di</strong>amo il numero me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> sinistri registrati in ciascun anno <strong>di</strong><br />

contratto sul portafoglio riassicurato; si sottolinea che molto spesso si ipotizza <strong>di</strong><br />

conoscere la frequenza ad un particolare punto della <strong>di</strong>stribuzione, chiamato low<br />

deductible 54 , e si procede poi alla stima della frequenza, questa invece non nota, dei<br />

sinistri eccedenti un qualsiasi deductible, che generalmente è definito high deductible<br />

per <strong>di</strong>stinguerlo dal precedente valore. Quest’ultimo passaggio si può compiere a<br />

livello grafico, utilizzando una curva del tipo rappresentato nella figura 31, oppure, ed<br />

è ciò che sarà presentato nel seguito, ricorrendo ad opportune formule.<br />

Proseguendo nel nostro esempio numerico, vogliamo adesso mostrare come sia<br />

possibile ricavare una frequenza iniziale per il low deductible. Per far ciò, sono<br />

necessari altri dati storici, relativi al cosiddetto gross net premium income,<br />

brevemente GNPI, che in<strong>di</strong>ca il premio (perciò premium) che rimane nella<br />

<strong>di</strong>sponibilità dell’assicuratore <strong>di</strong>retto (quin<strong>di</strong> income) prima della detrazione delle<br />

spese <strong>di</strong> acquisizione e dei costi <strong>di</strong> gestione (da qui gross) e dopo aver sottratto tutti i<br />

premi per le coperture riassicurative <strong>di</strong> tipo proporzionale (da ciò net). I dati necessari<br />

alla nostra analisi, sono riportati nella tabella seguente:<br />

54 Ovvero si ipotizza <strong>di</strong> conoscere il numero me<strong>di</strong>o annuo dei sinistri non eccedenti il low deductible.<br />

79


Anno In<strong>di</strong>ce GNPI GNPI in<strong>di</strong>cizzato Numero <strong>di</strong> sinistri eccedenti 50.000<br />

1 110,6 4.630.000 4.981.646 8<br />

2 113,2 5.110.000 5.371.820 5<br />

3 117,4 5.690.000 5.767.547 6<br />

1-3 16.121.013 19<br />

4 119,0 6.250.000 6.250.000 N l<br />

ˆ<br />

Figura 33 – GNPI<br />

Nella tabella si è in<strong>di</strong>cato con N il valore della stima, da calcolare, relativa ai sinistri<br />

ˆ<br />

che nel quarto anno <strong>di</strong> copertura eccedono la soglia <strong>di</strong> 50.000.<br />

l<br />

Nell’ipo<strong>tesi</strong> che il portafoglio non abbia subito mo<strong>di</strong>fiche sostanziali, tale valore è<br />

dato da:<br />

N ˆ<br />

l =<br />

numero totale sinistri anni passati<br />

GNPI totale anni passati<br />

x nuovo<br />

GNPI<br />

Ricordando che il numero totale dei sinistri richiesto dalla formula fa riferimento<br />

naturalmente a quelli eccedenti la soglia <strong>di</strong> 50.000 che abbiamo fissato come low<br />

deductible, nel nostro caso la stima sarà pari a:<br />

19<br />

N ˆ<br />

l = × 6.<br />

250.<br />

000 =<br />

16.<br />

121.<br />

013<br />

7,<br />

37<br />

Partendo da questo dato, che possiamo reputare sufficientemente affidabile dato il<br />

numero non troppo piccolo <strong>di</strong> sinistri che giacciono sotto il valore soglia prescelto,<br />

occorre estrapolare adesso la frequenza attesa considerando la portata <strong>di</strong> 100.000.<br />

In generale, la frequenza ad un arbitrario punto x, con x≥OP 55 , è ricavabile tramite la<br />

seguente espressione:<br />

( x)<br />

= freq(<br />

OP)<br />

⋅ P(<br />

X > x)<br />

= freq(<br />

OP)<br />

⋅(<br />

− F(<br />

x)<br />

) = freq(<br />

OP)<br />

freq 1<br />

α<br />

⎛ OP ⎞<br />

⋅⎜<br />

⎟<br />

⎝ x ⎠<br />

55 In realtà, il proce<strong>di</strong>mento illustrato è matematicamente applicabile anche nel caso in cui sia x


Poiché nel nostro caso è freq(OP)= N =7,37, α=1.77 e x=100.000, abbiamo che<br />

ˆ<br />

freq<br />

l<br />

( 100. 000)<br />

= 7,<br />

37 ⋅ P(<br />

X > 100.<br />

000)<br />

= 7,<br />

37 ⋅ ( 1−<br />

F(<br />

100.<br />

000)<br />

) =<br />

=<br />

7,<br />

37<br />

⎛<br />

⋅⎜<br />

⎝<br />

50.<br />

000<br />

100.<br />

000<br />

⎞<br />

⎟<br />

⎠<br />

1,<br />

77<br />

=<br />

2,<br />

1609<br />

Prima <strong>di</strong> procedere al secondo step ai fini del calcolo del premio <strong>di</strong> rischio, sembra<br />

opportuno effettuare ancora due osservazioni sulla stima della frequenza:<br />

• nel caso che la frequenza da stimare sia relativa ad eventi catastrofici, spesso<br />

si ricorre a fonti <strong>di</strong>verse dalla sola sinistrosità storica del portafoglio oggetto<br />

del pricing, tipicamente povera, in termini <strong>di</strong> consistenza numerica, per la<br />

natura stessa degli eventi trattati; in particolare, si può far uso delle statistiche<br />

<strong>di</strong> mercato, se <strong>di</strong>sponibili, inerenti quel settore: ad esempio, se si rileva che un<br />

terremoto colpisce una certa zona e provoca danni non inferiori al 2‰ una<br />

volta ogni 20 anni, possiamo assumere il valore 2‰ come low deductible, a<br />

cui corrisponde la frequenza <strong>di</strong> (1/20)=0,05 e da questi dati, con la procedura<br />

illustrata in precedenza, è possibile estrapolare la frequenza stimata per un<br />

qualsiasi high deductible;<br />

• come accennato precedentemente, in alternativa alle formule proposte,<br />

potevamo ricavare la stima della frequenza impiegando il grafico <strong>di</strong> figura 31;<br />

senza entrare nel merito, vogliamo unicamente evidenziare come varia la<br />

<strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> Pareto al variare del relativo parametro: si può notare 57 che<br />

più piccolo è α, più alta sarà la frequenza dei grossi sinistri in relazione a<br />

quella <strong>di</strong> sinistri <strong>di</strong> piccola entità.<br />

6.3 Stima del valore atteso del sinistro<br />

Per introdurre questo secondo step, torniamo a riconsiderare il grafico illustrato nella<br />

figura 29: l’area coperta dai sinistri rappresenta naturalmente il totale dei sinistri<br />

56<br />

I calcoli sono effettuati arrotondando alla quarta cifra decimale.<br />

57<br />

Direttamente dall’andamento delle curve per i <strong>di</strong>versi valori del parametro, curve che ricor<strong>di</strong>amo<br />

P Χ ≤ x .<br />

rappresentano la ( )<br />

56 :<br />

81


osservati e dunque, volendo calcolare il sinistro me<strong>di</strong>o, occorrerebbe <strong>di</strong>videre tale<br />

area per il numero totale dei sinistri, che nel nostro esempio è pari a 19.<br />

Se invece del grafico a gra<strong>di</strong>ni ripren<strong>di</strong>amo la funzione <strong>di</strong> ripartizione empirica,<br />

rappresentata nella figura 30, il valore me<strong>di</strong>o del sinistro coinciderà adesso con l’area<br />

colorata; considerazioni analoghe sono valide sia per la <strong>di</strong>stribuzione troncata sia<br />

quin<strong>di</strong> per la <strong>di</strong>stribuzione troncata <strong>di</strong> Pareto Di conseguenza, ricollegandoci<br />

all’esempio grafico proposto in precedenza, sarà l’area che giace sopra la curva<br />

