Sono parole forti quelle di monsignor Franco Giulio Brambilla, il vescovo di Novara, che dal pulpito del Duomo, celebrava i funerali di Leonardo Russo, il bambino di 20 mesi picchiato a morte nella sua casa. “Il nostro tempo sta tornando ad essere come il mondo antico – ha detto il vescovo – quando le donne e i bambini erano una proprietà del padrone di casa e, quando non servivano più, venivano eliminati. I bambini non sono proprietà di nessuno”.
Il Comune di Novara ha decretato il lutto cittadino.
Secondo quanto stabilito dall’autopsia il piccolo Leo sarebbe deceduto a seguito di uno shock emorragico provocato da un violento colpo all’addome. Per questo motivo sono stati arrestati la madre di 22 anni, Gaia Russo, e il nuovo compagno di lei, il 23 enne Nicolas Musi, con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato.
La donna, che non è in carcere ma in una struttura protetta in quanto incinta, non ha partecipato alla funzione religiosa ma ha potuto dare l’ultimo saluto al figlio nella camera ardente.
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