<strong>di</strong>segnata in figura 32 a rappresentare il valore atteso dei sinistri troncati per una<br />

copertura eccesso <strong>di</strong> sinistri con EP=120.000.<br />

Anche in questo caso è possibile attribuire un significato imme<strong>di</strong>ato al parametro <strong>di</strong><br />

Pareto in relazione al contesto <strong>di</strong> analisi: è evidente che, per quanto detto, il valore<br />

atteso <strong>di</strong>pende dalla forma della curva, vale a <strong>di</strong>re che più bassa è la curva, più grande<br />

sarà il valore atteso, e poiché una curva più bassa è originata da un parametro α più<br />

piccolo, possiamo concludere che più piccolo è α, più grande sarà la stima del valor<br />

me<strong>di</strong>o dei sinistri.<br />

Estraniandoci per un momento dal nostro esempio numerico guida 58 , torniamo ad<br />

interessarci, per coerenza con il supporto grafico utilizzato nei paragrafi precedenti, <strong>di</strong><br />

una copertura che preveda un EP pari a 120.000 e supponiamo che DE sia fissato nel<br />

valore <strong>di</strong> 50.000. Il valore atteso <strong>di</strong> un sinistro sarà dunque rappresentato dall’area<br />

colorata della funzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione empirica, o brevemente f.d.e., raffigurata <strong>di</strong><br />

seguito.<br />

58 Quello cioè che ci porterà a calcolare il premio per una 100.000 XS 100.000.<br />

82


Figura 34 – Rappresentazione del valore atteso tramite la f.d.e.<br />

Se invece consideriamo la funzione <strong>di</strong>stribuzione, o f.d., <strong>di</strong> Pareto, la speranza<br />

matematica <strong>di</strong> un sinistro oggetto del trattato sarà pari all’area che sovrasta la curva<br />

presentata nella figura successiva, delimitata dal perimetro della f.d.e., vale a <strong>di</strong>re al<br />

valore dagli assi verticali ai valori <strong>di</strong> 50.000, il DE, e <strong>di</strong> 120.000, l’EP, nonché<br />

dall’asse orizzontale al corrispondente al 100%.<br />

Figura 35 – Rappresentazione del valore atteso tramite la f.d. <strong>di</strong> Pareto.<br />

83


Generalizzando, è quin<strong>di</strong> possibile calcolare il valore atteso del sinistro oggetto del<br />

trattato dati il parametro α, il deductible, DE, e la portata, CO. Infatti, poichè con EP<br />

avevamo in<strong>di</strong>cato il valore oltre il quale non agisce la copertura riassicurativa, cioè il<br />

valore dato da DE+CO, se adesso definiamo l’in<strong>di</strong>catore dell’ampiezza relativa del<br />

layer come:<br />

DE + CO<br />

RL = =<br />

CO<br />

potremo in<strong>di</strong>care con EL il valore atteso <strong>di</strong> un sinistro ed esprimere questa quantità in<br />

EP<br />

CO<br />

forma chiusa; ve<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> descrivere adesso la procedura per ricavare questa formula.<br />

Nel caso <strong>di</strong> una copertura DE XS CO, per i sinistri x compresi tra DE ed EP,<br />

l’eccesso <strong>di</strong> sinistro, a carico del riassicuratore, è pari a x − DE , mentre per i sinistri<br />

il cui ammontare eccede EP; l’esborso monetario a carico del cessionario equivale a<br />

CO. Perciò, possiamo calcolare il valore atteso dei sinistri ceduti come:<br />

EL =<br />

EP<br />

che risulta essere:<br />

oppure<br />

( x − DE)<br />

α −α<br />

−<br />

∫ ⋅α<br />

⋅OP<br />

⋅ x dx + ∫<br />

DE EP<br />

DE<br />

EL = ⋅<br />

1−<br />

α<br />

∞<br />

1 α −α<br />

−1<br />

CO⋅α<br />

⋅OP<br />

1−α<br />

( RL −1)<br />

seα<br />

≠ 1<br />

( RL)<br />

se 1<br />

EL = DE ⋅ln<br />

α =<br />

Tornando infine al nostro esempio guida, avevamo α=1,77, priorità pari a 100.000 e<br />

portata anch’essa pari a 100.000. Avremo dunque che:<br />

RL =<br />

100.<br />

000<br />

+<br />

100.<br />

000<br />

100.<br />

000<br />

=<br />

200.<br />

000<br />

100.<br />

000<br />

= 2<br />

ed essendo α≠1, la stima per valor me<strong>di</strong>o del sinistro ceduto sarà:<br />

. 000<br />

EL =<br />

1−1,<br />

77<br />

100 77<br />

1−1,<br />

( 2 −1)<br />

= 53.<br />

714,<br />

2857<br />

⋅ x<br />

dx<br />

84


6.4 Stima del premio <strong>di</strong> rischio<br />

Avendo imparato a stimare il valore me<strong>di</strong>o della frequenza e quello del sinistro<br />

ceduto, possiamo adesso calcolare il premio <strong>di</strong> rischio, che coincide con il valore<br />

atteso del complesso dei sinistri ceduti e sarà dato da:<br />

Premio <strong>di</strong> rischio = numero sinistri at<strong>tesi</strong> x valore atteso sinistro<br />

Riprendendo la simbologia utilizzata nei paragrafi precedenti, il premio <strong>di</strong> rischio,<br />

che in<strong>di</strong>cheremo con RP, sarà ottenuto me<strong>di</strong>ante la formula:<br />

ovvero tramite l’espressione:<br />

oppure<br />

RP = freq<br />

( OP)<br />

( DE)<br />

EL<br />

RP = freq ⋅<br />

α<br />

⎛ OP ⎞<br />

⋅⎜<br />

⎟<br />

⎝ DE ⎠<br />

⋅<br />

DE<br />

( 1−<br />

α )<br />

⋅<br />

( ) 1 se 1<br />

1−α<br />

RL − α ≠<br />

OP<br />

RP = freq<br />

α<br />

DE<br />

( OP)<br />

⋅ ⋅ DE ⋅ln<br />

( RL)<br />

= freq(<br />

OP)<br />

⋅OP<br />

⋅ln(<br />

RL)<br />

se = 1<br />

In riferimento alla copertura <strong>di</strong> 100.000 XS 100.000, possiamo infine calcolare la<br />

stima del premio <strong>di</strong> rischio, che risulta pari a 59 :<br />

RP = 2 , 1609⋅<br />

53.<br />

714,<br />

2857 = 116.<br />

071<br />

Per testare la bontà delle stime effettuate, confrontiamo adesso questo valore con<br />

l’effettivo risarcimento, a carico del riassicuratore, che si è prodotto nel quarto anno<br />

<strong>di</strong> contratto. In forza dei dati <strong>di</strong> sinistrosità che avevamo anticipato nella tabella<br />

riportata in figura 27, ed in considerazione della copertura 100.000 XS 100.000,<br />

avremo:<br />

Sinistri dell’anno 4<br />

eccedenti la soglia <strong>di</strong> 50.000<br />

Importi a carico<br />

dell’assicuratore<br />

Importi a carico del<br />

riassicuratore<br />

84.000 84.000 0<br />

148.050 100.000 48.050,0<br />

59 Questa volta il risultato è stato arrotondato all’unità per mere ragioni espositive.<br />

85


84.090 84.090 0<br />

66.500 66.500 0<br />

66.400 66.400 0<br />

177.550 100.000 77.550,0<br />

71.000 71.000 0<br />

85.000 85.000 0<br />

61.000 61.000 0<br />

63.100 63.100 0<br />

58.000 58.000 0<br />

Figura 36 – Ripartizione effettiva dei sinistri<br />

125.600<br />

Dunque a fronte del premio da noi stimato per il contratto <strong>di</strong> copertura pari a 116.071,<br />

la sinistrosità effettiva che produce oneri per il cessionario ammonta a 125.600; la<br />

<strong>di</strong>fferenza tra i due valori, inferiore a 10.000, presumendo che il modello adottato e le<br />

ipo<strong>tesi</strong> ad esso correlate siano corrette, è da imputarsi all’impossibilità oggettiva <strong>di</strong><br />

pre<strong>di</strong>re con esattezza gli eventi futuri, in questo caso i sinistri ceduti, da cui consegue<br />

un’incapacità altrettanto oggettiva delle stime <strong>di</strong> eguagliare puntualmente quelli che<br />

saranno gli effettivi risultati, incapacità che genera quell’incertezza che è alla base<br />

stessa dell’esistenza dell’attività assicurativa.<br />

6.5 Estrapolazione del premio <strong>di</strong> rischio per ulteriori layers<br />

Nei paragrafi precedenti abbiamo illustrato una procedura che consente <strong>di</strong> stimare il<br />

premio <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong> un trattato excess of loss, per un layer qualunque. Nella pratica<br />

riassicurativa però, molto spesso, una volta che sono noti il parametro del modello <strong>di</strong><br />

Pareto e il premio <strong>di</strong> rischio per un determinato layer, la determinazione del premio<br />

per il rischio <strong>di</strong> un qualsiasi altro layer riferito a quel portafoglio, non è effettuata<br />

andando ad ripercorre gli steps illustrati ma viene attribuita automaticamente<br />

attraverso una formula chiusa. In definitiva, possiamo affermare che è prassi ricorrere<br />

all’estrapolazione del premio <strong>di</strong> rischio in maniera <strong>di</strong>retta, nel modo che illustreremo<br />

86


tra breve, senza ricorrere alla stima della frequenza e del valore me<strong>di</strong>o del sinistro,<br />

non appena sia noto il costo <strong>di</strong> una copertura riassicurativa dello stesso portafoglio<br />

seppure con DE e CO <strong>di</strong>versi.<br />

In particolare, la formula usualmente impiegata a questo scopo è la seguente:<br />

ln(<br />

RL1<br />

)<br />

RP 1 = ⋅ RP0<br />

seα<br />

= 1<br />

ln RL<br />

oppure<br />

RP<br />

DE<br />

DE<br />

( )<br />

0<br />

( 1−α<br />

) ( RL1<br />

−1)<br />

( 1 α )<br />

( RL −1)<br />

0<br />

1 = ⋅ α<br />

−<br />

⎛ DE ⎞ 1<br />

0<br />

⎜<br />

⎝ DE<br />

0<br />

1<br />

⎟<br />

⎠<br />

⋅ RP seα<br />

≠ 1<br />

dove la simbologia utilizzata è la medesima <strong>di</strong> quella presentata in precedenza, con la<br />

sola eccezione dei pe<strong>di</strong>ci che <strong>di</strong>stinguono il layer <strong>di</strong> cui abbiamo effettuato il pricing<br />

in via analitica secondo la procedura illustrata nei paragrafi precedenti, pe<strong>di</strong>ce 0, da<br />

quello per il quale stiamo estrapolando il premio <strong>di</strong> rischio, pe<strong>di</strong>ce 1.<br />

Illustriamo <strong>di</strong> seguito un esempio dove confrontiamo i due proce<strong>di</strong>menti proposti.<br />

Esempio<br />

Ripren<strong>di</strong>amo l’esemplificazione che ci ha guidati verso la stima del premio del<br />

trattato stipulato da una compagnia <strong>di</strong> assicurazioni italiana, dove avevamo:<br />

DE0<br />

100.000<br />

CO0<br />

100.000<br />

RL0<br />

2<br />

OP0<br />

50.000<br />

freq(OP) 7,37<br />

α 1,77<br />

RP0<br />

116.071<br />

Figura 37 – Tabella dati<br />

Supponiamo adesso <strong>di</strong> essere interessati al pricing del layer 500.000 XS 500.000 e<br />

confrontiamo i risultati dei due meto<strong>di</strong> per la stima o l’estrapolazione del premio.<br />

0<br />

87


Cominciamo con il metodo in tre steps, calcolando anzitutto la frequenza del high<br />

deductible, pari a 500.000, supponendo data la frequenza del low deductible, 50.000,<br />

pari a 7,37; avremo dunque:<br />

freq<br />

( 500. 000)<br />

= freq(<br />

50.<br />

000)<br />

⋅ P(<br />

X > 500.<br />

000)<br />

= 7,<br />

37 ⋅ ( 1−<br />

F(<br />

500.<br />

000)<br />

) =<br />

=<br />

7,<br />

37<br />

⎛<br />

⋅ ⎜<br />

⎝<br />

50.<br />

000<br />

500.<br />

000<br />

⎞<br />

⎟<br />

⎠<br />

1,<br />

77<br />

=<br />

0,<br />

1252<br />

Il secondo passaggio prevede la stima del costo me<strong>di</strong>o del sinistro per il<br />

riassicuratore; il valore cercato, in<strong>di</strong>cato con EL1 è pari a:<br />

essendo<br />

EL<br />

1<br />

1 = ⋅<br />

1−<br />

α RL<br />

DE<br />

RL<br />

1<br />

1−α<br />

500.<br />

000 1−1,<br />

77<br />

( −1)<br />

= ⋅(<br />

2 −1)<br />

= 268.<br />

560,<br />

1<br />

=<br />

1<br />

500.<br />

000<br />

+<br />

500.<br />

000<br />

Infine, il premio per il rischio sarà dato da:<br />

1<br />

1−1,<br />

77<br />

500.<br />

000<br />

=<br />

1.<br />

000.<br />

000<br />

500.<br />

000<br />

= 2<br />

( DE ) ⋅ = 0,<br />

1252⋅<br />

268.<br />

560,<br />

1 = 33.<br />

623,<br />

72<br />

RP = freq EL<br />

1<br />

1<br />

Confrontiamo adesso questo risultato con quello che otterremmo applicando<br />

<strong>di</strong>rettamente il metodo dell’estrapolazione del premio tramite le informazioni relative<br />

ad un primo 60 layer, vale a <strong>di</strong>re con:<br />

DE<br />

1<br />

( 1−α<br />

) ( RL1<br />

−1)<br />

( 1 )<br />

DE0<br />

RP1 = ⋅ α<br />

−α<br />

⎛ DE ⎞ 1<br />

0<br />

⎜<br />

⎟<br />

⎝ DE0<br />

⎠<br />

500.<br />

000<br />

100.<br />

000<br />

⎛ 500.<br />

000 ⎞<br />

⎜ ⎟<br />

⎝ 100.<br />

000 ⎠<br />

= ⋅ 1 , 77 −<br />

( 1−1,<br />

77)<br />

( 2 −1)<br />

( 1 1,<br />

77)<br />

( 2 −1)<br />

( RL −1)<br />

⋅ RP<br />

⋅116.<br />

071 =<br />

0<br />

=<br />

33.<br />

613,<br />

74<br />

Si sottolinea quanto sia piccola la <strong>di</strong>fferenza tra i risultati forniti dai due meto<strong>di</strong>,<br />

<strong>di</strong>fferenza in parte imputabile anche ad errori <strong>di</strong> approssimazione.<br />

60 Con primo layer non inten<strong>di</strong>amo necessariamente riferirci al cosiddetto working layer, ma<br />

semplicemente ad un qualsiasi altro layer per il quale sia stato calcolato con il metodo della stima in tre<br />

successivi steps il premio per il rischio.<br />

88


7. Conclusioni<br />

Nell’esposizione si è cercato <strong>di</strong> presentare i vari aspetti delle <strong>di</strong>verse forme<br />

riassicurative, soffermandoci maggiormente su quelle <strong>di</strong> natura non proporzionale, in<br />

quanto i meto<strong>di</strong> utilizzati per il calcolo dei relativi premi presentano spunti <strong>di</strong> grande<br />

interesse per chi opera nel campo attuariale. Come precisato nel capitolo 5, l’interesse<br />

è principalmente rivolto alla quantificazione del premio <strong>di</strong> rischio, cioè <strong>di</strong> quella<br />

componente del premio riassicurativo che rappresenta il valore atteso degli oneri per<br />

sinistri a carico del riassicuratore.<br />

In merito a ciò, si è descritto nei dettagli il cosiddetto modello <strong>di</strong> Pareto, un modello<br />

che può essere utilizzato in congiunzione sia con l’exposure rating sia con<br />

l’experience rating, e si è illustrato, anche attraverso lo svolgimento <strong>di</strong> un esempio<br />

guida, come sia possibile effettuare il pricing <strong>di</strong> una copertura excess of loss.<br />

Nel testo si è cercato <strong>di</strong> prestare particolare attenzione anche all’aspetto pratico dei<br />

temi proposti: è in quest’ottica, infatti, che i vari argomenti sono stati corredati da<br />

esemplificazioni, ed è con questa finalità che è stata inserita un’appen<strong>di</strong>ce dove è<br />

proposta una procedura Maple in grado <strong>di</strong> effettuare automaticamente, una volta<br />

inseriti gli inputs, la stima del premio <strong>di</strong> rischio per una riassicurazione excess of loss<br />

secondo il modello <strong>di</strong> Pareto.<br />

89


Appen<strong>di</strong>ce 1: Procedura Maple<br />

Modello <strong>di</strong> Pareto<br />

Cominciamo dando il comando <strong>di</strong> restart <strong>di</strong> Maple:<br />

[>restart;<br />

Iniziamo a costruire le procedure necessarie per la stima del premio <strong>di</strong> rischio<br />

secondo il processo in tre steps.<br />

In primo luogo occupiamoci della stima della frequenza ad un high deductible, data la<br />

frequenza ad un low deductible.<br />

Stima della frequenza<br />

Sapendo che vale la:<br />

freq( x ) := freq( OP ) ( 1 − F( x ) ) = freq( OP )<br />

⎛<br />

⎜<br />

⎝<br />

possiamo definire la seguente funzione:<br />

[>frequenza:=(FOP,OP,alpha,x)->FOP*((OP/x)^alpha);<br />

OP<br />

x<br />

frequenza := ( FOP, OP, α, x) → FOP ⎛<br />

⎜<br />

⎝<br />

Per riprendere l'esempio proposto nel capitolo 6, calcoliamo detta frequenza partendo<br />

dalla frequenza data al valore 50000, pari a 7.37, con l'obiettivo <strong>di</strong> prezzare una<br />

copertura 100000 XS 100000, per il cui portafoglio è stato stimato un alpha pari a<br />

1.786304193<br />

(a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quanto mostrato nel capitolo 6, in cui i calcoli, come<br />

segnalato in nota, erano stati fatti considerando quattro cifre decimali e portavano a<br />

stimare un valore <strong>di</strong> 1.77).<br />

[>frequenza(7.37,50000,1.786304193,100000);<br />

[><br />

2.136664549<br />

⎞<br />

⎟<br />

⎠<br />

α<br />

OP<br />

x<br />

⎞<br />

⎟<br />

⎠<br />

α<br />

90


Stima del parametro<br />

α<br />

Volendo fare un passo in<strong>di</strong>etro, possiamo mostrare come sia possibile stimare il<br />

valore <strong>di</strong> α avendo a <strong>di</strong>sposizione un vettore contenente la sinistrosità storica.<br />

Ve<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> seguito la procedura:<br />

[>data:=[55715.50,58370.30,59865.80,60380.00,60690.00,606<br />

90.00,63000.00,65417.70,80419.60,86075.90,87000.00,95662<br />

.50,106303.80,106658.50,121065.80,132200.00,135569.60,17<br />

3979.70,180436.70];<br />

data := [ 55715.50, 58370.30, 59865.80, 60380.00, 60690.00, 60690.00, 63000.00, 65417.70,<br />

80419.60, 86075.90, 87000.00, 95662.50, 106303.80, 106658.50, 121065.80, 132200.00,<br />

135569.60, 173979.70, 180436.70]<br />

[>alphast:=OPnops(data)/sum(ln(data[i]/OP),i=1..nops(data));<br />

nops( data )<br />

alphast := OP →<br />

nops( data )<br />

⎛ ⎞<br />

∑ ln⎜ ⎟<br />

⎜ ⎟<br />

i = 1 ⎝ ⎠<br />

data i<br />

OP<br />

[>alphast1:=alphast(50000);<br />

[><br />

alphast1 := 1.786304193<br />

Solo per completezza presentiamo <strong>di</strong> seguito il grafico della funzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione<br />

<strong>di</strong> Pareto per il parametro stimato:<br />

[>FddP:=x->(1-(1/x^alphast1));<br />

FddP := x → 1 −<br />

1<br />

x alphast1<br />

[>plot(FddP(x),x=1..11,color=red,thickness=3);<br />

91


Stima del costo me<strong>di</strong>o del sinistro ceduto<br />

Il secondo passaggio si occupa <strong>di</strong> stimare il valore del costo me<strong>di</strong>o del sinistro<br />

trasferito al riassicuratore<br />

Sapendo che vale la:<br />

EP<br />

EL :=<br />

⌠<br />

( x− DE) α OP d +<br />

⌡<br />

α ( − α − 1)<br />

x x<br />

⌠<br />

CO α OP d<br />

⌡<br />

α ( − α − 1)<br />

x x<br />

cioè<br />

⎮ DE<br />

) − 1 α<br />

DE ( ) − RL( 1<br />

1 − α<br />

oppure la<br />

DE<br />

ln( RL ) se è uguale a 1<br />

se α è <strong>di</strong>verso da 1<br />

possiamo definire la seguente funzione:<br />

∞<br />

⎮ EP<br />

[>valoreme<strong>di</strong>osin:=proc(CO,DE,alpha) local a, c, d, vms,<br />

errelle;<br />

[>a:=alpha;c:=CO;d:=DE;errelle:=(c+d)/d;<br />

[>if a=1 then vms:=d*ln(errelle);<br />

[>else vms:=d*(errelle^(1-a)-1)/(1-a);<br />

92


[>fi;<br />

[>end;<br />

valoreme<strong>di</strong>osin := proc ( CO, DE, α)<br />

local a, c, d, vms, errelle;<br />

a := α;<br />

c:= CO;<br />

d := DE;<br />

errelle := ( c+ d)/ d;<br />

if a = 1 then vms := d × ln( errelle )<br />

else vms := d × ( errelle ^(<br />

1 − a ) − 1 ) /( 1 − a )<br />

end if<br />

end proc<br />

Per proseguire con l'esempio del capitolo 6, calcoliamo con questa procedura la stima<br />

cercata per una copertura 100000 XS 100000, per il cui portafoglio è stato stimato un<br />

alpha pari a 1.77.<br />

[>valoreme<strong>di</strong>osin(100000,100000,1.786304193);<br />

53436.37314<br />

[><br />

Stima del premio <strong>di</strong> rischio<br />

Sapendo che vale la:<br />

RP := freq( DE ) EL<br />

possiamo definire la seguente, semplice, funzione:<br />

[>premio<strong>di</strong>rischio:=(f,v)->f*v;<br />

premio<strong>di</strong>rischio := ( f, v ) → f v<br />

Per concludere l'esempio guida, per quanto calcolato fino ad adesso, avremo che il<br />

premio per il rischio per detta copertura 100000 XS 100000 sarà pari a:<br />

[>premio<strong>di</strong>rischio(2.136664549,53436.37314);<br />

114175.6041<br />

[><br />

93


Un'unica procedura per la stima del premio <strong>di</strong> rischio<br />

Presentiamo adesso un'unica procedura che, partendo dai dati della sinistrosità e della<br />

frequenza del low deductible, dai valori prescelti per OP, per CO e per DE, sia in<br />

grado <strong>di</strong> calcolare automaticamente il valore del parametro α , la stima della<br />

sinistrosità, quella del costo me<strong>di</strong>o e quin<strong>di</strong> il premio <strong>di</strong> rischio:<br />

[>procRP:=proc(sins::list,OP,CO,DE,freqOP) local sinsl,<br />

OPp, COp, DEp, freqOPp, alphastp, frequenzap,<br />

valoreme<strong>di</strong>osinp, vmsp, premio<strong>di</strong>rischiop, RLp;<br />

[>sinsl:=sins;OPp:=OP;COp:=CO;DEp:=DE;freqOPp:=freqOP;<br />

[>alphastp:=nops(sinsl)/sum(ln(sinsl[i]/OPp),<br />

i=1..nops(sinsl));<br />

[>frequenzap:=freqOPp*((OPp/DEp)^alphastp);<br />

[>valoreme<strong>di</strong>osinp:=proc(COq,DEq,alphastq) local a, c, d,<br />

vms, errelle;<br />

[>a:=alphastq;c:=COq;d:=DEq;errelle:=(c+d)/d;<br />

[>if a=1 then vms:=d*ln(errelle);<br />

[>else vms:=d*(errelle^(1-a)-1)/(1-a);<br />

[>fi;<br />

[>end;<br />

[>vmsp:=valoreme<strong>di</strong>osinp(COp,DEp,alphastp);<br />

[>premio<strong>di</strong>rischiop:=(f,v)->f*v;<br />

[>RLp:=premio<strong>di</strong>rischiop(frequenzap,vmsp);<br />

[>print(`Il parametro del modello è stato stimato in`);<br />

print (alphastp);<br />

[>print(`La frequenza me<strong>di</strong>a è stimata in`);<br />

print(frequenzap);<br />

[>print(`Il costo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> un sinistro trasferito è<br />

stimato in`); print(vmsp);<br />

[>print(`Infine,<br />

print(RLp);<br />

il premio <strong>di</strong> rischio è stimato in`);<br />

[>end;<br />

94


procRP := proc ( sins:: list, OP, CO, DE, freqOP)<br />

local sinsl, OPp, COp, DEp, freqOPp, alphastp , frequenzap, valoreme<strong>di</strong>osinp,<br />

vmsp, premio<strong>di</strong>rischiop, RLp;<br />

sinsl := sins;<br />

OPp := OP;<br />

COp := CO;<br />

DEp := DE;<br />

freqOPp := freqOP;<br />

alphastp := nops( sinsl ) / sum ( ln ( sinsl[ i] / OPp ) , i = 1 .. nops( sinsl ) ) ;<br />

frequenzap := freqOPp× ( OPp/ DEp ) ^alphastp<br />

;<br />

valoreme<strong>di</strong>osinp := proc ( COq, DEq, alphastq )<br />

local a, c, d, vms, errelle;<br />

a := alphastq ;<br />

c := COq;<br />

d := DEq;<br />

errelle := ( c+ d)/ d;<br />

if a = 1 then vms := d × ln( errelle )<br />

else vms := d × ( errelle ^(<br />

1 − a ) − 1 ) /( 1 − a )<br />

end if<br />

end proc ;<br />

vmsp := valoreme<strong>di</strong>osinp ( COp, DEp, alphastp ) ;<br />

premio<strong>di</strong>rischiop := ( f, v ) → f× v;<br />

RLp := premio<strong>di</strong>rischiop ( frequenzap, vmsp ) ;<br />

print( `Il parametro del modello è stato stimato in` ) ;<br />

print( alphastp ) ;<br />

print( `La frequenza me<strong>di</strong>a è stimata in` ) ;<br />

print( frequenzap ) ;<br />

print( `Il costo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> un sinistro trasferito è stimato in` ) ;<br />

print( vmsp ) ;<br />

print( `Infine, il premio <strong>di</strong> rischio è stimato in` ) ;<br />

print( RLp )<br />

end proc<br />

[>procRP([55715.50, 58370.30, 59865.80, 60380.00,<br />

60690.00, 60690.00, 63000.00, 65417.70, 80419.60,<br />

86075.90, 87000.00, 95662.50, 106303.80, 106658.50,<br />

121065.80, 132200.00, 135569.60, 173979.70, 180436.70],<br />

50000, 100000, 100000, 7.37);<br />

Il parametro del modello è stato stimato in<br />

95


1.786304193<br />

La frequenza me<strong>di</strong>a è stimata in<br />

2.136664549<br />

Il costo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> un sinistro trasferito è stimato in<br />

53436.37314<br />

Infine, il premio <strong>di</strong> rischio è stimato in<br />

114175.6041<br />

Una procedura più snella è invece utilizzabile nel caso si ipotizzi <strong>di</strong> conoscere già il<br />

parametro del modello <strong>di</strong> Pareto; in questo caso possiamo utilizzare la<br />

schematizzazione seguente:<br />

[>procRPv1:=proc(alpha,OP,CO,DE,freqOP) local alphal,<br />

OPp, COp, DEp, freqOPp, frequenzap, valoreme<strong>di</strong>osinp,<br />

vmsp, premio<strong>di</strong>rischiop, RLp, alphastl;<br />

[>alphastl:=alpha;<br />

freqOPp:=freqOP;<br />

OPp:=OP; COp:=CO; DEp:=DE;<br />

[>frequenzap:=freqOPp*((OPp/DEp)^alphastl);<br />

[>valoreme<strong>di</strong>osinp:=proc(COq,DEq,alphastl) local a, c, d,<br />

vms, errelle;<br />

[>a:=alphastl;c:=COq;d:=DEq;errelle:=(c+d)/d;<br />

[>if a=1 then vms:=d*ln(errelle);<br />

[>else vms:=d*(errelle^(1-a)-1)/(1-a);<br />

[>fi;<br />

[>end;<br />

[>vmsp:=valoreme<strong>di</strong>osinp(COp,DEp,alphastl);<br />

[>premio<strong>di</strong>rischiop:=(f,v)->f*v;<br />

[>RLp:=premio<strong>di</strong>rischiop(frequenzap,vmsp);<br />

[>print(`La frequenza me<strong>di</strong>a è stimata in`);<br />

print(frequenzap);<br />

[>print(`Il costo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> un sinistro trasferito è<br />

stimato in`); print(vmsp);<br />

[>print(`Infine,<br />

print(RLp);<br />

il premio <strong>di</strong> rischio è stimato in`);<br />

96


[>end;<br />

procRPv1 := proc ( α, OP, CO, DE, freqOP)<br />

local alphal , OPp, COp, DEp, freqOPp, frequenzap, valoreme<strong>di</strong>osinp, vmsp,<br />

premio<strong>di</strong>rischiop, RLp, alphastl ;<br />

alphastl := α;<br />

OPp := OP;<br />

COp := CO;<br />

DEp := DE;<br />

freqOPp := freqOP;<br />

frequenzap := freqOPp× ( OPp/ DEp ) ^alphastl<br />

;<br />

valoreme<strong>di</strong>osinp := proc ( COq, DEq, alphastl )<br />

local a, c, d, vms, errelle;<br />

a := alphastl ;<br />

c := COq;<br />

d := DEq;<br />

errelle := ( c+ d)/ d;<br />

if a = 1 then vms := d × ln( errelle )<br />

else vms := d × ( errelle ^(<br />

1 − a ) − 1 ) /( 1 − a )<br />

end if<br />

end proc ;<br />

vmsp := valoreme<strong>di</strong>osinp ( COp, DEp, alphastl ) ;<br />

premio<strong>di</strong>rischiop := ( f, v ) → f× v;<br />

RLp := premio<strong>di</strong>rischiop ( frequenzap, vmsp ) ;<br />

print( `La frequenza me<strong>di</strong>a è stimata in` ) ;<br />

print( frequenzap ) ;<br />

print( `Il costo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> un sinistro trasferito è stimato in` ) ;<br />

print(<br />

vmsp ) ;<br />

print( `Infine, il premio <strong>di</strong> rischio è stimato in` ) ;<br />

print( RLp )<br />

end proc<br />

[>procRPv1(1.786304193,50000,100000,100000,7.37);<br />

La frequenza me<strong>di</strong>a è stimata in<br />

[><br />

2.136664549<br />

Il costo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> un sinistro trasferito è stimato in<br />

53436.37314<br />

Infine, il premio <strong>di</strong> rischio è stimato in<br />

114175.6041<br />

97


Estrapolazione del premio <strong>di</strong> rischio per ulteriori layers<br />

Infine, presentiamo la procedura per l'estrapolazione del premio <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong> un layer<br />

qualsiasi per una copertura riassicurativa <strong>di</strong> cui è già noto il premio <strong>di</strong> rischio per un<br />

altro layer.<br />

Per far questo, si ricordano le formule:<br />

e<br />

RP 1<br />

RP 1<br />

:=<br />

:=<br />

ln( RL ) RP 1 0<br />

ln( RL ) 0<br />

se α =1<br />

( 1 − α )<br />

DE ( RL − 1) RP 1 1<br />

0<br />

DE 0<br />

⎛<br />

⎜<br />

⎜<br />

⎝<br />

DE 1<br />

DE 0<br />

⎞<br />

⎟<br />

⎟<br />

⎠<br />

α<br />

( 1 − α )<br />

RL0 ( − 1)<br />

α<br />

se è <strong>di</strong>verso da 1<br />

Implementiamo quin<strong>di</strong> la procedura, che avrà come inputs α , DE D 0 , E CO 1 , 0 ,<br />

CO 1<br />

e RP 0<br />

e fornirà come input<br />

RP 1<br />

[>estrproc:=proc(alphac,DE0,DE1,CO0,CO1,RP0) local ac,<br />

D0, D1, C0, C1, R0, RL1, RL0, RPp1;<br />

[>ac:=alphac;D0:=DE0;D1:=DE1;C0:=CO0;C1:=CO1;R0:=RP0;<br />

[>RL1:=(D1+C1)/C1;RL0:=(D0+C0)/C0;<br />

[>if ac=1 then<br />

[>RPp1:=(ln(RL1)*R0)/ln(RL0);<br />

[>else RPp1:= ( D1*(RL1^(1-ac)-1)*R0 ) / (<br />

D0*((D1/D0)^(ac))*(RL0^(1-ac)-1) ); fi;<br />

[>print(`Il premio estrapolato per la copertura è`);<br />

print(RPp1);<br />

[>end;<br />

[><br />

estrproc := proc ( alphac, DE0, DE1, CO0, CO1, RP0)<br />

local ac, D0, D1, C0, C1, R0, RL1, RL0, RPp1;<br />

ac := alphac ;<br />

D0 := DE0;<br />

D1 := DE1;<br />

98


C0 := CO0;<br />

C1 := CO1;<br />

R0 := RP0;<br />

RL1 := ( D1 + C1 )/ C1;<br />

RL0 := ( D0 + C0 )/ C0;<br />

if ac = 1 then RPp1 := ln( RL1 ) × R0 / ln( RL0 )<br />

else RPp1 :=<br />

D1 × ( RL1 ^(<br />

1 − ac ) − 1) × R0/( D0× ( D1/ D0) ^ac<br />

× ( RL0 ^(<br />

1 − ac ) − 1)<br />

)<br />

end if ;<br />

print( `Il premio estrapolato per la copertura è` ) ;<br />

print( RPp1 )<br />

end proc<br />

Terminiamo confrontando i valori del premio <strong>di</strong> rischio ottenuti per una copertura<br />

500000 XS 500000, prima con il metodo dei tre steps:<br />

[>procRPv1(1.786304193,50000,500000,500000,7.37);<br />

La frequenza me<strong>di</strong>a è stimata in<br />

.1205489119<br />

Il costo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> un sinistro trasferito è stimato in<br />

267181.8657<br />

Infine, il premio <strong>di</strong> rischio è stimato in<br />

32208.48319<br />

ed infine con il metodo dell'estrapolazione appena descritto:<br />

[>estrproc(1.786304193, 100000, 500000, 100000, 500000,<br />

114175.6041);<br />

Il premio estrapolato per la copertura è<br />

32208.48320<br />

99


Appen<strong>di</strong>ce 2: Alcune cifre<br />

In questa seconda appen<strong>di</strong>ce sono raccolti alcuni dati relativi al settore riassicurativo,<br />

analizzato sia a livello mon<strong>di</strong>ale che a livello nazionale. Sono inoltre fornite alcune<br />

valutazioni circa gli eventi catastrofali.<br />

I dati qui riportati sono ripresi dai lavori, citati in bibliografia, <strong>di</strong> Gionta, sulla<br />

riassicurazione nei rami danni, <strong>di</strong> Zanetti, che ha curato per la Swiss Re la<br />

pubblicazione del numero <strong>di</strong> Sigma annualmente de<strong>di</strong>cato alle catastrofi, e dalla<br />

relazione annuale dell’Ania, resa pubblica lo scorso 27 Giugno.<br />

PAESI IMPRESE<br />

PREMI NETTI DI<br />

RIASSICURAZIONE<br />

2004 2003<br />

VARIAZIONE<br />

COMBINED<br />

RATIO<br />

Figura 38 – Mercato Riassicurativi Mon<strong>di</strong>ale (valori in milioni <strong>di</strong> $)<br />

QUOTA DI<br />

MERCATO<br />

2004 2003 2004 2003<br />

Germania 15 45.419,10 46334,20 -2,0% 94,3% 94,4% 27,2% 28,7%<br />

U.S.A. 44 35.034,30 36.162,00 -3,1% 104,9% 100,8% 21,0% 22,4%<br />

Svizzera 9 23.461,60 20.394,00 15,0% 102,7% 96,8% 14,1% 12,6%<br />

Bermuda 26 14.203,00 12.250,90 15,9% 89,0% 71,3% 8,5% 7,6%<br />

Regno<br />

Unito<br />

23 12.597,20 13.155,00 -4,2% 95,8% 93,4% 7,5% 8,1%<br />

Giappone 11 12.079,10 11.140,50 8,4% 97,3% 77,7% 7,2% 6,9%<br />

Francia 7 5.424,00 5.089,80 6,6% 95,0% 113,3% 3,2% 3,1%<br />

Irlanda 16 3.031,10 3.821,00 -20,7% 120,5% 114,1% 1,8% 2,4%<br />

Altri 59 15.649,80 13.251,00 18,1% NA NA 9,4% 8,2%<br />

Totale 210 166.899,20 161.598,40 3,3% 100,0% 100,0%<br />

Riassicuratore<br />

Standard and Poor's A.M. Best Fitch<br />

Rating Outlook Rating Outlook Rating Outlook<br />

100


Converium BBB+ Stabile B++ Stabile BBB- Stabile<br />

Hannover Re AA- Negativo A Negativo A+ Stabile<br />

Munich Re A+ Stabile A+ Negativo AA- Stabile<br />

SCOR A- Stabile B++ Positivo BBB+ Stabile<br />

Swiss RE AA Stabile A+ Negativo AA+ Negativo<br />

Figura 39 – Rating dei principali riassicuratori europei<br />

I premi in<strong>di</strong>retti del lavoro italiano ed estero, al lordo della retrocessione, raccolti dai<br />

riassicuratori professionali, sono <strong>di</strong>minuiti rispetto al 2004, facendo ridurre la quota<br />

<strong>di</strong> mercato riservata alle imprese che esercitano la sola riassicurazione.<br />

RIASSICURATORI<br />

PROFESSIONALI<br />

PREMI VARIAZIONE<br />

% SUL TOTALE<br />

PREMI INDIRETTI<br />

1997 1.729 8,5% 33,2%<br />

1998 1.835 6,2% 35,1%<br />

1999 1.669 -9,1% 35,7%<br />

2000 2.025 21,3% 37,5%<br />

2001 1.891 -6,6% 34,6%<br />

2002 2.171 14,8% 38,2%<br />

2003 1.828 -15,8% 30,8%<br />

2004 1.857 1,6% 33,8%<br />

2005 1.627 -12,4% 32,4%<br />

Figura 40 – Premi in<strong>di</strong>retti dei riassicuratori professionali (valori in milioni <strong>di</strong> €)<br />

Anche la raccolta dei premi in<strong>di</strong>retti nel suo complesso, ossia il totale dei premi <strong>di</strong><br />

riassicurazione raccolti da società operanti in Italia, risulta ri<strong>di</strong>mensionata rispetto al<br />

2004.<br />

INTERO MERCATO PREMI VARIAZIONE<br />

% SUL TOTALE<br />

PREMI DIRETTI E<br />

INDIRETTI<br />

101


1997 5.215 6,7% 11,0%<br />

1998 5.233 0,3% 9,3%<br />

1999 4.678 -10,6% 7,0%<br />

2000 5.401 15,5% 7,4%<br />

2001 5.461 1,1% 6,7%<br />

2002 5.683 4,1% 6,1%<br />

2003 5.934 4,4% 5,8%<br />

2004 5.487 -7,5% 5,1%<br />

2005 5.025 -8,4% 4,4%<br />

Figura 41 – Premi del lavoro in<strong>di</strong>retto italiano ed estero (valori in milioni <strong>di</strong> €)<br />

Il risultato d’esercizio dei riassicuratori professionali, riferito all’anno 2004, è stato<br />

positivo per 169 milioni <strong>di</strong> €, mentre quello del conto tecnico si è chiuso in attivo per<br />

196 milioni <strong>di</strong> €.<br />

CONTO ECONOMICO 1999 2000 2001 2002 2003 2004<br />

Conto tecnico<br />

Premi in<strong>di</strong>retti 1.135 1.447 1.356 1.638 1.390 1.429<br />

Variazione riserve premi (-) 193 230 196 197 88 72<br />

Utile investimenti 159 219 176 201 277 210<br />

Oneri relativi ai sinistri (-) 760 1.083 934 1.146 998 983<br />

Spese <strong>di</strong> gestione (-) 339 425 404 445 364 373<br />

Saldo altri proventi e oneri 7 -11 -12 -2 -8 -15<br />

Risultato 9 -83 -14 49 209 196<br />

Conto non tecnico<br />

Proventi 33 32 21 25 44 29<br />

Saldo altri proventi e oneri -34 -20 -22 -6 -16 -10<br />

Risultato attività or<strong>di</strong>naria 8 -71 -15 68 237 215<br />

Risultato attività straor<strong>di</strong>naria -151 109 -1 12 54 -10<br />

Imposte (-) 9 3 0 20 34 36<br />

Risultato dell'esercizio -152 35 -16 60 257 169<br />

Figura 42 – Conto Economico riassicuratori professionali (valori in milioni <strong>di</strong> €)<br />

102


Nel corso del 2005 sono state 97.000 le vittime nel Mondo <strong>di</strong> catastrofi, sia naturali<br />

che man-made, <strong>di</strong> cui circa 73.300 <strong>di</strong>retta conseguenza del terremoto che ha colpito la<br />

regione del Kashmir (tra Pakistan ed In<strong>di</strong>a) lo scorso Ottobre. I danni globali<br />

ammontano a più <strong>di</strong> 230 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> $ (l’uragano Katrina incide per 135 miliar<strong>di</strong>), <strong>di</strong><br />

cui 83 miliar<strong>di</strong> a carico delle assicurazioni, essendo più <strong>di</strong> un terzo dei rischi coinvolti<br />

oggetto <strong>di</strong> una copertura. Le catastrofi naturali hanno gravato sul bilancio degli<br />

assicuratori per 78 miliar<strong>di</strong>, mentre ammontano a 5 miliar<strong>di</strong> i costi relativi a <strong>di</strong>sastri<br />

man-made.<br />

Numero % Vittime %<br />

Sinistri<br />

assicurati<br />

Catastrofi naturali 149 37,5% 88.083 90,8% 78.330 93,9%<br />

Catastrofi man-made 248 62,5% 8.935 9,2% 5.066 6,1%<br />

Totale 397 100,0% 97.018 100,0% 83.396 100,0%<br />

Figura 43 – Catastrofi naturali e man-made nel 2005 (valori in milioni <strong>di</strong> $)<br />

%<br />

103


Bibliografia<br />

ANIA (2006), “L’assicurazione Italiana 2005/2006”<br />

Angeli G. (1996), La Riassicurazione, Giuffrè E<strong>di</strong>tore, Milano.<br />

Bernegger S. (1997), “The Swiss Re exposure curves and the MBBEFD <strong>di</strong>stribution<br />

class”, ASTIN Bulletin 27/1.<br />

Booth P., Chadburn R., Cooper D., Haberman S. e James D. (1999), Modern actuarial<br />

theory and practice, Chapman & Hall/CRC, London.<br />

Bouchemmama J., Calvi D., De Marco N., Luscher M., Muller L., Kingsley M.P. e<br />

Rappold P. (2000), “Non-proportional reinsurance accounting”, Swiss<br />

Reiunsurance Company.<br />

Bugmann C. (1997), “Proportional and non-proportional reinsurance”, Swiss<br />

Reinsurance Company.<br />

Campana A. (2004), “Metodologie <strong>di</strong> pricing nelle riassicurazioni danni”,<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Economiche, Gestionali e Sociali.<br />

Chiarlo M. (1997), Economia dell’assicurazione danni, ECIG, Genova.<br />

Durand R. (2002), “La Riassicurazione – uno strumento <strong>di</strong> consolidamento del<br />

margine <strong>di</strong> solvibilità <strong>di</strong>sponibile”, SCOR Group.<br />

Gionta G. (2005), La Riassicurazione dei rami danni: ieri, oggi e domani, Dispense<br />

per il XXV corso <strong>di</strong> formazione attuariale permanente.<br />

104


Grasso F. (2006), La Riassicurazione, Dispense per il corso <strong>di</strong> Tecnica Attuariale<br />

delle Assicurazioni Contro i Danni.<br />

Guggisberg D. (2000), “Exposure rating”, Swiss Reinsurance Company.<br />

Mata J.A. (2000), “Pricing excess of loss reinsurance with reinstatements”, ASTIN<br />

Bulletin 30/2.<br />

Schmitter H. e Butikofer P. (1998), “Estimating property excess of loss premiums by<br />

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Schmutz M. e Doerr R.R. (1998), “The Pareto model in property reinsurance“, Swiss<br />

Reinsurance Company.<br />

Zanetti A. (2006), “Calamità naturali e catastrofi man-made nel 2005”, Sigma n.<br />

2/2006, Swiss Reinsurance Company.<br />

105


Glossario<br />

Assicurazione<br />

Impresa che esercita professionalmente e in forma esclusiva l’attività assicurativa.<br />

L’impresa <strong>di</strong> assicurazione, grazie all’esercizio dell’attività su basi tecniche e al<br />

numero elevato <strong>di</strong> rischi assunti, è in grado <strong>di</strong> stimare la probabilità del verificarsi <strong>di</strong><br />

rischi determinati, ripartendone le conseguenze negative tra una pluralità <strong>di</strong> soggetti<br />

esposti al medesimo tipo <strong>di</strong> rischio.<br />

Burning Cost<br />

Termine inglese usato nella riassicurazione non proporzionale per determinare il<br />

premio puro, prima dei caricamenti; si ottiene con il rapporto tra sinistri a carico della<br />

copertura non proporzionale fratto l'incasso premi del rischio.<br />

Clausola dei Reintegri<br />

Clausola contrattuale che limita, me<strong>di</strong>ante l’in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> un numero <strong>di</strong> reintegri,<br />

l’ammontare totale che il riassicurato potrà recuperare dalla sottostante copertura; con<br />

questo accordo la somma assicurata su ogni rischio coperto dal trattato si riduce<br />

automaticamente per le quantità corrispondenti al danno ceduto ed il riassicurato ha la<br />

possibilità <strong>di</strong> ricostituire tale somma, nelle limitazioni concesse dalla clausola,<br />

pagando un premio integrativo detto premio <strong>di</strong> reintegro.<br />

Coassicurazione<br />

Contratto con il quale il medesimo rischio viene assicurato, per quote prefissate, da<br />

più assicuratori. In caso <strong>di</strong> sinistro, ciascuno dei coassicuratori è tenuto a<br />

corrispondere l’indennizzo in proporzione alla quota assicurata <strong>di</strong> sua competenza.<br />

Combined Ratio<br />

Il principale degli in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> bilancio utilizzati per valutare l’andamento <strong>di</strong> un’impresa<br />

<strong>di</strong> assicurazioni; consiste nel rapporto percentuale tra la somma dei sinistri e delle<br />

spese sui premi incassati.<br />

106


E.CO.MO.R.<br />

Particolare tipologia riassicurativa proposta dall’attuario francese Thépaut nel 1950.<br />

L’“Excedent du Cout Moyen Relatif” si caratterizza per la sua capacità <strong>di</strong> ripartire gli<br />

effetti derivanti dall’inflazione tra cedente e cessionario, impostando la sua struttura<br />

sulla statistica or<strong>di</strong>nata dei danni subiti dai rischi assicurati. E’ utilmente impiegata<br />

anche per la copertura dei gran<strong>di</strong> sinistri.<br />

Excess of Loss<br />

Un accordo <strong>di</strong> riassicurazione, <strong>di</strong> tipo non proporzionale, nel quale le due parti<br />

concordano un importo monetario, la priorità, sopra il quale tutte le per<strong>di</strong>te sono<br />

trasferite al riassicuratore, fino ad un limite contrattuale definito portata. Le<br />

definizioni <strong>di</strong> questi valori possono essere date in termini <strong>di</strong> singolo sinistro (per<br />

risk), <strong>di</strong> evento (per event o CATXL nel caso <strong>di</strong> eventi estremi) o dell’intero<br />

portafoglio (aggregate).<br />

Retrocessione<br />

Frazione dei rischi che la compagnia <strong>di</strong> riassicurazione cede ad un altro riassicuratore,<br />

in questo caso detto retrocessionario.<br />

Riassicurazione<br />

Operazione con la quale un assicuratore (il riassicurato), <strong>di</strong>etro corrispettivo, riduce la<br />

propria esposizione economica, sia su un rischio singolo (riassicurazione facoltativa),<br />

sia su un vasto numero <strong>di</strong> rischi (riassicurazione obbligatoria o per trattato), attraverso<br />

la cessione ad altra impresa assicuratrice (il riassicuratore) <strong>di</strong> parte degli impegni<br />

derivanti dai contratti <strong>di</strong> assicurazione.<br />

Rischio<br />

In senso lato si intendono gli oggetti, i pericoli o gli interessi per i quali viene prestata<br />

l'assicurazione.<br />

Stop Loss<br />

107


Modalità riassicurativa del tipo non proporzionale, nella quale le definizioni <strong>di</strong><br />

priorità e portata sono definite in termini percentuali ed a livello dell’intero<br />

portafoglio.<br />

Surplus<br />

Riassicurazione proporzionale in cui vengono assunti i rischi che superano il<br />

conservato, in termini <strong>di</strong> liability, della cedente.<br />

Quota-Share<br />

Riassicurazione proporzionale in cui la copertura viene applicata su una percentuale<br />

uniforme dei rischi in un determinato ramo assicurativo.<br />

108


Elenco delle figure<br />

Figura n. Nome Figura Pagina<br />

1 L'antica sala delle sottoscrizioni 10<br />

2 E<strong>di</strong>ficio dei Lloyd's e la torre ovale della Swiss Re a Londra 13<br />

3 Distribuzione dei rischi 17<br />

4 Coassicurazione e Riassicurazione a confronto 18<br />

5 Esempio <strong>di</strong> quota share 28<br />

6 Rappresentazione grafica del quota-share 29<br />

7 Surplus caso A 33<br />

8 Surplus caso B 33<br />

9 Surplus caso C 33<br />

10 Rappresentazione grafica del surplus 34<br />

11 Tabella Layers 38<br />

12 Tabella WXL/R 42<br />

13 Tabella WXL/E 42<br />

14 Grafico WXL/R 43<br />

15 Grafico WXL/E 43<br />

16 Combinazione <strong>di</strong> WXL/R e <strong>di</strong> CATXL 45<br />

17 Grafici relativi alla combinazione <strong>di</strong> WXL/R e <strong>di</strong> CATXL 46<br />

18 Esempio <strong>di</strong> aggregate XL 48<br />

19 Esempio <strong>di</strong> stop-loss 51<br />

20 Adeguamento dei valori ad un in<strong>di</strong>ce 55<br />

21 Ripartizione dei risarcimenti sotto la clausola <strong>di</strong> stabilità 55<br />

22 Clausola dei reintegri, step 1 59<br />

23 Clausola dei reintegri, step 2 60<br />

24 Clausola dei reintegri, step 3 61<br />

25 Clausola dei reintegri, step 4 62<br />

26 Le componenti del premio <strong>di</strong> riassicurazione 66<br />

27 Dati storici <strong>di</strong> sinistrosità 72<br />

109


28 Una rappresentazione della sinistrosità storica 73<br />

29 Grafico a gra<strong>di</strong>ni 74<br />

30 Funzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione empirica 75<br />

31 Funzioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzioni <strong>di</strong> Pareto per <strong>di</strong>fferenti α 76<br />

32 Funzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> Pareto troncata 78<br />

33 GNPI 80<br />

34 Rappresentazione del valore atteso tramite la f.d.e. 83<br />

35 Rappresentazione del valore atteso tramite la f.d. <strong>di</strong> Pareto 83<br />

36 Ripartizione effettiva dei sinistri 86<br />

37 Tabella dati 87<br />

38 Mercato riassicurativi mon<strong>di</strong>ale 100<br />

39 Rating dei principali riassicuratori europei 101<br />

40 Premi in<strong>di</strong>retti dei riassicuratori professionali 101<br />

41 Premi del lavoro in<strong>di</strong>retto italiano ed estero 102<br />

42 Conto Economico riassicuratori professionali 102<br />

43 Catastrofi naturali e man-made nel 2005 103<br />

110

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